⚡Davide e Rodney, da A spasso nel tempo - Progetto Plinius

Quando le riprese hanno inizio, non c'è nessuno nella stanza, fatta eccezione per lo staff. Illuminate dalle luci, le poltroncine per gli ospiti e la scrivania se ne stanno nel silenzio più assoluto. Qualcuno borbotta qualcosa, chiamano l'intervistatrice al telefono, ma non risponde, così una donna dello staff entra in scena, con i suoi abiti neri, e si schiarisce la voce. «Benvenuti. Oggi sembra che l'intervistatrice sia in ritardo, quindi, be', facciamo entrare gli ospiti mentre la aspettiamo.» Fa un cenno teatrale verso la porta in attesa del loro arrivo.

Davide fa il suo ingresso alzando e allargando le braccia. «Grazie mille per il caloroso benvenuto! Un saluto a te!» afferma con un enorme sorriso sulle labbra. Infilando entrambe le mani nelle tasche del pantalone classico nero che indossa per l'occasione.

Rodney dal canto suo si inchina e rotea più volte la mano destra. «Grazie e buona giornata a te!»

La donna fa per rispondere, quando dalla porta entra anche Altair, sciogliendosi la coda e lasciando ricadere i lunghi capelli rossi sulle spalle. «Mi ero scordata che oggi toccava a me,» dice, osservando i due ospiti. «Siete voi i rompiscatole che devo intervistare?»

«Salve dolcezza,» si presenta il primo, quello elegante vestito di nero, «sì io sono il rompiscatole numero uno in quanto a scienza e astrofisica. Piacere, Davide Piccolo.»

«Ciao, io sono il rompiscatole numero uno in quanto a scienza e mi chiamo Meredith Rodney McKay, ma ti prego chiamami Rodney. Odio il mio primo nome, è da donna,» risponde subito dopo l'altro, quello più serio in T-shirt e pantalone di tuta.

Scienziati? Ottimo, non c'è che dire.

«Altair,» si presenta, poi ammicca in direzione di Davide. «Spero che Piccolo non sia un cognome che ti descrive,» commenta con un sorrisetto. Poi si rivolge a entrambi. «Scienza e astrofisica?» Sbuffa e si siede alla scrivania. Si aspetta già un gran mal di testa, lei di certe cose non ci capisce un'acca. «Perciò siete scienziati?»

Davide la guarda con un sorriso malizioso. «Piacere Altair, tranquilla l'unica cosa di Piccolo che ho è il cognome, ma per essere sicura puoi chiedere a mia moglie dietro le quinte. Sì sono uno scienziato ma non di quelli noiosi, mi piace essere divertente.»

Rodney guarda la scena ridendo. «Hai problemi con gli scienziati per caso?»

«Tanto dite tutti così.» Altair prende in giro Davide. Poggia il gomito sulla scrivania e batte il piede per terra, segue il ritmo di una canzone che le è rimasta in testa. «E a tua moglie sta bene, che ci provi con la prima figa che passa?» dice, e alza il sopracciglio. Quindi si rivolge a Rodney e scrolla le spalle. No, gli scienziati non le piacciono, ma in fondo sono pochi i soggetti che le vanno a genio. «Dipende. La maggior parte delle volte capisco la metà delle cose che dicono gli scienziati, visto che amate fare la figura degli intelligentoni.» Si accomoda contro lo schienale. «Ti sei portato appresso la moglie pure tu?»

«Ma io dico sempre la verità,» replica serio Davide. «Certo non mi applaude, ma sa che scherzo e che non la tradirei mai né ci proverei mai veramente con nessun'altra. Sono fedele.»

«No, a me piace più far capire le cose che dico piuttosto che sembrare un intelligentone,» dice invece Rodney. «Sì ho portato mia moglie. Da quando sono stato rapito non fa altro che seguirmi.»

Altair accomoda i piedi sulla scrivania. «Certo, certo,» commenta rivolta a Davide. «Conosco una pazza che si comporta allo stesso modo,» gli confida. Si rivolge a Rodney. «Sei stato rapito? Perché dovrebbero rapire uno come te?»

«Sì, volevano aiuto per delle ricerche e sapendo che non li avrei mai aiutati, hanno pensato che il modo migliore per costringermi fosse quello.» Un brivido percorre la schiena di Rodney.

«Una pazza? Io non sono pazzo e avrei paura di avere a che fare con dei pazzi. Infatti quando ho avuto a che fare con Jack lo squartatore non mi allettava la cosa. Ah, dimenticavo di dirti che io, mia moglie e Andrea viaggiamo nel tempo,» le confida Davide.

Altair alza il sopracciglio e per poco non sbotta a ridere. «Keira è una rincoglionita, ma quando dico che è una pazza non intendo che è una psicopatica, solo che è svitata.» Forma un mulinello con il dito attorno alla tempia. «E comunque, un dettaglio come un altro da dimenticare.» Fa una risatina. «Ma come fate a viaggiare nel tempo?» Si volta verso Rodney, di nuovo composta – o quasi – sulla sedia. «Quindi ora tua moglie non ti molla più.» Alza le spalle. «Ma come vi siete conosciuti, tu e Piccolo, qui?»

«Ah capisco, beh attraverso l'interazione di particelle temporali e radiazioni ioniche,» rivela Davide evitando spiegoni scoccianti.

«No è la mia ombra,» dice invece Rodney, «pensa che voleva salire anche lei con me. Oh, ci siamo conosciuti in una delle sue missioni da viaggiatore nel tempo e ci hanno aiutati a completare una nostra missione in Canada. Non scendo nei particolari perché è roba complicata e top secret per cui poi ti metterei nei guai. Una missione stile X-Files.»

Altair si alza in piedi per stiracchiarsi. «Non ho paura dei guai, ma le spiegazioni complicate me le evito volentieri.» Fa il giro della scrivania e ci si poggia contro, rivolta verso i due. «E che fate nel tempo libero, a parte andarvene a zonzo nel tempo e parlare di ioni, particelle e cazzate varie?»

«Abbiamo passioni diverse tranne la musica,» spiega Davide. «Io suono piano e chitarra classica, quando mio figlio era vivo giocavo a baseball con lui, andavamo in bici io, lui e mia moglie, appassionato di cinema e serie TV. Ora abbiamo adottato Andrea un ragazzo nostro collega.»

«Io invece suono chitarra classica e rappo, sono un nerd e mi piace smontare e rimontare le cose, adoro godermi i miei figli. Mi è stata data una seconda chans dalla vita e non intendo sprecarla.» Rodney ha gli occhi rossi.

Altair incrocia le braccia al petto e sospira. Che spreco di tempo, la chitarra classica. Fra tutti i tipi di chitarra, perché scegliere quella più noiosa? «Siete due nerd fatti e finiti, insomma.» Evita appositamente di commentare il resto. Non ha nessuna voglia di parlare di lutti familiari. Si passa una mano fra i capelli e fa tamburellare le dita contro la spalla. «Conoscete qualcuno che prendereste volentieri a calci in culo?» cambia argomento.

Davide si infuria. «Io lo zio del mio migliore amico Raffaele che tratta tutti una schifezza ma soprattutto suo nipote che è un pezzo di pane.»

«Io Michael, che è quello che ha commissionato il mio rapimento, e Swift che fa parte del mio passato e mi ha sempre portato solo guai,» risponde Rodney, con la stessa intensità.

Altair si dà alcuni buffetti sulle maniche. «Non è stato arrestato il tipo del rapimento? La polizia non serve mai a un cazzo,» borbotta. Anche se, nel suo caso, è decisamente meglio così.

«Ne sono stati arrestati tre, il quarto mi ha salvato da un ulteriore tentativo e si unito tra la schiera dei miei amici, il mandante è a piede libero chissà dove.»

Bella situazione di merda, pensa lei. Ma poi pone una nuova domanda: «Diventare quello che siete, degli scienziati strani, è la cosa che avete sempre sognato, o un tempo avevate altre aspirazioni?»

«No, io prima suonavo il piano, ma l'insegnante mi ha bocciato perché ero un bravo esecutore ma non un bravo interprete. Non davo emozioni secondo lei e così ho iniziato a studiare per diventare scienziato,» ammette Rodney.

Davide sorride. «Sì, ho sempre desiderato essere uno scienziato e anche un astrofisico.»

Perché, c'è differenza fra scienziato e astrofisico?, si chiede lei. Non che le importi più di tanto, comunque. Così si issa sulla scrivania, lasciando perdere l'argomento. «Da pianista a scienziato ce ne vuole,» commenta solo. Poi pensa a un'altra domanda. «Qual è il vostro difetto più grande?»

«Eh, già, sono un uomo dalle mille sorprese. Infatti ho fatto credere ai miei amici per dieci anni che io soffrissi di Sindrome del Messia e che fossi un pappamolle e invece...» Rodney mostra un sorriso. Riflette un po' sul quesito. «Il mio difetto più grande? Vediamo... Mi faccio coinvolgere troppo dalle persone e dalle situazioni.»

Davide invece si fa serio. «Il mio difetto più grande di sicuro è la schiettezza e il parlare in faccia, molti si allontanano da me per questo.»

Altair fa un mezzo sorriso amaro alle parole di quest'ultimo. «La gente che non vuole sentirsi dire in faccia le cose come stanno mi ha sempre fatto girare le palle.»

«Mi fa piacere, è raro trovare persone con questo punto di vista.»

Lei poggia i gomiti sulle ginocchia e sporge il busto in avanti. «E tra di voi siete sempre andati d'accordo? Ci sono mai stati momenti in cui vi sareste presi volentieri a pugni in faccia?»

Davide prende la parola. «Rodney da prendere a pugni? No, dai, è una così brava persona. Si fa rispettare questo sì, però a volte è fin troppo disponibile con gli altri e lo sfruttano per cui mi viene voglia invece di menare chi lo fa e non lui. Sa farsi volere bene. Forse lui a me sì a causa del mio onnipresente sarcasmo.» Cerca lo sguardo dell'altro.

«Beh, mi infastidisce il tuo sarcasmo a volte, però non sei da prendere a pugni. E poi sei stato l'unico a capire in meno di venti minuti che la mia era solo apparenza e che da dieci anni stavo imbrogliando i miei amici. Non so come hai fatto a entrare nella mia testa, ma l'hai fatto. Sei un vero amico alla fine,» risponde invece Rodney.

Ci mancano solo una buona dose si cuoricini su schermo e un soffodondo sdolcinato. Non ci riesce proprio, a scaldare un po' l'atmosfera.

Con questi pensieri, Altair rotea gli occhi al soffitto. «Non c'è soddisfazione con voi due.» E non fa in tempo a finire di lamentarsi, che un uomo entra dalla porta, con un sacchetto in mano.

Spinge il sacchetto nello stomaco di Rodney, per convincerlo ad afferrarlo, poi fa un passo indietro. «Vi prego, proteggetelo. È roba preziosa e la stanno cercando, ma non aprite per nessun motivo al mondo il sacchetto. Proteggetelo e basta.» E, con queste parole, lascia la stanza.

Altair schiocca la lingua e si avvicina a Rodney. «Quello sfigato era amico vostro?» chiede, ma sa già che probabilmente è solo un altro degli strani giochi dello staff.

Davide guarda la donna. «Ma che cavolo...»

«Hey, Dave, tranquillo siamo in TV non far uscire il tuo lato oscuro. Non conosco quell'uomo. Perché ha dato proprio a me questa roba? Non è che si tratta di un ladro?»

Davide prende il sacco, lo apre e sbircia dentro, ci sono monete finte di cioccolato. «Che immenso tesoro dopo lo portiamo in banca in fondo ora è nostro.»

Altair infila una mano nel sacco e caccia qualche moneta di cioccolata. Se le rigira davanti agli occhi. «Siamo seri?» commenta e guarda in tralice lo staff. Poi fa spallucce e torna alla scrivania, mangiando la cioccolata. «Rischiate di diventarci grassi, così.» Riflette sullo scambio che hanno avuto i due, e punta un dito su Davide. «Il tuo lato oscuro?» chiede.

Davide e Rodney si guardano e ridono di gusto, poi Rodney si volta verso la donna e con una voce da film horror le risponde: «Sì, il suo lato oscuro.» Poi fa una risata dibolica.

«Andiamo Rodney non metterle strane idee in testa così la spaventi chissà cosa pensa poi.»

«Spaventarmi?» Altair ride. Non se lo ricorda nemmeno più, quando è stata l'ultima volta che si è sentita davvero spaventata. «No, ma per un attimo ho sperato avessi qualche segreto interessante.»

«Altair, lui sta parlando della mia capacità di dimenticare la gentilezza e la buon'educazione e dedicarmi alla violenza fisica e verbale quando toccano qualcuno a cui tengo. Diciamo che l'uomo del tuo staff ha rischiato di farsi male. Il mio cervello in questi casi comincia a farsi mille film in testa, se fosse stato un ladro e quella vera refurtiva e avesse incastrato Rodney?»

Lei fa schioccare la lingua. «Quelli dello staff rischiano di farsi male tutti i giorni ad avere a che fare con me,» afferma, e la gente dietro le telecamere annuisce per confermare. Poi continua, rivolta a Davide in particolare. «Visto che viaggi nel tempo, ti è mai venuto in mente di cambiare il tuo passato e, che ne so, evitare di fare una qualche stronzata particolare?»

«Se potessi farlo senza conseguenze riporterei mio figlio indietro,» afferma lui.

Altair sospira. È quasi finito il tempo, deve inventarsi solo un'ultima domanda. Le viene in mente una cosa che ha letto una volta da qualche parte, o forse gliel'aveva consigliata Elettra per momenti come questo. Ha poco senso, ma è una domanda come un'altra per chiudere il programma. «Se incontraste un drago e aveste la possibilità di combatterlo, lo combattereste o provereste a domarlo?»

«Lo combatterei senz'altro,» dice convinto Davide.

«Io lo truciderei,» dice Rodney. «Come ho fatto con parecchi alieni.» Si porta una mano davanti alla bocca.

Altair sbuffa un sorriso. «Siete due scienziati davvero strani.»

Risuona un jingle di tre note che segna la fine dell'episodio. Altair si alza e si dà dei buffetti sulle maniche. «Be', lo strazio è finito. Potete tornarvene a casa dalle vostre mogli o a trucidare alieni.»

«Per me è stato un piacere conoscerti, Altair» la saluta Davide. «Magari ci rivediamo in una nostra nuova avventura.

«Anche per me,» saluta Rodney.

E mentre Altair agita una mano in aria e dice: «Sì, il piacere è tutto vostro,» una dissolvenza in nero chiude l'episodio.

Be', qui Altair è stata tranquilla, una di quelle rare volte xD Lo staff ringrazia, anche perché si prepara al caos che verrà dopo.

Comunque, se volete scoprire di più sul Davide e Rodney, andate sul profilo di AndreaSalvati5 e leggete A spasso nel tempo - Progetto Plinius.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top