⚡Ametista, da Duman Girl Slayer

Nessuno era più entrato in studio da un po', perciò la polvere si era annidata ovunque. Volano ancora pezze utilizzate per pulire, che gli inservienti hanno stupidamente dimenticato per strada. Ed è proprio mentre un pover'uomo dello staff si avvicina per toglierli, che la porta si spalanca e Altair si addentra, dandosi un colpetto alla giacca di pelle aperta per aggiustarla.

Ignora le telecamere, già accese e puntate su di lei, e si rivolge al povero tizio dello staff che cercava solo di pulire. «Perché cazzo quelle altre sfigate se ne vanno a spasso a fare questa pagliacciata di interviste, e io devo restare in questa merda di stanzetta?»

Lui alza le spalle. Non è colpa sua, dopotutto. Probabilmente nessuno vuole quella bomba a orologeria chiamata Altair nel proprio mondo.

Lei sbuffa, rassegnata, e si getta su una delle poltroncine dedicate agli ospiti, proprio di fronte alla scrivania. «Quindi, chi è il rompipalle di oggi?» Sugli schermi compaiono delle indicazioni: una scritta sola in realtà, e non appena la legge, Altair alza il sopracciglio con un sorriso. «Una pazza maniaca? Interessante. Fatela entrare, magari per una volta non mi ammorbo troppo i coglioni.» Poggia il gomito sul bracciolo, in attesa.

A entrare però sono ben dodici agenti imbottiti alla Juggernaut, armati fino ai denti, seguiti da una bambinetta con un lecca lecca intenta a giocare al telefono. Non appena vede quest'ultima, Altair solleva anche l'altro sopracciglio.

Ma che cazzo...? Pensa.

Infine, trasportano dentro un lettino verticale con le rotelle, dove una ragazza – con tanto di museruola – è legata con cinghie e catene.

«Ecco a voi Ametista, signori,» dice un agente. «Appena ci darete il via la libereremo, signorina.» Guarda Altair.

Lei balza in piedi, incuriosita, e si avvicina a osservare la figura legata. «Cosa cazzo è, un mostro mutante?» Fa un cenno con la mano verso gli agenti. «Liberatela e toglietevi dalle palle. Anche la marmocchietta, lì, non ho capito a che serve, ma riportatevela, non è un programma per marmocchi questo.»

«Non mi considerare,» risponde la diretta interessata. «Io qui servo solo a sparare un proiettile in testa appena la zoccola, qui, prova a far detonare una bomba.»

Le guardie intanto fanno a morra cinese per scegliere chi sarà lo sfortunata che dovrà liberare Ametista. Appena deciso, tutti gli altri agenti scappano impauriti; quello rimasto trema, ma trova in qualche modo il coraggio di liberare Ametista, per poi scappare in preda al panico.

Altair osserva la scena con entrambe le sopracciglia sollevate e una mano posata sul fianco. Che branco di sfigati.

Ametista scende dal lettino verticale, guarda Altair di fronte a lei. «Sei venuta a scoparmi?» dice. «E che ci fa la loli hentai qui? Non sa fare niente a parte la Toy.»

Sta parlando della tipa con il lecca lecca, che risponde al nome di Angy. «Ametista... ti ricordi la foto? Fa' la brava...»

Nel sentire il termine "foto", Ametista sbianca. «Okay, stronza... vatti a fare uno dello staff, la pollastrella qui è mia.» Angy se ne va giocando col telefono.

Finito lo strano teatrino, Altair si rivolge ad Ametista. «Da dove cazzo sei uscita, dall'istituto di ricovero per ninfomani? Se vuoi scopare con me, mettiti in fila e prendi il numerino.» Poi alza il mento e ammicca. «Di che foto parla la marmocchia?»

L'altra ignora la sua domanda. «Non ti interessa, giocattolina... allora che devo farci qua? E DOVE SONO LE MIE PISTOLE????»

Le volano due Cal.45 con canna allungata a 20cm, insieme a un pacchetto di sigarette. Ametista li prende al volo, poi si mette una sigaretta in bocca e appoggia la canna alla sua punta, sparando in cielo per accenderla. «DILDO PARLANTE! NON PROVARE PIÙ A PRENDERE LE MIE PISTOLE!!»

Altair rotea gli occhi al soffitto. «Sei qui per fare un'intervista o girare un porno? Ma è per questo che ti tenevano legata come una posseduta, per tenerti zitta ed evitarsi una rottura di palle?» Poi la osserva e inclina il capo di lato, concentrata sulle pistole. Come cazzo si fa ad accendere una sigaretta con una pistola? Chissà se riuscirebbe anche a lei... «Dildo parlante?» ripete poi, con una mezza risata.

Ametista si siede su una poltroncina sbuffando il fumo in aria. «Allora... inizia con le domande, intanto ti spoglio nella mia fantasia.»

Ed eccola che ricomincia.

Altair la raggiunge, mette le mani sui braccioli e avvicina il viso al suo fino a sfiorarla. «Quando abbiamo finito questa stronzata, fammi vedere che cazzo sai fare con quelle pistolette, e poi ti faccio divertire.» I fulmini le scorrono sulle dita mentre si allontana e si siede di fronte a lei. «Devo chiamarti pazza maniaca o hai un nome?» Si è già scordata che gli agenti l'hanno presentata prima. «E che cazzo sei? Non penso che se ne andrebbero in giro a legarti così se fossi umana. Hai poteri? Sei un demone?»

L'altra sorride, leccandosi un baffo. «Certo, scossetta... io sono Ametista, sono un'agente speciale del centro scientifico militare U.S.S.» Sbuffa di nuovo. «Sono un essere geneticamente modificato tramite il Virus HPT06 creato geneticamente in laboratorio per potenziare le capacità dei soldati, anche se non è andata come hanno pensato quei verginelli in pigiama verde e nero...» Poi la guarda seducente. «Nome in codice Diavoletta, lampadina cara.»

«Diavoletta?» Altair batte il pollice sul bracciolo, a un ritmo che sente solo lei. «Che merda, sembra il nick di una ragazzina arrapata che cerca di rimorchiare sfigati in chat.» Indica Angy con un gesto veloce. «Però mi sembra che ti tengano ancora costretta a fare le cagate che dicono loro. Non fai prima a farli saltare tutti in aria?»

«Potrei...» Abbassa leggermente il capo, incupendosi. «Ma non posso...» Poi si riprende e torna la stessa di prima. «Allora, batteria alcalina, altre domande? Volevi sapere se ero un demone? Diciamo che forse questo virus mi ha resa peggio di una divinità, buona o malvagia che sia...» Riprende con gli sbuffi. «Capacità fisiche cinquanta volte superiori a quella umana più allenata o addestrata.» Un altro sbuffo. «Tempo di reazione di 0.2 millesimi di secondo.» Un ultimo sbuffo, e butta via la sigaretta. «Immunità a ogni veleno o virus o malattia conosciuta... altissima capacità rigenerativa, alta resistenza fisica, minimo consumo di energia negli sforzi... e come dulcis infundo, capacità di apprendimento di ogni cosa... lavoro, uso di uno strumento, guida di ogni veicolo, uso di armi o stili di combattimento eccetera... quasi istantanea.» Ed ecco che si accende un'altra sigaretta. «Unico difetto... odio la scienza.»

Altair ha perso la concentrazione a metà delle cose elencate. «Peggio di una divinità?» dice quando l'altra ha finito di parlare. «Per due riflessi in più? I tre quarti delle stronzate che hai detto ce le ho anche io. Le altre, sono cagate inutili.»

Sospira, si dà una spinta sui braccioli e si alza in piedi, per poi massaggiarsi il collo. «E perché ti hanno creato? Chi dovevano affrontare, di così temibile?»

«Gli stronzi, quando hanno creato in laboratorio questo virus, non hanno contato la riproduzione del virus tramite clonazione genetica nel sistema umano, che poi tramite la riproduzione umana si è trasmessa ai discendenti. Di conseguenza quando i soldati impazziti riuscivano a riprodursi in ogni modo possibile, il virus si trasmetteva ai figli. Le seconde generazioni hanno avuto anche la capacità di crescita fisica più rapida... tipo che a cinque anni dalla nascita erano persone adulte e poi rallentavano la crescita. Di conseguenza hanno elaborato una genetica differente e l'hanno iniettata a una soggetta che è risultata positiva. Non ha avuto follia pura, ma era diventata un Duman... poi l'hanno forzata a procreare una figlia con la genetica naturale... ed eccomi qui, che combatto questi Duman per salvare la gente comune... ah sì, e la stronzetta là invece è la seconda cavia dopo di me, creata per sostituirmi, anche se non sa neanche tenere un pene armato di venuta...» Scoppia a ridere. «Immaginala mentre cade per il contraccolpo di una venuta di un pene AHAHAHAHAHAH!»

Uno sparò le passa nella sigaretta mentre ride. «La prossima volta punto alla lingua, pensionata dell'U.S.S,» dice Angy.

Altair si riconnette solo al commento su Angy. E si chiede come faccia Ametista a saperlo, però se ne scorda il secondo dopo. «Ci ho capito meno di un cazzo,» commenta. Squadra Angy da capo a piedi. «Ohi, marmocchia, mi sa che ti conviene passare all'altra sponda.»

Inizia a camminare in giro. «Va bene, basta con le domande pallose. Esiste una persona di cui ti frega qualcosa? O prenderesti volentieri tutti a calci in culo?»

Comincia a rispondere Angy: «Il vecch-»

L'aura di Ametista diventa fredda e spenta, mentre con gli occhi taglienti punta la pistola nella sua direzione. «Non osare... chiamarlo così... lucido esperimento fallito che non sei altro... insulto alla popolazione umana...»

Angy da fuori schermo ha la stessa reazione.

Altair scatena i fulmini, che le scorrono lungo le braccia, e sorride. «Ohi, se dovete litigare, non ignoratemi, stronze, voglio partecipare.» Va dietro alla poltrona di Ametista e con un calcio la spinge in avanti. «Chi sarebbe sto vecchio?»

Ametista continua a puntare l'arma a Angy, l'altra pistola punta Altair da dietro la sua schiena.

Altair sente un fischio, ma i fulmini non hanno reazioni, perciò non ci fa caso.

«È... era... mio padre...» dice Ametista. «Era al servizio della U.S.S. ... ma poi venne freddato dal generale assoluto... solo per avermi difesa...»

Con un piede posato sul bracciolo, Altair schiocca la lingua. «Bella merda. Ma almeno avevi un padre decente.» Le va incontro a testa alta, fermandosi proprio davanti alla canna della pistola. «Sai solo sventolare questo giocattolo in giro?» Fa un ghigno e si allontana. «Cambiamo domanda, maniaca. Se potessi liberarti di queste palle al piede, che faresti poi?»

«Spazzerei via la razza umana... Duman e umani... tutti... e dopo io...» Si alza come se si fosse appena svegliata. «MA I PIÙ FIGHI LI LASCEREI IN VITA NEL MIO PALAZZO... COSI SCOPEREI PER L'ETERNITÀ COME REGINA DELLA TERRA MHUAHAHAHAHAH! Ma lascio il pizzaiolo vecchio della seconda traversa in vita... è vecchio ma le sue pizze sono le più buone che esistano!!!»

Altair va verso la scrivania e ci si siede sopra. «Scema io, dovevo aspettarmelo.»

Ametista si risiede, aggiustandosi a gambe distese e divaricate. Accende un'altra sigaretta, sempre sparando il soffitto, e guarda all'indietro a testa in giù Altair. «Allora, caricabatterie per telefoni, altre domande?»

«Va bene, sigaretta ambulante, raccontami la stronzata più grande che hai fatto. O la tua più grande figura di merda, decidi tu.» Agita una mano per accompagnare le parole

«Beh.... una sola? Nana dei puffi?» chiede aiuto.

«Dille una a caso,» risponde Angy.

«Beh... ho incendiato dodici volte la stazione, ho fatto esplodere dieci volte la sezione armamenti dell'agenzia U.S.S. sparando, ho raso al suolo una piazza a suon di Bazooka, mi sono ribellato alla U.S.S. con Angy... credo che la cosa peggiore è stata insultare fisicamente il generale assoluto...»

«Chiamalo insultare fisicamente quello che hai fatto...» dice Angy.

Altair si passa una mano fra i capelli, distratta. «Non pensavo le contassi fra le tue stronzate, credevo ne andassi fiera. Come me quella volta che ho fatto esplodere un intero parcheggio di macchine perché ero ubriaca.» Scende dalla scrivania con un balzo. Lancia un'occhiata veloce a Angy. «Che cazzo hai combinato con il generale?» chiede poi ad Ametista.

«Ah beh... niente di chissacosa... gli ho sparato al cavallo dei pantaloni, appena sotto il pene, passando da parte a parte solo la stoffa, ma forse un graffietto gliel'ho fatto...»

«E pensare che basta disobbedirgli per essere un traditore e morire con un colpo alla testa sul posto, senza giudice o giuria...» interviene Angy.

«E l'ho fatto con queste pistole, attenta che pesano 20kg l'una, 25kg con i proiettili,» continua Ametista. Le butta al volo ad Altair.

Lei le prende al volo e se le rigira fra le mani. In effetti pesano di più della sua. «Immagino che per solo per lo spavento non gli si alzerà più,» commenta, parlando del generale.» Punta una delle pistole verso uno dello staff, che trema e alza le mani. Altair per poco non scoppia a ridere, ma cambia mira e spara verso il muro.

Il colpo le fa fischiare le orecchie. Il proiettile apre un foro della sua stessa grandezza, lasciando però una fitta ragnatela di crepe che si espande tutt'attorno.

«Che figata. Di che cazzo sono fatte?» dice mentre le lancia di nuovo ad Ametista.

«Beehhhhh... come posso spiegarle a una sempliciotta che fa da albero di natale a dicembre? Vediamo...»

Ci riflette su prima di iniziare la spiegazione. «Sono pistole in titanio rinforzato... ben 2cm di spessore... con canna allungata e compressa di ghisa così come i pesi sotto... hanno un sistema interno alla canna a spirale infinita assottiglia a dieci giri a millimetro di lunghezza, il caricatore è come quello delle pistole comuni, ma è allungato per mantenere quindici colpi escluso quello in canna, il manico in pelle di 1cm rende ergonomica la presa, mentre il grilletto in piombo ha una sensibilità di 0.002 J di forza in pressione... i proiettili sono Cal. 45 in adamantio con forma a spirale appuntita, simili a quelli da cecchino, così da ridurre l'attrito con l'aria e fatti a spirale per aumentare le rotazioni in canna prima dello sparo. In più hanno un sistema di vibrazione che si attiva appena raggiungo i 3 colpi rimanenti, senza contare poi i proiettili speciali.» Ne tira fuori uno: è identico a quelli da cecchino, a parte che al centro del proiettile c'è un piccolo contenitorino trasparente che serra la punta dal retro del proiettile con una micropallina che trema rapidamente. «Io le chiamo "come inside me" he he he... questo gioiellino, nel momento dello scoppio in canna, rompe il contenitore e all'interno questo piccolo pallino, che per farti capire in parole polvere e un ammasso grosso e pressato di atomi che girano vorticosamente su se stessi, scatena una potenza che è equivalente a 1/10 di quella atomica. Se non fisso la pistola a terra con un sostegno di 600kg, questo unico proiettile potrebbe spappolarmi tutto il braccio e farmi volare a una ventina di metri di distanza. Ecco perché l'ho chiamato "come inside me".» Guarda il proiettile con eccitazione.

Come al solito, Altair ha trovato la concentrazione per seguire solo l'inizio e la fine del discorso. «E si fidano a darti un'arma del genere? A te?» Poi sbuffa. Dal modo in cui lampeggiano gli schermi, capisce che il tempo sta per terminare. «Ultima domanda, stronza, poi te le faccio vedere io le lucine di natale.» Si passa una mano fra i capelli. «Hai una qualche fobia? C'è qualcosa che ti fa paura?»

La reazione che ottiene non la stupisce.

«AHAHAHAHHAHA fobia? E per chi mi hai preso, per te? AHAHAHAHAHA!»

«...dei topi,» s'intromette Angy.

«STRMALEDETTA STRONZA INFAME TRADITRICE! SOLO NOI DOVRVAMO SAPERLO» Ametista inizia una sparatoria contro Angy, che però schiva proiettili con disinvoltura, scostandosi leggermente ai lati mentre scappa; il tutto, mentre gioca come nulla fosse al telefono. «MALEDETTA! IO TI AMMAZZO STRONZA! TI FARO TORNARE IN QUL BUCO DI CULO DA CUI SEI USCITA!!!!»

Altair se la ride. «Dei topi? Fenomenali poteri, pistole ultra potenti, e poi hai paura dei topi?» Con i fulmini che la circondano si avvicina. «Sai cosa, stronza? Alla fine sei tutto fumo e niente arrosto.»

«Sì, lo so, vai a cagare ora, ho questioni serie da fronteggiare... devo andare a rubare il gelato alla vaniglia a quella stronza.» Scatta, in un paio di passi sparisce alla vista delle telecamere e va via.

«Questa è tutta suonata.» E per dirlo Altair, è grave.

Alle sue spalle, appare Angy. «Sai, lei ti ha presa in simpatia... per ben tre motivi! Sei fortunatissima sai?»

Altair si gira sbuffando. «Fortunatissima? Se lo dici tu. Uno dei motivi è che vuole scoparmi, gli altri due?»

«Primo,» Angy indica una lacerazione sulla giacca dell'altra. «Lei, quando le hai dato un calcio alla poltrona mentre ci puntavamo, ti ha sparata, e poteva centrati in pieno stomaco... ma ha scelto di mancarti.»

Ecco cos'era il fischio che aveva sentito. Be', almeno non è del tutto stordita.

«Secondo, ti ha dato il suo numero di telefono.» Indica il taschino del pantalone.

Altair estrae il foglietto in questione, sbuffando un sorriso.

«E terzo,» continua Angy, «ha detto "ho questioni serie da affrontare" cioè, non ti vede come una minaccia, ma come una persona di fiducia a cui darebbe le sue armi e anche la sua vita senza pensarci due volte. Si può dire che sei al livello di amicizia che ho io, anche se io ci ho messo molto tempo per guadagnarmela tale fiducia... sei proprio fortunata.»

Altair si dà dei colpetti alla giacca. «Com'è che conquisto tutte le sballate?»

«Ah,» aggiunge Angy, «e anche se dice di voler scopare e altro di porco... lei è vergine, lo dice solo per nascondere la sua casta purezza.» Si gira e corre via.

Da chissà dove, arriva la voce di Ametista: «NON PRENDERE IL MIO GELATO STRAMALEDETTA STRONZA DI MERDA SUCCHIAPENI CREAMPIATA DALLA NASCITA!!!!!»

Altair fissa la porta per qualche secondo, con il biglietto ancora in mano. Poi lo rimette nella tasca dei pantaloni e sorride. «È una verginella, lei. Che testa di cazzo.» Rivolge un dito medio alle telecamere. «Spettacolo finito, addio, stronzi.» E con questo commento finale, se ne va anche lei.

Dopo tanto è tornata Altair, con un'intervista decisamente fuori dagli schemi, ma è giusto così XD

Se vi è piaciuta Ametista - ed Angy l'infiltrata - andate sul profilo di PoisonWhiteEvolution, e leggete la sua storia "Duman Girl Slayer"!

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