Ace e Sabo


Era notte fonda.

Quella notte eravamo di ritorno da Dressrosa e non ero ancora riuscito a prendere sonno.

Quella era la prima notte passata su una nave dopo aver incontrato mio fratello ed aver magiato il frutto di Ace.

Il Rogia del fuoco.

Sarei mai stato in grado di domarlo?

Quel frutto non dovrei averlo nel mio corpo, Ace dovrebbe possederlo.

Ma non è possibile.

Non in questo presente.

Tuttavia ero conscio del fatto che, se la battaglia di Marineford non si fosse dibattuta, non mi sarei mai ricordato di loro.

Frustrante.

Dalla poppa si vedeva il dormitorio femminile dove Koala riposava.

Era una ragazza fantastica e, se non fosse per ella che mi ha sempre sostenuto e cacciato dai guai, non sono certo di poter dire che fine avrei fatto...

Durante l'amnesia ero diventato il numero due dell'Armata rivoluzionaria e con ciò ero in grado di difendere veramente il popolo e di rimediare ai danni che la Marina sta causando!

Questo mi aiutava a mandare altrove i brutti pensieri e mi faceva pensare che, nonostante il fallimento con mio fratello, ero ancora in grado di salvare altre vite... fino ad un certo punto però.

Verso la mezzanotte avevo chiuso gli occhi.

Ero in una foresta.

Un lupo dalle dimensioni impensabili, col pelo nero e gli occhi rosso sangue, mi aveva tagliato la strada.

Era ringhiante e aveva puntato gli occhi su di me.

Mi aveva attaccato cercando di mangiarmi, tuttavia lo avevo schivato saltando sopra di esso.

Avevo cercato di colpirlo con una fiammata, ma il frutto era come bloccato.

Forse era l'ansia a non permettermi di usarlo bene?

Comunque non mi ero arreso ed avevo afferrato la mia fedele arma.

Quasi immediatamente lo avevo centrato alla testa e il combattimento era finito.

Non mi era stato difficile in quanto, nel posto in cui ero cresciuto, c'erano mostri del genere tutti i giorni.

"Come ai vecchi tempi eh? A quanto pare usi ancora quel vecchio pezzo di metallo" aveva riso una persona.

La voce del tipo mi era familiare.

Eppure...

Poi avevo guardato verso l'alto da dove proveniva la risata.

Era un ragazzo dai capelli neri, molto muscoloso e dalle mille lentiggini.

Come non ricoscerlo, era Ace!

Era apparsa come la cosa più banale del mondo trovare Ace sopra un albero dopo tanto tempo, però non... era possibile.

Che scherzo era quello? Quale persona era in grado di essere identico a mio fratello e come si era permesso!

"Ehi tu! Non so come ci riesci, ma smettila di imitarlo per non so quale scopo! Lui era mio fratello e non ti permettere di sostituirlo, tanto ti scopriranno!"

Avevo sentito parlare di quasta capacità, però mai l'avevo vista con i miei occhi ed era veramente irritante.

Lui mi aveva guardato spalancando un poco gli occhi e poi era tornato a ridere più forte.

Poi aveva fatto comparire delle fiamme dalle punta delle dita come se niente fosse.

Ma come...?

Dallo stupore ero caduto a terra.

"Ace, ma io ho mangiato il tuo frutto, come è possibile!"

"Nel mondo dei sogni non c'è limite alla realtà.

Osserva questo posto."

Quello era il luogo da cui ero partito salutando i miei fratelli ed era proprio come me lo ero ricordato.

Mi ero girato con stupore verso di lui.

"Vuole dire che appena mi sveglierò tu sarai scomparso?" era una verità amara.

"Anche se non puoi vedermi ci sono e ci sarò ogni volta che accenderai le fiamme che prima erano mie.

Io sono il fuoco." aveva riso beffardo.

"Ma perché adesso? Sono passati più di due anni dalla tua..." mi si erano incespicate le parole in gola.

Non ero capace di dire una cosa simile alla leggera.

"Volevo aspettare che prendessi il mio frutto e rivedessi nostro fratello" aveva affermato diventando serio.

"Luffy, mi era mancato" avevo dichiarato.

"I suoi amici si stanno prendendo cura di lui nonostante i guai che combina" aveva sorriso.

"Sono venuto per donarti qualcosa che farà in modo di non perderci un'altra volta, fratello" aveva affermato alzandosi e saltando giù dall'albero.

Il cuore batteva forte, che diamine!

Non mi era permesso di piangere, non ad un capo dell'armata rivoluzionaria, non a... un uomo!

Dovevo essere forte, oppure come mi sarebbe stato possibile salvare gli altri?

"Sono rassenerato dal fatto che tu mi abbia raggiunto, mi aveva angosciato il fatto di averti abbandonato senza nemmeno un saluto" una lacrima era apparsa.

No!

Frettolosamente l'avevo asciugata con la manica del vestito.

Lui aveva sorriso.

Poi mi aveva allungato il braccio porgendomi una mano con all'interno una pietra.

Era colorata da mille sfumature di arancione e di rosso.

Era come una fiamma e, al suo interno, una luce brillava forte.

Avevo sorriso.

Finalmente avevo ritrovato entrambi i miei fratelli.

E mi ero svegliato.

Era ancora notte fonda.

Mi ero voltato rattristito.

Era solamente un sogno, un desiderio impossibile da realizzare, era irreale...

Mentre stavo realizzando cosa, veramente, era successo, un qualcosa di caldo aveva attirato la mia attenzione.

Nelle mie mani c'era una pietra rossiccia.

La pietra.

Avevo sgranato di poco gli occhi, ma poi, una volta calmo, l'avevo osservata.

Dietro c'era scritto con un'incisione il nome di Ace.

Era incredibile.

Dopo l'amnesia.

Dopo la battaglia di Marineford.

Dopo il destino contrario.

Eravamo stati in grado di ritrovarci, come solo i fratelli erano capaci di fare.


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