<<Marin, sei qui con noi?>>
Domandò Nicole sicura di sé.
Guardai incerta la tavola, era ridicolo, non eravamo in un film.
<<Che stronzata, Nicole!>>
Sbottai alzandomi.
<<Sto prendendo un birra in cucina.>>
Aggiunsi uscendo dalla camera.
<<Che palle sei!>>
Mi urlò lei.
Alle quattro del mattino ci addormentammo.
Ma dopo mezz'ora un rumore mi sveglio, sembrava qualcosa che strisciava. Mi alzai dal letto ancora stordita, mi girava la testa e mi veniva da vomitare per il troppo alcol. Guardai in giro, in casa c'eravamo solo io e Nicole. Lo stesso rumore mi face sussultare, mi girai di scatto, il rumore proveniva dalla scrivania dietro di me, accesi la torcia del cellulare e illuminai il ripiano. Sopra c'erano dei libri e la tavola ouija, era questa a fare rumore. Il cursore si stava muovendo su "si", mi si mozzò il fiato e mi diedi un pizzicotto, ero sveglia, era reale.
Mi precipitai su Nicole.
<<Nicole! Svegliati! Forza!>>
Dissi scuotendola.
<<Che è?>>
Mormorò sbattendo le palpebre.
<<Il cursore della tavola! Si è mosso su 'si', da solo!>>
<<Cosa! Cioè, si, ovvio...>>
Non è per niente ovvio.
Prese la tavola e insieme iniziammo a muovere il cursore.
<<Sei Marin?>>
Domandò Nicole.
Il cursore si spostò subito di scatto sul si.
<<Oddio...>>
Mormorai scioccata.
<<È tuo padre! Parlagli.>>
Avevo immaginato tante volte quel momento e ora non sapevo cosa dirgli, 'addio'?
Non era la cosa giusta, troppo scontato da dire.
<<Papà...>>
Stavo elaborando un discorso, quando il cursore iniziò a muoversi a scatti, era impressionante.
<<N O N S O N O TUO...>>
Leggevamo insieme le leggere.
<<P A D R E.>>
Ci misi un po' a capire la frase.
Chi era allora?
<<Butta questa tavola, subito!>>
Sbraitai a Nicole.
Lei andò subito fuori e la butto nella spazzatura.
L'indomani a scuola avevo già rimosso l'accaduto.
Stavamo camminando nel corridoio della scuola, al mio fianco c'era Samuel, tutti ci guardavano in modo strano, eravamo abituati a essere guardati, ma oggi c'era qualcosa di insolito.
<<Come è andata ieri sera con Nicole, non ti sei fatta più sentire.>>
Le parole di Samuel mi crearono un macigno nello stomaco.
<<Scusa, siamo crollate subito, eravamo stanche.>>
Risposi con un mezzo sorriso. Sapeva che mentivo e che l'unico motivo era che non volevo parlare con lui.
<<Certo...>>
Rispose con un falso sorriso.
<<Eccovi! Tutto il gruppo è in infermeria, riunione!>>
Aggrottai la fronte, che problemi c'erano ora?
Entrati in infermeria Giada iniziò a spiegare.
<<Si tratta di Roberta.>>
Mi spiegò subito.
Iniziò a passeggiare avanti e indietro.
<<Sono venuta a sapere, da una fonte che non posso svelare, che dalla piccola discussione di ieri sera se ne va in giro a sparlare di noi.>>
Si mise le mani sui fianchi.
<<Dobbiamo fare qualcosa!>>
Disse rivolta a me.
<<Cosa dice di noi?>>
Domandai.
La situazione non mi sembrava poi così grave.
<<Parla di te e Samuel, ha messo in giro la voce che lo tradisci.>>
Disse Eric.
Ok, era grave.
<<Ecco spiegati gli sguardi in corridoio.>>
Mi disse Samuel.
<<Allora è una cosa che riguarda me, vedrò cosa fare.>>
Dissi seccata, d'altronde non me ne fregava nulla di ciò che pensavano le altre persone.
<<No! Riguarda tutti, siamo un gruppo, va a dire cose su tutti noi!>>
Disse Marta.
<<Cosa dobbiamo fare?>>
Chiese Ludovica.
<<Se ne va in giro a parlare di noi, solo perché ho litigato con lei! Vuole attenzioni.>>
Intervenì Eric.
Mi guardavano, volevano una risposta da me.
<<Vediamo cosa succede, per oggi non facciamo nulla, se domani mi arriveranno altre cose all'orecchio ci penserò io.>>
Tagliai corto. Mancavamo dalla lezione da ben 15 minuti.
<<Come lo spieghiamo che sei alunni sono spariti dalla lezione?>>
Chiese Eric ridendo.
<<Ci penso io come sempre!>>
Dissi alzando gli occhi al cielo.
Inventai che Ludovica non si sentiva bene.
<<Ci vogliono cinque persone per farle compagnia...>>
Rimproverò la professoressa.
<<Sa che siamo molto uniti prof...>>
Disse Giada con un finto broncio. La professoressa alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere il discorso, la passavamo sempre liscia.
Tornata a casa ero stanchissima, mi buttai sul letto, due ore dopo sarebbe arrivato Samuel per stare un po' assieme, così decisi di dormire un po'. Morivo di sonno, ma una strana sensazione mi impediva di dormire, come se qualcuno mi stesse osservando. Sospirai scocciata e in quel momento il mio cellulare suonò, era Nicole.
<<Michelle! Dobbiamo fare fare qualcosa... Non mi lascia in pace! C'è l'ha con me!>>
Piangeva disperata.
Mi alzai dal letto con l'ansia in corpo.
<<Nicole, di cosa parli... Che sta succedendo! E dove sei? Cosa sonno questi rumori che sento?>>
Ero confusa e spaventata.
<<È lui...>>
La sua voce era ridotta a un sussurro dalla paura.
<<Lui chi?>>
Il mio tono di voce era esasperato.
<<Il fantasma, quello che abbiamo evocato ieri.>>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top