Dei greci e ciliegie

"Oh don't you dare look back
Just keep your eyes on me
I said you're holding back
She said shut up and dance with me"

-Shut up and dance, Walk the moon

Atlas's pov

Avrete sicuramente una domanda che scalpita nella vostra mente affinché voi le diate vita: "come ci si sente ad avere due fantasmi in casa?" Sicuramente, amici, non è affatto entusiasmante soprattutto se i due fantasmi in questione sono una specie di ex fidanzati o qualcosa di simile. Mi sentivo tremendamente a disagio anche se cercavo di non far trapelare nulla dalle mie espressioni o dal mio tono di voce. Avrei potuto reagire e comportarmi in modo diverso se solo Jeongguk si fosse degnato di avvisarmi. Che diamine! Non avevo intenzione di trasformare la mia camera in un luogo d'incontro segreto per i morti, sia chiaro. Accettavo Taehyung solo perché sembrava essere molto importante in tutto questo. E la mia convinzione a tenerlo era cresciuta quando ci aveva rivelato informazioni piuttosto utili per come muoverci.

Poi aveva sparato la bomba dicendo teatralmente con la sua voce profonda — sono un uomo anche io e ho abbastanza testosterone in corpo ma, cavolo, lui era ad altri livelli —: "I demoni e le anime dell'Inferno possono camminare alla luce del sole." Non sapevo se era stata una minuscola allucinazione ma avevo visto Jeongguk impallidire come delle lenzuola. Era possibile? Un morto poteva impallidire? Per non parlare del fatto che lo avevo visto arrossire più volte quella sera! Erano i momenti in cui tornavo a chiedermi se il mio cervello stesse bene.

«No...non è possibile. Che vuoi dire?» Jeongguk si era alzato dal letto e aveva iniziato a girare freneticamente per tutta la stanza lanciando occhiate terrorizzate alla finestra.

«Non volevo sconvolgerti, Gguk,» rispose con espressione dispiaciuta tamburellando un piede a terra. Oh andiamo! Poteva anche essere sincero ma come poteva pensare di non sconvolgere qualcuno che fuggiva costantemente di notte dai demoni per non...be' non lo sapevo visto che era già morto, ma comunque!

«Be'...non vorrei dirtelo ma Jeongguk si nasconde sempre da loro quindi era abbastanza impossibile sperare di non sconvolgerlo. Dico solo,» borbottai senza riuscire a tenere certi pensieri per me, come al solito. Taehyung mi lanciò un'occhiata che decifrai come "sta' zitto umano" ed io alzai le braccia in segno di resa.

«Qui immagino non l'abbiano ancora capito per cui possiamo stare tranquilli per il momento, ma a Daegu pochi giorni dopo il mio arrivo avevano iniziato ad avventurarsi curiosi di scoprire se fossero finiti carbonizzati. E invece sembra che la luce non li sfiori minimamente e...se vi dico cos'ho visto a Daegu-»

«Basta segreti, Taehyung. Se vogliamo collaborare tutti insieme non devono esserci segreti tra noi,» quasi rabbrividii nel sentire il tono rigido, freddo ed intransigente del mio socio. Sembrava cambiare personalità in modo molto repentino: con me era piuttosto dolce e giocherellone, quando si trattava di Taehyung diventava freddo e distaccato. Immagino che anche io mi sarei comportato così se fossi stato tradito da qualcuno a cui tenevo molto.

Il biondino si passò una mano nei capelli, scompigliandoli per poi risistemarli. «Hai ragione, d'accordo. Le anime dannate semplicemente si divertono creando un minimo caos e spaventando i vivi per passare la giornata. Ma i demoni...ragazzi, i demoni si attaccano ai vivi come un virus. Vedevo questi mostri, queste nubi informi nere che gravavano accanto o sopra alle persone e sussurravano loro cose orribili. Quando ero a Daegu io e mio padre ci rifugiavano negli hotel, non volendo andare nelle case altrui e accanto viveva una giovane coppia. Un demone si è attaccato alla vita del ragazzo e da quel momento non hanno fatto che litigare e lui aveva iniziato a diventare violento. E un giorno...» si fermò con lo sguardo perso nel vuoto. Io mi ero sporto in avanti, preso dalle sue parole come se fosse un racconto avvincente ed invece era la cruda realtà. «Un giorno ero in giro per la città, cercando di sfuggire a qualsiasi demone, ed ero finito in stazione. Ho visto un demone attaccato ad una donna adulta. Un attimo prima era lì ferma, con la valigia accanto e l'attimo dopo era sotto le rotaie del treno.»

Mi portai una mano alla bocca sentendo gli occhi pizzicare. Aveva davvero assistito al suicidio ingiustificato di una donna innocente? Porca puttana...

Se i demoni portavano le persone serene a compiere certi gesti, non potevo neanche immaginare se si fossero attaccati alla vita di qualcuno già in bilico.

Un pensiero orribile mi sfiorò la mente. E se uno di loro si fosse appeso alla mia vita?

Sentii Jeongguk imprecare inorridito e chiedere poi a Taehyung perché lui si nascondesse se veniva dall'Inferno, sentii che rispondeva che non era più un'anima dannata e che stava iniziando a perdere anche i suoi poteri e non sapeva cosa stesse accadendo. Il mio cervello mi isolò totalmente dalla conversazione, preso dal terrore.

Mi alzai dal letto e corsi alla finestra per chiudere le tende.

Il mio corpo si paralizzò totalmente, come quando Yoongi vedeva un ragno di qualsiasi dimensione, e sentii il cuore balzarmi in gola. Dall'altra parte della strada, sotto ad un lampione dalla luce calda, c'era quella che dalla mia finestra sembrava solo una figura nera incappucciata. Ma sapevo che era un demone: aveva gli occhi della morte ed erano decisamente di un verde innaturale. E mi stava fissando dritto negli occhi.

«Ragazzi...» ero riuscito a dire con voce strozzata. Indietreggiai lentamente iniziando a tremare violentemente. Mi aveva visto. Quel coso mi aveva fottutamente visto e aveva capito che lo avevo visto anche io. Cosa ne sarebbe stato di me a quel punto? Cosa dovevo fare? Trasferirmi? Ci aveva trovati, mi aveva trovato, quel demone sapeva...sarebbe tornato a prendermi e sarei finito come la donna di cui aveva parlato Taehyung.

«Atlas,» mi ritrovai davanti al viso Taehyung ma non riuscivo a vederlo bene, era completamente sfocato. Capii in quel momento che stavo piangendo e continuavo a tremare. Quegli occhi...anche da così tanta distanza era come se mi stessero vedendo l'anima intenzionato a risucchiarla. Ed avevano lo stesso colore brillante degli occhi di...di lui.

«Sta avendo un attacco di panico. È la prima volta?» di nuovo Taehyung. Le mani mi tremano ma riesco ad afferrare il colletto della mia maglia nel tentativo di avere aria. Non riesco a respirare.

«No, cazzo, ne soffre,» era Jeongguk inginocchiato accanto a Taehyung. «Dobbiamo far salire i suoi genitori loro sanno-» lo fermai iniziando a scuotere la testa, spalancando gli occhi. Non volevo si preoccupassero ancora di più e pensassero che stessi avendo una ricaduta dopo così poco tempo.

«Okay, Atlas ascoltami bene, so che puoi farlo. Quando avevo dei forti attacchi di panico chiudevo gli occhi e cantavo la mia canzone preferita, era una cosa che mi calmava molto. Hai una canzone preferita?»

La voce di Taehyung era molto calda e rassicurante in qualche modo. Avevo una canzone preferita ma non avrei cantato in quel momento. Ero così terrorizzato che non riuscivo a ricordare le tecniche che mi aveva insegnato Aaliyah. La mia testa era nella confusione più totale.

Non avevo risposto a Taehyung e lui aveva imprecato sottovoce guardandosi freneticamente in giro. Tremavo come una foglia ma stavo iniziando a sentire molto più caldo di quanto facesse effettivamente. Non riuscivo a trovare un appiglio, non ce la facevo. I miei occhi continuavano a cadere fissi dietro le spalle dei due ragazzi, sulla finestra ora coperta dalle tende.

«Atlas, riesci ad elencarmi in ordine i personaggi che hai sulle mensole?» fossi stato in un'altra situazione sicuramente lo avrei guardato con aria di sfida e ad occhi chiusi gli avrei risposto in men che non si dica. Purtroppo ero nel pieno di un attacco di panico che sembrava non finire e faticavo a mettere insieme qualsiasi cosa. Debolmente annuii e cercai di mantenere un contatto visivo con lui. «Legolas,» dissi per primo con voce tremante. Presi un respiro profondo e Taehyung annuì incitandomi a continuare. «E-Emily la...sposa cadavere,» un altro respiro tremante. «Tanjiro.»

E continuai in quel modo: un respiro profondo, un altro nome. Fino a quando, arrivato all'ultimo funko pop di Dustin, avevo regolarizzato il respiro e le mani tremavano di meno.

«Come ti senti?» fu Jeongguk il primo a domandare con gli occhi grandi come due biglie tonde. Esalai un altro respiro tremante e mi strinsi nelle spalle.

«Grazie,» mormorai con un fil di voce guardando Taehyung. Un fantasma mi aveva aiutato a superare un brutto attacco di panico. Fantastico.

Il biondo accennò un sorriso tirandosi indietro. «Figurati,» poi guardò Jeongguk mordicchiandosi il labbro inferiore. «Cos'è successo?»

Il mio socio mi guardò lanciando poi uno sguardo alla finestra dove non trapelava neanche un fascio di luce dei lampioni in quel momento. «Ha visto un demone. Sere fa lo avevo visto anche io ma non ho detto nulla.»

«Mi ha...mi ha guardato,» sussurrai rabbrividendo di nuovo. Volevo dimenticare totalmente quegli occhi ma non ce la facevo. Li rivedevo continuamente nella mia testa, impressi a fuoco.

«Quindi sa che puoi vederci.»

«Ma non mi dire,» sbottai passandomi le mani nei capelli. Grugnii e cercai di mettermi in una posizione comoda. «Scusami, non volevo.»

«Non preoccuparti,» mi rispose sempre con tono calmo ed un leggero sorriso sulle labbra. Sospirai pesantemente e poggiai la fronte sulle ginocchia.

«Finché non scopriranno di poter camminare alla luce del sole possiamo stare tranquilli. Atlas, sei al sicuro dentro casa tua, d'accordo? Andrà bene,» sentii la voce di Jeongguk più vicina segno che si era seduto di nuovo accanto a me. Probabilmente stava cercando anche di rassicurarmi con qualche carezza ma non sentivo nulla quando mi toccava. Un tocco fantasma.

Annuii e cercai in fretta un nuovo argomento per spostare l'attenzione di tutti altrove. Più mi tenevo distratto e meglio era. Decisamente. «Oggi, prima che arrivasse Taehyung, mi stavi dicendo che c'era qualcosa che non andava in te.»

Spostai lo sguardo sul corvino e lo vidi sussultare leggermente. Notai anche che Taehyung lo stava fissando cercando di mascherare la sua preoccupazione. «Oh...sì, è vero,» si schiarì la voce abbassando lo sguardo sulle proprie mani. «Non so cosa fosse detto sinceramente ma da un paio di giorni fino a questa mattina sentivo il mio nome venir sussurrato. Ma non era come un sussurro all'orecchio di qualcuno di esterno, veniva da dentro la mia testa. Non ho detto nulla inizialmente, ma quando la cosa si è ripetuta più volte ho iniziato ad inquietarmi.»

Rabbrividii anche io. Stava forse insinuando che qualche demone lo stava cercando personalmente? O Satana stesso? La cosa non mi avrebbe sorpreso affatto, onestamente: lo avevano preso di mira da quando era morto dunque non doveva essere poi così inaspettato che continuassero anche adesso. Ma era comunque molto spaventoso il solo pensiero di una cosa simile.

«Oh, ehm a proposito,» si fece avanti Taehyung. Spostando l'attenzione su di lui notai che la sua espressione era mutata da preoccupata ad imbarazzata. E forse con un piccolo accenno di gioia, ma non prendetemi sulla parola: sto ancora lavorando sul capire certe emozioni che io in primis non provo genuinamente da anni. «Niente di preoccupante in realtà. Quello che sentivi ero solo io ma in forma decisamente più debole.»

Spalancai gli occhi drizzandomi. Quello non me lo aspettavo di certo. «Come scusa?»

«La connessione...non gli hai detto della nostra connessione telepatica?» Taehyung terminò la frase voltandosi verso Jeongguk con la fronte aggrottata e l'espressione vagamente offesa. Connessione telepatica?! Quella sì che era una novità!

«Non era un'informazione rilevante,» borbottò Jeongguk e, giuro, se non fossi stato ancora indebolito fisicamente dall'attacco di panico lo avrei preso a schiaffi.

«Non era rilevante?!» esclamai all'improvviso ricordandomi poi che non ero solo in casa. Lanciai uno sguardo rapido alla porta di camera mia sapendo che in meno di cinque secondi si sarebbe precipitato qualcuno della mia famiglia. Di fatti arrivò mio padre con uno strofinaccio sporco in mano e la maglietta un po' bagnata.

«Stai bene?» "No, papà. A volte mi alzo la mattina fermamente convinto di non stare bene e di aver bisogno fortemente di aiuto perché parlare con persone morte non è mai stato un buon segno. Ho più attacchi di panico rispetto ai mesi scorsi e la situazione mi spaventa."

«Sì, certo, scusami. Urlavo al gioco,» abbozzai un sorriso alzando il cellulare spento ma che lui non poteva vedere. Annuì sorridendomi benevolo e mi ricordò che si stava avvicinando l'ora delle medicine. Se ne andò subito dopo lasciandomi di nuovo da solo con i due ragazzi. Mi voltai di scatto verso Jeongguk assottigliando lo sguardo, rimproverandolo silenziosamente.

«Non ci avevo pensato,» tentò di giustificarsi passandosi una mano sul collo. Evitai di alzare di nuovo la voce e inalai profondamente, voltandomi verso Taehyung che iniziò a spiegare.

«Io e lui abbiamo una connessione telepatica che è stata scaturita nel momento in cui Jeongguk ha sfiorato involontariamente le mie ali, una delle prime volte che ci vedevamo. Da quel momento riusciamo a comunicare con il pensiero ma ciò funziona solo se uno dei due pensa all'altro in modo tale da...sì, insomma, da aprire quello che possiamo chiamare un ponte di comunicazione.»

«E questa volta Jeongguk sentiva la tua voce come un sussurro perché la connessione era debole...significa che non ti pensava?» mi resi conto dell'indelicatezza usata solo quando l'espressione di Taehyung sembrò tramutarsi diventando ferita.

«No, non è quello. Sentivo la sua voce troppo spesso, lo pensavo sempre. Credo sia dovuto al fatto che nel momento in cui mi rendevo conto di star pensando a lui, chiudevo la mente,» borbottò Jeongguk più come se stesse riflettendo ad alta voce. Vidi Taehyung voltare lievemente la testa verso di lui, l'altro guardarlo con la coda dell'occhio ed arrossire fino alla punta delle orecchie. Felice di sapere che non avevo rovinato niente.

Soffocai una leggera risata e buttai uno sguardo all'ora. «Okay be', la nostra riunione è giunta al termine temo. Devo andare a prendere le pillole,» mi alzai lentamente dal letto per evitare di svenire a terra. Lanciai un rapido sguardo alla porta e mi voltai verso i due ospiti. «Chi dorme sul divano?»

I due fantasmi mi fissarono forse sbigottiti guardandosi un paio di volte tra loro. Oh! Stavano comunicando telepaticamente? Era questo che stava succedendo? Non l'ho mai scoperto se ve lo steste chiedendo ma immagino che se fosse davvero accaduto sarebbe stato molto figo.

«Eh?» parlò Jeongguk come se si fosse appena svegliato da una profonda trance. Inarcai le sopracciglia incrociando le braccia al petto. A molti ragazzi avrebbe accentuato i bicipiti questo movimento ma non facevo parte dei "molti ragazzi".

«Oh per favore, non vi aspetterete che vi faccia dormire nella mia camera insieme! Gli psicofarmaci mi fanno dormire come un sasso ma chi lo dice che ad un certo punto potrei svegliarmi e ritrovarvi a fare s-»

«Ci dorme Taehyung!» sorrisi soddisfatto all'urlo di Jeongguk il quale stava tornando ad avere il colorito dei pomodori freschi. Chi l'avrebbe mai detto che il mio nuovo passatempo sarebbe stato quello di mettere in imbarazzo due persone morte? Ah, la vita è così imprevedibile.

«Potevo anche andare a cercarmi un posto dove stare, Atlas. Non devi preoccuparti per me.» Il biondo era molto bravo a nascondere l'imbarazzo ma spostando il peso da un piede all'altro accentuava solo di più la cosa.

«Amico, non voglio averti sulla coscienza, grazie. Ora vado. Cercate di non mangiarvi la faccia a vicenda, o...ammazzarvi.» Lo ammetto: ero stato tremendamente fiero della mia battuta di merda. Jeongguk mi fece una pernacchia dietro dandomi del simpaticone e me ne andai ridacchiando tra me e me.

🍂🍂🍂

Il 27 luglio sarebbe stato un altro giorno che sicuramente non avrei mai più scordato. Perché? Be', perché la mia vita è un susseguirsi di traumi ed i traumi non si dimenticano neanche con il lavaggio del cervello. Ma non inizierò raccontando la giornata dal trauma, sarebbe troppo semplice e non mi divertirei a farvi incuriosire almeno un po'.

Era giovedì e le cose stavano proseguendo in modo tranquillo, non solo in quelle ore ma anche per quanto riguardava i giorni precedenti: non avevo più visto demoni da quella volta e questo lo dovevo al fatto che, pur di schiattare di caldo con la ventola sparata in faccia, chiudevo ogni sera al tramonto tende e finestre —i miei genitori credevano fosse qualche altra mia fissa nata dal nulla che stavo affrontando con Liyah quindi non facevano troppe domande —; le giornate procedevano come di consueto facendo ricerche e cercando di non sembrare pazzo agli occhi degli altri; avevo iniziato a prendere pian piano più confidenza anche con Taehyung il quale, insieme a Jeongguk, era diventato la mia nuova guardia del corpo e nessuno dei due mi lasciava di un passo —cosa che a volte mi faceva venir voglia di lanciare loro una scarpa in testa perché, andiamo!, che bisogno c'era di aspettarmi fuori dalla porta del bagno? —. Oh e se vogliamo parlare di qualcosa più ordinario, avevo iniziato ad uscire di più con Molan. Jeongguk diceva che eravamo arrivati al primo step dell'amicizia: darsi soprannomi. Non avevo idea di quanti altri stadi ci sarebbero stati ma secondo Taehyung li avrei scoperti.

Sì, sì, okay, finitela voi di fare quei sorrisetti allusivi. Vi vedo e sappiate che siete irritanti.

«Okay, ora tocca a me!» batté le mani legandosi velocemente i capelli rosa —che iniziavano a diventare per metà neri — in una coda disordinata. Afferrò una ciliegia e la mangiò. Dovevamo darci una calmata con quelle ciliegie se non volevamo ritrovarci di lì a poco con un bel mal di pancia. Sputò il nocciolo in un fazzoletto e lo mise via. «Qual è o quali sono i tuoi dei greci preferiti?»

Alla domanda alzai gli occhi al cielo tamburellando le dita sulle mie ginocchia incrociate. «Oh andiamo, non hai niente di meglio? È come se io ti chiedessi se ti piace Mulan!» Le sue labbra lucide ricoperte di gloss si contorsero in un sorrisetto divertito e mi fece cenno di rispondere. Non che le stessi fissando la bocca.

Sospirai pesantemente ed afferrai la ciliegia rigirandomela tra le dita, riflettendo sulla risposta. Mi piaceva parlare con Molan: con lei ogni conversazione era sincera, ogni risposta era vera. Infondo era come parlare con Aaliyah, meno la ricerca interiore di traumi e il prosciugarmi mentalmente di energie. «Secondo te quali potrebbero essere?» Mangiai finalmente il frutto rosso.

Molan assottigliò lo sguardo studiandomi attentamente, come se in quel preciso istante potessi darle una risposta silenziosa. «Sicuramente per gli altri a primo impatto il tuo prediletto deve essere Ade,» le diedi ragione con una risatina sommessa e sgranai impercettibilmente gli occhi. Ovvio, il ragazzino depresso doveva per forza vestire di nero, odiare l'umanità, amare l'inverno ed essere un possibile figlio semi-divino del dio dell'oltretomba. «Ma secondo me il tuo dio preferito potrebbe essere Apollo perché nel profondo potresti anche somigliarci. Se socchiudo gli occhi hai una piccola aurea luminosa intorno a te.»

«Questo è perché sono di spalle al sole, Mulan,» sorrisi divertito beccandomi un gesto con la mano come a dirmi "stai zitto e fammi continuare!"

«E anche perché, per quel che ti conosco, ami ciò che la gente crede odieresti,» abbassai prontamente lo sguardo sull'erba sotto di me per evitare che Molan vedesse il leggero rossore che stava macchiando le mie guance. «Per la dea io punterei su...forse Atena?»

«Sono lusingato per le tue risposte,» soprattutto per Apollo, ma non rispecchio esattamente un raggio di sole; la musica mi piace ma non canterei neanche sotto tortura e diciamo che non sono molto incline alle poesie. «Però no, um, il mio preferito direi che è Efesto perché nei miei picchi di energia adoro sistemare le cose, cambiare posizione agli oggetti, progettare e creare. La mia dea preferita, invece, è Persefone perché è la dea della primavera: la mia stagione preferita. E mi piace il suo mito. Al terzo posto troviamo Poseidone.»

Molan mi guardò con un mix di sorpresa e un'emozione che non riuscii a comprendere ma riconobbi lo stesso scintillio negli occhi presente anche in quelli di Yoongi ed i miei genitori quando facevo qualche passo avanti. «Poseidone? Sul serio? Non ti credevo un pesciolino sguazzante nelle acque dell'Oceano,» si protese in avanti punzecchiandomi i fianchi. Le schiaffeggiai le mani cercando di farla smettere ed ignorai la risata soffocata in sottofondo di Jeongguk e quella più sguaiata di Taehyung, i quali erano seduti a pochi passi da noi per darmi più "privacy". Oh, e come se non bastasse a qualche metro di distanza c'era anche Yoongi seduto su una panchina intendo a parlare al telefono con la sua ragazza psicopatica.

La ragazza finalmente smise di darmi fastidio e mise via il contenitore di ciliegie. «Io amo Artemide invece. Non sono una grande appassionata della mitologia greca, ti dirò, ma lei è proprio forte! E anche Dioniso!» Inarcai un sopracciglio mordendomi l'interno guancia per non ridere alla menzione del dio dell'ebrezza.

Molan sorrise imbarazzata. «Okay forse conosco gli dei greci solo via Percy Jackson...»

«Be' io posso dire di non conoscere Percy Jackson,» non seppi esattamente cosa dissi di così grave ma Molan si portò una mano al petto come se l'avessi appena pugnalata. «Cioè, so il minimo indispensabile,» non migliorai di certo la situazione perché finse di svenire. Così melodrammatica.

«Se ti porto il primo libro, mi prometti di leggerlo?» Arricciai il naso: non ero il tipo che leggeva in realtà, leggevo solo fumetti, manga, manhwa e così via. Ero più per i film.

«Non lo so, non fa per me...» non finii la frase perché Molan si gettò letteralmente addosso a me strattonandomi per le braccia.

«Ti prego! Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti-»

«Okay! Okay, proverò a leggerlo. Santo cielo sei una forsennata,» sgranai gli occhi liberandomi finalmente dal suo attacco feroce. Mi rivolse un sorriso vittorioso e batté le mani felice. Ci voleva davvero così poco per renderla felice?

«Mi raccomando trattalo con attenzione. Non sono una che presta i libri a tutti quindi vuol dire che mi sto fidando. Percy Jackson è anche la mia saga preferita quindi dovrai prenderlo con le pinze e stai-» smisi di ascoltare nell'istante in cui, sollevando lo sguardo per vedere se mio fratello avesse finito di parlare, vidi l'ultima cosa che avrei mai voluto vedere. Due occhi verdi luminosi come fari mi stavano fissando, scrutandomi l'anima. L'ombra non si stava muovendo ma continuava a stare lì davanti a me, a due metri da me, a fissarmi. In un istante iniziai a sudare freddo, il cuore iniziò a martellare incessantemente nel petto ed il respiro mi si bloccò in gola.

Era lì.

Il demone era lì in pieno giorno davanti a me.

E mi stava aspettando. 

OHAYOO
BUON ANNO NUOVO in ritardo!!!!!
Oh mio dio dopo un mese eccomi qui!!! Non riesco a crederci neanche io. 
È stato un mese intenso tra giorni in cui riuscivo a scrivere due parole e giorni in cui anche solo aprire gli occhi e iniziate la giornaga diventava pesante.  E sopratutto giorni (gli ultimi) dove litigavo con word perché non voleva funzionare. Poi mi sono rottə e ho installato un altro programma.

Parlando del capitolo!!! Atlas non riesce a non avere un attacco di panico, poretto. Sdrammatizziamo perché le cose inizieranno ad essere tragiche.

Piccolo indizio sul demone: lo conoscete già 👀

Per fare la Molan della situazione, i vostri dei preferiti quali sono??

Giuro che non ho inserito questa chicca perché sto leggendo "Il marchio di Atena" in questi giorni e perché PJ è la mia seconda saga preferita. No, per chi mi avete preso.

Comunque mi siete mancati mamma mia. Grazie per il sostegno, spero che con il nuovo anno riuscirò a riprendere in mano la mia vita e darle una svolta. Unico buono proposito dell'anno.

Al prossimo aggiornamento piccole anime. Vi stritolo di baci! 🍂🕛

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