Ago E Filo
Genere: Fluff
Parole: 808
Pov: Simone
Simone vede tutti quei fili davanti a sé e non capisce da che parte iniziare.
Sono tutti aggrovigliati insieme e vicino ad essi c'è la sacchetta dell'asilo di Daniel.
Ci mette dieci minuti buoni a sciogliere la matassa e già è stufo di provarci.
Quando aveva iniziato credeva di farcela in tranquillità, dopotutto sembrava qualcosa di molto matematico e lui era laureato in matematica, quindi poteva mai farsi fermare da dei fili? Assolutamente no.
Non capisce però come tutte le nonne facessero quella cosa con tanta facilità.
Simone, caro, se ci vedevo ancora come un tempo l'avrei ricamato io al mio cucciolo.
Ricorda le precise parole di nonna Virginia, quando gli aveva esposto le nozioni base.
Le ricorda anche quando vuole gettare la spugna, qualche minuto dopo aver iniziato.
Chissà perché poi dicevano tutti fosse una cosa banale da fare.
Lui, di banale, non ci trova nulla in quel lavoro. Soprattutto considerando che si era già bucato le dita una decina di volte.
Era sempre la stessa storia - che si ripeteva - da quando aveva iniziato: infilava l'ago, si bucava un dito e cercava di trattenere un urlo.
Si arrabbiava, lanciava tutto sul tavolo per arrendersi ma puntualmente ci riprova.
Proprio come in quel momento.
<<Che stai a combina'?>> Manuel spunta in salotto senza preavviso.
<<Io?>> Chiede retoricamente prima di riprendere a parlare <<Nulla di troppo complicato per mia nonna, ma per me sì>> risponde quasi sbuffando.
<<Se stai a cerca' de strozzatte, so' troppo sottili quei fili, me sa>> Manuel ride mentre lo dice e Simone squote la testa perché riesce sempre a sdrammatizzare su ogni cosa. Lo ama anche per questo.
<<Volevo sistema' la sacchetta di Dani ma mi sono solo bucato le dita una quantità infinitesimale di volte>>
Infinitesimale.
Bene, gli avrebbero tolto pure la laurea. Fortuna che Manuel non ne capiva.
<<De notte?>>
<<Non ha ancora su il nome ed è passato più di un mese. Nonna non ci vede, mi' madre chissà quando torna, co' tu' madre credo che la sacchetta prenderebbe fuoco da sola, che famo? >> Simone lo chiede ma non aspetta nemmeno la risposta per continuare <<Mi sembra una cosa triste mandarlo all'asilo senza il nome sulla sacchetta>>
Simone sente la mano di Manuel passargli delicatamente sulla testa.
<<A mi' madre prenderebbe foco de sicuro, ma a te non me pare te stia andando mejo>>
<<Non so' bravo con le cose manuali, lo sai>> Simone usa quasi un tono affranto, non è da lui.
<<Non so' d'accordo. Armeno no' pe' tutte le cose manuali>> lo vede ammiccare e sa a cosa si riferisce, per quello lo segue in camera da letto.
Alla fine un giorno in più o uno in meno, che differenza fa?
Solo che il pomeriggio seguente, Simone, è nuovamente a lavoro.
Manuel entra in casa poco dopo, poggia un sacchetto sul tavolo e tira fuori un ago e degli altri fili.
<<Cos'è?>> Simone alza le sopracciglia non capendo perché ne fosse andato a prendere di altri, di quegli aggeggi infernali.
<<So' stato dar merciaio qui sotto. Er baffo, hai presente?>> Simone annuisce. Quell'uomo era conosciuto in tutto il quartiere <<M'ha detto che l'ago da ricamo è questo. Pe' quello c'hai le dita concitate così>>
Simone rimane sorpreso da quella scoperta. Non credeva fosse possibile una cosa del genere. Non fa nemmeno in tempo a pensare che vede Manuel tornare con dei cerotti in mano. Gliene mette uno su ogni dito, sussurandogli che forse faranno meno male le dita, così.
<<Okay, damme. Ce provo io, famme vede' come se fa>> Simone è scettico. Manuel aveva la pazienza e la precisione per stare dietro ai motori ma per quelle cose?
<<Sta' attento che devi contare i quadretti e andare dritto>>
<<Peggio de te non posso fa'. Hai intrecciato tutti i fili, guarda che casino, oh>> Gli fa notare guardando il pezzo di stoffa.
<<Intanto tre lettere le ho fatte. Poi visto che sei tanto bravo te, prego, fai>> Dice facendogli quasi il verso e accennando una linguaccia.
Lo sguardo di Manuel lo fulmina.
Erano in due ora, a ricamare.
Potevano farcela.
Tirano un enorme sospiro di sollievo quando arrivano all'ultimo quadretto.
<<Non dovemo ricama' più nulla in vita nostra, ve'?>> Simone ride alla domanda del marito.
No, spera proprio di no.
Lo spera anche se sa che - se decideranno di prendere in affido un altro bambino - si ritroveranno nella stessa situazione.
Si guardano negli occhi, si sorridono per poi baciarsi perché sanno che sarebbero riusciti a far felice Daniel con una cosa così piccola.
Non importano le dita bucate o i grovigli di fili, quel sorriso avrebbe cancellato tutto.
Questo perché Simone e Manuel hanno capito che a Daniel non interessa se tutte le croci sono al posto giusto o se sono dritte; a Daniel interessa che i suoi papà abbiano fatto qualcosa per lui, con le loro mani.
Daniel - in quel momento - è il bambino più felice del mondo.
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