8.In cella!
Uscita dall'interrogatorio tutto intorno a me inizia a girare, a ogni passo mi sembra di sognare.Un poliziotto mi tiene i polsi da dietro, con le manette, mentre mi accompagna nella cella, la mia cella.
<<Amore di mamma, so che non hai fatto nulla, ti faremo uscire, non ci sono prove che sia stata tu.>>
Certo che non ci sono prove, non sono stata io.
Non gli rispondo, voglio stare sola qui, in questa cella, seduta a terra, sola con me stessa a pensare.
Mia mamma, Clara, aveva un'aria stanca, sconfitta.Sono sicura che avrà fatto di tutto per farmi uscire, non è una donna che si arrende e ai miei occhi è sempre stata forte in questa vita difficile che ci è stata data.
<<Amore io sono con te, sempre. So che non c'entri nulla, lo capiranno anche loro.>>
Mamma è sempre stata pronta a sostenermi, nella buona o nella cattiva sorte, siamo sempre state io e lei, lei aveva me e io avevo lei e da quando papà era venuto a mancare, cinque anni fa, eravamo sole al mondo.
<<Vuoi stare sola, vero? Voleva parlarti Richard, Daniel e i tuoi amici, ma gli dico di passare dopo.>>
Per fortuna mi conosce bene.
Infatti mi sorride e se ne va, così finalmente resto sola.
Come sono potuta arrivare a questo punto?
Prima la mia vita era perfetta, nonostante avessi perso mio padre, ero riuscita a trovare una stabilità in quel gruppo.
E ora?
Ho perso tutto.
Tutti mi sparlavano, ero stata esclusa e in fine, accusata di omicidio, per giunta di Giacomo, una di quelle poche persone con cui andavo d'accordo.Di lui so solo che in questo momento è in coma, in ospedale, è stato pugnalato a una spalla, perdendo molto sangue. Quanto vorrei essere con lui.
Mi guardo intorno, il posto è buio e nella mia cella sono sola, le altre accanto alla mia sono piene,
solo in questo momento noto una ragazza nella cella di fronte, mi fissa, avrà la mia età.
<<Cosa ci fa un viso d'angelo qui dentro rossa?>>
Mi chiede quando si accorge che l'ho scoperta a fissarmi.
Parliamo per un pò, si chiama Lize, sembra abbia la mia età, ma ha 23 anni.
Ha una figlia di due anni, ed è qui dentro per rapimento, anche se lei racconta che l'unica cosa che voleva era stare con sua figlia, ma gli è stata tolta per il suo vizio di bere troppo, quindi il giudice aveva affidato la piccola al padre, un grande stronzo a parer suo, la picchiava, così lei prese il vizio di bere, per colpa di lui.
<<Dopo due mesi di centro anti alcolismo, ora sono qui da sei mesi, se faccio buona condotta tra altri sei potrei essere fuori.>>
Dice entusiasta.
<<Dimmi di te, rossa, perchè di hanno accusata se non ci sono prove?>>
Racconto in grandi linee cosa è successo.
<<Cazzo, non si gioca con queste tavole degli spiriti!>>
afferma lei.
Lo so, dico dentro di me.
Un poliziotto entra nella sala.
<<Che succede?>>
Chiedo a Lize.
<<Orario delle visite rossa.>>
Il poliziotto si ferma nella mia cella e la apre.
<<Hai visite, Miller.>>
Fantastico.
Non voglio vedere nessuno.
Mi porta in una stanza abbastanza grande, ci sono tavoli e sedie, alcune persone sono sedute a parlare.
Intravedo i biondi capelli di Richard, è seduto a un tavolo.
Mi siedo davanti a lui.
<<Come stai, Michelle?>>
<<Non bene, Richard.>>
Confesso.
Mi fa uno strano effetto averlo qui, non lo vedevo da cinque mesi.
Non è cambiato per niente, nonostante la sua età sembra un ragazzino.
<<Mi sono informato, non posso tenerti dentro se non hanno prove, ho consigliato a tua mamma un bravissimo avvocato, uno, due giorni e sarai fuori.>>
<<Grazie.>>
Riesco a dire solo questo
<<Ora racconta, cosa è successo alla festa? Al telefono eri terrorizzata.>>
***
<<Sai come si chiamava lo spirito?>>
Domanda.
Esito un attimo, non so se dirlo o no.
<<Marin.>>
Ammetto dopo un pò.
Lui spalanca gli occhi.
<<Cazzo, è il soprannome di tuo padre, Michelle!>>
S.A
Ciao belli!
Piaciuto il capitolo?
Questo capitolo risulta già con voti e commenti, perché ne ho uniti due (il primo e il secondo.), quindi sto usando la stessa "pagina" diciamo.
Spero di essermi spiegata, al prossimo capitolo 😘
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