4.Dolore

IL SECONDO GIORNO DI SCUOLA.

Nonostante avevo detto chiaramente a Samuel che non lo volevo vicino nel banco lui si era messo al mio posto.

Tutta la classe era seduta in modo insolito, al primo banco c'erano Giada, Eric e Giorgia.
Dietro siamo sempre stati Samuel, io, Marta e Ludovica.
I nostri banchi sono molto grandi, ci consentono di stare seduti anche in quattro, invece che in due come in ogni scuola.
Dopo aver passato le prime due ore a litigare. Marta si alzò dal suo posto, prese il mio zaino e lo mise nella fila centrale, in un banco vuoto.
<<Da oggi ti siedi qui, inutile continuare a discutere, non ti vogliamo vicino dopo quello che ci ha raccontato Samuel su di te.>>
Cosa aveva raccontato?
Non era successo nulla di così grave.
Semplicemente non provavo più le stesse cose per lui e l'avevo lasciato, stando più male io che lui forse. E' brutto non amare qualcuno che ti ama con tutto se stesso, perchè finisci per illuderlo.
Dopo tre anni di relazione eravamo molto uniti, per me era indispensabile, ma non lo vedevo più con gli occhi di prima. L'ultimo anno avevo finto, io non lo amavo. Ma tutti mi dicevano che era quello giusto, da non lasciarselo scappare. Mia mamma mi spingeva sempre a stare con lui, diceva che non dovevo lasciarlo.
Allora passavo le notti piangendo, ripetendomi 'devo amarlo, per forza',le giornate in depressione, ascoltando musica, immaginando un'altra realtà. Non mangiavo, avevo perso 7kg.
E nessuno si era accorto di nulla, l'unica cosa importante per loro era farmi rimanere con Samuel, a qualsiasi costo.
Ma un giorno non so cosa mi prese, forse fu Daniel a farmi aprire gli occhi, o semplicemente stavo accettando la realtà, non lo amavo. Per me era semplicemente una sicurezza, come una luce nel buio, mi ero fatta solo forza su di lui, ma stavo male.
Così mandai tutti a quel paese, anche a costo di perderli, ma di ritrovare me stessa.
E la prima a voltarmi le spalle quel giorno fu proprio Marta, mi guardava con i suoi occhi verdi smeraldo, mi guardava con odio. Con lei avevo il rapporto più bello tra tutti, ma evidentemente per lei non era così importante.
Mi sedetti nel mio nuovo posto, sola.
Dopo un po' mi si avvicino Giorgia.
<<Come stai?
Sai come sono fatti, tra pochi giorni farete pace.>>
Pace?
Scherza?

***

Ma Giorgia aveva ragione, perchè solo due giorni dopo, mentre ero seduta a leggere per i fatti miei isolata dal mondo, il gruppetto mi si parò davanti con le braccia incrociate.
<<Vogliamo parlarti.
Noi siamo disposti a chiarire, hai fatto tutto da sola e ci hai allontanato.>>
Disse la bionda, Giada.
Naturalmente Samuel non si trovava con loro, neanche Eric. Davanti a me c'erano solo, Ludovica, Marta e Giada.
Giorgia li aveva abbandonati, era la mia nuova compagna di banco, definitivamente.
<<Non ho nessuna intenzione di chiarire, fuori dalle palle.>>
Le tre 'sante' mi guardarono.
Stavano facendo le vittime.
un gruppetto seduto nel banco accanto a me rise alla mia risposta.
Girarono i tacchi e uscirono per continuare la loro ricreazione.
Il gruppetto che rise alla mia risposta si avvicinò.
<<Sei stata fantastica, finalmente qualcuno mette quel gruppo al suo posto, non li sopporta nessuno.>>
Erano Marina, Laura e Chiara... Che senza saperlo mi salvarono dalla solitudine in cui mi ero riparata negli ultimi giorni.

     OGGI

Passò più di un mese, siamo a fine ottobre.
Non era cambiato nulla.
Ogni tanto li osservavo, in classe, all'uscita o in ricreazione.
Guardavo Samuel, alto, muscoloso, con i lunghi capelli neri, bello.
Era così grazie a me, dal secondo anno a oggi lui era cambiato solo grazie a me, si trovava in quel gruppo grazie a me.
Il gruppo esisteva solo grazie a me e io non ero lì.
Si era preso ciò che era mio, ma sapevo che non sarebbe durata, non li sapeva tenere come facevo io, li stava usando per colpire me, quando non gli serviranno più li butterà.
Roberta interrompe i miei pensieri.

<<Ho sentito parlare Marta e Giada in bagno...>>
<<Tanti auguri.>>
Risposi continuando a fumare la mia solita sigaretta con Giacomo.
<<Parlavano di te.>>
<<Tutti parlano di me, Roberta.>>
Da quando li avevo mandati a quel paese si parlava solo di questo, erano stati bravi, infatti ero passata per quella che aveva torto.
Avevo sentito cose del tipo:

'Lei l'ha tradito, per questo il gruppo l'ha esclusa'

'Io so che lei, li ha trattati male, per questo loro non la vogliono più'

'E' stata lei a cambiare gruppo, li ha solo usati'

Ma la più bella era:

'Sta con un altro, per questo ha lasciato Samuel.'
L'unica cosa vera.

<<Hanno detto che sei falsa, una bambina che non affronta i problemi.>>
Disse Roberta.
Fantastico, mi cacciano dal MIO banco e io non affronto i problemi.
La guardo con aria indifferente.
Ero bravissima a far credere che non me ne fregasse nulla, nascondevo le emozioni da sempre, per questo mio carattere passavo per la stronza di turno, anche quando avevo ragione.
Nell'ora di matematica Giorgia e Chiara, ormai mie nuove compagne di banco, parlavano di qualcosa, sventolando un foglietto.
<<Cosa avete?>>
Chiesi a bassa voce per non farmi sentire dal prof di matematica.
<<Marta ha avuto il coraggio di invitarmi alla sua festa di Halloween.>>
Dice Giorgia passandomi l'invito.
La faceva ogni anno.
Ma sta volta non sarò invitata, p
Penso tra me e me.
Quando finalmente la giornata scolastica finì, ormai quelle sei ore di scuola mi pesavano di più, Chiara mi fermò all'uscita di scuola.
<<Michelle!>>
Urlava mentre mi correva incontro.
<<Marta mi ha detto di darti questo.>>
Mi porse il foglietto, è il mio invito per la festa di Halloween.

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