25.Nello spazio
Richard
Uscito di lì si formò una folla intorno a me.
<<Che è successo?>>
Chiese Giada.
<<È stato lui?>>
Chiese Marta con le lacrime a gli occhi, si riferiva a Marin.
<<Lui chi? Che succede? Qualcuno vuole darmi delle spiegazioni!>>
Era la mamma di Michelle,Clara.
Piangeva disperata e voleva sapere.
Michelle
Sembrava di essere nello spazio, fluttuavo e intorno a me c'erano tante luci, come se fossero stelle.
Una luce illuminò una figura, Marin, è uguale a come lo avevo visto negli archivi.
<<Ho qualcosa da dirti.>>
La sua voce era gelida.
Richard
Arrivò l'ambulanza e si portò Michelle, i poliziotti mi avevano trattenuto per il pugno dato.
<<Se non fosse stato per lui forse Michelle sarebbe morta!>>
Diceva un professore.
Dopo varie discussioni mi lasciarono stare, mi scusai per il pugno e andai.
Fuori dalla stanza di Michelle c'erano molti suoi amici, perfino Daniel.
<<Posso parlarti?>>
Chiese l'amica di Michelle, Roberta.
<<Dimmi.>>
Era seduta, il piede fasciato.
<<Come va?>>
Chiesi indicando la fasciatura.
<<Non bene, ma poteva andare peggio. È rotto.
Volevo solo chiederti perché?>>
Rispose lei.
La guardai con aria interrogativa.
<<Cosa perché?>>
<<Tu ami Michelle, si nota lontano un miglio, ma allora perché ti senti anche con quella ragazza?>>
Sussultai. Sapevo che Michelle lo avrebbe scoperto, ma non così presto.
<<Non è come sembra...>>
Dissi con le spalle al muro, mi avevano incastrato.
<<Non lo è mai. Ma quella è la sua ex migliore amica, Nicole! Perché proprio lei? Voi maschi siete ciechi o cosa? Lei ci provava anche con Samuel, tutto quello che vuole è ferire Michelle.>>
Capì la sua reazione, ma la situazione era molto diversa da come la immaginava lei, molto diversa.
<<Quando si sveglierà le parlerò.>>
Risposi gelido.
<<Lei soffre, Richard! Sta soffrendo per tutto, ci manchi solo tu con la sua migliore amica. Quando sei sparito mesi fa stava meglio.>>
Quelle parole mi arrivarono dritte al cuore.
Stava meglio.
Senza di me.
Mi voltai senza dire una parola e uscì dall'ospedale, non mi avrebbero più rivisto.
Michelle
Quando aprì gli occhi il mio letto era circondato da molte persone, perfino Samuel.
<<Che è successo?>>
Chiesi, la voce mi uscì rauca, secca.
C'era stato il terremoto mi spiegò mia madre, quando uscì dalla stanza Marta mi spiegò il resto. Piano piano ricordavo, la sagoma nel muro, la mano che mi afferra, Roberta bloccata, Daniel, Giacomo, Samuel e Richard che erano corsi in nostro aiuto.
Guardai tutti i presenti.
<<Dov'è Richard?>>
Chiesi continuando a guardarmi intorno.
<<È andato via.>>
Rispose gelido Daniel.
<<Dove è andato?>>
Iniziavo ad agitarmi, a piangere e a disperarmi, perché sento che non lo rivedrò più?
Vedendo la mia reazione Daniel chiamò Richard al cellulare.
<<Ha detto che non tornerà. Non ha nulla da dirti, non ti vuole.>>
Sentivo l'aria mancarmi.
<<Passamelo!>>
Urlai indicando il cellulare.
<<Ho chiuso la chiamata ormai...>>
Disse Daniel dolcemente.
<<Calmati, Michelle...>>
Disse Roberta prendendomi una mano.
La spinsi via.
<<Devo parlare con lui!>>
Cercai di alzarmi ma un medico entrò in stanza e me lo impedì.
Mi fece una puntura e l'unica cosa che ricordo è il fantasma del piccolo Ethan che mi guarda, poi il buio, lo spazio, di nuovo.
Dopo tre giorni iniziai a prendere coscienza, Richard non sarebbe tornato, non da me almeno.
<<Michelle...>>
Mi sorrise mamma.
<<Devi mangiare, se non ti rimetti in forze non ti faranno uscire da questo ospedale.>>
Disse con occhi lucidi.
Ma io non volevo ascoltare nessuno.
Nel pomeriggio mi fecero visita Chiara, Laura e Marina.
<<Mangia qualcosa dai...>>
Mi incoraggiarono loro.
Ma solo la vista del cibo mi faceva venire la nausea, così neanche lo guardai.
<<Non hai fatto così quando ti sei lasciata con Samuel.>>
Diceva Marina.
<<E manco con Daniel.>>
Continuò Laura.
<<Richard non è nessuno dei due.>>
Questa fu l'unica frase che dissi durante tutta la loro visita.
La notte rimanevo sola, finalmente. Restavo con i miei pensieri e le mie delusione, da qui a qualche mese fa le persone che avevo perso erano tante, non mi ferisce il fatto che siano tante, mi ferisce che siano le più importanti, i pilastri che mi ero scelta per costruire me stessa.
Uno alla volta erano crollati portandosi un pezzo di me, Samuel, Marta, Giada, Ludovica, Eric, Nicole e infine Richard.
Non so dire chi abbia fatto più male, forse Nicole, che dopo tredici anni di amicizia si era fiondata addosso a Samuel e successivamente su Richard, si perché era lei la ragazza del messaggio, la ragazza con cui si vede.
Mi avevano delusi uno a uno, nei modi peggiori. Ero rimasta sola, anche senza me stessa, perché dalla Michelle che conosco è rimasto molto poco, senza di loro sono un'altra persona e nonostante tutto stavo andando avanti con altre persone, ma potevo avere anche cento amici, senza Richard non valevo nulla.
Le mie riflessioni furono interrotte da alcuni rumori, il piccolo Ethan entrò in camera mia terrorizzato.
<<Posso stare qui con te? Ho paura.>>
Disse tremante.
<<Certo, ma che succede?>>
<<Non lo so, ho sentito del vetro rompersi.>>
Rispose lui.
L'ombra bianca che sta sempre al mio fianco uscì dalla camera.
Mi alzai e andai a controllare.
<<Sei pazza?>>
Mi domandò Ethan.
Non lo ero, mi ci hanno fatto diventare, avrei voluto rispondere.
Percorsi il corridoio totalmente isolato, alcune gocce di sangue coloravano il pavimento bianco.
Iniziai a tremare.
Andai verso la sala d'attesa e urlai, come non avevo mai urlato prima.
Ethan aveva ragione ero pazza, sarei dovuta rimanere in stanza.
Un infermiere era a terra in una pozza di sangue che proveniva dai suoi polsi , del vetro era in mille pezzi, deve essersi tagliato con quello, nel muro c'era disegnata una tavola ouija, con il suo sangue.
<<Guarda!>>
Mi urlò Ethan.
Un bicchiere di vetro si spostò, si alzò verso il muro e iniziò a muoversi indicando lettere.
Io e Ethan parlammo insieme.
<<D, E, N, T, R, O ,I ,L, M, U, R, O.>>
<<DENTRO IL MURO.>>
Conclusi io tra le lacrime.
Cosa significa?
il bicchiere si mosse ancora indicando le lettere "SC", ma non continuò perché i medici arrivarono.
<<Oddio!>>
Esclamò uno.
<<Cosa è successo?>>
Mi chiese un altro.
<<I-io l'ho solo trovato lì.>>
Balbettai dalla paura.
Un terzo medico mi scortò in camera.
Restai sola, ma dal mio bagno c'erano altri rumori.
Andai verso la porta, misi una mano sulla maniglia, respirai profondamente e aprì.
S.A
Capitolo intenso, vero?
Salutate Richard ho paura che non lo vedremo per un po'...
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Chi c'è dietro la porta?
Buona Pasqua e a martedì 🐣🖤
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