20.Negli archivi

Gli archivi non erano come li avevo immaginati, pensavo a tanti scaffali con sopra scatoli di cartone e fogli.
Ma ciò che avevo davanti era del tutto diverso da ciò che avevo in mente, sembrava un labirinto, i muri erano alti, iniziavano dal terreno e finivano sù, sul tetto e l'unica luce proveniva da alcune finestre in alto, si vedevano solo sagome.
Io e Richard ci guardavamo confusi, sembrava che mi avesse letto nel pensiero.
<<Non li immaginavo così gli archivi.>>
Disse.
<<Già...>>
Risposi.
Ma l'occhio mi cadde su una figura non troppo lontana da noi, mi avevano fregato tante volte, ma non questa volta.
<<È un fantasma, vero?>>
Chiesi al medium di cui ormai ero innamorata.
Indicai la figura alla nostra destra e lui la guardò.
<<Si Michelle, qui dentro è pieno di fantasmi, questa è la stanza che contiene oggetti che appartengono a persone defunte...>>
Rispose annullando ogni mio dubbio.
Con mia grande sorpresa mi prese la mano nella sua e iniziammo a camminare, così, io e lui, in quel labirinto, tra i fantasmi.

Dopo aver superato alcuni corridoi finalmente delle mensole segnavano i nomi con la lettera A.
<<Dobbiamo arrivare alla M?>>
Chiesi.
<<Non lo so.>>
Il suo tono di voce era preoccupato, c'era molta strada da fare.
<<Io me ne andrei fossi in voi!>>
Uno spirito urlò fluttuandomi attraverso.
I brividi mi invasero tutto il corpo e rischiai di cadere, ma Richard mi afferrò subito dai fianchi, le nostre labbra si sarebbero sfiorate se lui non fosse stato girato.
<<Perché?>>
Chiese Richard allo spirito.
<<Perché siete in cerca del male in persona, della paura, della vendetta, cercate qualcosa che è temuta da tutti, anche da me che sono morto.>>
La sua voce era come un eco che rimbombava per tutti gli archivi.
<<Ma se è la morte che cercate, siete sulla strada giusta.>>
Continuò lo spettro.
<<La lettera M è ancora lontana.>>
Disse prima di sparire sopra le nostre teste.
Ero scioccata da tutto ciò, ma quello era l'inizio, perché dopo qualche altro corridoio i fantasmi divennero due, tre, e in fine quattro.
Alcuni facevano versi, come se non avessero la lingua, altri ci ripetevano di tornare indietro.
Non so come poteva essere possibile, ma l'ombra bianca, mio padre,che mi accompagna sempre, mi guidò per i corridoi.
E così quando guardai la mia mano quella di Richard era sparita.
Mi guardai in giro spaventata, Richard era sparito.
Il cuore mi usciva dal petto a ogni passo, cosa dovevo fare, come sarei tornata?
La mia mente era piena di domande finché non udì una voce sconosciuta urlare.
<<No, ti prego!>>
Mi voltai di scatto sentendo quella voce.
Davanti a me Marin veniva preso a pugni da un infermiera.
<<Lascialo stare!>>
Urlai.
Ma nessuno mi sentiva, era come guardare la televisione, io non potevo entrare dentro lo schermo.
<<Ci hai provato Marin!>>
Ringhiò l'infermiera.
Con movimenti rapidi uscì dalla tasca qualcosa che sembrava un telecomando di metallo, lo puntò alla pancia di Marin, l'oggetto vibro e fece delle scosse elettriche, il ragazzo cadde a terra dolorante.
<<Perché mi fai questo?>>
Urlò lui, era in ginocchio a terra e se avessi potuto l'avrei aiutato di quanto era disperato.
<<I pazzi come te meritano questo!>>
Urlò lei tirandogli un calcio nello stomaco, Marin sputò sangue.
E a me venne da piangere, avrei voluto aiutarlo, la ragazza continuava a riempirlo di calci.
<<Ti prego, smettila!>>
Urlai con tutte le mie forze.
Sentì una pressione alla mano e quando mi girai Richard era al mio fianco, mi teneva la mano e il suo sguardo era sconvolto.
<<Michelle chi deve smetterla? Perché piangi?>>
Mi asciugò una lacrima.
Ero sempre rimasta al suo fianco.
<<Lo torturavano, Richard! Senza motivo!>>
Urlai piangendo.
<<Hai visto qualcosa, vero?>>
Domandó prendendomi il viso fra le mani.
<<Si.>>
Risposi.
Ero sincera con lui, era l'unico che non mi prendeva per pazza.
Quando gli raccontai tutto lui mi tranquillizzò e ebbi l'impulso di baciarlo, ovviamente non lo feci.
Dopo aver superato l'ennesimo  corridoi in quel labirinto, il fantasma di una bambina mi si parò davanti, poteva avere quattro anni circa.
<<Dov'è Marin?>>
Aveva una vocina tenera, in braccio teneva un orsacchiotto.
<<Perché non vuoi dirmelo?>>
Continuò, stava per piangere.
<<Tesoro, lo sai, Marin è malato, sta nel piano sopra il tuo.>>
Rispose una donna alle mie spalle,
La bambina non guadava me.
Guardai Richard, lui mi stava già guardando.
<<I fantasmi ci stanno mostrando dei ricordi di Marin, vogliono aiutarci.>>
Mi disse guardando la donna che abbracciava la bambina.
La piccola piangeva.
<<Perché non posso vederlo, mamma? È il mio fratellone.>>
Qualcosa si spezzò dentro di me sentendo quelle parole.
Marin aveva una sorella?

<<Lettera L, siete sulla buona strada, seguitemi.>>
Era il fantasma di un vecchio a parlare, aveva la barba lunga e si reggeva con un bastone.
Svoltammo a destra, c'erano corridoi ovunque, era impossibile tornare indietro, mi iniziavo a domandare come saremo usciti di qui.
<<Veniva spesso qui negli archivi, era un riparo per lui, veniva da me.>>
Svoltò nuovamente a destra.
<<Era spesso maltrattato, senza motivo, diceva lui. Ma quel ragazzo aveva qualcosa di spaventoso nei suoi occhi, qualcosa di oscuro. Poi successe il fatto e nessuno ne parlò più, vogliono dimenticare, ma noi qui, ricordiamo di quei giorni.>>
Il vecchio guardò in alto.
<<Ecco, corridoio M. Da qui proseguite da soli.>>
Disse.
<<Marin è tra di voi?>>
Domandò Richard.
<<Non lo so, lui non si fa vedere mai, ma sono sicuro di aver sentito urlare nel suo corridoio, non si sentiva qualcosa da anni, ma con il vostro arrivo, si è risvegliato.>>
Subito dopo sparì e io e Richard avanzammo verso il corridoio M.

La strada era sempre dritta, non si sentivano rumori e non c'erano fantasmi, iniziavo ad avere paura quando non ne vedevo.
<<Da quanto siamo qui?>>
Chiesi a Richard.
<<Non lo so Michelle, sembrano ore.>>
L'ombra bianca mi guidò ancora una volta, girò a sinistra.
<<Seguimi, mio papà mi sta indicando la strada.>>
Dissi a Richard.
<<Che strano, è l'unica presenza che non riesco a vedere, è un ombra?>>
Chiese Richard.
<<Si, non si distingue nessuna parte del corpo, è un ammasso di fumo che si sposta.>>
Cercai di spiegare.
Quando girammo la bambina di quattro anni era lì.
<<Ci avete messo più del previsto, Marin pensava che sareste arrivati prima.>>
La bambina iniziò a camminare.
<<Il mio fratellino ha bisogno di aiuto, sono sicura che voi lo potrete aiutare.>>
Sparì dopo aver indicato con la manina uno scaffale in alto con la targhetta MARIN CLARKE.
<<Eccolo!>>
Esultò Richard.
Prese lo scatolone e lo aprì, all'interno c'era solo un foglio.
<<Cosa c'è scritto?>>
Domandai.
<<Il corpo non è mai stato ritrovato, non sanno dove si trova, così come tutte le cose di Marin.>>
Richard lanciò lo scatolone e si porto le mani ai capelli.
<<Siamo venuti fin qui senza motivo! Siamo fermi allo stesso punto. Cosa abbiamo scoperto? Cosa sappiamo di nuovo che può aiutarci? Gli archivi servono per ricevere informazioni sui pazienti e di lui non c'è nulla! È sempre un passo avanti a noi.>>
Richard urlava.
<<Cosa abbiamo scoperto...>>
Mormorai
Un lampadina si accese nella mia testa.
<<Che c'è?>>
Chiese preoccupato.
<<Non lo capisci? Siamo negli archivi, servono per ricevere informazioni sul paziente come hai detto tu!>>
Tutto iniziava a coincidere.
<<Non capisco Michelle...>>
<<Noi abbiamo nuove informazioni su di lui, pensaci, prima la dottoressa, poi la bambina e in fine il vecchio! Ci hanno dato informazioni importantissime!>>
I suoi occhi azzurri si illuminarono.
<<I fantasmi sono gli archivi.>>
Disse in fine, aveva capito.

S.A
Ciao a tutti!
Volevo dire che tengo particolarmente a questo capitolo, perché ho cercato di mettere assieme tutto ciò che deve esserci in un horror, ansia, mistero, scleri e soprattutto curiosità.
Per me è importante capire se riesco a sviluppare questo genere e in questo capitolo c'è tutto.
Quindi fatemi sapere se vi piace, perché alla fine siete voi che mi dite se riesco nel mio scopo o no.
Al prossimo capitolo!🖤

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