Scusa al mio cuore
Dovrei chiedere scusa al mio cuore, il cervello desidera punirlo per averlo fatto soffrire così tanto.
Masochismo, non riesco a non farmi del male.
La memoria è la condanna che mi inorridisce l'anima mentre contemplo la macchia che mi logora l'esistenza.
Soffro d'angoscia, la mia personale diagnosi.
È il vuoto, è sentirsi tristi all'improvviso, senza un apparente motivo. Accade mentre faccio tutt'altro e approda dentro me il punto fisso che scartavetra le pareti della mia mente.
Guarda cosa hai fatto,
sussurra il mostro all'orecchio.
Il sorriso sulle labbra diviene linea dura e inflessibile, gli occhi non brillano più, si spengono come cenere nel camino dopo l'audacia delle fiamme.
Mi punisco ancora, tutti i giorni, dopo ogni momento felice, senza sosta, continuamente.
La tua mancanza mi fa sentire in colpa e il mio cuore è invidioso, vorrebbe che mi sentissi in colpa per il male che gli sto facendo anzichè per te, te che sei incostante, te che mi confondi, te che mi stringi e mi trafiggi subito dopo.
Cosa vuoi fare? Cosa voglio fare?
Dovrei scusarmi, davvero.
Non ho il coraggio di lasciarti andare, non ne ho mai avuto molto, in realtà. Ho sempre avuto paura di perderti, ma avrei dovuto capire prima che quando ami e vieni amato davvero non c'è niente da perdere, ma se sbagli è te stesso che perdi. È questo che avrei dovuto temere, è questo il mio tormento.
Mi convinco di stare bene, che tutto è passato, ma vederti è la mia ennesima condanna, la tua sola presenza mi stritola il petto e il respiro si blocca nei polmoni.
L'indifferenza nei tuoi occhi è una lama che affonda nella carne fresca, la disattenzione nei tuoi gesti è una promessa in frantumi, la mancanza d'amore mi ricorda tutto quello che prima era e che ora non sarà mai più.
Mi punisco ancora per una colpa che non esiste, ma il mostro è una belva feroce che non si addomestica con la convinzione di qualche parola dolce.
Dovrei chiedere scusa al mio cuore, non mi sono ancora perdonata per avermi fatto del male.
Non sono ancora pronta per rimediare se le lacrime non smettono di inondare il mio viso di notte, stretta al cuscino, con le nostre canzoni nelle orecchie. Se riguardo ancora la cartella con il tuo nome nella mia galleria, se penso ai nostri sorrisi, al nostro amore, alla nostra comprensione, ai nostri momenti, a quello che sei per me.
Non mi do pace, mi sento sballottata continuamente tra alti e bassi, tra la nostalgia graffiante, la colpa onnipresente, la rabbia repressa, l'insensatezza di ogni mia lacrima.
Non ho il coraggio.
Anche adesso, che tutto è finito, continuo erroneamente a pensare che la mia vita senza di te farebbe più male di questo dolore lancinante che mi squarcia il petto ogni volta che ti ho vicino ma non posso abbracciarti, che se per sbaglio incrociassi il tuo sguardo non ci vedrei più dentro l'infinita tenerezza che percepisco nei miei, che baciarti non mi da più sollievo perchè ti scosteresti in un attimo, e a me non rimarrebbe altro che sorreggere delle ossa che vorrebbero soltanto schiantarsi al suolo, impotenti dinanzi a un peso così schiacciante.
Mi fa male tutto.
Dovrei chiedere scusa a me stessa. Perdonarmi, rimediare.
Ci vuole coraggio a lasciare andare le persone. E bisogna resistere, resistere al male che fa. E aspettare, aspettare che la vita faccia il suo corso in base alle scelte che non siamo stati in grado di prendere per davvero.
Un giorno forse, quando saremo lontani, farà meno male. Non siamo fatti per i tira e molla, non ce lo meritiamo.
Mi dispiace che tu non ci sia e che non ci sia nemmeno io, mi sono illusa di potercela fare a starti accanto per sempre, pensavo che il nostro amore potesse sopraffare il dolore, ma adesso non è rimasto niente.
Ho pensato di aver perso tutto quando ho perso te, ma non è così. Ho perso una parte di me e ora, quando immagino cosa sia l'amore, i contorni del tuo volto sbiadito non mi bastano più.
Dannazione, devo ancora perdonarmi.
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