Capitolo 15

-Alla signora piacciono i viaggi del tempo, allora.- commenta Tony sovrappensiero.

Da una settimana, io e Lilia, facciamo sempre lo stesso viaggio: casa, base, Shield e poi tutto daccapo. Non vi nascondo che sono molto stressato e dormo sempre meno.

-Se solo riuscissimo a bloccarla prima che possa reclutare seguaci: sarebbe il suo momento più vulnerabile e ci darebbe tempo per farla fuori.-

-Non è così facile, Lilia. Ci serve un altro piano...più efficace.-

-Steve, forse non ti è chiaro che quella puttana voglia mia figlia. Tua nipote!-

-Ti sembra che non l'abbia capito? Non dobbiamo lasciarci prendere dal panico e pensare ad un piano più ingegnoso.-

-Qui non serve l'intelligenza! Serve la brutalità o non la fermeremo mai!-

-Come al solito pensi più con il cuore che con la testa.- 

-Non dire a me come devo pensare, proprio tu che hai messo da parte il volere della squadra per fare tutto di testa tua!-

-Finitela, tutti e due!- sbotta Tony con tono serio.-Detesto ammetterlo ma...Lilia ha ragione.-

-Cosa??-

-Rogers è della salvezza di Daphne di cui stiamo parlando, e sai che farei di tutto per tenerla al sicuro...perciò io sto con Lilia.-

-Dobbiamo creare nuovi schieramenti? Perché non ho intenzione di vedere la squadra di nuovo spaccata in due poli opposti.-

-Se serve a salvare mia nipote sì, eccome se lo farò.-

Lilia si para fra loro due e li guarda in cagnesco quando sibila:-Non nascerà un'altra guerra civile, non per colpa mia, ma vi prego di uscire delle idee e di parlarne civilmente perché impazziremo tutti e non arriveremo a nessuna conclusione. Intesi, Tony?-

Il nominato annuisce senza staccare gli occhi di dosso da Steve e lo stesso fa quest ultimo dopo l'occhiata che Lilia gli dedica.

-D'accordo, faremo come dici.-

-Grandioso, ora se non vi dispiace vado a nutrire mia figlia prima che attacchi di nuovo a piangere. Posso assentarmi per dieci minuti o vi ritroverò a tirarvi i capelli a vicenda?-

-Vai, non preoccuparti per noi.-

Lilia annuisce e vorrei stare con gli altri per discutere del piano ma sento un impellente bisogno di parlare con Lilia in privato e questo è il momento giusto; la seguo fino alla sua vecchia stanza e la osservo mentre prende la piccola Daphne in braccio e si siede sul letto.

-Che c'è Peter?- mi chiede staccandosi i primi bottoni della camicetta.

L'ho già vista un paio di volte allattarla e la visione non da' più fastidio come le prime volte così, senza dire una parola, mi siedo accanto a lei e la fisso mentre compie il suo delicato quanto intimo gesto materno.

Accarezzo distrattamente la testolina, con pochi fili di capelli castani, della mia bambina e comincio a parlare:-Dobbiamo proteggerla a tutti i costi, lo sai?-

-Certo che lo so, tutto questo casino lo sto facendo solo per lei...per noi.-

-Per "noi" intendi tutta la squadra, vero?-

-Certo, ma anche noi tre. Cosa ti turba?Avanti, dimmelo.-

-Sono stanco Lilia.-

-Lo immaginavo, ti muovi così tanto sotto le lenzuola...-

-Non è per quello. Sono stanco di tutta questa situazione, Lil.-

-Anche io Peter, lo sai benissimo ma cosa dobbiamo fare secondo te? Guardare Madama Hydra portarsi via nostra figlia e non fare nulla per impedirlo?-

-Certo che no!-

-E allora cosa suggerisci di fare?-

-Andiamo via.-

Lilia rimane sconvolta da questa risposta, come avevo previsto, e quasi non si accorge dei gemiti che sta lanciando Daphne per avvisarla di essere sazia; Lilia si affretta a staccarla da lei e me la passa affinché possa richiudere i bottoni della sua camicetta, la riprende in braccio e si mette a girare tutta la stanza battendole la mano sulla schiena.

(Salvation-Gabrielle Aplin)

-Allora?-

-Cosa?-

-Quello che ti ho detto.-

Lilia sospira e poi risponde:-Che vuoi dire con quell' "andiamo via"?-

-Quello che ho detto.- dico alzandomi.-Lilia qui siamo troppo esposti, se vogliamo proteggere la bambina dobbiamo andare in un posto più sicuro.-

-Intendi lasciare tutto e tutti per andare in qualche posto sperduto?-

-Non abbiamo altra scelta Lil.-

-Vuoi arrenderti così? Scappare via non risolverà la situazione, Peter.-

-Non puoi saperlo e poi non sto parlando di scappare. Voglio vivere una vita normale, lontano da tutti questi problemi; dire a mia figlia che sarà sempre al sicuro e che niente e nessuno potrà mai dividerci.-

-Lei deve conoscere i pericoli che possiamo correre, non crescerà mai in questo modo e si chiuderà in se' stessa se le succedesse qualcosa di brutto, qualcosa da cui l'abbiamo nascosta.-

-Non accadrà.-

-Come fai a dirlo? Non puoi prevedere il futuro Peter!-

-Ma l'ho visto...- mormoro cercando di non farmi sentire.

-Come?-

-Nulla, dicevo solo che hai ragione.-

Annuisce non tanto convinta e, una volta riuscita nel suo intento di far digerire Daphne, me la mette tra le braccia e dice, indicandola:-Guardala e dimmi se, quando sarà più grande, vorrai tenerla all'oscuro da tutto questo non facendola così mai vivere come gli altri bambini e sempre chiusa in casa oppure metterla ancora più in pericolo parlandole di noi e della sua famiglia.-

-Lilia fammi...-

-Io non voglio scappare, non di nuovo! Hai visto come è andata a finire, sarebbe del tutto inutile.-

Dopo aver guardato Daphne guardo di nuovo Lilia con uno sguardo che non ammette repliche.

-Non avrebbe comunque una vita normale quindi dico che, per questa volta, facciamo a modo mio.-


-Come hai detto, scusa?-

-Mi hai sentito benissimo Lil: voglio proteggere nostra figlia a tutti i costi e andare a nasconderci è il primo passo per farlo.-

-Non vuoi combattere dunque?-

-Certo che lo voglio ma devi essere realista! Come possiamo combattere e allo stesso tempo occuparci di Daphne? Avremmo bisogno di una pausa.-

-"Una pausa"? Intendi proprio...prenderci delle ferie?-

-Esatto, ci concentreremo su di lei e poi penseremo al resto.-

-Peter stai usando il condizionale...sai anche tu che non ci riusciremo a sopportare tutto questo.-

-Ti prego Lil, se non vuoi farlo per me almeno fallo per Daphne. Lei ha bisogno di sua madre e anche io ho bisogno di te.-

Sospira. So quanto sia difficile per lei mollare le battaglie e stare a guardare: le è successo un sacco di volte nella sua vita, quando ci siamo nascosti da suo fratello e da Destino vedevo quanto le desse fastidio non fare nulla mentre i nostri amici pensavano a qualcosa per salvarci. E' vero che siamo i più giovani della squadra e anche a me da' fastidio sentirmi dire che non sono abbastanza grande per intraprendere una certa impresa ma adesso che sono quasi un adulto capisco il peso di queste battaglie, soprattutto se hai una famiglia a carico...e capisco anche come debba sentirsi Tony quando deve lasciare Morgan e Pepper per salvare il mondo,per salvare loro.

-Allora ci stai?-

Accarezza la nostra bambina, la quale, comincia a ridacchiare appena entrambi posiamo il nostro dito sulle sue manine. Sorridiamo in contemporanea e alzo il mio sguardo insieme al suo, diventato radioso come la prima volta che mi ha sorriso.

-Va bene Parker, facciamo come dici tu.-


Il trasferimento non è stato affatto facile, e come potete darci torto? Viviamo nella vecchia casa di Lilia da soli pochi mesi e già ne prendiamo un'altra. Tony ha insistito nel portarci fuori da New York e così è stato: ci ha portati lui stesso a Philadelphia, a un'ora e quaranta dalla nostra amata città, e pensavo fosse uno scherzo...io odio Philadelphia! Neanche a Lilia sembra piacere molto date le proteste che ha alzato quando Tony ce l'ha comunicato con tutta la tranquillità che mette nelle cose che dice.

"Siete soltanto ad un'ora da qui e potete venirci a trovare nei momenti più tranquilli."

"E con la missione con lo S.H.I.E.L.D. come faremo?" ha chiesto Lilia ancora infastidita.

"Non preoccuparti per loro, avrai ancora modo di lavorare con loro. Dicono che sotto copertura riescono a fare tutto."

A questo Lilia si è calmata un po': il pensiero di poter continuare la missione ha alzato un po' di più il suo morale già preoccupato per la soluzione, e alla fine siamo partiti senza altri commenti e dopo aver salutato tutti promettendoci che ci saremmo rivisti presto.

Ma nonostante le mie insicurezze dove stiamo andando è il posto giusto. Nella visione che ho visto eravamo nella casa di Lilia a New York e mi sento fiero di me per averla convinta ad andarcene da lì. Non voglio quel futuro per noi, per niente. 

Improvvisamente le parole di quella bambina profetessa mi risuonano nella mente e mi rimetto anche ai suoi enormi occhi verdi che mi fissavano come se mi stesse rimproverando.

Non potete cambiare il futuro, le cose potrebbero peggiorare

Mi dispiace piccola Robin ma sento che per noi non sarà affatto così ma, al contrario, migliorerò le cose.


La casa in cui Tony ci ha lasciati sembra abbastanza grande per tutti e tre: l'ingresso è ben illuminato ed ospita una coppia di poltrone poste davanti ad una tv moderna mentre, nella parte opposta, si trova una cucina molto piccola ma perfetta per noi; il corto corridoio che si apre davanti a noi termina con il bagno e, ai suoi due lati, altre porte sicuramente ospitanti un letto matrimoniale e una stanzetta per la piccola.

-E' perfetta.- mi viene da dire appena finisco di guardarla.

-E' la più piccola che ho trovato, e soprattutto la meno esposta. Il quartiere è quello che è ma penso che voi ci siate già abituati.- dice Tony riferendosi ai nostri quartieri poco raffinati.

Strabuzzo comunque gli occhi per la sua affermazione e sembra che il padrino di Lilia mi abbia letto nel pensiero perché si corregge subito:-Non ha un altissimo tasso di criminalità come il Queens, tranquillo ragazzo, e tranquilli è un posto perfetto per crescere una bambina...se la si lascia in casa per tutta la vita.-

-Ne abbiamo già parlato Tony, vedremo cosa fare con Daphne quando sarà abbastanza grande da aver bisogno di un'istruzione adeguata. Piuttosto hai avuto notizie da Giselle o Daisy?- chiede Lilia prendendo Daphne dal suo passeggino.

-Vi contatteranno loro prossimamente e poi potrete andare a fare qualche altro viaggetto nel tempo se servirà.-

-E la bambina?- chiedo aggrottando le sopracciglia.

-Starà con uno di noi, non ci vuole niente a venire fin qui per darvi una mano a crescerla. Ora, si è fatto tardi e devo tornare dagli altri; divertitevi e state attenti. Ciao piccolina, nonno Tony verrà presto a trovarti.-

Daphne gli sorride e lui le risponde baciandole la guancia.

-Sta' attenta anche tu, figlia mia. Promettimi di non fare stronzate.-

-Lo stesso vale per te, padre.-

-Va bene, e tu proteggi queste ragazze.-

-Lo farò Tony, a costo della mia stessa vita.-

Tony sospira e mi rendo conto solo adesso di aver detto la cosa sbagliata.

-Non fatemi altre sorprese voi due, per ora me ne basta una.- conclude mettendosi li occhiali da sole ed uscendo dalla nostra (chissà per quanto) nuova casa.

-Io non sono ancora del tutto sicura di questa cosa.- commenta Lilia appena la macchina di Tony lascia il quartiere. -E se quella scoprisse il nostro nascondiglio? E se, quando saremo in missione, possano rapirci e poi capire dove si trovi Daphne? Io non so se riuscirò a sopportarlo, non so se potrei mai perdonarmelo se la trovassero e...-

-Lilia? Calmati, ok? Sei diventata più paranoica da quando è nata Daphne e non è una cosa buona. Devi avere lo stesso fegato che hai sempre avuto in queste tipo di situazioni rivoglio la mia cazzuta ragazza, sempre fuori dagli schemi e pronta a battersi per difendere i suoi amici.-

-Hai ragione, non è da me tutta questa paura. Dobbiamo cercare di vivere il più normale possibile, sempre che "normale" sia la parola corretta. Ok, tienila tu, se vuoi falla addormentare; io vado a farmi una doccia e poi torno. Magari possiamo guardarci un film e posso provare a cucinare qualcosa...-

-Lilia?-

-Sì?-

Sorrido mentre, con Daphne in braccio, la bacio delicatamente.

-Ti ho già detto che ti amo?-

-Anche io ti amo. Ci vediamo dopo.-

-Contaci.-

Mi siedo su una poltrona e decido di parlare un po' con la piccola sperando che così possa addormentarsi.

-Allora Daphne, ti piace la tua nuova casa? E' molto luminosa, vero? E papà si sente uno stupido a parlarti così? Certo che sì.-

Mia figlia mi prende il dito e mi aspetto che mi mostri qualcosa di terribile, eppure...

-Come sono?-

-Non male per essere uno che non ha mai ballato un lento in vita sua.-

Ci troviamo quasi al centro di una sala molto grande e poco illuminata. Quasi tutte le coppie presenti stanno ballando come noi sotto le note di questa musica molto anni '50 ed effettivamente anche l'ambiente ricorda molto quel periodo. 

Lilia indossa un semplicissimo top nero senza maniche e sotto un'ampia gonna rossa a pois bianchi nel perfetto stile anni cinquanta; io invece indosso un jeans strappato, una maglietta bianca e sopra questa un giubbotto di pelle nera.

Dio, sembro uscito dal film "Grease"! Ci mancavano solo i capelli alla John Travolta.

Ma nonostante il mio aspetto ridicolo sono felice di vedere Lilia che poggia la sua testa sulla mia spalla e mi stringe forte la mano all'altezza del mio petto.

-Vorrei tanto che rimanessimo così per sempre.-

-Già, sarebbe magnifico.-

Vengo catapultato improvvisamente nella vita reale appena strabuzzo gli occhi.

-Wow, Robin aveva ragione!Quindi tu adesso sei...-

Appena abbasso lo sguardo sulla bambina la vedo sonnecchiare tranquillamente. Sorrido.

-...felice.-

-Peter?-

Mi volto verso la voce della mia ragazza e mi mordo le labbra quando la vedo solo con un'asciugamano intorno al corpo. I suoi capelli scuri sono coperti da un altro asciugamano ma io la trovo sempre bellissima, resterei a guardarla per tutto il resto della mia vita se potessi.

-Peter?-

-Eh sì, dimmi.-

-Potresti aiutarmi a tagliare i capelli?-

-Sei seria?-

-Dai Pet solo le punte, sono tutte bruciate.-

Rido per quanto sia assurda questa situazione ma mi alzo comunque per raggiungerla, con Daphne tra le braccia.

-Ma non sono un parrucchiere.-

-Lo farei io se solo avessi buon occhio ma dato che non ce l'ho e tu invece sì...-

-Approfitti dei miei sensi di ragno per farti tagliare i capelli?-

-Solo le punte, Pet!-

-Ho capito, ho capito. Metto Daphne nella culla e ti raggiungo in bagno.-

-Va bene!- 

Faccio come dico ed entro in bagno dove la vedo già intenta a togliersi l'asciugamano dai capelli e a pettinarli con le dita.

-Ok, sono pronta. Ti dirò io dove tagliare, tranquillo.-

-E' un brutto momento per dirti che non so neanche come usare un rasoio?-

-Beh, date le condizioni dei tuoi capelli, non mi sorprende affatto e sì: è decisamente un brutto momento.-

Scoppiamo a ridere e penso che siano proprio questi i momenti che preferisco con lei, pieni di tranquillità e spensieratezza e no do' torto a Daphne se sia felice anche lei.


Non so come ma sono riuscito nell'impresa e Lilia sembrava anche molto soddisfatta quando le ho comunicato di aver finito.

"Wow, sei stato bravo Parker." mi ha detto guardandoseli allo specchio.

Faccio per uscire ma Lilia mi blocca sul posto dicendomi:-Chiudi la porta.-

Mi volto a guardarla prima di eseguire il suo ordine. 

-Che succede?-

-Nulla, voglio solo stare un po' con te...da soli.-

Si avvicina a me e mi accarezza il collo con le sue dita sottili; poi passa al colletto della mia maglietta e la tira fino a togliermela. Mi sbottona i jeans e io li lascio cadere a terra fino a toglierli del tutto. Fa cadere l'asciugamano con cui si stava coprendo e io non resisto da non guardale il corpo nudo. Anche se facciamo l'amore un sacco di volte, quando la guardo, sento le stesse emozioni della nostra prima volta...ed è sempre più bella ogni giorno che passa.

-Cerchiamo di non svegliare la bambina però, intesi?-

-Intesi, capitano.-


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