Capitolo 14

1 mese dopo

Un mese esatto per cercare quella figlia di puttana per tutta New York ed oltre ma, fino ad adesso, ancora nulla.

Il caldo di questo fastidioso giugno non aiuta per nulla anche adesso mentre, alla base Avengers, siamo tutti insieme per cercare qualsiasi spostamento della donna e di alcuni suoi seguaci: sembra sparita nel nulla!

Tolgo i miei occhiali da lettura per poi schiacciarli tra le dita. In un mese ho perso vari gradi nel leggere e rileggere dati, cartelle, mappe, tutto che riguardassero Madama Hydra e non vi nascondo che sono moto frustrata per le scarse informazioni.

-Lil, devi riposare.- mi dice Peter poggiando le mani sulle mie spalle. Gliele accarezzo e lo guardo dalla mia scomoda sedia di plastica.

-Va tutto bene, è anche questo caldo soffocante: mi deconcentra.-

-Buone notizie!- annuncia Tony entrando nella stanza con dei fogli in mano.

Alzo di scatto la testa, speranzosa come non mai, e guardo le carte che Tony butta sull'altro tavolo come se guardassi l'ultima fetta di pozza rimasta nel cartone.

-Beh, non è proprio bella come notizia ma...-

-Ha detto bene Stark: non lo è per nulla.- lo ferma Fury seguito dall'agente Mack.

-Avete capito dove si trovi la strega?-

-Esatto.-

-Beh andiamo allora.-

-Frena il tuo entusiasmo, Marshall.- 

-Cosa?-

Fury, Tony e Mack si guardano l'un l'altro come se si stessero chiedendo se parlarne o no.

Odio quando fanno così

-Vi occorreranno dei vestiti adatti per andare a prenderla.- aggiunge invece il capo dello S.H.I.E.L.D. indicando me e Peter.

-Che intendi?-

-La stronzetta è negli anni '70.-

-Oh ora sì che è tutto più chiaro.- commenta Peter.

-Cosa?? Parli sul serio?- sbotto io.

-Mai stato più serio.-

-Cosa ci fa' negli anni '70?-

-E' quello l'anno in cui l'Hydra si è rinforzata, e anche io se fossi un pazzo fanatico andrei proprio in quel periodo.-

-Quindi vuole reclutare tutti quegli agenti che hanno promesso fedeltà all'Hydra?- chiede Sam a pochi passi da me.

-Azzeccato, Wilson.-

-E come credete di poter viaggiare così lontano nel tempo senza l'Helios? E cosa più importante: come ha fatto a prenderlo se quella zona è tutta sorvegliata?-

-Per rispondere all'ultima domanda non posso: top secret. Per quanto riguarda la prima beh...chiedi all'agente Mack, vi accompagnerà lui.-

-"Ci"?-

-Sì, andrete tu e Parker accompagnati dall'agente qui presente e l'agente Mikaelson.-

-E noi cosa c'entriamo?-

-Si tratta del futuro di vostra figlia: dovete andare voi.-

-Fury ha ragione, tesoro.- dice Tony accarezzandomi la schiena.-Dovete. Non vi preoccupate terremo noi la bambina, Morgan è una brava baby-sitter.-

Sorrido.

-Va bene e poi...adoro i Led Zeppelin.-


Siamo partiti a bordo di uno dei grandi e tanti zefir in possesso dello S.H.I.E.L.D. So che possono raggiungere grandi distanze ma non sapevo che potessero andare indietro nel tempo.

-Si chiamano "salti" quelli per ogni passaggio da un'epoca all'altra. Per questa missione ne avremmo a disposizione solo due: uno per andare e uno per tornare. Siete comodi là dietro?-

Io e Peter agganciamo le nostre cinture seduti su due sedili in pelle attaccati alle pareti del mezzo. Ci prendiamo la mano e poi diciamo all'unisono:-Perfetti.-

-Tenetevi forte: sarà un viaggio movimentato.-

Peter

Anche se ci abbiamo impiegato 10 minuti il viaggio è stato terribile: siamo partiti ad una velocità inaudita e quasi ho pensato di rimanere incollato al sedile per tutto il resto della mia vita.

Siamo scesi con cautela e abbiamo schiacciato i piedi su un ampissimo campo di grano; guardo più lontano e vedo la città di New York ma non è affatto come la conosciamo tutti.

-Caspita!- commento senza fiato.

-Dobbiamo entrare in città e trovare dei vestiti adatti, ma ci verrà difficile passare inosservati per le strade.- dice Giselle ma Lilia le posa una mano sulla spalla per fermare il suo discorso.

-Di questo non dovete preoccuparvi ragazzi.-

Dopo esserci presi per mano veniamo teletrasportati dentro un camerino abbastanza grande da entrarci tutti.

-Bene, datemi un altro minuto e prenderò tutto il necessario.-

-Tu che ne sai di moda degli anni '70?- le chiedo sinceramente colpito.

-Ho i miei segreti, Pet.-


Due minuti dopo abbiamo fatto a turno per vestirci con i vestiti che Lilia ha scelto con attenzione e, devo ammetterlo, anche con le taglie giuste. Ho cercato di chiederle come avesse fatto ma mi ha liquidato subito dicendomi di sbrigarmi a vestire.

Esco dal negozio e cerco di sistemarmi bene il colletto della mia camicia finché non vedo lei: indossa dei pantaloni a zampa di elefante fermati in vita da una cintura forse un po' troppo stretta per lei, la camicia a fantasie colorate è inserita dentro mentre i capelli di solito ondulati, lisciati la sera prima quando eravamo a casa, sono sciolti sulle spalle con due ciocche intrecciate legate dietro la testa...inutile dire che è stupenda.

-Un po' scomode queste scarpe.- dice dando un'occhiata alle sue zeppe.

-A me questa camicia non piace particolarmente.- dico fissando questo abominio a righe e questi assurdi pantaloni di velluto.

Si avvicina sorridendo e mi sistema il colletto.

-Invece stai benissimo, fidati di me.-

-Gli altri?-

-Stavano finendo quando sono uscita io.-

-Ripetimi del perché siamo qui.-

-Per proteggere nostra figlia, è da solo un mese che è nata e non permetterò che me la portino via. Non lo vuoi anche tu?-

-Certo che lo voglio, sai che farei di tutto per lei, ma vale la pena andare così lontano nel tempo? Lilia, potemmo sconvolgere l'intero asse temporale.-

-Mi sembra di sentire Banner, è non è un complimento.-

-Ti ho sentito.- commenta proprio lui nei nostri auricolari.

-Scusa.-

Gli unici a controllare l'operazione da lontano sono lui e Daisy...non la vedo bene come cosa conoscendo il carattere di entrambi. Per fortuna li sentiremo raramente dato che l'agente Mack sa benissimo come muoversi.

-Lilia ha ragione: queste scarpe sono un incubo.- dice Giselle uscendo dal negozio seguita da Mack.

Anche lei è vestita simile a Lilia ma i suoi capelli ondulati sono raccolti in una coda alta con qualche ciocca ad incorniciarle il viso.

-Io e Parker non siamo messi neanche tanto bene.- commenta l'agente uscendo subito dopo.

-Amico, almeno a te sta bene la camicia...io sembro uno stupido con questi pantaloni.-

-Ragazzi! Concentratevi, dove avete detto che si riuniranno gli agenti dello Shield?- chiede Lilia a nessuno in particolare.

-In un locale a pochi passi da lì, Mack conosce la strada.- risponde prontamente Daisy.

-Anche troppo bene, seguitemi.-

Seguiamo il gigante e, nel tragitto, non posso fare a meno di prendere la mano di Lilia la quale, senza farsi problemi, la stringe forte.

-Non lasciarmi.-

-Non lo farei mai.-

Scendiamo per diversi gradini fino ad arrivare ad una porta fatta totalmente in ferro e totalmente immersa nel buio.

-Ora ricordate: una mossa falsa e cambiamo il corso della storia, fra due anni lo Shield farà partire un importante progetto e non possiamo permetterci di fare errori. Avrete dei nomi falsi e se non ci crederanno...ecco i vostri documenti.-

-Quando li avete fatti?- chiede Giselle visibilmente contrariata per non essere stata interpellata in merito.

-Non è il momento, agente Mikaelson, prendeteli e comportatevi normalmente.-

-Katherine De Pasquale...che razza di nome mi avete affibbiato?-

-Non mi avevi detto che hai lontane origini italiane?-

-Sì ma questo non vuol dire che...-

-Sei anche una nuova recluta proveniente da una delle più segrete corporazioni italiane; mentre tu ragazzo sei una nuova recluta dell'MI6.-

-L'agenzia britannica?- chiedo senza parole.

-Puoi fingere un accento inglese?-

-Posso provarci, ma...-

-Perfetto, voi due siete una coppia di fidanzati sul punto di sposarvi mentre io e Giselle manteniamo la nostra identità nello Shield con nomi altrettanto falsi.-

-Ho sempre sognato di chiamarmi Amy Henderson.-

-Non prendertela con me con la scelta dei nomi: questa è tutta opera di Jemma.-

-Fantasiosa.-

-Ok, siete pronti?-

Annuiamo all'unisono e Mack digita alcuni tasti per poi far aprire la porta.

-Ora dividetevi e tenete un profilo basso, ricordate che ci sono anche persone fedeli all'Hydra.-

-Come è giusto che sia, ricevuto.- risponde Lilia tirandomi più vicino a lei.

-Aspetta.- dice improvvisamente scavandosi nella tasca della giacca.

Esce fuori l'anello e se lo infila nel dito.

-Che stai facendo?-

-Se dobbiamo dimostrare di essere fidanzati devo avere almeno l'anello come prova.-

-Tu sapevi che avremmo avuto questo ruolo?-

-Oh ma insomma...- comincia ad urlare ma io la fermo in tempo.

-Fa nulla darling, non è il caso di discutere proprio adesso in mezzo a tutta questa cattiva gente.- mormoro a denti stretti cercando di imitare un perfetto accento inglese.

-Sei sexy con questo accento.-

-Grazie, anche il tuo accento italiano non è male.-

-Ti ringrazio, amore mio.-

Sorrido e la conduco verso il bancone per poi invitarla a sedersi.

-Io e Pet siamo in posizione.- annuncia Lilia poggiando il dito nel suo orecchio con la scusa di scostarsi i capelli.

-Perfetto, continuate a tenere un profilo basso.-

-Ricevuto, passo e chiudo.- rispondo stavolta io chiudendo il collegamento.-Chi l'avrebbe mai detto?-

-Cosa?-

-Che sarei rimasto da solo con te, a sorseggiare una buona birra, ad un bancone degli anni 70 con invitati che potrebbero essere i nostri nonni.-

-Magari ci sono, erano anche i tuoi dello Shield come i tuoi genitori, giusto?-

-Solo mio nonno, la nonna era una donna tranquilla anche se non li ho mai conosciuti.-

Mi accarezza la mano e beve un sorso della bevanda fredda.

-Da quanto che non ne bevevo...-

Rido di gusto e faccio tintinnare il mio bicchiere con il suo.

-A noi.-

-E ai Led Zeppelin.-

-Non ti stanno per niente male questi pantaloni, ti valorizzano il lato b.-

-Peter! Ti prego, ti sembra il momento?-

-Sei la mia fidanzata, no? Posso dirti quello che voglio.-

-Mi scusi, giovane?- mi chiama un signore sulla quarantina che si trova proprio dietro Lilia.

Non ci posso credere

Ho visto così tante foto di lui che è impossibile non riconoscerlo

Cazzo Lilia, come fai a prenderci sempre?

-Sì?- chiedo con il più convincente accento inglese che riesca a fare.

-Potrebbe passarmi quel fazzoletto dietro lei, per favore?-

-Certo, signore.-

Lo prendo e glielo passo con un sorriso.

-Britannico?- mi chiede una volta preso nelle mani paffute.

-Sì, signore.-

-Complimenti, da quanto siete sposati?- chiede guardando l'anello di Lilia.

-Veramente ci siamo fidanzati da poco, ci sposeremo tra qualche mese.- sorride Lilia prendendomi la mano.

-I miei migliori auguri, allora.- dice continuando a fissare l'anello aggrottando le sopracciglia.

-Qualcosa non va, buon uomo?- 

-Scusatemi è solo che...questo anello è identico a quello che avevo regalato a mia moglie quando le ho chiesto di sposarla.-

Cazzo, vero è pur sempre un cimelio di famiglia: perché non ho pensato a questa eventualità?

-Ehm, forse lo avrete preso nello stesso negozio...quanti ce ne sono di questi tipi?- cerca di risolvere la situazione Lilia ma è visibilmente nervosa...lo sento dalla sua mano sudaticcia.

-Allora io e il suo futuro marito abbiamo gli stessi gusti perché l'avevo fatto fare apposta per la mia signora.-

Merda

-Come vi chiamate, ragazzo? Se posso chiedere.-

-Jake Thomas, MI6.-

-Wow, niente male ragazzo.. Peter Parker, agente della sicurezza dello SHIELD.-

Cavoli, che figata! Sto stringendo la mano a mio nonno...è una bella cosa, vero?

-E la futura signora Thomas è...-

-Katherine De Pasquale, SID.-

-Italiana, niente contro la sua gente ma non andiamo molto d'accordo con le vostre agenzie.-

-Siamo molto autonomi, mio nonno ha dato una lezione a Mussolini e alla sua compagnia tedesca...se sa a cosa mi riferisco.-

-Assolutamente, apprezzo il vostro lavoro e trovo che siate molto efficaci.-

-Grazie, signor Parker pensiamo lo stesso dello Shield, anche se le maniere degli americani sul suolo siciliano non sono state tanto gradite come aveva sperato la gente del luogo.-

-Gli americani sono fatti così, signorina De Pasquale: vogliono tutto quello che vedono e lo ottengono, con o senza l'uso della forza.-

Lilia ti prego non fare la femminista proprio adesso, non ti incazzare proprio adesso

-Eppure mi sembra che non abbiano lasciato alcuna scelta a quelle povere donne, violentate senza il loro consenso, solo per saziare la loro libido.-

Da dove le esce adesso questo lessico così elaborato? Gli anni 70 le hanno dato alla testa, per caso?

-Non lo metto in dubbio, signorina. Anche io sono contro la violenza sulle donne e non alzerei dito sulla mia neanche sotto tortura.-

-Apprezzo la sua solidarietà, signor Parker. L'America dovrebbe esserle grata.-

-Signorino Thomas, si è scelto una donna piena di ideali e le do' un consiglio: non se la lasci scappare. Buon proseguimento di serata e ancora auguri, signori.-

-Grazie, altrettanto signor Parker.- rispondo io.-Che ti è saltato in mente? Avresti potuto far saltare in aria la nostra copertura.-

-Ah io stavo per farlo? Ti ricordo che sei stato tu a dire quella cazzata sull'anello che, guarda caso, è identico a quello che porta tua nonna in questo preciso lasso di tempo! Potevi dirmelo prima e avrei evitato di metterlo!-

-Ragazzi, abbiamo compagnia.- dice Mack interrompendo questa amorevole litigata facendoci voltare verso la porta.

-Ma quella è...-

-E' lei.-

-Qualcosa non va: non dovrebbe essere lei a comandare l'Hydra adesso.- dice Giselle dall'altra parte del locale in direzione di Mack.

-Ha sconvolto la linea temporale, e da come guarda il locale sta cercando noi.-


-Sono ovunque.- dice Lilia quando un'intera mandria di agenti dell'Hydra, vestiti con abiti dell'epoca, si mischia con alcuni agenti dello Shield.

-State buoni, finché non attaccano continuiamo a fare come niente fosse.-

-Come niente fosse? Mack, quella vuole nostra figlia e a meno che tu non abbia una faccia nuova ci metterà poco a saltarmi addosso per uccidere sia me che Peter.-

-State cauti.-

-L'Hydra ha scoperto il nascondiglio dello Shield: tutti fuori!- urla improvvisamente un uomo mettendo tutti nel panico.

-Perfetto...- commenta Mack.

-E stavolta non ho fatto niente.-

-Ai vostri posti, cercate di salvare qualcuno se necessario ma senza intervenire nel...-

-Sì sì, niente linea temporale ricevuto. Andiamo, Peter! Hai le tue ragnatele?-

Le mostro il polso coperto dal mio fidato strumento e lei sorride vittoriosa:-Perfetto, facciamo un po' di casino.-

Riusciamo a far uscire quasi tutti sani e salvi evitando che vengano colpiti dai proiettili che l'Hydra ci sta dedicando con tanto amore.

Vedo Lilia e Giselle battersi contro due di loro con una tale maestria e coordinazione che potresti scambiarle per sorelle.

Lilia lancia un calcio contro un uomo abbastanza paffuto per poi sbatterne al muro un altro più magro.

-Peter!- 

Lancio delle ragnatele contro il tipo, il quale, rimane attaccato alla parete quasi svenuto.

-Niente male, ragazzi.- si congratula Mack mentre, con i suoi formidabili pugni, mette a tappeto tre uomini in un solo colpo.

-Te la cavi anche tu, amico.- commento mentre schivo una ginocchiata dal ragazzo difronte a me che potrebbe tranquillamente avere la mia età.-Scusa amico, non è la tua giornata a quanto pare.-

Ne schivo un'altra.

-Sai, non è la migliore delle cose essere controllati da una donna: capisco la bellezza e tutto, ma non si può andare avanti così.-

-Parla ancora e non ti piacerà quello che farò alla tua, di donna.- dice con un sorriso malizioso.

A questo serro la mascella più che posso e mi scappa un forte pugno proprio sulla sua guancia, sbatte la testa contro il tavolo accanto a noi e sviene.

-Non ho resistito.- dico a nessuno in particolare.

-Peter! Il signor Parker!- mi urla Lilia nell'auricolare mentre circonda con le gambe un uomo più alto di lei ma che riesce a stendere.

Mi volto indietro e vedo proprio il mio giovane nonno nascondersi dietro un tavolo ribaltato mentre un uomo più grosso si avvicina minacciosamente a lui con in mano una pistola.

Salverò la mia famiglia, a quanto pare

Corro contro l'uomo per fargli lo sgambetto e lui ci casca come un cretino.

-Per essere un super cattivo, non sei tanto super.-

Mi punta la pistola addosso ma io gliela prendo lanciando una ragnatela.

-E ora chi è il fesso?- chiedo puntandogliela stavolta io.

-Come fai a...-

Lo colpisco alla testa con il manico della calibro e lui cade ai miei piedi con gli occhi chiusi.

-E' una lunga storia.-

-Oh, grazie ragazzo ha salvato la ma vita: non me lo dimenticherò mai!-

-E' stato un piacere, sir Parker. Ora le conviene andarsene, qui ci pensiamo noi.-

-Ma chi siete, esattamente?-

Non posso dirgli nulla o qua salta tutto in aria

-Degli agenti molto speciali, adesso vada e dimentichi tutto quello che ha visto: ne va della nostra e della sua vita.-

-Ricevuto, signor Thomas. Grazie ancora e buona fortuna.-

-Anche a lei.-

Mi volto di scatto quando sento un rumore di passi ma mi rilasso quando vedo l'uomo che stava per attaccarmi le spalle steso dalla mia ragazza.

-Grazie, darling.-

-Per quanto mi piaccia quel dolce accento che riesci a fare, finiamola qui amore mio.-

-Anche il tuo accento è sexy.-

-Smettila e andiamo a fermare quella figlia di puttana, non avrà Daphne.-

-Non glielo permetteremo.-

-Ragazzi?- ci chiama Mack attirando la nostra attenzione su di lui, che ci raggiunge immediatamente.

-Cosa?-

-Se l'è svignata.-

-Come?? Dove??-

-In un'altra epoca, immagino.-


-Che lavoro inutile.- commenta frustrata Lilia spogliandosi dei suoi indumenti anni 70 dopo essere tornati a casa nostra.

Per tutto il viaggio non ha fatto altro che lamentarsi del fatto che ci sia scappata e del perché sia andata fin là. Mack le ha spiegato che l'avrà fatto per reclutare gente, niente di più, e che la nostra visita non era nel programma.

-Però devi ammettere che è stato interessante: ho parlato con mio nonno!- dico pieno di entusiasmo.

-Sì, con il rischio di compromettere tutta la missione.- conclude lei sbottonandosi la camicia.

Deglutisco mentre la fisso farlo.

-Ho visto che avete parlato. Cosa gli hai detto?- mi chiede sfilandosela e rimanendo solo con il reggiseno.

-Nulla, mi ha ringraziato per avergli salvato la vita ma nulla di più.- dico togliendo anche la mia di camicia.

-Ne sei sicuro? Ogni parola detta può cambiare il corso della storia, anche un semplice gesto innocente.-

-Sicuro, fidati di me. Piuttosto mi hai fatto paura tu quando hai detto quelle cose a mio nonno.-

-Perché?-

-Come sapevi tutte quelle cose sugli Americani in Italia?-

-Mi sono informata sulla storia degli ultimi 60 anni per essere più preparata, perché? La cosa ti da' fastidio?-

(Him and I- Halsey ft. G-Eazy)

-No, assolutamente! Mi fa piacere che ti interessi di storia, sei sexy quando parli di queste cose.-

-A proposito quando hai avuto il tempo per allenarti così?- chiede indicando col capo i miei addominali e le mie spalle larghe.

-Alla base mi alleno con Steve o da solo, sto così male?-

-No, sei perfetto.-

-Ti aiuto a togliere quei pantaloni?- chiedo avvicinandomi a lei che cerca di smanettare con la sua cintura nel lato opposto del letto rispetto a dove mi trovavo io.

La avvicino di più tirandola dalla cintura di cuoio per poi slacciargliela; mi chino fino a baciarle il collo mentre le mie mani iniziano ad armeggiare con i bottoni.

-Peter, smettila.- sorride lei cercando di farmi staccare.

-Daphne è dagli Stark e noi siamo qui da soli, quindi non c'è pericolo che possa sentirci qualcuno.-

Lei freme al contatto delle mie dita sulla sua schiena nuda e scendo più giù facendola ridere. Circonda il mio collo con le braccia mentre io le abbasso i pantaloni e faccio incrociare le sue gambe attorno alla mia vita. La poggio sul letto causando in lei una strana ma inebriante ilarità; fa congiungere le nostre labbra dando vita ad un dolce bacio pieno di passione mentre fa scorrere le dita dal mio collo ai miei capelli, affondandocele dentro.

-Dovremmo fare più spesso dei viaggi nel tempo, non ti pare?- mi chiede aiutandomi a togliere i pantaloni.

Mentre passa la sua mano sulla mia guancia il suo sorriso sparisce per pochissimi secondi.

-Che c'è?-

-Meglio rimettere questo al posto che gli appartiene.- mormora togliendosi l'anello e chiudendolo nel cassetto accanto al letto.

Mi mordo le labbra ma non voglio farle vedere di esserci rimasto male a questa affermazione, anche se fallisco miseramente come sempre.

-Cosa?-

-Nulla, riprendiamo?-

-Certo, mr.Thomas.- mi prende in giro facendo uso di un buffo accento inglese.

Mi metto a ridere e riprendo a baciarla.

-Dio, quanto mi sei mancata.- le sussurro all'orecchio per poi morderle il lobo.

-Anche tu, Peter. Anche tu.-







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