Capitolo 13

Guardo ancora una volta il disegno mentre siamo a casa nostra e continuano a venirmi i brividi.

La bambina disegnata era simile a quella che ho visto nelle visioni (con lo stesso vestito e tutto) e sta piangendo abbracciata ad una ragazza con i capelli lunghi e piena di strisce rosse; si trovano in una strada piena di macchine ribaltate, fuoco e palazzi distrutti; più avanti vedo me stesso, vestito con la tuta, che sparo una ragnatela verso un lampione.

-Tony dice che stiamo esagerando.- dice Lilia entrando nella nostra camera da letto con la piccola Daphne in braccio.

Mi affretto a ripiegare il disegno e a metterlo sotto il cuscino. 

-Perché dovremmo? Lo ha visto anche lui, no?-

-Sì ma secondo lui il futuro non si può prevedere, dipende tutto da noi...sono d'accordo con lui ma...-

-Anche tu pensi che potrebbe succedere comunque, vero?-

-Già.-

Le accarezza la testolina e poi la bacia facendo scappare una lacrima sulla guancia.

Mi alzo e prendo la bambina in braccio.

-La tengo io per stasera, ok? Tu devi risposare, Lil.-

-E a che serve farlo? Sarò comunque stressata e preoccupata per tutta questa situazione! Se è vero che il nostro destino è questo allora...-

-Dobbiamo prima capire come questa cosa possa succedere e cercare di evitarla.-

-Hai sentito la bambina: se provassimo a cambiare il futuro potremmo finire in guai seri, anche peggio di prima.-

-Lo so ma non sono convinto di questo.- mentre lo dico guardo il collo della mia ragazza ma, quando lo vedo vuoto, mi assale il panico.-Dov'è la chiave?-

-E' qui.- dice prendendola dal comodino e mostrandomela.

-Vuoi dire che...-

-Ho riflettuto mentre la addormentavo prima: se quello sarà il futuro che ci aspetta, pieno di distruzioni, infelicità e morti allora dobbiamo vivere il presente il più profondamente possibile.-

-Intendi...-

-Sì, sposiamoci e godiamoci la nostra famiglia, per quanto ci sia concesso.-

Ricorda quello che ha detto Ned: basta non darle l'anello e la visione non potrebbe accadere

(Fragile- Gnash ft Wrenn)

-Davvero ti arrendi così? Senza combattere?-

-Combatteremo insieme, ma intanto non sappiamo se potremmo mai farcela...-

C'è qualcosa che non mi sta dicendo, lo sento

-Lilia? Qualcosa ti turba e non è solo il disegno di Robin...c'è altro che dovrei sapere?-

-Nulla di preoccupante, davvero. Solo...-

-Solo?- chiedo accarezzando la schiena della bambina che si sta lentamente risvegliando.

-Ho paura, Peter. Tantissima.-

-Cosa ti fa paura?-

-Il futuro, noi due, anche Daphne...-

-Ma questo possiamo risolverlo.-

-Allora sposiamoci, saremmo più uniti e...-

-No.-

-Come?-

-Noi non...ah, non siamo ancora pronti ad un matrimonio.-

-Ma se sei stato tu il primo che...-

-Lo so cosa ho detto ma, effettivamente, non mi sembra il caso. Almeno, non adesso. E poi l'anello è vecchio, devo farlo ripulire e...-

-Ma che cazzate stai dicendo??Non vuoi sposarmi, per caso? Ci stai ripensando?- mi chiede incrociando le braccia al petto ma con la voce tremante.

-No! Cioè, certo che voglio sposarti: è la cosa che aspetto da quando ci siamo messi insieme ma...solo non possiamo, non adesso. Avevi ragione quando me l'hai detto quindi lasciamo stare questa storia del matrimonio.-

-Ma...-

-Ti prego, non voglio litigare. Non adesso che ho in braccio la bambina o mai più.-

La scena della nostra litigata si fa chiara nella mia mente e non posso evitare di fermarla.

-Peter? Che succede?-

-Che deve succedere?-

-Non vuoi che mi metta l'anello, perché?-

-Io...-

-Peter!-

-Mi fa male!-

-Che cosa?-

-Vedertelo indosso. Lo so di averti detto che non avrei voluto vederlo su nessun'altra se non te, ma questo mi fa pensare che lo abbia indossato prima lei e solo il fatto che non ci sia più da quando sono piccolo mi rende talmente triste che non vorrei condividerlo con nessuno.-

Mentre piango Daphne si è svegliata e fa dei versetti mentre, con le manine, stringe la mia maglietta. Lilia si avvicina a noi e mi accarezza la guancia piena di lacrime; riapro gli occhi, rimasti strizzati tutto il tempo, e la guardo nei suoi profondi occhi marroni.

So che è una bugia quello che le ho appena detto perché io voglio vederlo sulla soffice mano, con tutto me stesso, ma è anche vero che vederlo su di lei non sarà lo stesso come lo vedevo su mia madre.

-Mi manca, Lilia. Mi manca tantissimo.-

-Lo so, Peter. So quanto la amassi.-

-Tu me la ricordi: sei testarda, bravissima in tutto quello che fai, bellissima e soprattutto sei una madre stupenda, una fidanzata meravigliosa e non posso fare a meno di amare anche te quanto amassi anche lei.-

-Anche io ti amo Pet e sono sicura che anche tua madre ti amasse più di qualsiasi altra cosa in questo mondo di merda.-

Accarezzo Daphne e lei mi ringrazia con un altro versetto di approvazione. Scoppiamo a ridere e Lilia ci abbraccia.

-Mi prometti di non metterti l'anello? Almeno per ora.-

-Va bene, per ora non lo metterò ma tu promettimi di dirmi sempre tutto. Tutto, Peter. Non nascondermi più nulla e parlami.-

Annuisco e le bacio la fronte.

-Ti amo Lilia Marshall.-

-Ti amo anche io Peter Parker.-


Dopo essere andati a fare una veloce visita a Ned e Mj (la quale ci ha regalato due scatoloni pieni di vestitini e body appartenuti a lei) siamo sulla strade per la base S.H.I.E.L.D. con il disegno che ci ha dato la piccola Robin.

Sono venuti con noi solo Clint e Steve perché il primo deve sbrigare delle commissioni e il secondo non si fida a lasciare Lilia in quella gabbia di matti con la bambina a seguito.

Io ovviamente controllerò la situazione attorno a lei, e per "situazione" intendo proprio il nipote di Clint. Non mi fido di quel tipo. Già per due volte si è intrufolato nella vita mia e di Lilia un po' troppo velocemente del normale e il solo modo in cui guarda Lilia mi fa salire una tale rabbia che gli spaccherei la testa a suon di pugni.

Ok, non è una minaccia pericolosa ma posso esserlo io se solo si avvicina di mezzo centimetro a lei o osa soltanto guardarla in quella maniera.

Ci accoglie una felicissima Giselle la quale, appena vede Lilia con la bambina, la abbraccia e le chiede se possa tenerla un attimo. Lilia sorride e gliela cede senza mezze misure; le spiega come tenerla e Giselle sorride mentre guarda nostra figlia.

-E' bellissima! Ciao piccolina.-

-Giselle? Abbiamo bisogno di vedere quella cosa.- dice Lilia.

La ragazza annuisce e le ridà la bambina.

-Possono entrare solo due persone, accompagnate da due agenti.-

-Posso tenere io Daphne.- dice Steve posandole una mano sulla spalla.

-Va bene, grazie.Veniamo io e Peter allora.-

-Perfetto, seguitemi.-

Dona in custodia Daphne a Steve e mi prende la mano intrecciandola alla sua.

-Verrà con noi l'agente Wyland.- annuncia Giselle facendo segno al suo collega di raggiungerci.

-Che fortuna.- commento io sarcastico.

Lilia mi stringe ancora di più la mano ed io mi sento più tranquillo.

-Eccomi, Gis. Oh ciao Lilia. Parker.-

-Ciao Matt.-

Ancora con questo Matt??

-Ti vedo bene.- aggiunge "Matt" sorridendo a Lilia.

Lei arrossisce per la sua occhiata scrutatore e lo ringrazia.

Ok, se le dice ancora un'altra cosa gli spacco i muso

Seguiamo i due agenti senza lasciarci le mani nemmeno per un secondo finché non arriviamo ad una specie di camera di contenimento che sembra molto piccola all'interno. Wyland ci apre la porta con una specie di tesserino e ci fa entrare.

Mi sarei aspettato un gigantesco scatolone di metallo, magari con uno schermo dove potevi inserire la data in cui volessi andare e con dei tubi attaccati ovunque, e invece ci rimango male quando vedo un cilindro di ferro sostenuto da una piccola scatolina dello stesso materiale e piccola quanto un semplice scatolone di cartone; anche il cilindro è molto piccolo e aggrotto le sopracciglia quando esclamo:-Tutto qui?-

-Che vuoi dire?- mi chiede Giselle, confusa.

-Non dico che mi aspettassi la macchina del tempo di Doc di "Ritorno al Futuro" ma neanche un coso così minuscolo.-

-Anche le cose minuscole possono essere molto letali.-

Lilia fa un piccolo passo verso la macchina ma sussulta quando Giselle la ferma tirandole il braccio.

-Non farlo. Un altro e ti ritroveresti nel Medioevo per quello che sappiamo.-

-Come ha fatto quella megera ad usarlo se è ben custodito qua dentro?-

-Ne avrà usato uno nel suo passato o "mondo alternativo". Nessuno può entrare qua dentro se non si ha una di queste carte.-

-A meno che non ci sia una talpa.- commento io guardando il ragazzo che ha appena parlato.

-Impossibile, conosciamo tutti qua dentro e sappiamo che nessuno fa o ha fatto parte dell'Hydra.-

-Io non stavo parlando dei tuoi amici.-

-Va bene ma allora se dite che sono collegati vuol dire che, quando avrà usato il suo Helios del passato, sarà per forza finita qui. E' 'unico esistente in questo mondo, giusto?-

-Esatto, ma lei non è atterrata qui. Questa area è strettamente sorvegliata 24 ore su 24 perciò ce ne saremmo accorti se fosse stata qui dentro. Non sarebbe nemmeno potuta uscire a meno che, come dice Peter, qualcuno non l'avesse fatta uscire ma è impossibile: ce ne saremmo accorti.-

-Allora sarà atterrata da tutt'altra parte.-

-Ma questo significherebbe che ne esiste un altro, non sappiamo dove ma c'è.-

-Ora sì che mi sento più tranquilla.- conclude Lilia uscendo dalla stanza.


Raggiungiamo l'entrata, dove troviamo ancora Steve con in braccio Daphne e il quale ci chiede, appena ci vede:-Risolto qualcosa?-

-La macchina è totalmente al sicuro ma abbiamo fatto la supposizione che ce ne sia un altro sparso chissà dove.- risponde Lilia portando le mani sui fianchi.

-Accidenti! Sapevo che avremmo solo perso tempo.-

-Questa è tua figlia, Lilia?- chiede Matt avvicinandosi a lei e Steve.

-Sì.-

-Ti somiglia tantissimo, avete gli stessi occhi.- e mentre lo dice passa a guardare di nuovo Lilia con una strana scintilla negli occhi.

Ok adesso sono stufo

-Cerchi rogne, amico?- chiedo facendo un passo avanti verso di lui.

-Peter!-

-Che intendi, Parker?- mi chiede, facendosi anche lui più vicino.

-Intendo che devi stare lontano da Lilia. Tu non mi piaci.-

-Dovresti intimorirmi così, Parker?-

-Sì, come hai detto tu: anche le cose minuscole possono essere molto letali.-

-Peter, finiscila.- cerca di zittirmi Lilia.

-Non riesco ancora a capire il tuo problema, Parker.-

-Sei tu il mio problema, Wyland.-

-Sei geloso, Parker?-

-Guardala ancora in quel modo e giuro sui miei genitori che...-

-Peter! E' il caso di finirla adesso: ti stai comportando come un bambino.- mi ferma in tempo la mia ragazza spingendomi indietro, nonostante io cerca di opporre resistenza.

Ci mancava tanto così...

-Ah, io? Non dirmi che non hai notato come ti guarda!-

-Ma sei serio?? Che ti succede?-

-Mi sa che il tuo ragazzo sia troppo paranoico.-

Riesco a liberarmi dalla presa di Lilia per spingere Wyland a terra ma poi lui si rialza subito.

-Non ti conviene, ragnetto.- risponde lui 

-Steve ti prego fa' qualcosa!- 

-Tieni Daphne. Ehi! Queens sta' calmo!-

Mi sento prendere da dietro da due braccia muscolose e non riesco neanche a toccare la terra di quanto stringano.

E' fortunato che non gli abbia fatto nulla o non so se gli conveniva chiamare un'ambulanza.

Peter ma cosa ti prende?? Non sono mai stato un tipo così aggressivo, da quando è nata Daphne e il legame con Lilia è diventato più forte mi sento così...così...

-Peter! Non sta facendo nulla di male che cazzo cerchi di ottenere così? E' questo l'esempio di padre che vuoi dare a nostra figlia?- mi rimprovera Lilia tenendo Daphne in braccio.

-Ascolta la tua ragazza Parker, non ti conosco bene ma so che non sei così.-

-Peter Benjamin Parker fa' un altro passo contro l'agente Wyland e giuro su nostra figlia che questa sarà l'ultima volta che ci vedi.-

Rilasso le spalle e dilato i pugni.

Ma che ho fatto? Io non volevo questo...per niente

-Io...scusatemi.-

Non posso stare qui un minuto di più. Esco dalla struttura e, con l'aiuto delle mie ragnatele, mi aggrappo ad un lampione poco distante.

Devo stare da solo


Osservo il panorama davanti a me.

La città di New York, in lontananza, riesce ad illuminare anche questo squallido quartiere in cui sono nato e cresciuto. Guardo le strade ormai buie disseminate di persone che camminano da sole, con il proprio partner o con i propri bambini.

Ripenso alle mie ragazze che ho lasciato da sole in quel freddo laboratorio. Sono un codardo.

-Sapevo di trovarti qui.- 

-Quasi non mi aspettavo che venissi.-

Lilia si siede accanto a me sul tetto della mia vecchia casa dove, quasi sicuramente, Happy stia facendo compagnia a mia zia May.

-Non volevo che te andassi. Sei stato via così tanto...ero preoccupata.-

-Lo so ma mi mi sono sentito in dovere di farlo.-

Abbasso lo sguardo ma la sua mano accarezza la mia con dolcezza.

-Sei stato un idiota, questo è vero ma questo non vuol dire che dovevi scappare in quel modo.-

-Eppure a te riesce benissimo.-

Toglie la sua mano dalla mia ma io la riprendo subito tra le mie.

-Scusami, non volevo dirlo davvero.-

-Lo so, sei strano ultimamente...distante. Va tutto bene? Hai visto altro oltre a quello che mi hai raccontato?-

Dille dell'anello. Diglielo Peter avanti!

-Nulla di più, davvero.-

Cazzone

Dopo un minuto di silenzio continuo:-Lilia? Io non penso di essere pronto per fare il padre e hai ragione tu: non posso dare l'esempio di un padre aggressivo a Daphne, io...sono un fallimento.-

-No Peter, non lo sei. Se prima ti ho urlato quelle cose era solo per farti smettere ma non le pensavo davvero. Sei un padre fantastico.-

-Se lo fossi Daphne non mi farebbe vedere tutte quelle brutte visioni, non è felice Lilia!-

-E' ancora piccola, non è ancora consapevole del mondo che la circonda e deve ancora abituarsi a noi. Diamole tempo e vedrai che ci farà vedere solo cose belle.-

-Sei diventata così ottimista.-

-Ho imparato dal migliore, effettivamente sembra che le situazioni si siano ribaltate. Ricordi la prima volta che siamo venuti qui?-

-Sì, ero io quello che ti tirava su di morale.-

-Ti restituisco il favore, Pet.- mi sorride lei per poi darmi un bacio sulla guancia e appoggiando la testa sulla mia spalla.-Possiamo stare qui quanto vuoi, non c'è fretta.-

-Mi dispiace per prima, non volevo...-

-Lo so, devi solo rilassarti e sappi che io amo solo e soltanto te. Non devi mai dubitarne e, in caso qualcuno mi faccia la corte come Wyland (ti pare che sono stupida a non essermene accorta?) ci penserò io a fargli passare la voglia.-

-Sei stupenda e ti amo per questo.-

-Anche io ti amo Peter. Da morire. Guarda! Una stella cadente.-

-Stavolta è autentica.-

Lei alza lo sguardo su di me, con le sopracciglia aggrottate, e balbetta:-Tu come...cioè...che vuoi dire?-

-Neanche io sono così stupido da non essermi accorto che quella volta hai finto che ce ne fosse una solo per non baciarmi.-

-Stavi con Mj, non sarebbe stato giusto.-

-Hai ragione, e io sarei stato un cazzone a farlo.-

-Esattamente,ma lo sei tutt'ora quindi non è cambiato nulla.-

-Ehi!-

Le faccio il solletico fino a farla sdraiare ancora presa dalle risate.

-Dai, smettila!-

Le accarezzo la guancia per scostarle delle ciocche scure e non smetto neanche per un secondo di guardare ogni tratto del suo viso: le sue bellissime labbra rosee, il suo piccolo naso, i suoi giganteschi occhi marroni, le sue eleganti e folte sopracciglia. Amo tutto di lei, ogni singola parte del suo corpicino minuto, ogni singola parola che esce dalla sua bocca, ogni singolo respiro che trasmette dal suo petto e ogni singola fibra delle sue curve.

-Cosa hai desiderato?- le chiedo ancora rapito dalla sua bellezza.

-Non posso dirlo ma ha a che fare con te e una piccola bambina.-

Sorrido.

-E tu?-

-La stessa identica cosa.-


Ci siamo addormentati qui e siamo svegliati dalla suoneria di un telefono. Impiego almeno cinque minuti per capire a chi appartenga.

-Pronto?- sento chiedere da Lilia con la voce impastata, abbracciata ancora a me.-Tony...no stiamo bene...non siamo stati rapiti!...A casa Parker...sì ci siamo addormentati ma niente di più...Ah, bene...Va bene arriviamo...Sì ma dammi il tempo! Non sei molto vicino!-

Chiude di scatto la chiamata e si stropiccia gli occhi.

-Non ho ai dormito così scomoda.- dice stirandosi la schiena e le braccia.

-Non lo dire a me. E' stata una pessima idea.- commento facendo lo stesso.

-Dobbiamo andare subito a casa Stark. Daphne ha fame e piange in continuazione.-

-Va bene, andiamo con le mie...-

-No, prendimi la mano e andiamo così: faremo prima.-

Faccio come dice e, in men che non si dica, ci troviamo nella sua stanza a casa Stark.

Scendiamo le scale per la cucina e Lilia, appena vede Daphne piangere in braccio a Pepper, si affretta a prenderla e a sussurrarle:-Tranquilla piccola, la mamma è qui e anche il latte sì. Ci vediamo dopo ragazzi.-

Risale le scale e sparisce dalla nostra vista.

-Siediti ragazzo, stavamo preparando la colazione.-

-Grazie.-

Mi siedo accanto a Morgan la quale, in silenzio, mescola i suoi cereali con il latte ma senza alcun interesse.

-Tutto bene, Morg?-

-Come fate a dormire con lei?-

-Credi davvero che dormiamo?-

Il mio telefono comincia a vibrare e mi vedo costretto a rispondere, senza neanche guardare il display.

-Pronto?-

-Peter?-

-Agente Daisy, che...-

-Dove siete tu e Lilia?-

-A casa Stark...-

-Metti il vivavoce, Parker.-

Ubbidisco scettico e Daisy continua:-Stark è lì?-

-Sì, buongiorno agente. C'è qualche problema?-

-Uno bello grosso: l'Helios è sparito.-









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