CAPITOLO 5 - RISVEGLIO
Seika arrivando al campo prima dei suoi compagni di squadra era riuscito ad avere alcuni minuti per sistemare la situazione.
La doccia fredda non era mai stata un problema, anzi la faceva volentieri quando voleva dare una scarica a tutto il corpo.
E quel giorno l'avrebbe usata per schiarirsi le idee e cancellare dalla sua mente l'immagine del biondo e la sensazione delle sue labbra sul suo collo.
Era iniziato tutto come un gioco, ma quel baka gli stava entrando dentro, come non era mai successo con nessuno.
A lui ogni cosa scivolava sempre addosso senza lasciare nemmeno una piccola scalfitura nella sua corazza. Invece Netsu quella corazza la superava sempre senza problemi arrivandogli direttamente nel profondo.
Quando era vicino a lui faticava a ragionare.
Sapeva che superato un certo limite non sarebbe più riuscito a tornare indietro, ma non riusciva a rinunciare a lui, lo attirava troppo e adesso che aveva reagito alle sue provocazioni la sfida era diventata ancora più allettante.
Dopo la doccia si sentiva decisamente meglio anche la sua mente era ritornata lucida, si infilò la divisa da calcio e uscì sul campo pronto per l’allenamento.
Quando rientrò nello spogliatoio e si sfilò la maglietta non poté non notare gli sguardi dei suoi compagni, ma nessuno disse niente tranne Koan che gli si avvicinò ghignando "Ehi Kimura ti sei scopato un pittbull?"
Seika lo guardò imperturbabile "No, è una tigre"
Koan scoppiò a ridere "Attento allora a non farti mangiare."
Seika, notando Kata poco distante ne approfittò per stuzzicarlo "Tranquillo, presto sarà un gattino.” Poi rivolto al senpai aggiunse “Un bel gattino biondo".
Kata colse subito il significato di quelle parole, attese che gli altri andassero alle docce per rispondere alla provocazione.
Sentiva la gelosia crescere e non gli risultava difficile credere che Netsu avesse fatto una cosa simile. Quando veniva stuzzicato era capace di tutto e aveva già notato l'interesse che il suo amico aveva per il nuovo arrivato.
Anche Seika colse l'occasione per restare da solo con il possibile amante della sua preda.
Kata chiuse il suo armadietto e si girò "Volevi dirmi qualcosa?"
Seika fece uno strano ghigno "Solo informarti senpai che presto un certo biondino sarà mio."
Il più grande cercò di rimanere impassibile "E la cosa dovrebbe interessarmi?"
L'altro alzò le spalle "Se non ti interessa tanto meglio. Perché io ottengo sempre ciò che voglio."
Kata aveva voglia di spaccargli la faccia, ma non poteva esporsi. Non voleva in nessun modo che Netsu lo venisse a sapere così. Aveva fatto tanto per tenere nascosto ciò che provava.
E comunque qualunque cosa fosse successa dubitava fortemente che Netsu fosse il tipo da farsi sottomettere. Era più probabile il contrario. Così seppur si sentiva rodere dalla gelosia disse solamente "Se ne sei convinto auguri." E andò anche lui nella docce.
Forse non c'era nessuna relazione fra i due, pensò Seika, però meglio eliminare ogni ostacolo, anche quelli latenti o potenziali.
Anche i compagni di squadra di Netsu non poterono non notare il segno sul suo collo.
I commenti furono molto vari da quelli più volgari a quelli più sottili, ma su una cosa tutti erano d’accordo: visto che Netsu non rispondeva e cercava di nasconderlo, significava che non era stata la sua ragazza.
Il biondo non era riuscito a trovare una spiegazione plausibile senza rivelare la verità, così aveva preferito restare in silenzio.
Meglio far credere di avere un’amante, sperando che Shizuka non lo venisse a sapere, piuttosto che dire a tutti che era stato Seika.
Quando Netsu rientro nello spogliatoio dopo aver fatto la doccia, i suoi compagni, purtroppo, stavano ancora parlando di lui, imprecò notando che nel frattempo erano arrivati i ragazzi della ginnastica artistica e tra questi c’era anche Sorai, l’ex di Shizuka, che sembrava molto interessato all’argomento.
Netsu aprì l’armadietto per prendere i suoi vestiti e poi lo richiuse con un gesto di stizza.
Girandosi sobbalzò trovandosi Sorai a pochi centimetri.
“Bene, bene. Sembra che tra poco Shizuka ritornerà da me. L’avevo avvertita che non sarebbe mai riuscita a soddisfarti.”
A Netsu quel ragazzo non era mai andato a genio e adesso lo stava proprio facendo incazzare “E tu che cazzo ne sai!?"
“Si vede subito dal tuo sguardo che ami il sesso violento e la mia piccola Shizuka è troppo presa dall’essere una ragazza modello per poter soddisfare i tuoi desideri.”
Sorai poteva affrontare qualunque argomento e rimanere sempre con la stessa espressione apatica, sembrava sempre parlasse del tempo “Sicuramente chi ti ha dato quel morso è più adatto. Ho sentito dire in giro che un altro studente ha lo stesso segno”
Netsu restò pietrificato, altri avrebbero potuto trarre delle conclusioni pericolose.
Io scansò in malo modo “Adesso togliti dai coglioni, devo vestirmi.”
Sorai sorrise e se ne andò in palestra dicendo “Salutami tanto la mia piccola Shizuka”
Seishiro gli si avvicinò.
“Se vuoi un consiglio, parla con Shizuka prima che questa storia si diffonda. E’ una ragazza molto orgogliosa.”
Netsu aveva cercato di resistere, ma con il suo amico non riuscì a trattenersi “Lo so. Cazzo! Ma non c'è alternativa. Non posso certo negare l’evidenza…”
Seishiro scrollò le spalle “Dire la verità è sempre la scelta migliore. Se hai fatto una cazzata chiedile scusa, altrimenti chiudi con lei.”
Netsu rise “Dirle la verità… non mi crederebbe mai” poi si avvicinò all’amico in modo da non essere sentito da altri “E’ stato Seika”
Seishiro lo guardò con una strana espressione che Netsu comprese subito “Non è come pensi. È stato solo uno scherzo idiota! Ma non posso certo andare a raccontarlo in giro”
Seishiro scrollò nuovamente le spalle “Fa come credi.” Ma aveva già capito che quella storia non sarebbe finita lì e presto o tardi sarebbe scoppiata.
Netsu stava dirigendosi in camera quando sentì suonare il cellulare. Era un messaggio di Kata che gli chiedeva di passare un attimo nella sua camera e un secondo che lo informava di non preoccuparsi perché Takeji era uscito.
Kata aveva fatto di tutto per non pensare alla frase di Seika, ma alla fine aveva ceduto al bisogno di sentire dalla voce di Netsu che cosa fosse realmente successo.
Appena Netsu entrò nella stanza si rese conto che il suo amico era più accigliato del solito.
“Oayo, Kata senpai.”
Vedendo che Kata non rispondeva si preoccupò, si avvicinò al letto dove si trovava il rosso e gli si mise accanto.
“E’ successo qualcosa?”
L’atto di sedersi fece muovere la maglietta di Netsu mettendo in evidenza il morso. Kata sgranò gli occhi.
“Non avevi detto che non volevi?”
Netsu non comprese subito il significato di quella frase “Cosa?”
Kata si avvicinò, gli spostò la t-shirt e disse “Questo!”
Netsu si allontanò fulmineo e si sistemò l’indumentol per cercare di coprirlo. Adesso gli era chiaro il significato della frase di prima. Kata aveva capito chi era stato “Chi te l’ha detto?”
“Lui”
Netsu sentì la rabbia assalirlo “Quel fottuto bastardo! Non è come pensi.”
Kata cercò di sembrare indifferente “E come sarebbe?”
Netsu non capiva quell’atteggiamento così freddo “E’ stato uno stupido scherzo.”
A Kata rimanere calmo iniziava a risultargli difficile visto che Netsu non voleva dirgli la verità “Lui ne ha uno uguale. Si è forse morso da solo?”
Netsu sentì una punta di panico mischiarsi alla rabbia, così cercò di difendersi “E’ colpa sua. Mi ha stuzzicato e io ho solo reagito. E comunque perché ti interessa tanto? Non sei la mia ragazza!”
Kata lo guardò con astio, la gelosia stava prendendo il sopravvento “Hai ragione.” Fece una pausa, poi riprese “Quindi è una normale reazione. Bene. Però sono proprio curioso. Voglio proprio vedere se è vero…”
Poi senza aggiungere altro prese Netsu per i capelli e lo tirò contro di sé coinvolgendolo in un bacio violento. Non attese che Netsu realizzasse cosa stava accadendo approfittando della sua bocca semiaperta infilò la lingua e andò ad esplorarla.
Il biondo rimase spiazzato, ma reagì immediatamente dandogli una spinta per allontanarlo.
Kata abbassò lo sguardo sentiva la frustrazione vicina a farlo esplodere.
Netsu era furioso “Non so che cazzo vi è preso a tutti!”
E così dicendo uscì dalla stanza.
Kata imprecò come gli era venuto in mente di fare una cosa tanto stupida?
Aveva resistito per anni e adesso l’arrivo di quel bastardo stava mandando tutto a puttane.
E Netsu come poteva non accorgersi di quello che stava succedendo? Mentiva così spudoratamente anche a se stesso?
Netsu era stanco, aveva la testa completamente in subbuglio.
Già non capiva l’atteggiamento di Seika e adesso ci si metteva anche Kata.
Cosa era stato quel bacio? Perché l’amico si era arrabbiato tanto?
I casini si stavano accumulando senza sosta.
Doveva ancora affrontare il problema Shizuka, sicuramente il giorno dopo avrebbe dovuto darle delle spiegazioni.
Anche se i ragazzi della squadra non avessero parlato, cosa che dubitava fortemente, ci avrebbe pensato Sorai ad informarla.
Doveva trovare una scusa convincente oppure dirle la verità? Se avesse scelto la seconda opzione, era sicuro, non gli avrebbe mai creduto.
Inoltre avrebbe dovuto affrontare nuovamente Seika. Perché con lui non riusciva a restare lucido?
Con Kata era riuscito a reagire subito e ad allontanarlo, perché con Seika non succedeva?
Nella sua mente si affollavano domande a cui non sapeva dare una risposta.
Decise di andare subito a dormire senza scendere a cenare. Forse il giorno dopo avrebbe visto tutto sotto una luce diversa.
Seika non avendo incontrato Netsu in mensa sospettava avesse deciso di non mangiare. Sperava non fosse per le voci che iniziavano a circolare, quel baka doveva fregarsene di ciò che pensava la gente altrimenti non sarebbe mai stato libero.
Anche lui in quel momento avrebbe voluto essere libero, libero da quelle piattole che gli giravano sempre intorno.
Adesso si era aggiunta anche una ragazza del terzo anno di nome Katsumi ancora più fastidiosa delle altre.
A forza di attaccarsi al suo braccio gli aveva fatto perdere la pazienza. Quando poi aveva iniziato a litigare con Misako per chi fosse più adatta per lui non ci aveva visto più ed aveva deciso di andarsene per evitare di perdere la pazienza e picchiarle lì davanti a tutti.
Quando entrò in camera aveva ancora un diavolo per capello. Trovò Netsu già nel suo letto che dormiva pacifico; era completamente scoperto e aveva addosso solo un paio di calzoncini da basket.
Un pensiero perverso gli attraversò la mente: perché non sfogare l’irritazione su quel bel bocconcino?
Si spogliò e dopo essersi messo anche lui solo dei pantaloncini si avvicinò all’ignaro biondino. Si mise a sedere sul bordo del letto e passò un dito sul suo torace, Netsu non si mosse.
Bene, pensò, vediamo fin dove posso spingermi.
Questa volta accarezzo la sua pelle nuda con entrambe le mani e lo sentì mugugnare.
A Seika il gioco iniziava a piacere, aveva pensato semplicemente di svegliarlo per farlo arrabbiare, ma visto che dormiva profondamente poteva divertirsi un po’.
Passò la mano sull'addome abbronzato del biondo, poi con l'altra alzò l'elastico dei pantaloncini per poter scendere maggiormente. Sorrise notando che Netsu non portava niente sotto.
Sentì l'eccitazione pervaderlo aveva voglia di toccarlo, il rischio di svegliarlo rendeva tutto ancora più allettante.
Provò ad accarezzare piano il sesso del biondo, questo mugugnò nuovamente e allargò le gambe.
Seika sorrise, prese in mano l'asta di Netsu e con il dito fece dei piccoli cerchi sulla punta. Vedendo che si stava indurendo sotto le sue cure iniziò ad andare su e giů piano.
Sentendo il biondo ansimare piano, Seika ghignò e prese a muovere la mano più veloce.
Quando Netsu gemette per l'approssimarsi dell'apice si fermò e avvicinandosi al suo orecchio gli disse "Troppo facile. Se vuoi godere devi chiedermelo" e tolse la mano.
Si rialzò appena in tempo perché in quel momento l'altro spalancò gli occhi.
Netsu era confuso. Si sentiva strano, si era svegliato di scatto e non capiva bene cosa stesse succedendo. Era certo di stare facendo un sogno erotico, era terribilmente eccitato. Il membro gli faceva male tanto fosse vicino all'orgasmo. Era incazzato per essersi svegliato proprio in quel momento, però non era sicuro di chi fosse la sua partner.
Cercò di ritrovare lucidità e vedendo Seika in piedi di fianco al suo letto fu preso dal panico.
"Che cazzo ci fai qui?"
"Hai sempre quella parola in bocca. Prima o poi ti ci metto il mio."
Netsu lo guardò confuso. Seika scosse la testa "Niente. Non facevo niente. Ti ho sentito mugugnare e mi sono avvicinato."
Guardò le parti basse di Netsu, l'erezione svettava fiera tirando la stoffa dei pantaloncini.
Il biondo seguì il suo sguardo e divenne tutto rosso, raccolse il lenzuolo e si coprì.
Seika sorrise "Facevi un bel sogno?"
Netsu girò la faccia dall’altra parte "Non ti riguarda."
Il moro si abbassò e avvicinando il viso al suo gli disse "Posso farti godere, ma devi chiedermelo"
Netsu si irrigidì era la stessa voce e la stessa frase che aveva sognato. Com'era possibile?
Scattò in piedi e si infilò veloce in bagno. Seika si spostò appena in tempo per non ricevere una testata ed essere scaraventato a terra.
Netsu si appoggiò con entrambe la mani al lavandino e cercò di riprendere lucidità, cosa non facile vista l'erezione che si ritrovava e il bisogno prepotente di soddisfarla.
Era confuso e spaventato. Possibile si fosse eccitato sognando Seika?
Non fece in tempo a rispondersi che lo vide riflesso nello specchio dietro di sé. Il moro si avvicinò al suo orecchio e gli disse "Cos'è questo sguardo spaventato? Hai fatto un brutto sogno?"
"Stronzo!" Netsu cercò di girarsi, ma Seika glielo impedì spingendolo contro il lavandino, poi portando una mano dentro i suoi calzoncini afferrò il suo membro ancora terribilmente eccitato.
A Netsu scappò un gemito che fece ghignare Seika e lo incitò ad andare avanti.
Prese a muovere la mano, era la prima volta che lo faceva ad un altro ragazzo, ma sapeva esattamente quale fosse il modo migliore per farlo godere, d’altronde bastava pensare a cosa piaceva a lui.
Netsu avrebbe voluto scacciarlo, spingerlo via, ma era troppo piacevole, la mano di Seika lo stava facendo godere come da solo non sarebbe mai stato capace.
Il piacere invase completamente la sua mente scacciando la paura e la consapevolezza di quello che stava succedendo. Si sentiva come dentro un'illusione dove c'erano solo loro due e quello che il moro gli stava facendo provare.
Seika gli leccò il collo e gli disse "Fammi sentire la tua voce non trattenerla." Era come se non aspettasse altro. I gemiti iniziarono a uscire incontrollati.
Il moro sentendo quei suoni erotici, non riuscì a restare lucido. L'eccitazione salì prepotente e senza pensarci strusciò il suo membro turgido sul sedere del biondo.
Netsu, davanti all'evidente desiderio dell’altro, avvertì una strana scarica attraversarlo, un esaltante senso di potere.
Inclinò indietro la testa e disse con voce roca distorta dal piacere "Ti eccito bastardo"
Seika ghignò, lo attirò maggiormente contro di sé e facendogli sentire maggiormente la propria eccitazione riprese a torturargli il collo.
Netsu si fece completamente travolgere dagli istinti e portando una mano dietro afferrò il sesso dell’altro e prese a masturbarlo.
Seika continuò a mormorargli il collo, succhiando e mordendo, mentre le loro mani si muovevano allo stesso ritmo e i gemiti uscirono all'unisono.
Non si guardarono e non si dissero più niente seguendo solo il ritmo dei loro movimenti e i suoni del loro piacere.
Quando vennero rimasero per qualche minuto fermi in quella posizione sentendo la propria mano intrisa del seme dell'altro.
La consapevolezza di quello che avevano appena fatto non tardò ad arrivare facendoli sentire imbarazzati e colpevoli.
Anche Seika pur essendo stato lui a dare il via a quella follia adesso si sentiva turbato, Netsu non era innocente, era al contempo vittima e carnefice. Riusciva a trascinarlo in un vortice di emozioni difficili da controllare.
Netsu dal canto suo aveva capito che Seika era pericoloso, riusciva sempre ad incasinargli la mente e lo spirito, portandolo in una illusione dove esistevano solo piacere e desiderio.
Si rese conto di avere assolutamente bisogno di una doccia aveva il suo sperma sulla pancia e quello di Seika nella schiena.
Senza bisogno di spiegazioni il moro si staccò da lui e con un semplice "Prima tu" uscì dal bagno.
Per stuzzicarlo c'era tempo adesso aveva solo voglia di non pensare e godersi quella strana sensazione di soddisfazione.
Netsu si lavò in un attimo, voleva tornare a dormire e chiudere quella assurda notte.
Quando rientrò in camera temeva di doversi subire delle battutine velenose, invece Seika entrò in bagno senza dire niente, forse anche lui non era completamente indifferente a quello che era appena accaduto oppure aveva solo fretta di lavarsi.
Nel dubbio Netsu si infilò veloce un nuovo paio di pantaloncini e si mise nel letto. Quando Seika uscì, Netsu fece finta di dormire, ma la sua mente seguì ogni movimento del moro. Quando quest'ultimo spense la luce e si distese nel proprio letto Netsu si rilassò.
Anche se quella notte nessuno dei due riuscì a dormire molto, troppo consci della presenza dell’altro nel letto accanto.
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