CAPITOLO 1 - INCONTRO

Le vacanze primaverili erano finite ed iniziavano le lezioni di un altro interminabile anno.
Netsu si sentiva come un carcerato che conta i giorni che mancano alla fine della sua condanna.

Appena diplomato sarebbe finalmente andato a studiare in un'università americana, dove avrebbe avuto la possibilità di giocare in una importante squadra di basket.
Aveva già avuto diversi contatti con alcune squadre di college, ma Leroy, suo padre, si era opposto, prima doveva pensare a studiare poi sarebbe venuto tutto il resto.

Netsu proprio non lo capiva, lui era stato un importante giocatore della NBA, aveva vinto il campionato diverse volte e il titolo di MVP.
Il basket era tutta la sua vita, finché non si era infortunato ad un ginocchio ed aveva dovuto abbandonare la carriera professionista.

Era stato grazie al basket se aveva conosciuto sua madre, Kinuye alle olimpiadi, lei era una giocatrice della nazionale giapponese di pallavolo. Era stato amore a prima vista.
Netsu era stato concepito proprio durante quell'importante manifestazione.

I suoi genitori dopo i rispettivi rientri a casa si erano tenuti in contatto, ma sua madre non aveva detto niente della sua gravidanza per non diventare un ostacolo per la carriera di Leroy.
Pochi mesi dopo però c'era stato l'infortunio e suo padre preso dalla disperazione aveva deciso di trasferirsi in Giappone e correre da lei.
Quando si erano rivisti Netsu era già nato. Leroy aveva voluto sposare Kinuye immediatamente e riconoscere Netsu come suo figlio. Voleva lasciarsi tutto alle spalle e iniziare una nuova vita con la moglie e il figlio.

Inizialmente aveva odiato la sua carriera sportiva dove la cosa più importante era essere il numero uno e che stava per impedirgli di essere felice.
Nessuna vittoria valeva quanto suo figlio. L'infortunio aveva segnato la morte della sua vecchia vita e la nascita di quella nuova.

Netsu fisicamente era identico a suo padre, capelli biondi e occhi azzurri, non aveva ereditato da sua madre nessuna caratteristica nipponica.

Era alto per essere un giapponese, ma non ancora abbastanza per essere un giocatore di basket da NBA, sfiorava il metro e novanta, ma la sua velocità e la sua elevazione, oltre alla visione del gioco e ad una tecnica formidabile, lo rendevano un giocatore difficile da arrestare.

Aveva la doppia cittadinanza ed era stato convocato diverse volte dalla squadra giovanile giapponese, ma lui aveva sempre rifiutato.
Lui voleva giocare negli Stati Uniti e non voleva pregiudicarsi la possibilità di far parte un giorno del Dream Team come suo padre.
Aveva solo 17 anni, ma sentiva di perdere tempo e per questo era sempre sul piede di guerra con il padre.
Per Leroy ogni cosa doveva essere fatta nel giusto ordine.
La sua paura era che anche Netsu potesse perdere di vista le cose importanti per dedicarsi completamente al basket, una vita di sacrifici che un infortunio poteva far diventare vana.

Quando era successo a lui era stata molto dura.
Fortunatamente l'amore per sua moglie e in seguito la scoperta di essere padre gli avevano dato la forza di andare avanti e gli avevano mostrato una via alternativa.
Inoltre, grazie al fatto di essere famoso, le possibilità di lavoro non erano mancate.
Adesso allenava una squadra di B1 della B.League ed era anche personal training di persone importanti che lo pagavano profumatamente.
Kinuye, sua madre, invece era una giornalista sportiva. Il suo sogno era di intervistare un giorno il suo adorato figlio.

Netsu era iscritto alla Tokyo High School, un importante istituto privato. La retta era elevata ed era frequentata solo da figli di papà.
Il regolamento imponeva di rimanere a dormire all'interno del campus per non distogliere l'attenzione dallo studio e poter dedicare il tempo libero ai vari club sportivi. Un vero e proprio vanto per la scuola.

Netsu pur provenendo da una famiglia ricca era entrato in quella scuola solo per l'importanza della squadra di basket.
Erano stati loro a volerlo ad ogni costo proponendogli un piano di studi agevolato che naturalmente suo padre aveva rifiutato. Lo studio non doveva avere niente a che fare con il suo talento.

Netsu non era interessato a tutte quelle stronzate sulla posizione sociale. Per lui l'importante era potersi allenare e suo padre non aveva niente da ridire finché veniva promosso.
Ad essere sinceri non era un genio e faceva molto fatica nello studio, ma grazie alla sua bravura nel giocare a pallacanestro i professori chiudevano facilmente un occhio all'insaputa dei suoi genitori.
Da quando era entrato a far parte della squadra, la scuola aveva sempre vinto il campionato nazionale.
Gli era rimasto ancora un interminabile anno.

Sua madre era molto protettiva nei suoi confronti e cercava in ogni occasione di fargli prendere in considerazione la possibilità di non partire per gli USA.
Non c'era bisogno di andare tanto lontano, anche in Giappone poteva benissimo giocare.
Ma lui era irremovibile.

Quando Netsu aveva trovato la ragazza, Kinuye aveva sperato potesse essere un buon motivo per restare, ma evidentemente non ne era così innamorato, visto che non aveva nemmeno preso in considerazione quella possibilità. Il vero amore ti sconvolge la vita e ti fa vedere le cose in modo diverso. Quando sua madre gli faceva questo discorso, Netsu scoppiava a ridere ribadendo che niente al mondo si sarebbe mai potuto mettere tra lui e la sua passione.

Netsu quella mattina si era alzato presto e aveva preparato le valigie e adesso era pronto per rientrare a scuola.

Arrivato al dormitorio il responsabile lo avvertì che non era più nella stessa camera singola dell'anno prima, ma che avrebbe dovuto dividerla con un nuovo ragazzo. Netsu ne fu molto contento, non gli era mai piaciuto stare solo, sperò fosse uno sportivo in modo da avere gli stessi interessi, non aveva proprio voglia di avere un secchione o un nerd come compagno di stanza.

Seika sbuffò, l'inizio di un nuovo noiosissimo anno nell'ennesima nuova scuola.
Aveva dovuto cambiare nuovamente istituto a causa di un incidente in cui alcuni suoi compagni erano finiti in ospedale, una mega rissa con danneggiamento della scuola, lui era stato attaccato e si era solo difeso.
Nessuno aveva creduto alla sua innocenza, con la sua reputazione, era stato più facile accusare lui che cercare di stabilire la verità.
Quel nuovo istituto era stato il risultato del compromesso raggiunto con suo padre. Lui voleva una scuola con un buon club di calcio e suo padre una scuola di figli di papà dove, parole di suo padre, sarebbe stato più difficile trovare dei "delinquenti" che avrebbero avuto una cattiva influenza su di lui.

Suo padre era un alto ufficiale dell'esercito e lavorava al ministero della difesa.
Da quando suo fratello aveva lasciato la famiglia per andare a giocare in Inghilterra suo padre aveva riversato tutte le sue aspettative sul figlio minore e non vedeva di buon occhio il suo desiderio di giocare.
Seika aveva iniziato a giocare a calcio solo perché voleva emulare suo fratello Isamu, per lui era un idolo, un esempio da seguire.
Adesso però lo faceva solo per ripicca verso suo padre, perché non aveva voluto accettare la decisione di suo fratello di diventare un professionista.
Aveva perfino proibito a Seika di avere contatti con lui, divieto che naturalmente lui non rispettava.

L'unica cosa che sperava per quel nuovo anno scolastico era che, per una volta, le ragazze lo lasciassero vivere in pace.
Era decisamente affascinante: capelli e occhi nerissimi, lineamenti delicati, pelle di porcellana e fisico atletico.
A causa del suo aspetto era continuamente circondato da ragazze che lui riteneva estremamente fastidiose e petulanti. Mai nessuna aveva destato il suo interesse, aveva provato ad avere qualche storia, ma il sesso era solo un puro atto fisico senza nessuna emozione.
Aveva iniziato ad avere dei dubbi sul proprio orientamento sessuale.

Non che i ragazzi lo avessero mai attratto in modo particolare, però chissà ... magari il sesso poteva essere più interessante visto che univa dolore e piacere, per godere dovevi prima accettare di soffrire ...

Magari se il suo compagno di stanza fosse stato passabile poteva anche provarci.
Suo padre sarebbe morto d'infarto se il suo prezioso figlio in cui aveva riposto tutte le sue speranze per mantenere alto il nome Kimura all'interno dell'esercito si fosse scoperto attratto da un ragazzo.
Per lui era meglio vedere suo figlio morto che vederlo con un altro uomo. L'omosessualità per lui era una vera piaga, una malattia che corrompeva l'anima e indeboliva lo spirito, una cosa inaccettabile che andava contro natura.

Quando Seika arrivò nella sua nuova stanza ancora il suo compagno non era arrivato. Perfetto, pensò, così poteva scegliere il lato migliore, si guardò intorno e scelse il letto vicino alla finestra.
Sistemò le sue cose con calma e prese un libro in attesa dell'arrivo del suo coinquilino. Non era nella sua natura essere curioso, però visti i pensieri di poco prima non vedeva l'ora di scoprire il suo aspetto.

Netsu era in ritardo come sempre, doveva appoggiare le sue cose in camera e correre in classe, avrebbe disfatto le valigie più tardi.
Appena aprì la porta vide il suo compagno di stanza seduto sul letto intento a leggere un libro. Era un bel ragazzo, con lineamenti tipici giapponesi, ma alto quasi quanto lui, un fisico magro e atletico sicuramente uno sportivo.
Era molto contento. Magari aveva la sua stessa passione.
Si presentò facendo uno dei suoi meravigliosi sorrisi. "Ciao io sono Netsu Aoki."

Seika era rimasto a bocca aperta. Lui aveva sperato fosse passabile, ma questo era un dono del cielo. Era il ragazzo più bello che avesse mai visto. Forse non facile da sottomettere visto la statura, ma lui adorava le sfide.
Si alzò dal letto e gli si avvicinò fino a sfiorarlo e gli disse piano all'orecchio "E io colui che ti scoperà"
Poi uscì senza aggiungere altro.
Netsu rimase di sasso.
Quando sentì chiudersi la porta alle sue spalle si riscosse "E che cazzo?!"
Doveva trattarsi sicuramente di uno scherzo di cattivo gusto e lui ci era caduto in pieno.
Era proprio un idiota.
Chissà le risate che si stava facendo alle sue spalle quel bastardo di fronte alla sua espressione allibita.
L'aveva appena incontrato e già gli stava sulle palle, ma avrebbe pareggiato il conto molto presto.

Appoggiò le sue cose nel lato della camera rimasto libero e corse fuori, era già in terribile ritardo.
Quel bastardo aveva già occupato il letto vicino alla finestra senza chiedere il suo parere.

Netsu arrivò in classe pochi secondi prima che entrasse il professore. Prese posto in fondo come l'anno precedente e salutò i suoi amici Koan e Seishiro. Shizuka, la sua ragazza, gli rivolse uno sguardo carico di rimprovero e scosse la testa. Lui le mandò un bacio facendola irritare maggiormente.

Il professore entrò in aula seguito da un ragazzo moro. Netsu sgranò gli occhi, era quel bastardo del suo compagno di stanza.
Si alzarono molti mormorii. Le ragazze commentavano eccitate il suo aspetto, mentre i ragazzi si lamentavano perchè sembrava uno decisamente altezzoso e antipatico. Netsu invece lo guardava senza dire niente, ma con occhi carichi d'odio.


Dopo il consueto saluto il professore passò a presentare il ragazzo "Lui è il vostro nuovo compagno. Prego presentati pure."
Seika prese la parola con grande sicurezza senza nessun imbarazzo "Il mio nome è Seika Kimura. Spero mi accetterete come vostro compagno."
Il professore si aspettava che il ragazzo aggiungesse altri particolari della sua vita, ma vedendo che non ne aveva nessuna intenzione lo congedò. "Bene Kimura puoi sederti in fondo vicino ad Aoki."
Quest'ultimo stava per protestare poi si trattenne, non poteva essere così arrabbiato per uno stupido scherzo, doveva dimostrargli che non gli aveva fatto nessun effetto.
Seika guardò il suo nuovo vicino di banco e sorrise internamente. Era proprio il destino ad avergli messo quel bocconcino a disposizione. Sembrava dirgli "Prendilo è tuo".

Esternamente non mostrò alcuna emozione, si sedette senza nemmeno salutarlo. Doveva giocare bene le sue carte se voleva davvero averlo ai propri piedi e contemporaneamente mantenere la sua solita facciata impassibile, solo così poteva mantenere le distanze fra lui e le altre persone e sperare in un anno tranquillo.

Non aveva bisogno degli altri, erano solo una scocciatura e alla fine creavano solo guai.
Dopo la partenza di suo fratello era sempre rimasto da solo. Non legava nemmeno con i propri compagni di squadra.

Era stanco di cambiare scuola, doveva cercare di evitare i guai se non voleva finire all'accademia militare. Quella era la sua ultima occasione.

Netsu lo guardò e attese che dicesse qualcosa, ma il moro lo ignorò.
Il biondo si irritò, non essere considerato era la cosa che odiava di più. "Ehi bastardo, lo scherzo di prima potevi risparmiartelo."
Seika lo interruppe "Non era uno scherzo, era un'informazione. Tra un mese sarai mio."
Netsu si infervorò "Baka, sarai anche bello, ma a me i ragazzi non interessano."

Il professore interruppe la spiegazione "Aoki vuoi rendere partecipi anche noi? Cosa c'è di così importante?"
Netsu abbassò la testa "Niente professore Iwata."
Il docente scosse la testa "Quest'anno se non avrai voti decenti la tua bravura nello sport non ti servirà per passare."
Il biondo guardò male Seika che faceva finta di niente e rispose "Mi scusi professore"
Mentre ritornava a guardare svogliatamente il libro sentì l'altro dire "Così sarei bello..."
Netsu strinse talmente forte da matita da spezzarla in due. Quel ragazzo gli faceva proprio perdere le staffe.
Cercò di ignorarlo per il resto della mattinata, cosa che gli riuscì abbastanza bene visto che l'altro fece altrettanto.

Al suono della campanella che decretava l'intervallo, Seika fu circondato da tutte le ragazze della classe che lo tempestarono di domande sulla sua vita e sui suoi gusti. Il ragazzo si limitò a rispondere con dei semplici sì o no. Sembrava che tutta quella popolarità non gli facesse né caldo né freddo.
Quel comportamento irritò maggiormente Netsu, anche perché tra tutte quelle ragazze ammaliate da Kimura c'era anche Shizuka.
Si avvicinò alla propria ragazza e abbracciandola da dietro le disse "Vieni? Possiamo andare sul tetto per stare un po' da soli..."
Aumentò la stretta per farle capire che non voleva solo parlare.
Shizuka se lo scrollò di dosso senza tante cerimonie "Lasciami baka! Lo sai che non voglio che mi abbracci a scuola! E poi è contro le regole salire lassù."
Seika che non si era perso nemmeno un secondo di quel diverbio ghignò. Netsu lo fulminò con lo sguardo, che cazzo aveva da sorridere quel bastardo?
Senza aggiungere altro uscì dall'aula in cerca dei suoi amici.



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N/A:

Nvi voglio avvisare non è assolutamente una storia che parla di basket o di calcio.
Faranno solo da contorno niente di più.
Ci lasciò comunque un piccolo glossario delle parole che ho usato.
A presto!

NBA: La National Basketball Association (NBA) è una lega professionistica di basket del Nord America composta da 30 squadre (29 negli Stati Uniti e 1 in Canada). È considerata la principale lega di basket professionistica al mondo.

L'NBA Most Valuable Player Award (o MVP Award) è il premio conferito dalla National Basketball Association al miglior giocatore della regular season.

B. League: è una lega professionistica di Basket maschile giapponese. La lega è composta da due divisioni B1 e B2

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