Un regalo per Muichiro
È arrivato agosto con il suo caldo estenuante, l'aria secca di Tokyo mi uccide, me ne sto chiusa in casa tutto il giorno a fare i compiti delle vacanze davanti al ventilatore.
Dopo essere tornati dal mare, ognuno ha ripreso la sua vita quotidiana. Obanai, come tutti gli altri tranne me, Shonibu e ovviamente il piccolo Genya, sta studiando per l'esame d'ammissione all'università che si terrà fra due settimane. Lo sto vedendo pochissimo e sono un po' giù per questo, mi manca. Anche Shonibu si è fatta di nebbia e non ne capisco il motivo: in estate ci trovavamo sempre per studiare insieme. Le ho detto che poteva venire qui, a casa mia, e non mi ha mai risposto con una certezza. Ha detto semplicemente: dai, vediamo.
I giorni non passano mai, perché studiare da sola non è divertente. Ho pensato di studiare insieme a Obanai, ma non vorrei nemmeno distrarlo e ho accantonato l'idea. Meno male, però, domani è il compleanno dei gemelli Tokito! In tutto ciò, dato che ognuno di noi ha i propri impegni, non siamo ancora riusciti a prendere un regalo ai festeggiati. Non possiamo mica andare da loro a mani vuote! Bisogna farci venire in mente qualcosa il prima possibile, domani è già qui.
Come ogni sera post studio, io e Obanai ci sentiamo telefonicamente. Non vero mai l'ora che arrivi la sua chiamata sul mio cellulare, di solito verso le 19, eccola!
– Ehilà!
Mi dice Obanai al telefono.
– Hey, finalmente!
Gli rispondo tutta felice.
– Com'è andata oggi?
– Una noia mortale, tu? Come sei messo con lo studio?
– Mah... potrebbe andare meglio.
– Dai, non essere sempre pessimista. Sai che faccio il tifo per te!
– Come sta la caviglia?
– Meglio, finalmente riesco a camminare poggiando il peso sul piede senza usare la stecca.
– Meno male...
– Be', il mio dottore personale mi ha fasciato proprio bene e ora sta guarendo del tutto!
Lo sento ridere nel mio orecchio, che carino che è! La sua voce anche da registrata è bellissima, a differenza della mia... sembro un'altra persona al telefono.
– Mi manchi.
Poi gli dico, con un tono di voce triste.
– Anche tu, dai domani ci vediamo!
– Sì, ma io voglio stare da sola con te! Senza tutti gli altri...
– Lo so, Mitsuri, anch'io. Dai, dopo l'esame prometto che dedico un giorno intero solo a te.
– Solo uno?
– Quanti ne vuoi?
– Tutti! Voglio stare tutti i giorni con te!
– Come sei pretenziosa...
Dice con un pizzico di ironia.
– Hai già dimenticato la nostra promessa?
– Ma no, no, certo che no! Stavo scherzando!
– Sarà meglio...
– Scema!
Ride di nuovo.
– A proposito di domani, cosa potremmo regalale ai gemelli?
– A me lo chiedi? Sei tu che li conosci meglio.
– Uffa, non mi aiuta nessuno.
– Dai! Prova a fare mente locale sui loro interessi, sono sicuro che qualcosa di carino lo troverai.
– Non che Muichiro-san parli molto di sé...
Rimaniamo a parlare al telefono per un'ora, poi mamma mi chiama per la cena. Ormai lo sanno tutti, della mia relazione con Obanai. Appena sono tornata a casa dalla vacanza con i miei amici l'ho detto a mamma, poi lei lo ha detto a papà e il piccolo Nijiro-chan l'ha origliando una mia chiamata con Obanai-san da dietro la porta della mia camera.
Scendo in salotto per cenare, aiutando mia madre con le portate.
– Allora, Mitsuri, quando ce lo presenti?
Mi chiede mio padre, allungandosi verso il cuociriso al centro della tavola.
– Eh? P-Papà, lo vuoi conoscere?
– Certo, voglio vedere a chi hai rubato il cuore! Lo sapevo che avresti avuto successo con i ragazzi, sei così bella!
– P-Papà mi fai arrossire!
Mi copro le guance diventate calde grazie ai suoi complimenti.
– Io lo conosco!
Esclama Nijiro-chan.
– Ah, sì? E quando l'hai conosciuto?
Gli chiede mamma.
– A scuola di onee-chan!
– Ah, alla cerimonia dei diplomi!
– Sì e mi ha fatto fare una brutta figuraccia con Obanai! Se ci ripenso muoio ancora dall'imbarazzo...
– È stata colpa di Shonibu nee-chan!
– Sì, era una sua idea...
Mamma e papà ridono.
Finiamo di cenare e aiuto mamma a sparecchiare e lavare i piatti, mentre papà e Nijiro-chan guardano i cartoni animati alla tv.
– Mi raccomando, Mitsuri, usate le protezioni.
Poi mamma mi dice, porgendomi un piatto appena lavato per asciugarlo.
– M-Ma... Mamma!
Non mi sarei mai aspettata una frase del genere da parte sua, o comunque non in questo momento! Mi tremano le mani e il piatto scivola a terra, frantumandosi.
– Ma che succede?
Mio padre chiede dalla sala, poi ci raggiunge.
– Mitsuri, sei maldestra! Ti sei fatta male?
– N-No no...
– Perché sei tutta rossa?
Mamma ride, papà le chiede cosa sia successo.
– Niente, niente, le è solo scivolato il piatto. Mitsuri, dai, vai a prepararti per dormire, finisco io.
– O-Ok...
Le passo accanto e lei mi sculaccia delicatamente, mi volto immediatamente e le metto il broncio. Poi mi sorride e mi fa l'occhiolino. Mamma, accidenti...
🌸🐍🌸🐍🌸
Sono stesa nel letto, mando un messaggio a Obanai per augurargli la buona notte, ma so che l'unica a dormire a quest'ora sarò io dei due, lui finisce sempre di studiare a tarda notte. Non è uno che dorme molto, in effetti.
Prima di spegnere il telefono, mando un messaggio a Shinobu.
Cosa ti metti domani?
Una sciocchezza, ma almeno io ogni tanto le scrivo... spengo la luce dell'abajour, mi metto comoda nel letto e chiudo gli occhi.
È mattina, vengo svegliata dai raggi di sole filtrati dalle persiane. Sono le 10 passate, mi stiracchio e mando il buongiorno a Obanai. Ultimo accesso alle 3 inoltrate, mi risponde subito. Ma non dorme proprio mai? Come fa lo sa solo lui.
Scendo per fare colazione e trovo Nijiro-chan giocare alla play station, ma insomma! Beato lui che non ha tutti i compiti che ho io e può starsene tutto il giorno a giocare.
Continuo ad arrovellarmi per il regalo di Muichiro e Yuichiro... pensa, Mitsuri, pensa, i loro interessi... non mi viene in mente niente! Sì, li conosco bene entrambi, ma quel loro modo di fare così passivo lascia percepire poco e nulla degli interessi che possano avere. Intanto mi mangio un melone intero tutto da sola, tagliato a spicchi da mamma.
Continuo a pensare, spremendomi le meningi anche durante lo studio e riprendendo anche i ricordi del nostro passatl pur di sperare di trovare qualcosa, finché... nei miei ricordi trovo qualcosa. Ci fu un momento in cui io e Muichiro-san combattemmo insieme, successe... al villaggio dei forgiatori! Mamma mia, che bel ricordo... a parte quando una luna crescente mi chiamò "puttana", mi arrabbiai tantissimo e diedi il peggio di me. Però alla fine ne uscimmo vincenti. Io, Muichiro, Sanemi, Genya e Tanjiro... alla fine li abbracciai fortissimo. Sorrido ripensando a quel momento, magari potrebbe far piacere anche a lui ricordare quella battaglia. Potrei regalare un ricordo?
I miei pensieri vengono interrotti dalla vibrazione del mio cellulare, Shinobu mi ha risposto.
Pensavo a un vestito, tu?
Meno male mi ha risposto, pensavo ce l'avesse con me per qualcosa. Aveva ragione papà ieri sera a dirmi che sono maldestra, a volte non mi rendo conto che alcuni miei comportamenti possono infastidire le persone. Quindi mi stavo già riempiendo di paranoie a causa del silenzio di Shinobu.
A proposito, io non so proprio cosa mettermi stasera! Voglio impressionare Obanai, è da una settimana che non ci vediamo... non vorrei che si fosse dimenticato come sono fatta! Voglio essere carina, per lui. Penserò a qualcosa, ora mi rimetto a studiare. Già è tanto che abbia trovato un regalo per i gemelli.
🌸🐍🌸🐍🌸
Alla fine ho optato per una camicetta e una gonna, semplicissimo. Non potevo mettermi in ghingheri per una cena fuori con amici, preferisco sentirmi a mio agio e se avessi messo qualcosa che si fosse avvicinato al mio pensiero iniziale non lo sarei stata. Volevo mettermi un tubino attillato, essere sexy per Obanai, ma non è proprio il caso... mi sono guardata allo specchio sistemando gli ultimi accorgimenti: poco trucco, ho legato i capelli in due trecce morbide.
Io e Obanai ci siamo messi d'accordo per andare al ristorante insieme, mi viene a prendere a casa, come sono contenta! Almeno per la durata del tragitto saremo solo io e lui! E poi, così, anche i miei genitori lo vedranno e smetteranno di assillarmi di domande su di lui.
Suona il campanello, mi fiondo davanti alla porta, guardo nello spioncino per accertarmi che sia lui e così è. Apro la porta, ma in un attimo vengo superata da Nijiro-chan che accoglie Obanai con un abbraccio.
– Nijiro-chan, insomma!
Esclamo. Obanai non se lo aspettava e ha preso mio fratello al volo prima che gli arrivasse addosso. Subito dopo arrivano anche i miei genitori a fare i curiosi, mi stanno facendo sentire a disagio. Scrutano Obanai in ogni suo minimo dettaglio. Oggi è stupendo, credo che ogni giorno la sua bellezza aumenti! Indossa dei pantaloni neri e una maglietta polo bianca con il colletto e il bordo delle maniche corte neri, sta benissimo così! Ho gli occhi a cuoricino!
– Emm... scusate, non mi sono presentato.
Poi dice Obanai, schiarendosi la voce.
– Ormai sappiamo già tutti di te, non ti preoccupare!
Gli risponde mamma, che lo invita ad entrare.
– Mamma, facciamo tardi, dai!
– Va bene, va bene, andate! Però mi raccomando, fatti vedere dopo aver dato l'esame. E in bocca al lupo!
Si intromette papà.
– Certamente!
Finalmente ci lasciano in pace, esco di casa e ci incamminiamo verso la stazione della metropolitana.
– Scusali, non sanno proprio trattenersi dalle figuracce.
Gli dico sospirando, mentre cammino accanto a lui.
– Be', è un vizio di famiglia!
Obanai-san ride e poi mi prende la mano, me la stringe e intrecciamo le nostre dita.
Arrivati alla metropolitana, prendiamo la linea Chiyoda verso Harajuku. Sono circa le 18 e la stazione è piena di uomini e donne, lavoratori e lavoratrici, appena usciti dai loro uffici. Questo è l'orario peggiore per prendere il treno, ma non abbiamo altra scelta d'altronde. Ci mettiamo in fila indiana per salire sul treno e appena dentro, siamo schiacciati tutti l'uno all'altro. Meno male sono poche fermate! Obanai mi stringe a sé e mi protegge da spintoni e manate, non sono mai stata così bene prima d'ora in una metropolitana affollata ed è tutto grazie alla sua protezione! Siamo arrivati alla stazione di Meiji, finalmente fuori. Usciamo e veniamo accolti dai colori e dalla vitalità di Harajuku.
Arriviamo al punto di ritrovo: Takeshita-dōri. Siamo un pochino in anticipo, non c'è ancora nessuno dei nostri amici. Mi sento osservata, tutti stanno guardando le mie trecce... ma alla fine siamo ad Harajuku e non mi sento a disagio. Possono pure pensare che sia una parrucca, fra tutti questi ragazzi non sono l'unica ad avere un aspetto stravagante.
– Alla fine sei riuscita a fare il regalo?
Mi chiede Obanai-san, appoggiato ad una delle colonne portanti del portico colorato della strada.
– Sì!
– Cosa?
– Non te lo dico, è una sorpresa!
Obanai-san rimane deluso dalla mia risposta, riesco a notare la sua espressione imbronciata in viso. Poi però torna a sorridermi e apre le braccia per accogliermi fra esse. Mi appoggio a lui dandogli le spalle, mi avvolgo le sue braccia sui miei fianchi e gli prendo le mani.
– Mitsuri!
Sentiamo la voce di Kanae-san in lontananza dalla strada principale, mi scosto dalle braccia di Obanai e mi volto cercandola. Poi la vedo e alzo in braccio per salutarla, sta correndo verso di noi e poco più indietro scorgo anche tutti gli altri.
🌸🐍🌸🐍🌸
Arrivati al ristorante ci togliamo le scarpe e ci accomodiamo al tavolo, ci sediamo composti sul tatami e poco dopo prendiamo le ordinazioni. Ho deciso di iniziare con una bella insalata mista, una tempura di gamberi, udon ai frutti di mare e gyoza, ma nel menù ho già adocchiato altre prelibatezze che vorrei mangiare.
In tutto ciò mi sono seduta vicino a Obanai-san e Shinobu, ma lei non mi ha ancora rivolto la parola... mi ha solo salutato. Non capisco davvero cosa le prenda ultimamente: se le chiedo qualcosa mi risponde freddamente e non mi invoglia a parlarci, magari dopo la prendo un attimo da parte per far fronte a questa situazione strana.
È arrivato il momento che preferisco: la consegna dei regali! Decido di rimanere per ultima, mi alzo e mi siedo vicino ai festeggiati e li abbraccio entrambi all'improvviso. Poi porgo una lettera e Muichiro.
– Leggetela quando tornate a casa e capirete il perché del mio abbraccio!
Tutti rimangono sorpresi del mio gesto e mi guardano perplessi. Sorrido a tutti, tornando seduta al mio posto. Rimaniamo al ristorante ancora un altro po' poi prendiamo il dolce e ognuno si divide la sua parte per pagare il conto. Obanai insiste per pagarmi la cena nonostante abbia preso tantissime cose da mangiare più di lui!
– Dai, lascia stare davvero! Mi metti in imbarazzo!
Insisto per controllare lo scontrino che trattiene nelle sue mani.
– Non se ne parla, insisti quanto vuoi. Non te lo faccio vedere!
Ma insomma! Decido di usare tutto ciò che è in mio potere per avere quello scontrino, è la terza volta che mangiamo insieme e la terza a pagare tutto lui! Basta, capisco essere gentili ma così è troppo! Non voglio essere viziata! Mi sbottono i primi quattro bottoni della camicia lasciando intravedere il pizzo del reggiseno.
– O-Obanai-san...
Mi avvicino a lui appoggiandomi al suo braccio, si volta verso di me e il suo sguardo cade proprio nella fossetta che divide il mio seno prosperoso. Rimane immobile per qualche secondo e finalmente riesco a rubargli lo scontrino dalla mano sinistra!
– M-Mitsuri! Così non vale!
Esclama imbarazzato.
– Ben ti sta!
Gli faccio la linguaccia riabbottondando la camicia.
Usciamo dal ristorante e decidiamo di gironzolare un pochino prima di tornare alla metro, decido di accostarmi a Shinobu e prenderla sotto braccio.
– Hey, mi dici cosa c'è?
Le chiedo, con un tono un po' preoccupato.
– Cosa c'è? In che senso?
– Negli ultimi giorni sei un po' strana...
– Ad esempio?
– Non lo so, Shinobu. Non mi parli, non mi cerchi, cos'è successo?
– Ma niente...
Mi risponde, evitando il mio sguardo.
– Shinobu, per favore! Almeno guardami negli occhi, sto parlando con te!
Esclamo. Tutti gli altri si voltano verso di noi e Shinobu si libera dal mio braccio.
– Niente, Mitsuri. Te l'ho detto.
Mi dice, con la solita freddezza degli ultimi giorni.
– Kanae, sono stanca, andiamo a casa?
– V-Va bene... ma che cos'hai?
Le chiede sua sorella.
– Non ho niente, basta! Sono solo stanca!
– Ok, ok, allora andiamo dai.
Salutano tutti e Kanae-san mi chiede scusa da parte di Shinobu.
– Provo a parlare io, tranquilla...
Mi dice, per poi allontanarsi con Kyojuro e Shinobu. Rimango basita, in tutti questi anni di amicizia, non l'avevo mai vista così. Sono seriamente preoccupata per lei...
– Tutto bene?
Mi chiede Obanai. Lo guardo con gli occhi lucidi, non posso credere di litigare con la mia migliore amica. Mi abbraccia e mi accarezza la testa cercando di consolarmi.
– Ragazzi, scusate, io accompagno a casa Mitsuri. Vorrei restare di più, ma...
– Sì, non preoccupatevi. Tanto ormai si è fatto tardi e dovremmo tornare anche noi.
Dice Gyomei-san.
– Grazie ancora per la bella serata! Fateci sapere quando siete arrivati a casa.
Poi dice Muichiro-san. Ci allontaniamo verso la stazione Meiji, poi d'un tratto mi volto verso i miei amici.
– Mi raccomando, leggila!
Esclamo a Muichiro. Lui mi porge un cenno con la testa e mi saluta con la mano.
– Si può sapere cosa gli hai scritto in quella lettera? Mi devo ingelosire?
Mi chiede Obanai.
– Ma no, diciamo che ho voluto condividere con lui un ricordo a cui tengo tantissimo.
– Me lo racconti?
Durante il tragitto di ritorno a casa racconto le vicende del villaggio dei forgiatori e lui mi ascolta con attenzione. Arrivati davanti a casa mia lo ringrazio e gli do la buona notte, ancora un po' giù di morale per il comportamento strano di Shinobu. Appena mi volto per aprire la porta con le chiavi, Obanai mi prende la mano e mi trascina a sé, mi abbraccia.
– Ti amo, Mitsuri.
Mi sussurra nell'orecchio. Alzo il mento e gli stampo un bel bacio sulle labbra, per poi guardarlo negli occhi e sorridergli dolcemente.
– Anch'io ti amo.
– Non mi provocare più in quel modo mentre siamo con gli altri, per favore...
– E tu allora non insistere così tanto!
Avvolgo le braccia intorno al suo collo e ci baciamo nuovamente, con più passione. Mi stringe a sé e infila le mani sotto la mia camicia, accarezzandomi fianchi. Mi stacco lentamente dalle sue labbra e gli blocco le mani che stavano scivolando intenzionalmente verso la gonna.
– Dai! Cosa vuoi fare davanti a casa mia?!
Obanai-san ride fra le labbra. Torno fra le sue braccia.
– Sento già la tua mancanza...
– Lo so, anch'io. Ancora qualche giorno e poi staremo insieme di più.
– Promesso?
Alzo il mento e lo guardo intensamente negli occhi.
– Sì, promesso.
Ci salutiamo con altri baci e poi entro finalmente in casa, raggiungo la mia stanza e mi butto sul letto. Ripenso a Shinobu, magari domani provo ad andare alla Tenuta delle Farfalle per parlare come si deve... solo noi due. Spero davvero di non averle fatto niente di così tanto grave da mandare in frantumi il nostro bellissimo legame creatosi in quest'epoca.
🌸🐍🌸🐍🌸
Caro Muichiro,
ti scrivo questa lettera come regalo di compleanno. Voglio riportarti alla mente un ricordo bellissimo che porto nel cuore.
Ti ricordi la battaglia con quelle lune crescenti al villaggio dei forgiatori? Sono arrivata per unirmi nella lotta, ma dopo averle sconfitte sono stata davvero felice di battermi al tuo fianco. Non ci conoscevamo per niente all'epoca, ma volevo proteggerti a qualsiasi costo. Quella battaglia è stata una delle più importanti poiché abbiamo scoperto il nostro vero potere nascosto, sulla nostra pelle è apparso il marchio. Ti ricordi? Sei anche riuscito a riacquistare i ricordi con tuo fratello Yuichiro.
Quando abbiamo vinto, vi ho abbracciato tutti fortissimo dicendovi che vi volevo bene. Quel sentimento non è variato nemmeno dopo cento anni, voglio bene a tutti voi. Vorrei che tu imprimessi nella tua mente quell'abbraccio e lo portassi nel cuore, proprio come me.
Tanti auguri di buon compleanno, Muichiro-san!
Con tanto affetto,
Mitsuri
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