Tanti auguri, Obanai!

Finalmente è arrivato il 15 settembre! I preparativi sono giunti al termine, io e gli altri ci siamo impegnati e ognuno di noi ha fatto la sua parte. Oggi Obanai mi viene a prendere da scuola e passeremo tutto il pomeriggio insieme, poi andremo a casa sua e troverà la sorpresa! Non vedo l'ora di vedere la sua espressione quando si ritroverà tutti i nostri amici a casa! Deve filare tutto liscio, ci tengo tantissimo!
Mi sono presa il giorno libero da lavoro per passare il tempo con lui, meno male che il contratto lo comprende una volta a settimana e non ho dovuto prendere ferie! Mi trovo sempre meglio a lavorare alla caffetteria, ho conosciuto anche il titolare ed è una persona molto gentile e disponibile: un uomo pensionato, il suo sogno è sempre stato quello di aprire una caffetteria, ma non avendo le possibilità economiche in passato ha aperto il locale dopo aver finito di lavorare presso un'azienda. Passa ogni venerdì per sistemare le questioni burocratiche e si chiude nel piccolo ufficio nella stanza sul retro, ci ha detto che la prima cameriera che ha assunto è stata proprio Eri-san e perciò si fida ciecamente di lei.
Mi accordo sulle ultime cose con Shinobu agli armadietti di scuola prima di raggiungere il mio Obanai.

– Mi raccomando, entrate dalla finestra della sua camera che è sempre aperta. Non dalla porta, che scatta l'allarme!
– Sì, sì, me l'hai già detto non so quante volte!
– E la torta, ho detto a Eri-san di tenerla nel frigo, mi raccomando non te la dimenticare!
– Almeno su quella ci hai risparmiato, Eri-san non te l'ha nemmeno fatta pagare.
– Sì, è stata gentilissima!
– Allora ci vediamo dopo!
– Sì, buon lavoro!

Shinobu corre via di fretta per arrivare puntuale alla caffetteria. Esco da scuola anch'io, mi dirigo al cancello dove mi sta aspettando Obanai, ma... non lo trovo, non c'è ancora. Lo aspetto appoggiandomi al muretto che circonda il cortile. Aspetto dieci minuti, poi venti... mi sto preoccupando. Decido di mandargli un messaggio.

Ti sto aspettando qui, a che punto sei?

Non mi risponde, allora lo chiamo ma il cellulare è staccato come se fosse spento. Doveva venire qui da casa, se gli è successo qualcosa e non è riuscito a venire? Al solo pensiero mi sale l'ansia, ma più aspetto e più ci penso. Raggiungo la stazione della metro più vicina e salgo sul treno che mi porta a casa sua. Arrivata davanti alla villa suono il campanello, ma non mi risponde nessuno al citofono. Sbircio dalle finestre e sembra non sia nemmeno in casa... dovevamo incontrarci a scuola un'ora fa. Cos'è successo? Perché non è venuto? Chiamo Gyomei-san.

– Mitsuri-chan, ciao!
– Ciao...
– Che succede? Ti sento strana, non sei con Obanai?
– No... e non è nemmeno con te, quindi...
– Cosa? No, assolutamente, è cambiato il piano?
– Non è venuto... sono davanti a casa sua adesso, ma non c'è... non capisco...
– Hai provato a chiamarlo?
– Sì... ha il telefono staccato...
– Certo che è strano... dovevate andare da qualche parte in particolare? Hai provato a cercarlo lì?
– No... però perché andarci da solo?
– Eh, infatti è strano... prova, fammi sapere poi!
– Sì...
– Stai tranquilla, sicuramente c'è una spiegazione. Per qualsiasi cosa puoi contare su di noi!
– Puoi avvisare anche gli altri?
– Certo, ci penso io, tranquilla.
– Grazie... a dopo.

Torno indietro, prendo la linea JR Yamanote verso Ueno. Dovevamo andare lì e passare il pomeriggio allo stagno Shinobazu, Obanai aveva proposto di affittare il pedalò. Non vedevo l'ora di stare insieme a lui ad ammirare i fiori di loto sull'acqua e invece sto raggiungendo il posto da sola, preoccupata e in ansia.
Girovago in lungo e in largo ma non c'è traccia di lui, chiedo anche ai passanti se lo hanno intravisto mostrando una sua foto salvata sul mio cellulare. Niente di niente... Provo a richiamarlo, ma il cellulare è sempre staccato. Obanai-san... dove sei?
Sono triste, ho preparato tutto per oggi e non sta andando nulla come avevo stabilito. Alle 20 dovevamo arrivare insieme a casa sua, sono le 18:30 adesso. Cosa faccio? Non mi resta che andare alla tenuta delle farfalle per aiutare con i preparativi di stasera...

🌸🐍🌸🐍🌸

Vengo accolta dalla signora Kocho che mi attende nel salone.

– Mirsuri?! Come mai sei qui?

Trovo anche Kanae-san che è sorpresa di vedermi. Le spiego quanto successo, con lo sguardo abbassato.

– Sì, Gyomei mi ha chiamato prima... ma speravo che tu fossi riuscita a trovarlo! È davvero strano, eh! Ma non ti preoccupare, dovrà tornare a casa prima o poi e ci troverà tutti lì!
– Ci tenevo tanto alla giornata di oggi...

Le dico, dispiaciuta. Sento i miei occhi inumidirsi e chino la testa per non darlo a vedere. Kanae-san mi abbraccia e cerca di consolarmi.

– Lo so, ti sei impegnata tanto. Sicuramente è stato un imprevisto, non ti devi preoccupare. Si tratta solo di rimandare alla prossima volta, di tempo per stare con lui ne hai!

Si stacca del mio corpo e mi alza il mento con le dita, per poi guardarmi e sorridermi.

– Vedrai che ci racconterà dopo, ci mettiamo a lavoro?

Annuisco e le sorrido, asciugandomi gli occhi con le dita.
Ci raggiungono anche gli altri, mi consolano tutti vedendomi giù di morale, e a lavori finiti prendiamo tutto e andiamo alla villetta di Obanai-san. Prima di entrare dalla finestra ci accertiamo che in casa non ci sia nessuno, se mai fosse tornato. Ma no, non c'è nessuno e riusciamo ad infiltrarci senza problemi. Saluto Kaburamaru-san, stava dormendo dentro la sua teca ma, appena ci ha sentiti entrare, si è svegliato e ci ha fatto intendere che avesse fame.

– Qualcuno può occuparsi di lui? Obanai-san tiene il suo cibo in quel congelatore.

Indico il congelatore con il dito e Gyomei-san si propone di aiutarmi.

– Ormai conosci proprio bene la camera di Obanai, eh?

Poi mi dice, concludendo la frase con un occhiolino.

– M-Ma cosa intendi dire?!

Ride, rovistando nel congelatore.
Scendiamo nel salone e io mi preoccupo di disattivare l'allarme, avendo visto Obanai-san farlo in precedenza seguo le sue indicazioni alla lettera cercando di non fare casino. Gli altri iniziano ad addobbare la stanza con festoni, cartelli e lucine colorate, arriva anche Shinobu reduce dal lavoro. La faccio entrare dalla porta, confermando che l'allarme è stato tolto correttamente. Tiro un sospiro di sollievo.

– Eh? Mitsuri-chan?

Abbasso nuovamente lo sguardo, poi prendo la scatola della torta che tiene fra le braccia e la adagio attentamente nel frigo.
È tutto pronto, sono quasi le 20. Obanai-san dovrebbe arrivare a momenti stando al nostro piano, ma ora che tutto è cambiato non abbiamo alcuna certezza. Infatti passa l'orario e non arriva, alle 20:30 ancora niente e la torta inizia a sciogliersi sul tavolo allora la rimettiamo in frigo, scoccano le ore 21 e non c'è alcuna traccia di Obanai. Gyomei prova a richiamarlo al cellulare, ma è sempre staccato. Inizio a preoccuparmi seriamente, ormai è tardi e non si è ancora visto!

– Basta, io lo vado a cercare!

Esclamo ai miei amici, prendendo le mie cose e rimettendomi le scarpe che avevo lasciato al pianerottolo dell'entrata.

– Mitsuri-chan, non puoi girare tutta la città da sola! Ti aiutiamo anche noi!

Mi dice Kyojuro-san, anche lui preoccupato per Obanai e per me.

– Sì, dovremmo dividerci per zone!

Propone Kanae-san.

– Non faremmo meglio a rivolgerci alla polizia?

Dice Muichiro-san, tenendo fra le mani il telefono con il numero delle forze dell'ordine già digitato sulla tastiera.

– Sì, forse è meglio... alla fine noi siamo pochi, non possiamo girare tutta la notte a cercarlo...

Gli risponde Shinobu, infine.

– Fate come volete, io vado a cercarlo. Finché non lo trovo non posso stare tranquilla, anche a costo di passare la notte in giro per Tokyo!

Apro la porta ed esco, inizio a correre e appena svolto l'angolo lo vedo di spalle in lontananza. Non ci credo, allora sta bene, meno male!

– Obanai-san!

Lo chiamo urlando il suo nome, ma poi appena si volta verso di me noto che non è solo. Con lui c'è una ragazza, la riconosco! È... Megumi-san.
Mi raggiungono anche gli altri.

– Ma... chi è quella? La conosci?

Mi chiede Shinobu-chan. Certo che la conosco, le vorrei dire. Dentro di me sta ribollendo la rabbia, è stata tutta colpa sua! Vorrei trattenerla, ma stavolta no. Non ci passerò sopra. Corro incontro a Obanai-san e senza pensarci due volte, senza nemmeno volgere lo sguardo al mio ragazzo, la colpisco con uno schiaffo sulla guancia.

– Mirsuri! Ma sei impazzita?

Obanai-san subito dopo si intromette tra me e Megumi-san prendendomi il braccio con cui ho sferrato la mano per colpirla.

– Obanai-san! Tu non sai niente, è una cosa fra me e lei!

Arrivano anche i nostri amici.

– Che sta succedendo? Mitsuri-chan, vuoi spiegarci?

Mi chiede Shinobu.

– È tutta colpa sua... ha rovinato la nostra sorpresa, ci scommetto quello che volete...

I miei occhi si inumidiscono nuovamente raccontando tutte le vicende che mi hanno fatto passare lei e le sue amiche a scuola.

– E chissà come mai oggi, che era il compleanno di Obanai e dovevamo vederci, è sparito tutto il pomeriggio!

Mi rivolgo direttamente a lei con le lacrime che iniziano a rigarmi le guance.

– Megumin, è vero?

Obanai-san si rivolge a lei.

– M-Ma no, non potrei mai fare una cosa del genere...

Gli risponde, imbarazzata.

– Non mentire!

Le esclamo, agitata.

– M-Ma io non lo sapevo che gli stavate preparando una sorpresa, volevo solo... rovinare il tuo appuntamento.

Risponde a bassa voce, evitando lo sguardo di Obanai-san che rimane di stucco appena sente le sue parole.

– Oh santo cielo...

Sospira Shinobu.

– Mi sono preoccupata da morire... il tuo cellulare è morto?!

Mi rivolgo ad Obanai, con tono concitato.

– Il mio cellulare? È in tasca!

Infila la mano nella tasca dei suoi pantaloni neri, ma non lo trova.

– Posso giurare che era qui, non so che fine abbia fatto!

Lo guardo, poi con sospetto guardo Megumi-san che rovista nella sua borsa e porge il cellulare di Obanai con estremo imbarazzo.

– Megumin! Ma che diamine pensavi di fare?

Obanai-san si riprende il suo cellulare strappandoglielo dalle mani e lo accende, nota tutte le chiamate perse e i nuovi messaggi.

– Mirsuri... ragazzi... mi dispiace, io... non so cosa dire...
– Non sei tu a doverti scusare.

Gli risponde Gyomei-san, poi rivolge lo sguardo a Megumi-san. La guardiamo tutti.

– M-Mi... dispiace... I-Iguro-san...

Ci dice, intravedo i suoi occhi lucidi nascosti dal buio della sera.

– Io non so davvero cosa dire, Megumin. Per oggi posso perdonarti, ma per quello che hai fatto a Mirsuri no. Non ti dovevi permettere e se dovessi continuare lo verrò a sapere, d'ora in poi ti terrò d'occhio.

Le dice Obanai. Megumi-san tiene la testa chinata e noto scendere una lacrima luccicante dalle sue guance.

– Ti è chiaro quello che ho detto?

Obanai-san le chiede con freddezza, non l'ho mai sentito parlare così prima d'ora. È arrabbiato. Megumi-san annuisce.

– Grazie per il pomeriggio, ma ora voglio stare con la mia fidanzata ed i miei amici.

Obanai si volta verso di noi senza dare più nessuna considerazione alla ragazza che inizia ad allontanarsi lentamente, mi sento a disagio perché la situazione sembra essersi risolta e forse il mio schiaffo è stato esagerato. Non so veramente come non sia riuscita a controllarmi, un po' mi dispiace...
Obanai-san mi abbraccia e io lo stringo forte, affondando fra le sue braccia. Gli altri iniziano a rientrare e ci lasciano soli.

– Potevi dirmelo prima...

Mi dice nell'orecchio, mi stacco leggermente dal suo corpo e lo guardo negli occhi.

– Non volevo farti preoccupare, erano sciocchezze alla fine.
– Non così tanto se poi è finita così... se dovesse succedere altro, ti ordino di dirmelo subito.

Annuisco, per poi sorridergli dolcemente e baciargli le labbra. Ci incamminiamo verso casa sua, ma prima mi volto di scatto verso Megumi-san che è già un puntino lontano lungo la strada.

– Mi dispiace, non volevo farti male!

Le urlo dietro, poi prendo la mano di Obanai-san e raggiungiamo i nostri amici in casa.

🌸🐍🌸🐍🌸

Obanai rimane molto sorpreso vedendo la casa addobbata per la festa e ci riempie di domande: come abbiamo fatto, da dove siamo entrati, cosa avevamo preparato.

– A noi lo chiedi?!

Gli risponde Kyojuro-san, divertito.

– Sì, è tutta opera di Mitsuri-chan!

Esclama Kanae-san.

– Però se Shinobu non mi avesse dato l'idea, non avrei mai pensato ad una festa a sorpresa!

Dico a Obanai-san che è leggermente imbarazzato.

– Non sono abituato a tutte queste attenzioni... però grazie, Mitsuri! Non ho mai ricevuto una festa a sorpresa.

Mi dice sorridendomi.

– Anche se ormai a causa di quella ragazza la sorpresa è saltata... ma la conosci?

Gli chiede Yuichiro-san.

– Faceva parte del consiglio studentesco, la vedevo tutti i giorni fino all'anno scorso... ma non avrei mai immaginato che arrivasse a fare queste cose. Mi ha deluso, sinceramente.
– E comunque non si è comportata così solo con me, anche con Eri-san.

Gli dico, sfilandomi le scarpe sul pianerottolo. Obanai-san mi guarda per poi coprirsi il viso con una mano e scuotere la testa.

– Ora non pensiamoci! Godiamoci finalmente la festa!

Esclama Kyojuro-san.

– Prima devo sfamare Kaburamaru.
– Già fatto, il serpente ha la pancia piena e sta dormendo.

Gli risponde Gyomei-san porgendogli il pollice alzato. Obanai lo guarda per poi assumere un'espressione strana in viso, ricollegando tutto.

– Siete entrati dalla finestra?! Siete tremendi...

Poi ci dice, tutti noi ci mettiamo a ridere alle sue parole.

– Mitsuri-chan! Prendi la torta, io penso alle candeline!

Mi dice Shinobu.

– No, Mirsuri adesso sta qui con me. Alla torta ci penserà qualcun altro.

Obanai-san mi prende dal braccio e mi trascina a sé, stampandomi un tenero bacio sulla fronte. Lo abbraccio dolcemente appoggiando la testa sulla sua spalla, potrei restare così per sempre.

🌸🐍🌸🐍🌸

Alla fine abbiamo fatto una bella festa, nonostante tutto. Abbiamo scartato i regali e ci siamo sfidati a squadre in giochi di società.
Megumi-san gli aveva detto che ero andata via e quando Obanai ha provato a chiamarmi lei gli aveva detto che probabilmente gli stavo preparando una sorpresa, prendendo la palla al balzo gli ha chiesto di fermarsi a prendere un caffè dato che non si vedevano da un po' di tempo. Sicuramente aveva saputo dalle sue amiche che stavo preparando qualcosa per il suo compleanno e ha pensato bene di rubare il mio fidanzato per tutto il pomeriggio, poi in ogni caso è finita male per lei. Un po' mi dispiace, per lo schiaffo e per essersi sentita minacciata da tutti noi in quella situazione. Poteva però comportarsi da ragazza matura ed evitarsi la figuraccia, ormai è andata così. Non credo che, dopo oggi, continuerà a rifilarmi dei dispetti, ma se dovesse farlo, ho promesso a Obanai di riferirglielo e decideremo insieme io e lui il da farsi.
Adesso la festa è finita e i nostri amici sono andati via, sto aiutando Obanai-san a riordinare la sala poi credo che me ne andrò anch'io.

– Obanai-san?

Cerco di attirare la sua attenzione mentre annoda il sacchetto della spazzatura. Mi guarda, mentre tengo fra le mani la busta contenente il regalo che gli ho fatto.

– Non ti ho ancora dato il mio regalo!

Gli porgo la busta sorridendo.

– Pensavo che il tuo regalo fosse la festa!

Mi dice.

– Be' sì, ma c'è anche questo!

Obanai-san ride fra le labbra.

– Quanti regali mi vuoi fare? Non sono abituato a tutto ciò!
– E allora abituati, su! Prendilo!

Obanai-san si avvicina a me e prende la busta fra le mani.

– Aprilo, dai!
– Non vedi proprio l'ora, eh?

Obanai mi sorride.
Strappa con delicatezza la linguetta della busta e prende fuori dalla carta il contenuto: due biglietti shinkansen andata-ritorno per un viaggio nel Kansai durante la settimana di Natale. Volevo regalargli qualcosa di speciale, tornando nei luoghi del nostro passato.
Obanai-san guarda attentamente i biglietti senza dire nulla.

– Cosa c'è? Non ti piace?

Gli chiedo, adesso sono preoccupata. Perché non mi dice niente? Forse non ci vuole andare? Dovevo prima consultarmi con lui sul posto?

– Mitsuri... ma sei pazza?

Mi dice, continuando a tenere gli occhi incollati sui biglietti shinkansen.

– Eh?

Poi alza lo sguardo su di me con un bellissimo sorriso sulle labbra.

– Sei completamente pazza!
– M-Ma perché?
– Mi hai regalato un viaggio, ti rendi conto? Ma quanto hai speso?!
– Ma perché ti devi preoccupare delle spese?!
– Perché sì, perché è troppo! È un regalo bellissimo, ma... non posso accettarlo!
– Eh no! Ho tenuto da parte tutte le paghette delle ultime sei settimane per questo! E sto lavorando per pagare anche il resto, quindi non ci pensare nemmeno a rifiutare!

Gli dico, sgridandolo.

– Va bene, va bene! Però fai fare qualcosa anche a me, ok? Tu mi hai regalo il viaggio, al resto ognuno pensa per sé, d'accordo?
– Ma insomma perché dobbiamo scendere a compromessi?! Ormai ho deciso!

Gli dico agitandomi e poi mettendo le braccia conserte come una vera bambina capricciosa, poi Obanai mi abbraccia e mi prende le mani per intrecciarle nelle sue.

– Ti amo.

E vabbè, bastano queste sue parole per calmarmi e accontentarlo. Quando Obanai dice che mi ama non riesco a resistergli e mi annullo completamente al suo volere. Mi appoggio a lui e sospiro, gli stringo le mani lasciando stare qualsiasi pensiero superfluo che mi passa per la testa.

– Anch'io, tantissimo. Tanti auguri.

Obanai-san appoggia la sua fronte sulla mia e mi guarda negli occhi intensamente.

– Rimani qui, stanotte.
– Lo sai che non posso...

Gli dico, abbassando le palpebre e guardando verso il basso.

– Dai, ci parlo io con i tuoi genitori. Resta, per favore.

Rialzo lo sguardo, ma appena incrocio i suoi occhi mi imbarazzo così tanto da non riuscire a guardarlo.

– V-Va bene...
– Guarda che non dobbiamo per forza fare quello che stai pensando.
– M-Ma non sto pensando a niente!
– E perché sei tutta rossa, allora?

Obanai ride.

– Vorrei solo che restassi qua con me, dato che oggi è andata così.
– V-Va bene, va bene. Però i miei genitori lo convinci tu.

Annuisce.
Rimaniamo abbracciati ancora un po' senza dirci nulla e poi mentre finiamo di ordinare, Obanai chiama con il mio cellulare i miei genitori chiedendo il permesso di farmi rimanere qui stanotte. Obanai-san è incredibile, lo chiede con così tanta educazione che mio padre acconsente immediatamente. Mi porge il telefono dicendo che mia madre vuole parlare con me, lo prendo e appoggio all'orecchio.

– Pronto?
– Mi raccomando Mitsuri, le protezioni!
– M-Mamma!

E sento in sottofondo mio padre.

– Dille che se prova a toccarla ci penso io a lui!
– Insomma, state tranquilli. Ci vediamo domani, ok? Grazie.

Chiudo la chiamata e sospiro.

– Andiamo a dormire, quindi?

Mi chiede Obanai-san.

– S-Sì.

🌸🐍🌸🐍🌸

Obanai dorme accanto a me, mi ha prestato una sua maglietta da usare come pigiama. Credo abbia capito che io mi senta in imbarazzo a fare quella cosa, anche se non vedo l'ora che arrivi quel momento. Guardo il suo viso rilassato e felice, si è addormentato con il sorriso sulle labbra mentre mi stava coccolando. Gli accarezzo la testa delicatamente, per non svegliarlo. Mi scappa uno sbadiglio, allora mi stendo accanto a lui, cingo i suoi fianchi con un braccio e chiudo gli occhi.
Tanti auguri, Obanai!

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Ciao a tutti!
Vi chiedo scusa se ci ho messo un po' più del solito a far uscire questo capitolo, ma:
1) ci tenevo tanto e
2) sono in sessione invernale (🙏🏻😭😱🔫)

Quindi niente, sono un po' afk al momento in tutto, quel poco tempo in cui non sono seduta alla scrivania sui libri lo dedico ad altre cose come appunto wattpad.
Ne approfitto per chiedervi se vi sta piacendo la storia o, nel caso contrario, se vi va di elencarmi pure le vostre critiche costruttive e cercherò di migliorarla!
Baci baci, komorebi~ 

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