La chiusura della scuola
La mia influenza è durata per una settimana e tutti, ma proprio tutti, si sono presi cura di me durante la mia convalescenza. Sì, mi sono sentita molto coccolata! Forse anche troppo... sono un po' ingrassata.
Oggi torno a scuola! Sto facendo colazione con pane e marmellata ai fagioli rossi, che buona!
– Onee-chan, hai finito la marmellata!
Eh? Ma non l'avevo appena aperta? Non è possibile, Nijiro lo dirà sicuramente per farmi sentire a disagio per il fatto che ho preso qualche chilo in più. Ma, appena cerco di afferrare un'altra fetta di pane, mi accorgo che non ce n'è più.
– L'ho davvero finita tutta!
Oh no! Devo imparare a contenermi con il cibo, però ho ancora fame! Metto su il broncio e intreccio le braccia conserte sul tavolo.
Sono ancora un po' in anticipo per uscire, miracolo! Mi metto a scrollare le notifiche sul cellulare, distraendomi dalla fame. Mi arriva un'email, è da parte della scuola!
Si comunica che la scuola resterà chiusa per un settimana a causa Coronavirus. Le lezioni saranno disponibili online, per più informazioni seguire questo link.
Cosa...? Wow, posso davvero stare a casa per un'altra settimana? Poi, cos'è questo Coronavirus? Ah, sono rimasta fuori dal mondo per una decina di giorni e non so cosa stia succedendo al Giappone.
– Mamma! La scuola è chiusa, torno in camera.
– Immaginavo che l'avrebbero chiusa, con questa situazione...
– Che situazione?
– C'è un brutto virus che si sta espandendo non solo in Giappone, ma in tutto il mondo e molto paesi sono finiti in quarantena. Spero non succeda la stessa cosa anche a noi.
– Quarantena? Cioè... non possono nemmeno uscire di casa?
– Già... anche la scuola di Nijiro è chiusa, mi è appena arrivata la mail.
– Hai sentito, Nijiro? Niente scuola per una settimana, evviva!
– Non esulterei così tanto, Mitsuri. È solo una decisione provvisoria, chi baderà a voi due mentre io e papà siamo a lavoro?
– Mamma, stai tranquilla. Siamo grandi ormai, ce la caveremo!
Le dico, per poi aiutarla prima che esca. È molto nervosa per questa situazione, non vedo tutta questa gravità. È un virus come un altro, non capisco perché si debba preoccupare tanto. Basterà vaccinarsi e tutto si risolverà.
Comunque, Nijiro si è attaccato alla play station, io salgo in camera e mi metto seduta alla scrivania, accendo il computer e seguo le lezioni di oggi.
Mi fa strano avere la divisa addosso e seguire la scuola da casa.
🌸🐍🌸🐍🌸
Durante il lavoro, noto che anche la famiglia Rengoku è in agitazione per il Coronavirus, la TV del negozio è accesa sul telegiornale e ogni cliente che entra per fare spesa si ferma ad ascoltare con attenzione. Molti commentano con disapprovazione, altri quasi in preda alla disperazione, mentre il padre di Kyojuro cerca di tranquillizzare tutti.
– Mangiate questa carne e rimarrete forti!
Esclama, emanando tanto ottimismo da far tornare il sorriso sulle labbra di queste persone.
– Mi raccomando Mitsuri, anche tu. Mangia tanto per rimanere forte e in salute!
Mi dice, allungandomi una busta con scelta mista di carne.
– Non posso accettare!
– Su, ci tengo alla salute delle persone a cui voglio bene!
– Sì, ma... stasera non torno a casa, non vorrei che questa carne deliziosa si rovinasse se non riesco a metterla nel freezer!
Infatti, durante la mia influenza io e Obanai non siamo mai riusciti a stare un po' soli e mia madre ha accordato che in queste serate d'inverno posso restare da lui a dormire una volta a settimana. Per evitare un'altra brutta bufera di neve... Sono davvero felice di questo permesso, ma papà lo è un po' meno. Hanno litigato per questo e mi sono sentita molto egoista, poiché ero io la causa. Ma la mamma è riuscita a calmare la gelosia di papà in un batter d'occhio e la ringrazio tanto per questo, mi ha reso felice!
Comunque Rengoku insiste, mi consiglia di tenerla nel freezer di Obanai, di fare a metà con lui e poi portare il resto a casa per la mia famiglia. È impossibile scendere a patti con lui, è persino peggio di me!
In chiusura ci raggiunge Kyojuro, era andato in farmacia a comprare mascherine e gel igienizzante da mettere in macelleria.
– Mitsuri, tieni.
Mi porge una mascherina dalla scatola che ha aperto apposta.
– Ma il raffreddore mi è passato.
– Mettila lo stesso.
Mi dice con tono serio, sorridendomi. Sbuffo.
– Va bene...
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Sistemo la carne nel freezer di Obanai con cura, tenendone un po' fuori per la cena che intendo preparargli: uno stufato con verdure in brodo, per tenerci al caldo in questa serata d'inverno.
Mi ha accolto in casa sua con un bellissimo bacio, ho aspettato ben una settimana per averlo e non ha deluso le mie aspettative. Non volevo mica attaccargli l'influenza! Però, anche senza baci, mi ha amato accudendomi tutti i giorni. Facendo a cambio con mia madre per cambiarmi la benda tiepida sulla fronte e controllando che prendessi le medicine schifose, è stato proprio bravo e paziente e con questa cena voglio ringraziarlo per sostenermi sempre. Sta finendo di studiare, non voglio disturbarlo, ma anzi fargli una bella sorpresa! Magari stupendolo con tante deliziose portate!
– Che profumino!
Ma la vera sorpresa me la fa lui arrivando silenziosamente in cucina.
– Vieni a controllare che non faccia danni?
Gli dico scherzosamente.
– No... vengo a rapirti!
Mi cinge le braccia sui fianchi e mi allontana dai fornelli.
– Dai, che ho quasi finito! Aspetta ancora un po'!
Mi libero dalla sua presa ridacchiando e facendomi desiderare, mi sto impegnando tanto per lui! Voglio che sia una cena perfetta!
– No.
Obanai insiste e spegne i fornelli, per poi riprendermi e trascinarmi via dalla cucina con la forza.
– Hey!
Decido di non rifiutare le sue attenzioni, anche se un po' mi dispiace per lo stufato che diventerà uno spezzatino. Mi invita a sedermi con lui sul divano del salotto, solo così riesco a notare che aveva precedentemente acceso il camino! Non avevo mai visto un camino in vita mia, solo nei film, ed è bellissimo! L'atmosfera è romantica e accogliente, il calore del fuoco mi raggiunge piano piano ed è così rilassante! Obanai ha fatto questo per me, che carino.
– Non hai fame?
Gli chiedo, ma in realtà sono io quella che sta morendo dalla fame. Perché riesco a pensare al cibo anche in una situazione romantica?!
– Sì.
Mi risponde, avvolgendomi il braccio sulle spalle.
– Allora torno in cucina!
Devo rimediare, Obanai fa troppe cose per me e io mi faccio sempre distrarre senza portare a termine mai niente! Proprio quando sto per alzarmi dal divano, però, mi prende la mano come per dirmi di restare qui con lui.
– Cos'hai capito... io ho voglia di te.
Mi dice poi, guardandomi con i suoi occhi grandi blu e gialli.
– Obanai...
Sento il rossore pervadermi le guance, allora gli sorrido e torno a sedermi accanto a lui. Avvicina il suo viso al mio e mi bacia sulle labbra più volte, venendomi sempre più vicino con il corpo. Mi rilasso e cado delicatamente sui cuscini del divano, trascinandomi le spalle di Obanai in un abbraccio avvolgente. Le sue labbra poi percorrono il mio collo in un sentiero di piccoli brividi che aumentano ad ogni suo bacio sulla mia pelle, distendo le gambe intorno alle sue e mi faccio coccolare dal suo dolce peso su di me. Ci accarezziamo con piccoli movimenti corpo a corpo che aumentano il desiderio di possederci l'un l'altro, poi Obanai si stacca da me restando appoggiato solo con le sue braccia tese sui cuscini. Mi guarda intensamente sorridendo, allungo una mano sul suo viso e gli sposto dolcemente o capelli lunghi dal volto assumendo un'espressione colma di tenerezza e amore per lui.
– Sei bellissima.
– Ah! Come fai a dire una cosa del genere così?
Ritiro indietro la mano e mi copro il viso che sento ardere proprio come il legno nel camino, che imbarazzo!
Obanai mi scosta leggermente le mani dal volto e si avvicina a me per darmi un bacio sulla guancia rossa.
– È la verità.
Mi sussurra nell'orecchio.
L'attrazione viene interrotta dal brontolio rumoroso proveniente dalla mia pancia e se fino ad ora il mio viso stava andando in fiamme ora si è proprio carbonizzato. Obanai se ne accorge e scoppia a ridere.
– Oh, insomma...
Dico, imbronciata. Proprio adesso il mio corpo non doveva collaborare? Niente, se sono affamata non riesco proprio a concentrarmi su altro. Ho rovinato tutto, un'altra volta. Sono proprio una pasticciona.
Obanai si rimette composto, seduto sul divano continuando a ridacchiare. Mi sento davvero a disagio ora come ora, cosa posso farci. Mi siedo anch'io e mi tengo un po' a distanza, super imbarazzata.
– Dai, andiamo a cenare.
Afferma, dopo essersi ripreso dalle grasse risate. Si alza e mi porge la sua mano per seguirlo, ma io resto tesa con le mani sulle ginocchia senza muovermi di un centimetro tenendo lo sguardo incollato al tappeto.
Si china verso di me e mi schiocca un bacino sulla fronte. Mi rianimo, alzo il mento e lo guardo riporgermi la sua mano. La afferro e con una spinta delle gambe mi alzo il piedi, sistemo i capelli disordinati e ci dirigiamo mano nella mano in cucina.
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Ha mangiato tutto con gusto e mi sono sentita sollevata, almeno un po'. Mi ha aiutato a fare la lavastoviglie, ero come una moglie premurosa accanto a suo marito. È stata una sensazione bellissima e spero che in un futuro non troppo lontano possa realizzarsi!
Si è fatto tardi e saliamo insieme al secondo piano, raggiungendo così la zona notte della casa. Obanai mi rispetta e ha preparato la sua stanza apposta per me.
– Cosa fai?
Gli chiedo, vedendo che ha preso il pigiama e lo ha portato nella stanza di suo padre.
– Io dormo di là.
– Ah...
Ma come? Fino a prima eravamo appiccicati sul divano del salotto! Cosa cambia da quello a dormire insieme?! Non gli dico niente, però... insomma.
– Resti con me finché guardiamo il film?
– Certo, resto finché non ti addormenti.
Gli sorrido.
Mi sveglio nel cuore della notte per bere, mi fa troppo strano essere nella stanza di Obanai senza di lui. Però, mi ritrovo Kaburamaru arrotolato ai miei piedi, sull'angolo del letto. Lo accarezzo facendo attenzione a non svegliarlo. Però... adesso non riesco a riaddormentarmi. Mi alzo e raggiungo la stanza dove dorme Obanai in punta di piedi, quanto è bello anche quando dorme!
Mi siedo sul materasso di fianco a lui e lo scuoto con delicatezza.
– Obanai...
Sussurro.
– Sì?
Mi risponde, con la voce addormentata.
– Non riesco a dormire.
Si alza con la schiena lentamente.
– Perché? Hai avuto un incubo?
– No...
– Mitsuri... ho promesso a tuo padre che avremmo dormito separati. Non voglio mancargli di rispetto.
– Ma non glielo diciamo...
Obanai mi guarda con gli occhi semiaperti, reduce dal sonno.
– Per favore...
Insisto.
Si distende e mi invita a stendermi di fianco a lui, aprendo il braccio.
– No, andiamo di là. Kaburamaru ci aspetta.
– È uscito dalla tana?
– Sì.
– Stupido serpente.
Obanai si alza lentamente dal letto e torniamo in camera sua, poi prende fra le braccia il suo serpente e lo riposiziona con delicatezza nella sua teca.
– Stai lì, Mitsuri è solo mia.
Mi scappa una risatina soffiata.
Ci mettiamo a letto, ci abbracciamo stringendoci in questo piccolo spazio di un letto singolo. Non mi dà assolutamente fastidio, anzi: vorrei addormentarmi sempre così.
🌸🐍🌸🐍🌸
Sono tornata a pubblicare di notte :D
Effettivamente senza poi impegnarmi tanto, ho pronti i capitoli fino al venticinquesimo 🤣
E sì, essendo una storia ambientata al giorno d'oggi non poteva mancare la pandemia. Scusate se ve la ficco anche qui, so che non ne potete più come me. Vogliamo tornare tutti alla normalità, ma non temete. A tutto c'è un perché!
In questi mesi di suspence vi ho fatto desiderare abbastanza il continuo, lo ammetto. Ora che mi sono sbloccata, godetevi i miei capitoli a raffica 👀
E ditemi cosa ne pensate! 🥺
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