Il rientro a Tokyo
Appena metto piede fuori dalla stazione di Tokyo, sento che la magia della nostra vacanza si è definitivamente conclusa e passo dopo passo nella grande capitale tutto torna alla quotidianità. Sbuffo in continuazione, domani rinizia anche la scuola, non sono pronta al trauma del rientro. Devo recuperare, e in fretta anche, lo studio e i compiti lasciati in sospeso, meno male che prima di partire mi ero già portata un po' avanti.
- Ti accompagno a casa.
Obanai mi propone, ma io non rispondo e mi fermo sul marciapiedi proprio dietro di lui.
- Che c'è? Hai dimenticato qualcosa sul treno?
Mi raggiunge guardandomi preoccupato.
- No... andiamo da te, non voglio ancora tornare a casa.
Obanai mi sorride dolcemente per poi stamparmi un bacino sulla fronte e prendermi per mano, ci incamminiamo insieme verso la metro.
Non voglio pensare che questi giorni appena passato con lui siano finiti e che tornando nella nostra quotidianità avremo, come al solito, poco tempo per stare insieme. Non sono ancora pronta a questo distacco così frettoloso, voglio passare la giornata con Obanai, almeno fino a stasera. Lui è sempre così carino e premuroso con me che mi accontenta quasi sempre, a volte ho paura che mi possa considerare egoista e un po' immatura, ma poi vedendolo felice le mie preoccupazioni si annullano nel suo sorriso. E soprattutto dopo le scoperte di questi ultimi giorni, è difficile affrontare la normalità e sento un forte bisogno di Obanai al mio fianco, ancora più di prima.
Saliamo sulla metro e giungiamo alla stazione vicino a casa sua, noto lo sguardo di Obanai cambiare leggermente: è come se si stesse sforzando di nascondere davanti a me il disagio che prova a dover rientrare in casa sua. Non mi sono ricordata che c'è suo padre, da brava stupida ho pensato solo a me stessa e non a come potesse sentirsi lui... forse avrei dovuto ragionarci due volte. Gira la chiave nella serratura e la porta si apre, ci accoglie un silenzio tombale e un buio da paura: tutti gli scuri delle finestre sono chiusi e c'è polvere ovunque come se, da quando siamo partiti, questa casa fosse rimasta inabitata. Obanai procede subito ad aprire le finestre per togliere l'odore di chiuso dal salone, mentre io accomodo la valigia appena dietro l'appendiabiti e mi tolgo il cappotto. Sul tavolo c'è un biglietto, Obanai lo prende nelle mani e sospira, sembra sollevato.
- È partito, possiamo stare tranquilli.
Mi dice sedendosi sul divano. Io cerco di contenere la mia contentezza sul viso, ma dentro di me sono davvero felice di questa notizia. Potremo vederci più spesso ora che sui padre è ripartito e io posso finalmente tornare qui a dormire una volta a settimana. Il cuore mi sta saltellando dalla gioia nel petto!
- Andiamo a salutare Kaburamaru?
Gli propongo, con il sorriso sulle labbra. Obanai si alza e mi raggiunge, lo prendo per mano e saliamo le scale insieme verso camera sua.
Appena apre la porta troviamo la stanza sottosopra, non penso di aver mai visto tanto disordine! Ed è strano, Obanai è sempre così ordinato!
- Ma... cos'è successo?
Chiedo, poi Obanai si volte verso di me con l'indice sopra le labbra e un sorrisino in volto. Sgattaiola nella camera a passi silenziosi e controlla la teca, che è aperta. Oh no, Kaburamaru è scappato? Senza accorgercene, il serpente bianco si arrotola lungo le gambe di Obanai e striscia fino a circondargli le spalle, stringendolo finché può.
- Stupido serpente.
- Non dire così, gli sei mancato! Chissà da quanto tempo è da solo...
Entro in camera anch'io e accarezzo il musetto di Kaburamaru, la sua lingua sibila fra le mie dita e mi fa il solletico.
- Ma c'era Gyomei che veniva a dargli da mangiare! Poi guarda che casino ha combinato...
- E vabbè... adesso mettiamo a posto, su.
- Chissà come ha imparato ad uscire da qui...
Sbuffa, per poi coccolare Kaburamaru e rimetterlo delicatamente nella sua teca.
- Non te l'ho mai chiesto... perché l'hai chiamato Kaburamaru seppure non ricordassi?
Gli chiedo, mettendo mano nel disordine cercando di sistemare.
- Non lo so... è stato spontaneo volerlo chiamare così.
Chiude la teca dopo aver dato qualche snack al suo serpente, poi mi raggiunge abbracciandomi a sorpresa.
- Sono felice che sei tornata qui.
Mi dice, per poi baciarmi il collo. Appoggio la testa alla sua e avvolgo le braccia alle sue che mi cingono i fianchi.
- Lo sono anch'io!
Successivamente, mettiamo in ordine la sua stanza e puliamo casa dalla polvere accumulata in questa settimana. Passiamo tutto il pomeriggio così, ci aiutiamo a vicenda nelle pulizie e Kaburamaru esce di nuovo dalla teca. È divertente vedere Obanai arrabbiarsi con lui: lo sgrida, ma mai con cattiveria, sembra un papà con il suo bambino, sono teneri! Alla fine di arrende e lo lascia gironzolare per casa, riesce anche ad aiutarci in qualche modo, è davvero un serpente intelligente.
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A fine mestieri, ci rilassiamo sul divano sorseggiando thè caldo. Sono stanchissima, ma sto anche bene seduta accanto ad Obanai che mi accarezza la testa. Kaburamaru gli circonda le spalle, non si è più staccato da lui da quando siamo tornati.
- Finiamo qua e poi ti riporto a casa, altrimenti tuo padre chi lo sente.
Sbuffo.
- Va bene...
Nascondo il dispiacere coprendo la faccia con la tazza fumante. Poi, mi ricordo che ho ancora in tasca quel foglietto. Durante il viaggio me lo sono rigirato fra le dita per tutto il tragitto, ho pensato e ripensato e alla fine mi sono addormentata. Ho fatto un sogno: Tanjiro dopo la battaglia finale, la sua vita che è andata avanti insieme ai suoi compagni, Zenitsu, Inosuke, Nezuko, Kanao, Aoi, Giyuu, Sanemi e tutti gli altri. Erano felici, mi sono risvegliata con il sorriso. Poso la tazza sul tavolino davanti al divano e lo prendo dalla tasca.
- Oh no, si è tutto stropicciato... si legge ancora?
Lo apro dalle piegature e per fortuna riesco ancora a leggere i recapiti di Sumihiko.
- Ah, quello... mi chiedevo cosa stessi facendo.
- Sì... posso lasciarlo a te? Ho paura di perderlo.
- Va bene...
Mi risponde, con tono disinteressato.
- Cosa c'è?
- Niente, niente.
- Obanai...
Trattengo il foglio fra le mie dita fingendo di non volerglielo più dare.
- Cosa c'è?
Gli chiedo un'altra volta. Obanai mi guarda e sospira.
- Sei davvero sicura di volerlo fare?
- In che senso?
- Sei solo curiosa o c'è dell'altro? Solo quel ragazzino ha provato interesse per noi, gli altri suoi amici non mi sono sembrati invogliati a conoscerci.
- Certo che sono curiosa! Però... non è solo questo. Hai ragione, anche a me gli altri mi hanno dato quell'impressione, ma se c'è un legame con i nostri amici del passato non voglio scioglierlo... vorrei almeno provarci. Se poi non ci accetteranno, almeno potremo dire di aver provato.
- Hai pensato a come potrebbero reagire gli altri?
- Sì... ci hi pensato. Per loro sicuramente sarà più difficile affrontare di nuovo il passato e ho l'ansia perché non so come dirglielo. Mi aiuterai?
Guardo Obanai negli occhi, sento dentro di me un disperato bisogno di aiuto e spero di infondergli fiducia anche se nemmeno io saprei fidarmi di me stessa in questa situazione complicata. Ciò che mi preoccupa di più è convincere i miei amici a ricordare il passato e tornare sui loro passi per accoglierlo. Non posso obbligarli, ma sento che se dovessero perdere quest'occasione potrebbero pentirsene e vivere nel rimorso. Quindi, anche con loro, voglio provarci.
- Non devi nemmeno chiederlo.
Obanai mi sorride accarezzandomi la testa, allora lo abbraccio e lo stringo forte. Mi tremano un pochino la spalle.
- Sarà difficile, ma sarò con te sempre.
Mi dice, coccolandomi la schiena. I miei occhi si inumidiscono e Kaburamaru mi accarezza le guance appoggiando il musetto sul mio viso. Quando Obanai mi appoggia nelle mie scelte e mi sostiene, mi sento ancora più forte e penso che niente possa ostacolarmi.
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Mi risveglio nel mio letto sentendo il cellulare vibrare sul comodino, non mi era mancata per niente la sveglia alle 7 di mattina. Ieri sera Obanai mi ha riportato a casa e mia madre lo ha invitato a cenare qui, abbiamo fatto tardi e mi ha anche aiutato a finire gli ultimi compiti! Mi sono sentita un po' in imbarazzo perché camera mia era esattamente come l'avevo lasciata, in disordine. Mamma poteva pensarci, eh! Vabbè, tanto non ho niente di cui vergognarmi con lui ormai. Pyon mi ha fatto tantissime feste e ho ricompensato la mia assenza dandogli il doppio delle carote, era così felice!
Mi alzo e rialzo le coperte sul cuscino, mi metto l'uniforme e lascio i capelli sciolti. Preparo lo zaino senza dimenticare il mio sketchbook, voglio disegnare i luoghi della nostra vacanza quando avrò un po' di tempo! Sono rimasti fissi nella mia mente, come dimenticare quei posti magici! Scendo le scale e raggiungo la mia famiglia in cucina per la colazione.
Papà sta bevendo il saké che ho portato da Kyoto, guardandolo sorseggiare liquore di prima mattina mi fa scappare una risata, poi mamma gli versa il caffè nella tazza.
- Caro, non ti ubriacare!
Io e mio fratello scoppiare a ridere rumorosamente dopo la frase di nostra madre.
- Non riesco a resistere, è così buono!
- Dà qua!
Mamma glielo requisisce in un secondo e papà mette il broncio nascondendosi dietro al giornale. Che buffi!
Mi pulisco la bocca dalla marmellata di fagioli rossi e mi alzo dalla sedia, accarezzo la testa di Nijiro e do un bacio sulla guancia ad entrambi i miei genitori per poi mettere il cappotto e uscire.
I fiori di ciliegio sono sbocciati anche qui! Percorro il vialetto che mi porta alla metro, non vedo l'ora di rivedere Shinobu e raccontarle tutto! Anche se dirle dell'incontro con Sumihiko mi spaventa, non so come potrebbe reagire, ma io e Obanai abbiamo deciso di parlarne tutti insieme dopo le lezioni. So che dovrei raggiungere Tamayo-san dopo la scuola, ma ho preso un impegno che non posso assolutamente rimandare. È bene parlare subito, appena possiamo e mi dispiace escludere i coniugi Kibutsuji, ma, per adesso, è più urgente affrontare la situazione con i miei amici.
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Suona la campanella finalmente!
Obanai e gli altri senpai ci stanno aspettando davanti al grande cancello del cortile, li intravedo dalle finestre della mia classe.
- Shinobu, andiamo a cercare Genya?
Le chiedo mentre rimette libri e quaderni nella sua borsa.
- Eh? Perché?
Poi le indico la finestra, si avvicina vedendo prima di tutto Sabito e poi anche gli altri.
- Che sorpresa! Be', Genya arriverà comunque da solo, no?
- Pensavo fosse più carino se le sue senpai lo andassero a prendere in classe!
- Ma poi tu non hai il doposcuola con Tamayo?
- Oggi no...
- Ah, va bene.
Uscendo dall'aula Genya ci passa proprio davanti, nemmeno ci vede né ci considera. Va dritto verso l'uscita.
- Genya-chan!
Shinobu lo richiama e subito si volta verso di noi raggiungendoci.
- Puoi evitare il suffisso -chan, per favore? Non sono più un bambino...
- Fammi fare la senpai e dai!
Bisticciano, mi copro le labbra nascondendo la risatina.
Usciamo e ci troviamo con i nostri amici.
- Che facciamo?
Chiede Kyojuro a tutti.
- Andiamo da qualche parte?
Continua Kanae.
- Non lo so, siete voi che siete venuti fin qui. Cosa volete fare?
Risponde Shinobu dopo essersi attaccata al braccio di Sabito.
- Veramente siamo stati portati da Obanai... quasi costretti a dire il vero.
Sbuffa Gyomei, mentre tiene fra le mani il cellulare. Starà messaggiando con Kumo?
- Ecco... volevamo darvi i regali che abbiamo preso in vacanza!
Dico, seguendo il nostro piano.
- Solo che sono tanti e li abbiamo lasciati a casa, venite?
Mi guardano tutti straniti. Effettivamente non sta molto in piedi, ma è la scusa più sensata che abbiamo pensato io e Obanai, anche se lui non ne era molto convinto. Infatti appoggia la fronte sul palmo della mano e scuote leggermente la testa, gli do una gomitata e poi gli sussurro di aiutarmi.
- Regali?
Shinobu poi spezza il ghiaccio e il suo volto si illumina in un grande sorriso.
- S-Sì...
- Andiamo!
Subito esulta e saltella di qua e di là, felicissima. Adesso sono io che scuoto la testa. Riesce a convincere anche gli altri con il suo entusiasmo e ci incamminiamo verso casa di Obanai.
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Dopo aver consegnato a tutti i souvenir del Kansai, decido di preparare del thè. Mi sento molto agitata e sicuramente bevendo qualcosa di caldo il mio animo potrà calmarsi, Obanai mi segue in cucina per aiutarmi a portare tutto in salotto. Serviamo a tutti una tazza e ci sediamo vicino suo divano, prendo la sua mano e gliela stringo.
- In realtà c'è un'altra cosa...
- Altri regali?
Inizio il discorso, venendo interrotta da Shinobu.
- No, basta regali! Non sono una banca, Shinobu!
- Ok, ok, scusa, scusa. Dicevi?
Sospiro.
- Abbiamo avuto un incontro un po' strano...
Poso la tazza sul tavolino davanti al divano e mi riappoggio allo schienale, sentendo strisciare qualcosa lungo le mie spalle.
- Ah! Kaburamaru!
È di nuovo uscito dalla teca, tutti ridono di me vedendo il mio spavento.
- Sembra proprio che non riesca a concludere il mio discorso...
Dico sottovoce ad Obanai, tirando un sospiro di rassegnazione. Allora lui si alza in piedi davanti a tutti e riesce a catturare la loro attenzione.
- Quello che Mitsuri sta cercando di dirvi è... abbiamo incontrato i pronipoti di Tanjiro e Zenitsu.
Con quale facilità l'ha detto? Io non ci sarei riuscita... gli altri lo guardano senza aggiungere una parola, fermi, immobili, come se fossero pietrificati. Poi, sempre Shinobu, scoppia in una risata molto rumorosa.
- Scusami Obanai, ci prendi in giro?
Dice poi, tastandosi gli occhi lacrimanti d'ilarità.
- Shinobu, non riesci a rimanere seria per più di dieci secondi?
Mi agito, alzandomi in piedi anch'io a fianco di Obanai.
- È vero, li abbiamo incontrati davvero!
Shinobu continua a prendersi gioco di me Obanai ridendo come una stupida, mi sto innervosendo.
- E... ci avete parlato?
Chiede Muichiro, finora restato in silenzio.
- Sì, insomma... non è stata una vera e propria chiacchierata.
- Cosa vi hanno detto?
- Niente! Cioè... la nipote di Nezuko mi ha tirato in testa un libro...
- Nezuko?
Mormora Genya.
- Perché ti ha tirato in libro?
Mi chiede Kanae, con un'evidente sguardo confuso.
- Ma non l'ha fatto apposta, mi ha chiesto scusa! Poi è arrivato Sumihiko e...
- Chi?
Mi interrompe Gyomei.
- Il pronipote di Tanjiro.
Gli risponde Obanai. Tutti si mettono a fare tantissime domande, impedendomi così di spiegare bene le dinamiche dell'incontro. Si crea una confusione tremenda e così perdo il filo del discorso.
- Ma insomma!
Esclamo all'improvviso, sbattendo il piede sul parquet. Tutti si voltano e mi guardano, ammutolendosi.
- Sto cercando di spiegarvi, mi volete ascoltare?
Sospiro per poi rimettermi seduta sul divano, mi stanno irritando non poco.
- Scusateci, ma facciamo fatica a crederci...
Dice Kanae dal tono dispiaciuto.
- Perché dovremmo dirvi una bugia così?
- Non si tratta di questo, non pensiamo che ci stiate mentendo, ma è difficile da credere. Tutto qui.
- Anche noi siamo rimasti sconvolti, Gyomei, ma è la realtà dei fatti.
Gli risponde Obanai.
Dopo questo scambio di informazioni, cala il silenzio finalmente. Ognuno è preso dai propri pensieri, l'unico a staccarsi dalla quiete generale è Yuichiro che si schiarisce la voce.
- Quindi... sono i parenti dei nostri compagni?
Chiede incredulo Genya, fissando il vuoto davanti a sé.
- Sì, a quanto pare...
Gli rispondo.
- E... mi ha lasciato un contatto. Sono a Tokyo anche loro, nel caso volessimo incontrarli. Sumihiko ci aspetta...
- In che senso?
Mi chiede Shinobu.
- Sembra che sappia qualcosa di noi.
- Com'è possibile?
- Non lo so, Kyojuro. Ha solo detto di andare da lui e portare anche voi.
Abbasso lo sguardo sulle mie mani chiuse a pugno sopra le mie gambe. Obanai si accomoda di fianco a me e mi prende la mano stringendola, rialzo le palpebre e lo vedo sorridermi poi guardo i miei amici.
- Quindi... ci state?
Kyojuro e Kanae di scambiano uno sguardo e si sorridono a vicenda per poi rispondere positivamente con un cenno della testa.
- Sì, anch'io voglio sapere.
Successivamente anche Genya.
- A me non fa né caldo né freddo... decidete voi.
- Muichiro, sei sempre il solito... prendi da solo la tua decisione.
Lo rimprovera il fratello.
- Sì, va bene...
- Anche per me va bene.
Anche Sabito e Gyomei si decidono ad accogliere la proposta. Mi volto verso Shinobu, è l'unica che ancora non ha risposto. Tiene la testa chinata e lo sguardo attaccato al pavimento, ha un'espressione strana in volto, come se fosse arrabbiata per qualcosa. Allora mi avvicino sedendomi vicino a lei, sul bracciolo del divano.
- Shinobu?
Appena la richiamo a bassa voce mi guarda allarmata, per poi alzarsi con uno scatto e fermarsi davanti alla grande vetrata del salotto. La raggiungo, tiene le braccia conserte e il suo sguardo si perde nel paesaggio appena dopo il vetro colorato.
- Ho paura...
Poi mi dice sottovoce sospirando, le abbraccio le spalle mostrandole il mio conforto in questa strana situazione.
- Ci siamo noi.
Le dico con un tono affettuoso.
- Anch'io ho paura, affrontiamola insieme come abbiamo sempre fatto.
Ci raggiunge anche Kanae che porge il suo sostegno alla sorella prendendole le mani.
- Se siamo insieme possiamo vincere tutto, anche la paura.
Kanae appoggia la fronte su quella di Shinobu e le sorelle si sorridono a vicenda, vederle così unite mi emoziona.
- Vedi? Puoi contare su di noi.
Le dico. Shinobu si rivolge a me e con un cenno della testa mi fa intendere che vuole affrontare il passato. Torno subito a riabbracciarla e la stringo forte, lei mi ricambia e percepisco il suo flebile tremore. Anch'io quando mi sono ritrovata davanti i pronipoti dei nostri amici mi sono sentita le gambe cedere, ma in quel momento c'era Obanai a sostenermi. Adesso voglio essere io, con tutti gli altri, a reggere la sicurezza di Shinobu.
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Si è fatto tardi e i nostri amici decidono di tornare a casa. Prima di andarsene, Kanae mi si avvicina e mi dice di andarci piano con la sorella.
- Ha accettato, ma non voglio che soffra.
Mi porge un piccolo sorriso. È sempre perspicace, aveva capito che mi sono sentita in colpa a pretendere una riposta da Shinobu a qualunque costo. Forse avrei dovuto essere meno pressante e lasciare a Shinobu del tempo per pensarci, come ne ho avuto io. Dopo le sue parole, Kanae mi abbraccia e saluta sia me che Obanai, ringraziando per l'ospitalità. Aspettiamo che tutti escano per poi sederci nuovamente sul divano.
- Che stress!
Esclama Obanai, sospirando profondamente. Si stende appoggiando la testa sulle mie gambe, lo coccolo.
- Anche tu devi tornare a casa.
- Mi vuoi sempre cacciare, eh?
Metto su il broncio e incrocio le braccia.
- Ma..! Io volevo ancora grattini!
Volto la testa da un lato, imbronciata.
- Non fare così! Lo sai che per me potresti rimanere qui quanto vuoi.
Poi Obanai si rimette seduto accanto a me e mi accarezza il viso. Mi sciolgo subito quando fa così, non riesco ad essere arrabbiata con lui per più di cinque minuti.
- Mh... sabato vengo qui a dormire, ok?
- Non vedo l'ora.
La giornata finisce così, con Obanai che mi riporta a casa e io che mi butto sul letto cadendo in un sonno profondo dopo cena. Sono contenta di essermi tolta questo peso, anche se mi sento ancora ansiosa provando ad immaginare cosa possa sapere Sumihiko di noi. Finché non lo incontreremo di nuovo, non potrò saperlo. L'ignoto mi spaventa, ma voglio affrontarlo con il sostegno di tutti i miei preziosissimi amici.
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Ciao ragazzi! ❤️
Avete passato un bel Natale? Cos'avete trovato sotto l'albero? 👀
Io quest'anno non ho sentito molto l'atmosfera natalizia. Anzi, i primi di dicembre quando in città avevano iniziato a mettere le luminarie mi è salita l'angoscia 🤣 non so perché quest'anno sia andata così, boh 🤷🏻♀️ il Natale è anche la mia festività preferita, quindi proprio non me lo spiego. Poi è stata una sofferenza mangiare poco e niente, ricordo come mi strafogavo gli anni scorsi e quest'anno invece con il mio disturbo alimentare è stato terribile...
Comunque, vi è piaciuto il capitolo? Secondo voi, abbiamo già superato la metà della fanfiction o no? Haha io non vi dico niente, ditemelo voi 🤭
Vi lascio qui il mio best boi 🥰 per augurarvi buone feste (anche se in ritardo haha) 🎅🏻
Ci aggiorniamo l'anno prossimo! xD
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