Ikigai
Non penso esista una cosa migliore di svegliarsi la mattina accanto alla persona che si ama, passare le giornate in sua compagnia e riaddormentarsi fra le sue braccia. Questi giorni stanno andando proprio così e stanno passando troppo in fretta... infatti, siamo già al terzo e domani sera dovrò tornare a casa. Non voglio pensarci, no, no, no! Voglio godermi fino alla fine il tempo che ho a disposizione con Obanai.
– Prendiamo queste?
Obanai mi fa tornare alla realtà. Siamo in giro a fare compere: stiamo prendendo delle candele per addobbare la tavola di stasera, abbiamo deciso di scambiarci i regali e fare un "Natale in anticipo". Stiamo scegliendo fra tantissimi tipi colorati e profumati, Obanai mi propone delle candele piccoline nere all'essenza di liquirizia. Io invece stavo optando per un modello rosa fragrante di ciliegia, annusandola mi ha ricordato la delizia dei mochi. Alla fine le abbiamo prese entrambe.
Usciamo dal negozio e ci rimane ancora un po' di tempo prima di tornare a casa e prepararci per la cena.
– Cosa facciamo adesso?
Mi chiede, senza mai togliere l'intreccio delle sue dita nelle mie.
– Andiamo a vedere il villaggio di Babbo Natale?
Le luci e i colori delle strade della città che si prepara al Natale sono così accesi ed esprimono gioia, come se la realtà della pandemia non esistesse e stessimo vivendo un Natale come gli altri, accanto alle persone che ci scaldano il cuore. Il villaggio di Babbo Natale è un'attrazione che richiama soprattutto i bambini, fino a qualche anno fa venivo qui con la mia famiglia ogni 25 dicembre. Io e Nijiro ci divertivamo sempre un sacco: facevamo la foto con Babbo Natale, scrivevamo la nostra lettera da appendere all'albero gigante, ci riempivamo lo stomaco di dolcetti natalizi. Venire qui con Obanai invece prende un nuovo significato, mi sento veramente come se fosse Natale e questo sia il nostro appuntamento. Mi fermo davanti alla pista di ghiaccio e osservo le persone pattinare, ci sono molte coppie come me e lui.
– Vuoi andarci?
Mi chiede Obanai, porgendomi una tazza fumante di cioccolata calda appena presa.
– Sai pattinare?
– Sapevo farlo quando ero un bambino, quanto potrà essere diverso ora?
Prendiamo i pattini dalla biglietteria e saliamo sul ghiaccio, mi giro al centro della pista poiché qui il ghiaccio è sempre meno scivoloso. Mi volto e noto Obanai non raggiungermi, anzi resta attaccato al corrimano.
– Non vieni?
– Si scivola.
– Per forza, è ghiaccio!
Rido fra le labbra, per poi porgergli la mano avvolta nel guanto.
– Vieni con me.
Obanai afferra la presa e lentamente mi dirigo di nuovo al centro della pista, iniziano a pattinare insieme. Credo che Obanai abbia sottovalutato il fatto che il suo baricentro si sia alzato rispetto a quando era piccolo e fa fatica a rimanere in equilibrio, mentre io ho sempre amato pattinare e non ho mai abbandonato l'abitudine di venire qui tutti gli anni per non perdere l'occasione di sentirmi leggera sul ghiaccio. Più guardo Obanai, più mi viene da sorridere poiché è molto impacciato, è così buffo! Non lo avevo mai visto così! Appena noto che si è un po' riabituato e inizia a sciogliersi nei movimenti, decido di staccare la presa della sua mano.
– Prendimi se ci riesci!
Inizio a correre sul ghiaccio e vedo con la punta dell'occhio Obanai inseguirmi.
– Tanto vinco io!
Gli esclamo girandomi verso di lui e pattinando all'indietro, gli sorrido divertita.
Continuiamo a correre intorno alla pista per un po', finché non inizio a stancarmi e rallento, mi volto nuovamente ma non vedo più Obanai dietro di me. Allora mi fermo, cercando anche di riprendere fiato e lo cerco fra la folla. Ah! È caduto! Oddio, forse non avrei dovuto farlo correre così veloce! Mi precipito da lui.
– Aw, scusami!
Gli porgo la mia mano per aiutarlo a rialzarsi, ma, appena la afferra, mi spinge a terra e cado sopra di lui.
– Ah!
– Ho vinto.
Mi dice, con il fiato corto.
– Ma così non vale!
Faccio i capricci prendendo a pugni leggeri le sue spalle, Obanai ride e mi prende in giro imitando le mie smorfie. È così buffo che non riesco a trattenermi dal ridere anch'io.
Riportiamo i pattini alla biglietteria e ci incamminiamo verso la metro, per tornare a casa.
🌸🐍🌸🐍🌸
In questi giorni ci siamo sempre divisi i mestieri, a me non sarebbe pesato prendermi cura della casa, essendo io l'ospite, ma no, Obanai ha insistito tantissimo fino a convincermi. Infatti stasera si occuperà lui della cena, ho scoperto che è bravissimo in cucina e non vedo l'ora di scoprire cosa mi sta preparando. Mi sto facendo un bel bagno caldo in vasca, come si sta bene! Sta salendo per le scale un profumino delizioso, ho già l'acquolina in bocca!
Forse è la serata adatta per mettere quel set intimo che ho comprato con il mio primo stipendio. Sì, perché mi erano rimasti dei risparmi dopo aver preso il viaggio da fare con Obanai e, pensando all'eventualità ho pensato che un completo carino gli sarebbe piaciuto.
Anche se ho preso qualche chilo ultimamente, mi sta ancora bene. Vedermi allo specchio di camera sua con questo set addosso mi suscita un enorme imbarazzo, spero solo di essere il più rilassata possibile nel caso dovesse succedere proprio qui.
– Mitsuri?
Obanai mi chiama da sotto. Mi nascondo sotto l'accappatoio come se mi vergognassi del mio aspetto attuale nei confronti di Obanai, ma non è così... sono solo un po' nervosa.
– Sì? Dimmi...
– Ma che fai?
Lo sento ridacchiare da qui.
– Mi... mi sto preparando!
– Fra 5 minuti è pronto, scendi?
– Sì, arrivo!
Sembriamo proprio due sposini durante la vita quotidiana. Mi vesto e finisco di prepararmi, per stasera ho deciso di tenere i capelli sciolti.
La tavola è imbandita magnificamente: ci sono le candele che abbiamo comprato come centrotavola, una tovaglia rossa con ricamati in bianco dei fiocchi di neve, i piatti con il bordo dorato e le posate apparecchiate in modo perfetto. Rimango letteralmente a bocca aperta.
Resto in attesa davanti al caminetto a prendermi il calore del fuoco che scoppietta fra la legna e le braci, poi scorgo una scatola impacchettata sotto l'albero di natale. Oggi pomeriggio non c'era, sarà per me? Ora che ci penso, anch'io devo mettere lì il mio regalo ancora dentro allo sgabuzzino, lo vado a prendere.
Appena torno in sala, trovo Obanai intorno al tavolo che serve il primo nei piatti. Alza lo sguardo mentre mi avvicino e i suoi occhi si incollano su di me.
– Wow...
– Eh? Che c'è?
– Sei bellissima.
– Ma... M-Ma smettila, dai! Non puoi dire queste cose così all'improvviso!
Non mi posso vedere in questo momento, ma sono sicura che sto arrossendo. Sento il calore pervadermi le guance che copro con delle ciocche di capelli.
Obanai mi raggiunge e mi prende le mani.
– Buon Natale.
Mi sorride dolcemente, non posso fare a meno di condividere con lui la mia felicità e sorrido anch'io appoggiando la fronte sulla sua.
– Buon Natale, Obanai.
🌸🐍🌸🐍🌸
La cena era squisita, ho fatto il bis e il tris. Obanai lo sa quanto mi piace mangiare, allora ha cucinato in abbondanza. Sono proprio piena adesso, ma bisogna sempre lasciare uno spazio per il dolce! Qui in Giappone si usa mangiare la torta di Natale, io e Obanai l'abbiamo comprata ieri. È un pan di spagna decorato con alberi, fiori e Babbo Natale in pasta di zucchero, alla base di fragole e panna montata. È un dolce molto amato dai bambini in questo periodo dell'anno, perché è considerato come la torta per il compleanno di Babbo Natale. Era da un sacco di tempo che non ne mangiavo una, è così soffice e buona! Ne prendo due fette e Obanai ride fra le labbra, per poi passarmi un dito sulle labbra sporche di panna montata. Metto fra i denti il labbro e gli sorrido abbassando lo sguardo sul piatto, si avvicina a me e mi ruba un bacio inaspettato. Gli prendo la mano sul tavolo e lo bacio a mia volta.
– Apriamo i regali?
Poi gli chiedo.
– Il regalo, vorrai dire.
Mi risponde, per poi voltarsi verso l'albero di Natale e notare con stupore la mia scatola aggiunta poco prima.
– Mitsuri...
Volge il suo sguardo verso di me, con un'espressione che esprime sia sorpresa che disagio.
– Dai, il viaggio è saltato, non potevo non rimediare!
– Ma non è mica stata colpa tua e poi possiamo farlo quando questo periodo finirà!
Gli sorrido mettendo l'indice davanti alle labbra.
– Non dire niente, va bene così!
Ci alziamo dalla tavola e prendiamo i nostri regalo da sotto l'albero, per poi accomodarci sul divano.
– Quanto pesa!
Dico, soffiando una risatina.
– Aprilo.
Scarto la carta dorata che avvolge la scatola e con le unghie tolgo lo scotch per aprirla, prendo fra le mani il suo contenuto ben imballato e ricoperto di carta protettiva. Tolgo tutto e mi ritrovo fra le mani un telescopio. Sono sorpresa all'inizio, lo guardo con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, poi Obanai mi porge una busta dorata che apro frettolosamente.
生き甲斐
Ikigai, l'unica cosa che riesco a capire, poi numeri e simboli che non riesco a decifrare.
– Obanai, che cos'è?
Mi sorride, per poi alzarsi dal divano e porgermi la sua mano.
– Te lo faccio vedere.
Afferro la sua mano, Obanai mi spinge per alzarmi e prende con sé anche il mio regalo per lui ancora impacchettato, poi mi trascina con sé verso le scale. Saliamo e ci rintaniamo in camera sua, apre la finestra e monta il mio telescopio che ho portato con me. Prende il biglietto che era dentro la busta dorata e lo osservo guardare dentro la lente del telescopio sistemando le coordinate.
– Eccola!
Poi esclama.
– Guarda anche tu.
Mi dice, scostandosi dal telescopio facendo spazio a me. Guardo nella lente e vedo una stella luminosa nel mirino della messa a fuoco. È bellissimo, non avevo mai visto una stella da così vicino! Sembra che basterebbe allungare il braccio per poterla afferrare.
– Ma... che significa?
Poi gli chiedo, tornando a guardare lui negli occhi.
Obanai mi prende le mani e osserva il cio stellato davanti a noi.
– È tua.
Si volta verso di me, sorridendomi.
– Mia? La stella?
Gli chiedo perplessa ed Obanai mi accenna un sì con la testa.
– Mi hai regalato una stella?
Gli chiedo nuovamente, cercando di realizzare questa cosa. Mi copro la bocca spalancata con le dita ancora intrecciate nelle sue, non riesco a trattenere l'emozione di essere in possesso di una cosa così preziosa come una stella e dai miei occhi cadono lacrime di commozione.
– Ti piace?
Gli bacio le mani stringendo le palpebre, nessuno mai mi aveva fatto un regalo così bello! È indescrivibile!
Obanai mi spinge a sé e mi abbraccia, mi stringe forte avvoogendomi completamente.
– Ikigai.
Poi mi dice, sussurrandomi nell'orecchio.
– Ora tocca a te.
Mi scosto dalle sue braccia, asciugandomi le palpebre con le dita. Prendo la scatola che aveva appoggiato sul suo letto e, sorridendo, gliela porgo.
– Aprilo anche tu!
Obanai prende fra le mani il pacchetto e lo scuote delicatamente, avvicinando l'orecchio alla scatola.
– No! Rovinerai la sorpresa!
Obanai ridacchia, nascondendosi le labbra.
– Ah! Ho un'idea!
– Cosa?
– Chiudi gli occhi! Faccio io.
– Ma!
– Fidati di me!
– Sempre.
Mi sorride, abbassando le palpebre.
– Bene, non sbirciare...
Strappo la carta del pacchetto e tolgo il coperchio alla scatola, alzo lo sguardo per controllare che Obanai abbia gli occhi chiusi.
– Posso aprire?
– Non ancora!
Prendo fra le mani la stoffa che appoggio sulle sue spalle come un mantello drappeggiato.
– Oddio... che ricordi...
Poi dico, guardando Obanai con questo sulle spalle, intravedo che prova ad alzare le palpebre ma gli metto le mie mani sugli occhi ridacchiando.
– Quanto manca?
Lo prendo per mano e lo trascino lentamente davanti al suo specchio, controllando che mantenga gli occhi chiusi.
– Un ultimo tocco, resisti.
Apro la teca di Kaburamaru e lo sollevo con delicatezza. Poverino, stava dormendo. Si intreccia fra le mie braccia, ma io lo appoggio sulle spalle di Obanai.
– Ma cosa... Mitsuri?
– Aspetta!
Guardo il suo riflesso nello specchio e il mio cuore batte fortissimo, è proprio come lo ricordo.
– Puoi aprire.
Obanai apre gli occhi lentamente e appena nota l'haori a righe e il serpente avvolgergli le spalle sobbalza all'indietro, per poi avvicinarsi allo specchio e toccare il vetro con la mano. Lo vedo con le pupille dilatate e le iridi luminose, bei suoi occhi brilla la scintilla di un tempo. Non avrei mai più pensato di vederlo con quello sguardo, ma è proprio davanti a me.
Obanai volta il capo verso di me in uno scatto e scorgo i suoi occhi lucidi.
– Ma dove... l'hai preso?
– L'ho trovato per caso in un negozio. È curioso, vero?
Gli sorrido dolcemente.
– Manca solo la divisa della squadra ammazzademoni, adesso! Ma quella... non credo che potrei trovarla in un negozio!
Rido fra le labbra, chiudendo gli occhi. Obanai mi abbraccia forte, ricambio il suo gesto avvolgendomi con l'haori e Kaburamaru incornicia i nostri corpi circondandoci le spalle per poi strisciare via nella sua teca.
– Non si sporcherà più con il sangue...
Bisbiglio.
– Puoi starne certa.
Mi risponde, sento le sue lacrime sulle mie guance. Posso dire con certezza che il mio regalo gli è piaciuto molto.
Alzo il mento e con le dita gli asciugo le palpebre e prendendo il suo viso fra le mani stampo sulle sue labbra tanti piccoli baci silenziosi.
– Anche tu sei la mia ikigai.
Gli dico a bassa voce.
Obanai mi prende per i fianchi e mi solleva in braccio, mi accomoda sul suo letto con delicatezza e si siede accanto a me accarezzandomi i capelli.
– Ti amo.
Mi dice, sorridendomi negli occhi. Mi siedo sul letto avvicinandomi a lui, vedo il mio riflesso nei suoi occhi profondi gialli e blu. Prendo le sue mani e intreccio le nostre dita, per poi stendermi nuovamente e trascinare Obanai sul mio corpo. Vedo chiaramente nei suoi occhi il desdierio, lo stesso che ho e sento anch'io. Gli accarezzo i capelli mentre mi alzo con la schiena per raggiungere il suo collo che richiama le mie labbra e con le mani cerco, uno ad uno, i bottoni da sganciare. Mi tengo dalle sue spalle per poi sfilargli gli indumenti ed abbracciare il suo petto caldo e liscio, mentre avvinghio le mie gambe attorno ai suoi fianchi. Obanai si scosta leggermente per svestire le mie gambe dalle scalze, cerco di aiutarlo togliendo lentamente il vestito e restando davanti a lui solo con l'intimo a coprirmi. Non cerco di chiudermi nelle mie braccia, mi mostro a lui senza imbarazzo aspettando che venga a svelarmi completamente di ogni merletto ricamato su questo completo intimo.
Ci ritroviamo seduti sul letto, abbracciati, accoccolati. Nel silenzio e dal calore dei nostri corpi nudi che, come magneti, si attraggono.
– Sta succedendo davvero?
Mi bisbiglia all'orecchio.
– Sì, scusami se sarò un po' impacciata...
– Come lo sarò anch'io.
Mi distacco leggermente per guardarlo negli occhi, sorpresa.
– Sono la prima?
– Sei la prima e l'unica.
Apro la bocca in un sorriso e torno ad abbracciarlo più forte di prima.
Chiudo gli occhi e accolgo le sue labbra che si incollano alle mie, le sue mani che percorrono i lineamenti della mia pelle, il suo respiro affannato nelle mie orecchie, il suo battito cardiaco accelerato sul mio cuore. I nostri corpi diventano uno, i nostri battiti del cuore si sincronizzano.
🌸🐍🌸🐍🌸
生き甲斐
Ikigai.
Non è traducibile, ma il suo significato è piuttosto semplice: iki è vita, esistenza, essere, mentre gai è lo scopo, la ragione, l’uso, il beneficio, qualcosa per cui ne vale la pena. Il significato di ikigai è di conseguenza qualcosa di simile a “ragione per vivere”.
In un’unica parola si esprimono molteplici significati: il motivo per cui ci alziamo tutte le mattine, quello che vogliamo realizzare con il nostro tempo, le nostre passioni, la nostra vocazione, il modo in cui contribuiamo a questo mondo e in definitiva quali sono le nostre intenzioni.
Ikigai è una sola parola che racchiude nei suoi kanji la ragione d'essere in vita.
❤️
Comunque
VOGLIO che mi facciate sapere se vi è piaciuto davvero sto capitolo e nel caso cosa non vi è piaciuto HAHA scusate per sta richiesta ma a me ancora non convince del tutto, eppure ci ho messo davvero anima e corpo!
Commentate e siate sinceri 🥺
E
perché non ci conosciamo un po'? Se vi va di scrivermi nei commenti quanti anni avete e quali sono le vostre passioni 🥰 inizio io!
Ho 27 anni, sì, sono una vecchia 🤣 e le mie passioni sono gli anime e i manga (ma dai, chi se lo aspettava? Lol), però sono anche una cosplayer! Al momento sono in pausa, però già non vedo l'ora di riprendere!
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