Gelosie e disagi

La casa di Obanai è enorme, troppo grande per un persona sola! Due piani, due sale, una cucina grande quanto una camera matrimoniale. Il suo quartiere si trova in una zona rurale, lontana dal caos del centro. Qui le case sono una separata dall'altra, come piccole ville. Mi sento un po' a disagio, Obanai-san ha visto dove abito e casa mia è più piccola della sua di almeno quattro volte... senza contare che, nel mio quartiere, le strade sono strettissime e non c'è privacy, ogni casa è attaccata alle altre, mentre qui... be'... è tutta un'altra cosa. C'è anche un giardino! Piccolino, circonda la casa, ma è comunque un giardino! Io me lo sogno...

– Obanai-san... vivi tutto solo in questa casa così grande?

Gli chiedo, ammirando ogni angolo dell'interno arredato con cura.

– Sì, mio padre è sempre fuori città e non andiamo d'accordo. Sto bene da solo.

Mi dice, riempiendo un bicchiere con l'acqua del freezer. Sì, il suo freezer ha un filtro che scioglie il ghiaccio in acqua. Basta premere un pulsante e... magia! Acqua fresca pronta per essere bevuta, wow.

– E... tua madre?

Chiedo, cercando di non essere indiscreta.

– Se n'è andata quando ero piccolo, non mi ricordo niente.
– Ah... mi dispiace...
– Non ti preoccupare, non soffro mica!

Mi porge il bicchiere e bevo qualche sorso, mi siedo sul divano della sala principale. È comodissimo!

– Vuoi salutare Kaburamaru?

Mi chiede.

– Ah! Va bene!

Gli sorrido, mi prende per mano guidandomi verso il piano di sopra. La sua stanza è in soffitta! Ho sempre sognato avere una cameretta sul soppalco come questa, con una finestra che dà sul panorama del quartiere. Si vede bene il tramonto aranciato, è bellissimo!
Obanai-san rovista fra le sue cose, apre un piccolo congelatore e prende dei sacchetti sottovuoto da esso.

– Che cos'è?

Gli chiedo, curiosando i suoi movimenti.

– Il pasto di Kaburamaru!

Estrae quelli che sembrano topolini morti dal sacchetto e sono effettivamente topi! Indietreggio schifata e spaventata, Obanai si mette a ridere.

– Vuoi darglieli tu?
– Assolutamente no!

Poi picchietta con le dita il vetro della teca in cui si nasconde il suo serpente bianco, l'ha arredata con terra, piantine di vario genere e un tronco scuro su cui far accomodare Kaburamaru.

– Kaburamaru? Guarda chi c'è!

Il serpente si fa vedere e Obanai indica me con l'indice, poi apre la teca e allunga il braccio. Kaburamaru striscia sul suo braccio e si lascia coccolare con carezze. Mi avvicino e allungo le mie dita verso la testa del serpente, mi accetta e si lascia accarezzare anche da me. Obanai-san posiziona i poveri topolini fra le piantine, riaccompagna Kaburamaru all'interno della teca e la richiude.

– Buon appetito!
– Ugh...
– Che c'è? Come tu mangi la carne anche lui la mangia!
– Sì sì, ma vederlo e saperlo sono cose diverse...
– Come sei schizzinosa!

Mi fa una linguaccia per poi sbadigliare.

– Scusa, non ho dormito stanotte...
– Come se le altre notti dormissi...
– Ma sì, dormo poco ma dormo!
– Non va bene, dovresti dormire almeno otto ore!
– Ma sono troppe!
– Sono nella media, invece! L'ho letto su internet!
– Sì... non tutto quello che trovi su internet è vero, lo sai?

Mi imbroncio e incrocio le braccia conserte.

– Vabbè, sei tu il medico qua. Non dico più niente.

Obanai ride fra le labbra per poi avvicinarsi a me ed abbracciarmi.

– Va bene, va bene... hai ragione. Lo so che dormo poco, ma ormai sono abituato così.
– Mi fai preoccupare, sembri sempre stanco...

Obanai mi pizzica il collo con piccoli baci.

– Non devi, sto bene.

Poi mi dice, a bassa voce. Appoggia la sua fronte sulla mia e mi guarda negli occhi sorridendo.

– Ci rilassiamo un po'?
– Va bene, così ti racconto di Tamayo-san!
– Tamayo-san?

Ci stendiamo l'uno accanto all'altro sul suo letto e ci abbracciamo. Gli racconto della mia giornata a scuola e Obanai rimane sorpreso nel sapere di Tamayo-san.

– Lei? Sposata con Kibutsuji?
– Lo so! Anch'io mi sono sorpresa!

Continuo con la mia spiegazione dicendogli che non ha voluto raccontarci poiché era di fretta, ma che sarebbe stata disponibile a farlo un'altra volta.

– Dobbiamo dirlo anche agli altri.
– Credo glielo dirà Shinobu, stasera li vede.
– Poi penseremo a cosa fare, dopo che Tamayo avrà spiegato tutto.
– Sì...

Coccolo la testa di Obanai con i grattini e lui mi accarezza la schiena. Il cuore mi batte fortissimo, sono un po' agitata ma anche felice. Siamo soli, se dovesse succedere? Sarebbe la mia prima volta e voglio assolutamente che accada con lui! Solo con lui, non ci lasceremo mai, l'abbiamo promesso.
Continuo a fantasticare, forse per troppo tempo? Obanai si addormenta. Sono un po' sollevata di averla... scampata? Non so bene come definire questa sensazione, ma mi sento più tranquilla adesso. Chiudo anch'io gli occhi e mi lascio cullare dal rumore del suo respiro rilassato.

🌸🐍🌸🐍🌸

È ora di andare, dopo il pisolino abbiamo giocato insieme alla PlayStation e ho sempre preso contro di lui finché non mi ha insegnato. In ogni caso, solo una volta ho vinto anche dopo il suo tutorial... i videogiochi non fanno per me.
Obanai-san insiste per riaccompagnarmi a casa ma insisto a mio volta per andare da sola, c'è ancora la luce! Devo solo raggiungere la stazione della metropolitana e prendere un treno, insomma! Cosa c'è di pericoloso? Riesco a convincerlo senza provocarlo come l'altra volta. Non voglio rischiare, so che stavolta non si tratterebbe e non tornerei più a casa. Mamma invece vuole che sia a casa per cena e non posso disobbedirle!

– Puoi venire qui quando ti pare, ora sai dove abito. No?

Mi dice Obanai mentre mi infilo le scarpe, precedentemente lasciate dietro la porta.

– Mi raccomando però, anche tu fatti vedere a casa mia! L'hai promesso a mio padre, ti ricordi?
– Certo, non mi sono dimenticato. Ci organizziamo.

Obanai apre la porta e ci salutiamo davanti a casa sua con un bacio passionale, le sue mani scivolano sul mio fondoschiena.

– Dai, devo andare...
– Scrivimi quando arrivi a casa, mi raccomando!
– Sì sì, lo farò!

Mi incammino verso la strada e lo saluto agitando la mano.
Percorro il vialetto per raggiungere la stazione della metro più vicina, ma vengo assalita da una strana sensazione... mi volto e non c'è nessuno, eppure mi pare di aver sentito dei passi. Vabbè, continuo a camminare. Il rumore dei passi si ripresenta e allora accelero il passo ed entro nella stazione di fretta, salgo sul treno e dopo otto fermate scendo.
Entro in casa e quella sensazione di inquietudine passa subito. Prendo il cellulare tra le mani e scrivo ad Obanai. Sento il profumino provenire dalla cucina e mi lascio guidare da esso, prendo un biscotto appena sfornato e saluto mamma con un bacio sulla guancia.

– Ciao tesoro! Tutto bene?

Annuisco con la testa mentre sgranocchio il biscotto. Passo la serata con la mia famiglia e vado a dormire, pensando a cosa mi aspetta domani: un'altra giornata di scuola noiosa.

🌸🐍🌸🐍🌸

Arrivata a scuola stamattina mi sono incontrata con Shinobu come al solito davanti al cancello, entriamo insieme in aula e vediamo i nostri compagni di classe tutti radunati davanti al mio banco.

– Ma che succede?

Mormoro, per poi raggiungere il banco e trovarlo tutto imbrattato di scritte. Una sovrasta tutte le altre:

NON TI AVVICINARE A IGURO

– Chi è stato?
– Siamo arrivati che il banco era già così...

Mi risponde un mio compagno.

– Ma che vandali!

Esclama Shinobu. Sbuffo, devo pulirlo. Non posso tenere il banco in queste condizioni durante le lezioni. Prendo uno straccio dall'armadio che usiamo per i turni delle pulizie e corro alla toilette per inumidirlo.
Apro il rubinetto e faccio scorrere l'acqua finché non diventa calda, bagno lo straccetto e lo strizzo nel lavandino. Altre ragazze entrano nel bagno e noto che mi stanno fissando dallo specchio, faccio finta di nulla.

– Tu sei Kanroji?

Una di loro si rivolge a me.

– Eh? Sì, sono io!

Le sorrido.

– Be' allora, tieni a mente il mio avvertimento.

Non capisco, la guardo confusa.

– Non ti avvicinare a Iguro-san.

Non ci credo, è stata questa ragazza a ridurre in quel modo il mio banco?

– Altrimenti non la passerai liscia.

Trattengo una risata fra le labbra, pensa di spaventarmi con le sue parole? Ne ho passate di peggiori.

– Ti fa ridere? Forse non hai capito.

Fa un cenno alla sua amica che tiene che in un soffio mi taglia una ciocca di capelli.

– Ah! Ma che fate? Adesso chiamo qualcuno!

Mi dirigo verso la porta dell'uscita ma un'altra ragazza, da dove è spuntata non saprei, la chiude all'improvviso e si mette davanti ad essa bloccandone l'accesso.

– Ma insomma, cosa volete?
– Niente, tu lascia stare Iguro-san e non ci vedrai più.
– Non ci penso nemmeno!
– Ah no? Io fossi in te ci penserei su... se non vuoi perdere altro oltre ad una misera ciocca di capelli.
– Non ho paura delle vostre stupide minacce! Non lascerò mai Obanai!

La ragazza che mi sta minacciando si mette a ridere.

– E va bene, allora divertiamoci! Vediamo chi cede prima!

Mi guarda con aria di sfida e un sorriso sadico sulle labbra.

– Non provare ad aprire bocca su quanto successo o te ne pentirai, ci vediamo!

Le ragazze escono dal bagno finalmente. Mi guardo nello specchio, decido di nascondere la ciocca tagliata in una treccia unica. Meno male, così non si nota. Torno in classe di corsa.

– Ci hai messo un po', tutto bene?

Mi chiede Shinobu.

– Sì, sì! L'acqua ci ha messo un pochino a diventare calda!

Nascondo la mia preoccupazione di questa situazione in una risatina finta. Non sono mai stata brava a mentire, sono un libro aperto... ma non voglio che Shinobu si preoccupi a causa di tre stupide ragazze.
Pulisco il banco con lo sgrassatore e poi riordino tutto nell'armadietto.

🌸🐍🌸🐍🌸

All'uscita di scuola mi viene a prendere Obanai e mi riaccompagna a casa. Prima di buttarmi fra le sue braccia mi sono guardata attorno per controllare che quelle ragazze non fossero nei dintorni, meno male non c'erano! O così mi è sembrato.

– Com'è andata oggi?

Mi chiede Obanai.

– Tutto bene!

Non voglio riferire nemmeno a lui dell'accaduto, mi sembra davvero una sciocchezza, un assurdo dispetto di tre ragazze immature che non vale la pena prendere in considerazione.
Torniamo a casa mano nella mano, Obanai si ferma a casa mia e conosce i miei genitori. Come sono contenta! Vanno molto d'accordo, soprattutto lui e papà! Mio padre è un banchiere, gli chiede in che ramo della medicina vorrebbe specializzarsi.

– Ematologia!

Gli risponde Obanai-san.

– Accidenti, è un percorso lungo! In bocca al lupo!

Rimangono a chiacchierare mentre io e mamma versiamo il thè nelle tazze, ha preso le tazze del servizio antico in porcellana per l'occasione, e serviamo i biscotti che ha preparato ieri.

– Mitsuri non parla mai di proseguire gli studi dopo il diploma, ti va bene anche così?

Mormora mia madre, lamentandosi di me.

– Mamma, insomma!

Esclamo.

– Che c'è? Guarda che uomo ci porti in casa, con dei progetti precisi sul suo futuro a differenza tua che pensi solo a spendere soldi in vestitini!

La guardo infastidita, mentre tutti si mettono a ridacchiare in sottofondo.

– Non si preoccupi, me la sono scelta io dopotutto!

Le risponde Obanai, con tono scherzoso.

– Oh, ma che carino! Quando vuoi prendertela per togliercela di torno fai pure, eh!
– Dai!

Mi imbroncio e probabilmente arrossisco a causa dell'imbarazzo.
E arrivato il momento di salutarci.

– Scrivimi quando sei a casa!

Gli dico, per poi stampargli un bacio sulle labbra ed abbracciarlo.
Con la coda dell'occhio scorgo un'ombra all'angolo della strada che sgaiattola via. Mi insospettisco ma non lo do a vedere a Obanai. Si allontana e mi saluta con la mano, aspetto che volti all'angolo e poi mi dirigo sulla strada anch'io per accertarmi che quell'ombra non si tratti di ciò che ho sospettato quando l'ho vista, ma purtroppo è proprio ciò che temevo. Scorgo una di quelle ragazze di stamattina, nascosta dietro al distributore automatico delle bevande. La colgo di sorpresa alle spalle.

– Bene bene, sai che seguire le persone è un reato?

Appena sente la mia voce balza su se stessa e si volta di scatto.

– E pensi di denunciarmi?!
– Be', sai, non sono io la stalker fra noi due. Ti ha mandato quell'altra?
– Stammi bene a sentire, se non vuoi finire come Eri-san.
– Eri-san? Chi sarebbe?
– L'ex di Iguro-san! Non lo sapevi?

Eh? Obanai ha avuto una ragazza prima di me? No, non... lo sapevo. Perché quest'informazione mi turba?

– Dalla tua espressione deduco di no! Che ti aspettavi? Che Iguro-san avesse occhi solo per te anche gli anni scorsi?

Ride di me.

– Cos'è successo a Eri-san?
– Non ci ha voluto ascoltare e alla fine ha cambiato scuola.
– Eh? L'avete maltrattata fino a farla trasferire? Ma che persone terribili che siete!
– Se non vuoi finire come lei, fai quello che ti dice Megumi.
– Ma stai scherzando, spero!
– Io ti ho avvertita.

Se ne va.

– Hey, aspetta!

Non mi considera e si allontana fino a sparire dietro l'angolo. Rientro anch'io, pervasa da brutti pensieri.
L'ex ragazza di Obanai, possibile che... lui abbia fatto l'amore con lei? Non so perché, ma... il pensiero di non essere io la prima per lui mi rende triste.

– Mitsuri? Mi aiuti ad apparecchiare?
– Eh? Ah... no mami, non ho tanta fame.
– Mitsuri... stai bene?

Mia madre mi guarda preoccupata.

– Sì, perché?
– In 17 anni di vita non hai mai perso l'appetito! È successo qualcosa, lì fuori? Hai litigato con Obanai?
– M-Ma no, mamma! Mi sono ingozzata di biscotti e non ho fame per quello, stai tranquilla!
– Va bene, però sai che per qualsiasi cosa puoi parlarne!
– Sì, sì! Ma non è successo niente, davvero!
– Ok, allora vai di sopra a mettere a posto la stanza dai.
– Subito!

Mi chiudo in camera e provo a distrarmi riordinando un po', ma non ci riesco... provo a dare un volto a Eri-san nella mia testa e la vedo accanto a Obanai al mio posto. Poi ripenso alle parole di quella ragazza, ma io non mi arrenderò! Ho fatto una promessa ad Obanai e intendo mantenerla! Costi quel che costi, non cederò!

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