Parte 7: one way or another..

-14 febbraio-

Sono arrivata a Melbourne stamattina, abbiamo viaggiato di notte e tutto è filato liscio.

Questo ultimi tre giorni sono stati molto tranquilli, per me e Matt. Non abbiamo praticamente mai visto i ragazzi, perché dopo Brisbane avevano una pausa, che hanno sfruttato per lavorare su uno spot pubblicitario e per riprendere fiato.

A dire il vero, mi sono chiesta quando inizierò a lavorare. Non ho ancora praticamente fatto nulla, mi sento abbastanza inutile. Comunque qui a Melbourne alloggiamo in strutture diverse, e sono sollevata.

Decido quindi di uscire con Matt, che ha bisogno di aria aperta quanto me. In teoria non potrei allontanarmi più di tanto dall'albergo, ma mi sembra una regola stupida, se comunque non sono nell'hotel dei ragazzi.

-Matt mi raccomando, se devi fare la pipì, dimmelo- gli ripeto per l'ennesima volta. Stiamo iniziando a fare a meno del pannolino, approfittandone della temperatura mite: prevedono 27 gradi nel primo pomeriggio.

Il cielo è terso, e in reception sono riuscita a recuperare un passeggino, per cui ci godiamo una bella camminata, fino ad arrivare ad un parco giochi.
Il cellulare mi vibra nella tasca; per qualche strana ragione la wi-fi non funzionava stamattina, ed ora mi è arrivata la notifica di due tweet di Liam di un paio d'ore prima : " Domani sarà una giornata dura" e "Help me". Sorrido, perchè in realtà a me pare che tutte le loro giornate siano dure.
Mi dispiace non rispondergli, ma l'agenzia è stata categorica, e poi Louis, Niall e Zayn adesso conoscono il mio nickname. Non perderebbero l'occasione di sfottermi, ne sono certa.

Matt sta salendo e scendendo dallo scivolo ininterrottamente da un quarto d'ora, e mentre lo guardo in piedi sullo scivolo, vedo che spalanca gli occhi ed i pantaloncini iniziano a macchiarsi.

-Tienila, tienila, scendi! - cerco di fermarlo, e mi viene da ridere per la sua espressione. Ormai mezza pipì è andata, e me lo coccolo tutto: -Non preoccuparti amore mio, ora ti cambio. La prossima volta avvisami prima-

Lo cambio e gli do da bere, e ci accingiamo a tornare. Il telefono squilla. Rispondo, cercando di destreggiarmi tra il passeggino, il cellulare, il biberon che Matt mi restituisce, la mano destra col dito fasciato e.. oddio, ho appena visto uno scorpione?! Saltello velocemente in là, inorridita.

-P-Pronto?..- Mi esce, esitante. Sto scrutando il marciapiede. Se esce, lo spiaccico. Sarà velenoso?

-Luna? - sento, e per un attimo non riconosco la voce.

-Sì?-

-Sono Moss, ho bisogno di lei.-

-Certo. Mi dica pure-

-Abbiamo un problema.-

Il problema è che anche per entrare in Giappone è richiesto il droug test, secondo una normativa approvata da poco. Questo di per sé non costituirebbe un problema, sapevamo già che era una clausola per avere il permesso di entrare in alcuni Paesi per motivi di lavoro. Ma il visto per il Giappone sarebbe dovuto essere già stato confermato; invece l'organizzatore degli eventi ad Osaka ha contattato la Modest soltanto questa mattina, avvertendoli che i ragazzi non hanno ancora ottenuto il visto perché manca questo esame, che deve essere recente. I ragazzi l'hanno fatto un mese e mezzo fa, siamo fuori tempo massimo.
La Modest è in fibrillazione, ed anche i giapponesi. I ragazzi sono attesi tra 10 giorni con tre concerti sold-out ad Osaka, e non sono ancora pronti i visti.

Inizio ad avvertire l'ansia.

-Dove sono i ragazzi?- Mi chiede, sorprendendomi.

-Non lo so, non alloggiamo nello stesso albergo e non so neppure se siano già arrivati a Melbourne- esclamo. Cosa pensa che io sia?! Una baby-sitter?

Sento la sua disapprovazione pervenire da Londra. Ora che ci penso: ma non è notte, in Europa? Ma questi tizi non dormono mai?

-Luna lei deve assolutamente far eseguire il droug-test ai ragazzi, farlo refertare, farci pervenire il referto, e di corsa! Siamo strettissimi coi tempi, non abbiamo un minuto da perdere-

-D'accordo. Mi deve mettere in contatto con qualcuno della sicurezza-

-Reputo fondamentale- scandisce lui -che lei abbia un contatto diretto coi ragazzi. Lei deve essere a loro disposizione. Non deve avere bisogno che noi li mettiamo in contatto con lei-

-Le prenotazioni degli alberghi non le di certo ho fatte io, le ricordo. E siete voi, a dovermi dare gli strumenti per mettermi in contatto con loro. Comunque, sorvolerò su questa critica che reputo infondata. Aspetto notizie dalla sicurezza.-

Non esiste che mi faccia il cazziatone per qualcosa che non dipende da me. Se l'agenzia vuole metterci in contatto diretto, d'accordo. Ma non tollero che mi dica che è una mia leggerezza.

Moss è palesemente irritato.
-Contatto la sicurezza. Resti a disposizione- mi congeda, chiudendo la chiamata senza nemmeno salutarmi.

Accelero il passo ed arriviamo in albergo. Chiedo alla reception che ci mandino una baby-sitter quanto prima; sono fortunata, c'è addirittura un servizio di baby-parking, e Matt accetta di buon grado di andare a giocare. Sento una stretta al cuore, guardandolo: è buonissimo. Non mi merito un bambino così bravo.

In venti minuti ho preparato il materiale per eseguire l'esame, ho contattato il laboratorio analisi dove mandare i campioni, ho organizzato il passaggio dei referti dal laboratorio all'ambasciata. Ed ora attendo che mi dicano dove sono i ragazzi.

Dopo 5 minuti esatti, ricevo una telefonata da Andy, uno dei bodyguard.

-Ciao Luna! Che succede? Perché mi ha chiamato Moss incazzato?-

-Non preoccuparti. Dimmi solo dove siete, ho bisogno di vedere i ragazzi per eseguire un esame-

-Ah, d'accordo. Siamo arrivati a Melbourne dieci minuti fa. Ci stiamo dirigendo all'albergo-

-Ok. Passami l'autista, mi deve spiegare la strada. Vengo io da voi-

E cosi' iniziano i problemi.
Scopro che il loro albergo è fuori mano per me, perché vicino all' areoporto. Chiamo la reception, ho bisogno di una macchina con l'autista, ma la risposta è che non hanno disponibilità immediata. Inizio a sudare freddo. Devo riuscire ad andare dall'altra parte della città, adesso.

Innanzitutto contatto il baby-parking; sistemato Matt, chiamo un taxi. Non mi viene in mente altro.

Carico in uno zaino il portatile, il materiale per il droug-test, cercando di fare mente locale per non saltare nessun passaggio. Arrivato il taxi, salgo e dò l'indirizzo. Fortuna vuole che questo casino sia successo in un posto dove la lingua corrente è l'inglese; che sarebbe successo altrimenti?

Un'ora dopo arriviamo. Ma l'albergo è blindato; ci sono uomini della sicurezza che formano un cordone impenetrabile. Ed ora? L'agenzia non risponde; quindi provo a chiamare Andy. Non risponde, ma mi richiama cinque minuti dopo, quando io sto quasi per entrare in panico. Gli spiego la situazione.

-Ok Luna, ora informo la reception e vediamo cosa possiamo fare. Spiegami esattamente dove sei- mi dice lui.

-Sono ad una quindicina di metri dal cancello, vicino ad una macchina della polizia, sotto la tabella della via-

-Va bene; resta lì e non ti muovere-

Appena riaggancio, però, arriva un gruppo di ragazzine, di corsa. Stanno venendo proprio nella mia direzione. L'agente della polizia scende dall'auto e ci intima di spostarci, non possiamo sostare. La situazione si sta scaldando, a quanto pare uno dei ragazzi è stato avvistato sul balcone, confermando così la location; tra poco mi sa che qui ci sarà il finimondo.

Ma come diamine ho fatto a cacciarmi in una situazione così ?!

Chiamo Andy, ma non risponde.

Ok, niente panico.

Intanto mi sposto, mi allontano dal cordone di sicurezza e osservo la situazione dall'esterno. Fa un caldo infernale. Aspetto pazientemente che qualcuno mi chiami.

Finalmente il mio telefono squilla, è un numero sconosciuto.

-Luna, sono Mark. Non riusciamo ad individuarti. Ti sei dovuta spostare?-

-Si, ora sono vicino alle aiuole dall'altra parte della strada. Qui è un casino, non posso avvicinarmi più di così. Mi par di aver capito che abbiano avvistato Louis al balcone-

-Non ti muovere, sto venendo a prenderti-

Non mi ero resa conto di quanto potesse essere complicato raggiungere i ragazzi; sono abbastanza spaventata.
Per fortuna, dopo una decina di minuti una macchina si ferma davanti a me, riconosco Mark e salgo.

Sono felicissima di vederlo.

Dobbiamo fare in fretta: i ragazzi devono recarsi all' Etihad Stadium per le prove, ho fatto perdere tempo a tutti quanti, ed anche se non è colpa mia, mi sento in colpa.

Vengo scortata di corsa fino alla suite, e tutto mi aspetto, tranne che vedere Liam arrabbiato.

-Perché non sei in questo albergo?-

-Più tardi potrai sgridarmi, ora non c'è tempo. Vi spiego cosa dovete fare- lo blandisco.

Tempo dieci minuti, ed è tutto fatto. Loro partono per lo stadio, ed io sostengo lo sguardo accusatorio di Liam e di Louis mentre escono. Spero di avere la possibilità di spiegarmi.

Ora ho finalmente a disposizione una macchina con l'autista; porto personalmente i campioni biologici di urine al laboratorio, attendo la refertazione e la mando direttamente all'ambasciata, ed anche all'agenzia.

Il ritorno al mio albergo è triste, sono stanca e mi viene da piangere. E' stata una giornataccia, è sera, ho lasciato il mio amore con degli estranei per tutto il pomeriggio, e mi sento in colpa per questo.

Decido di telefonare a Moss; mi risponde subito.

-Luna. La ringrazio del lavoro che ha fatto oggi. Ho compreso in un secondo momento che ci sono stati degli errori in fase di prenotazione. Lei era rimasta catalogata come membro dell'equipe, per cui i viaggi e gli alloggi erano ancora prenotati i questo modo. Ora abbiamo sistemato la cosa. All'ambasciata hanno detto che dovremmo avere il nulla osta per i visti nel giro di una settimana, speriamo in bene-

-La ringrazio di aver capito. Dal canto mio, ho compreso solo oggi quanto possa essere complicato essere distanti in situazioni come questa.-

-Bene, non c'è altro da dire. Raggiungerà i ragazzi ad Adelaide il 17 mattina-

Matt è esausto; lo porto in braccio in camera, e lo coccolo. Gli annuso la testa, il collo, e gli mordicchio le braccia cicciottelle. Ci addormentiamo così, abbracciati, dopo che qualche lacrima mi è sfuggita sulle guance.

Ho dimenticato il cellulare in vibrazione sul comodino; alle due e mezza mi sveglio perché sembra vibrare tutto il letto.

" Un altro grande show stasera, voi ragazzi siete sempre fantastici" di Liam su Twitter.

Sto per riporlo sul comodino e girarmi dall'altra parte, quando mi arriva un messaggio privato.

"Scusa per oggi. Mi hanno spiegato che non era colpa tua. Ci vediamo ad Adelaide. Baci a Matt"

-


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