Parte 6: premure inaspettate

Liam ed io veniamo accompagnati da una guardia del corpo al centro medico.
Lui è infastidito, non vede l'ora di togliersi il pensiero. L'agenzia mi ha fissato quasi in contemporanea la consulenza dermatologica; io però voglio accompagnare Liam. Appena arriviamo, tempo due minuti e siamo dal cardiologo.

Come predetto, è tutto a posto, l'ecocardio è perfetto, il piccolo difetto di conduzione non ha risvolti. Liam pare essere a suo agio in questo ambiente, e mi viene in mente di aver letto nella cartella clinica che da piccolo ha avuto dei problemi di salute, che probabilmente hanno condizionato il suo modo di vivere in maniera sana, e gli hanno fornito dimestichezza con l'ambiente ospedaliero.

-Te l'avevo detto- gli dico, soddisfatta.

-Si, avevi ragione tu. Ora avanti, andiamo dal dermatologo-

-No no, ci vado da sola. Gli altri ti aspettano per le prove-

-In realtà abbiamo tutto il tempo. Devo essere allo stadio per le tre del pomeriggio. Su, muoviti-

-Liam, davvero, non è il caso...-

Lui fa una smorfia, mi prende per un braccio e mi trascina.

-Ehi! - Protesto, ma lui non si gira nemmeno. Inizio a stargli al passo per non attirare l'attenzione; mi sta trascinando come una bambina riottosa e le persone si voltano a guardarci. Arrivati davanti ad una porta si ferma, ed io gli sbatto addosso, colta di sorpresa. Lui alza gli occhi al cielo e mi fulmina con un'occhiata severa. Mi intimorisce!
Liam bussa, entrando. L'addetto alla sicurezza rimane fuori. Almeno lui!

-E' semplicemente un granuloma anulare- ci informa un medico annoiato, dopo aver gettato appena un'occhiata al mio indice destro.

-Che sarebbe..?- Lo sprono io, infastidita dal suo atteggiamento.

-E' una malattia autoimmune, di cause sconosciute, non contagiosa, che non dà altri segni e sintomi se non l'eruzione cutanea che ha in atto. Va rimosso con la crioterapia. Se desidera, possiamo già iniziarla adesso-

-Ma perché va rimosso? Non posso tenermelo?- obietto io, facendo scuotere la testa a Liam, che ridacchia.

-Signorina - sospira il medico -il granuloma tende ad ingrandirsi. Già ora è di discrete dimensioni, facendomi supporre che lei lo abbia da almeno un anno. Le conviene rimuoverlo al più presto-

Mi pizzico la base del naso tra le dita, in un gesto che mi aiuta a schiarirmi le idee. Forse dovrei togliermi il pensiero.

-Va bene, facciamolo allora- decido.
-Liam...- inizio, ma non mi fa finire:
-Non chiedermi di uscire, Luna. Resto qui con te. Sei qua da sola, mi sembra il minimo che possa fare-

-So cavarmela da sola, sono più vecchia di te, ti ricordo- protesto io, mentre il medico si è allontanato per preparare il materiale. Non mi va che si senta in dovere di restare, ha un impegno tra poche ore e non voglio dargli disturbo.

- Ma sei più piccola- sorride lui, alludendo al mio metro e sessantacinque di altezza.

Io abbasso lo sguardo. Si sta prendendo cura di me, mi fa sentire bene. Lo ringrazio.

-Sentirà bruciare; mi avverta quando vuole che smetta. Probabilmente ci vorranno un paio di sedute, a distanza di tre settimane. Subito dopo aver finito sentirà dolore per cinque minuti, poi passerà. Le spiegherò come medicarsi. Pronta?- Mi chiede il medico, con in mano una micro bomboletta di azoto liquido. Liam è seduto alla mia sinistra. Io porgo la mano al medico, alla mia destra, e lui inizia.

Ogni tanto il medico si ferma e mi chiede come va. Io sto stringendo i denti, fa male, cazzo. Ma ogni volta annuisco, così finiamo prima. Non ho il coraggio di guardare il mio povero dito. Mentalmente sto tirando giù i santi del paradiso; non mi era nemmeno passato per l'anticamera del cervello che potesse succedere una cosa del genere.
Liam mi prende la mano sinistra, e io gliela stringo forte. Chiudo gli occhi, ma lui me li fa riaprire subito prendendomi per il mento e facendomi girare verso di lui.

-La sto facendo forte, così magari se la cava in una volta sola. E' bello profondo- dice laconico il mio aguzzino. Lo odio.

In tutto dura quattro minuti; quattro minuti intensi. Appena finito, il bruciore si attenua.

-Come stai?- Mi chiede Liam, preoccupato.

-Bene- rispondo io, ma non ne sono sicura, perché ho dato un'occhiata veloce alla mia mano destra, appoggiata sul telo sterile sotto alla lampada. Distolgo subito lo sguardo, iniziando a sentire dolore.

Il medico mi fascia dopo aver applicato la crema di antibiotico e cortisone. La crema allevia leggermente il dolore, e l'adrenalina che ho ancora in circolo mi attutisce la sensazione di bruciore pulsante.

Mi dice anche come medicarmi, ma non sono sicura di aver afferrato. Comunque annuisco.

Appena fuori, Liam mi fa sedere e chiede al bodyguard se può procurarmi dell'acqua.

-Liam, non ti preoccupare, davvero, sto bene. Non è niente- cerco di tranquillizzarlo. Mi spiace dargli questa preoccupazione, con il concerto che apre il tour a distanza di poche ore, le prove da fare, e tutto il resto. Mi sembra assurdo che si stia prodigando così per me.

-No che non stai bene. Sei pallida come un lenzuolo- ribatte lui.

-No, davvero. Torniamo a casa, per favore. Anzi, devo fare un salto in una farmacia per quello che serve per la medicazione..- Lui mi zittisce con una mano, mentre con l'altra telefona a qualcuno e gli detta quello che mi serve.

-Andiamo a casa- mi dice, una volta riattaccato, e mi circonda le spalle con un braccio.

Il centro medico dista mezz'ora dall'albergo, e mano a mano che ci avviciniamo a casa io sento sempre più dolore. Mi sta venendo la nausea. Non dico nulla per non farlo preoccupare; è al telefono e parla con qualcuno che è già allo stadio. Pare ci siano problemi. Spero niente di grave. Probabilmente prima di ogni concerto c'è un'attività febbrile, dove i piccoli problemi che insorgono vengono mano a mano risolti, con la collaborazione di tutti.

Arrivati a casa, vado subito a prendere un antidolorifico.
Mi fa malissimo, credo anche perché l'adrenalina che ho in circolo sta scemando. Chiedo alla baby-sitter se vada tutto bene, lei mi rassicura, Matt sta giocando con i Lego.

Il loft è vuoto per fortuna, sono già tutti fuori. Mi siedo al bancone, e bevo succo d'ananas. Dopo una mezz'ora, finalmente il dolore inizia a scemare, ed io mi sento stanca come se avessi scalato l' Himalaya.

Ho avuto un figlio, ho affrontato un cesareo, ho subito dolori molto peggiori di questo, ma questo piccolo intervento mi ha svuotata.

Il cellulare lampeggia silenziosamente, notifiche di Twitter. I ragazzi sono eccitati per la serata ed ansiosi di aprire il tour.


Non ho idea di che ore siano; sicuramente è mattina presto. In qualche momento, durante la nottata, i ragazzi sono rientrati alla spicciolata. Probabilmente sono rimasti fuori in qualche locale, una volta finito il concerto. Io ho seguito l'apertura in streaming; una cosa spettacolare, come loro solito. Poi però Matt ha reclamato la mia presenza; bagnetto, coccole, storia della nanna... ero così stanca che mi sono addormentata con lui. Per svegliarmi ora.

C'è un sommesso chiacchierare che proviene dal piano di sotto. Ma non dormono mai?!

Mi faccio una doccia scomoda, perché devo tenere la mano destra fuori dall'acqua.

Mi fa male, ed io penso all'ironia della sorte, dove l'infermiera è infortunata ed i pazienti non possono usufruire delle sue prestazioni. Perché qui, con questa mano, è impossibile fare un prelievo. Non riuscirei nemmeno ad annodare il laccio emostatico.

Se avessi immaginato che i postumi sarebbero stati questi, col cavolo che avrei lasciato fare a quel medico sadico. O perlomeno, avrei dilazionato il trattamento in più volte. Ma tant'è.

Mi asciugo e mi rivesto; devo assolutamente cambiare la medicazione e prendere un analgesico. Scendo, col baby monitor agganciato al passante dei jeans, e trovo Liam e Niall in cucina.

-Ciao Luna. Come stai?- Chiede Niall. E' sicuramente stato in palestra, ed io mi chiedo come diamine facciano ad avere l'energia per affrontare tutto.

-Ciao. Ho visto l'apertura in streaming, grandiosa. Una figata- esclamo io, sedendomi al bancone. Loro sorridono, e Liam mi chiede se ho cambiato la medicazione.

-Non ancora, non so dove siano le cose..-

Lui si alza e va a recuperare un sacchettino; lo ringrazio, ma mi blocca:
-Ti aiuto-

-No grazie, Liam, faccio da sola. Sicuramente non è un bel vedere. Fidati-

-Su, dai qua. Voglio vedere cosa ti ha fatto quel macellaio- insiste, lavandosi le mani.

-Ti conviene cedere e lasciarlo fare. Se decide una cosa, è impossibile fargli cambiare idea- mi consiglia Niall, mangiando un toast. Hanno ordinato la colazione in camera, e il bancone è ricoperto da ogni ben di Dio.
-Ed inoltre deve avere sempre tutto sotto controllo, è maniacale- aggiunge.

Non posso dargli torto, ma lo trovo molto dolce.

Con un sospiro, gli porgo il dito. Lui mi sorride e inizia a sollevare i bordi del cerotto, con delicatezza. Cavolo, fa impressione. Lui non dice niente, ma vedo che stringe le labbra in segno di disapprovazione. Col suo aiuto applico la crema, cercando di toccarmi il meno possibile.

-Ha esagerato, doveva suddividere il trattamento in più volte- commenta, ed è quello che penso anch'io, perché ora sono impossibilitata ad usare la destra. Lui mi prende con delicatezza la mano e se la porta alle labbra, e dopo averla baciata la tiene poggiata sul cuore.
-Devi tenerla in alto, così si gonfierà meno-

E' tenero, è premuroso, conferma l'idea che mi ero fatta di lui prima di conoscerlo di persona, ed ho le farfalle allo stomaco per il suo gesto tenero.




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