Parte 27: nel nostro angolo di paradiso
Liam scioglie l'abbraccio per afferrarmi il viso tra le mani e baciarmi con urgenza. Non c'è niente di gentile, in questo bacio che assomiglia ad una punizione. Lo accetto comunque. Posso sentire la rabbia e la delusione che prova in questo momento, e se vuole sfogarsi, sono qui.
Con uno spintone chiude la porta, che realizzo essere rimasta aperta durante tutta la nostra discussione. Mi spinge all'indietro, fino a che non fa scontrare le mie gambe col bordo del letto, su cui mi siedo. Però lo sorprendo prendendo l'iniziativa: porto le mani sopra alla patta dei suoi jeans che si trova proprio di fronte a me. Lancio un'occhiata fugace al suo viso sorpreso, e prima che possa reagire slaccio la sua cintura. Lui mi lascia fare.
-Cazzo- sibila tra i denti.
Non me ne frega niente del fatto che qualcuno potrebbe aprire la porta, non mi interessa che ci sorprendano. Voglio vederlo mentre è sotto al mio controllo, voglio guardarlo mentre è così abbandonato, così sexy, così mio. Voglio fargliela pagare per quello che mi ha detto prima.
Mi infila le mani tra i capelli e accompagna leggermente i miei movimenti. Con lui tutto è diverso. Lo trovo erotico da morire, mentre gli sfugge un gemito che assomiglia al mio nome. Io rallento mentre protesta, e poi accelero di nuovo. Ad un certo punto cerca di fermarmi, ma gli tolgo la mano.
-Luna...- sussurra con urgenza, ed al mio tacito assenso chiude gli occhi rovesciando indietro la testa, e guardarlo è eccitante da morire. Non sono sicura che mi piaccia il sapore, ma la visione di lui che viene mi ripaga di ogni cosa.
-Tu sei pazza- mormora, ricomponendosi mentre lancia occhiate furtive alla porta.
-Hai qualche altro insulto in serbo, oggi, o hai finito?-
-No, no. Mi hai lasciato senza parole- ironizza lui, ed a me viene da ridere. Cavolo, gli ho davvero appena fatto un servizietto?
La mia risatina soffocata viene interrotta dal suo assalto improvviso, mi spinge all'indietro a tradimento e si siede sopra di me, bloccandomi le braccia con le mani.
-Alzati- gli ordino, ma lui fa un sorrisetto: -Assolutamente no-
-Dai, eri arrabbiato con me, ricordi? Devi fare l'offeso ancora un pochino- lo prendo in giro io.
-Infatti la mia intenzione era quella di punirti, ma gli eventi hanno preso una piega inaspettata-
La sua affermazione mi fa arrossire, cerco di svincolarmi da sotto, ma è troppo forte, per cui i miei tentativi risultano vani.
-Dai Liam, per favore alzati- insisto.
-Se questo è il risultato per una discussione, dovremmo litigare più spesso- ironizza.
-Scontato e banale- commento, alzando gli occhi al cielo.
-Ti ricordo che devo ancora punirti. Io non farei tanto la spiritosa- mi minaccia, ma capisco che sta scherzando, anche se rimane dispettosamente a cavalcioni su di me.
-Ti prego, alzati- lo supplico, e proprio in questo momento bussa alla porta ed entra Niall, col suo solito tempismo perfetto.
Non pare particolarmente sorpreso di averci colti in questa strana posizione, fa un cenno di saluto nei miei confronti e si lascia cadere sulla poltrona, di fianco a noi. Mi si stringe il cuore nel notare che ha gli occhi arrossati. D'un tratto la situazione non è più divertente, e Liam mi lascia andare, alzandosi.
-Dov'è Matt?- Mi chiede.
-Con Jules- risponde Liam per me.
Lui annuisce, poi tira fuori il cellulare, ci ripensa, lo rimette via. E' un'anima in pena. All'improvviso l'enormità della cosa mi colpisce in pieno, e mi faccio contagiare dall'angoscia di Niall.
-L'hai sentito?- Gli chiede Liam.
-No, non risponde nemmeno a me-
-Che razza di idiota- commenta sprezzante Liam.
Abbasso lo sguardo, sentendomi di troppo. Ora dovrei andare via, penso, per cui mi alzo.
-Dove vai?- Chiede subito Liam.
-Sono convinta che dobbiate parlare tra di voi, io sono di intralcio- provo a spiegare, ma Liam mi interrompe: -No Luna ti prego, rimani qui.-
-Resta qui, per favore- interviene Niall, e qualcosa nel suo tono di voce mi convince a rimanere.
-Ok - acconsento, a disagio.
-Vado a fare una doccia. Torno subito- esordisce Liam, lanciandomi un'occhiata significativa, che mi ricorda quello che è appena successo.
Niall si prende il viso tra le mani, appoggiando i gomiti sulle ginocchia, e sembra un ragazzino. Non so cosa dirgli per consolarlo, per cui accenno una carezza esitante sulla sua spalla.
-Che fottuto casino- esclama lui.
Non obbietto.
In quel momento entra Louis, senza nemmeno bussare. Meno male che prima non è entrato nessuno.
-Porca puttana, 'fanculo Malik- esordisce. - L'agenzia ci vieta di parlare dell'argomento, dobbiamo fingere che vada tutto bene, ma vaffanculo! Ho bisogno di uscire da qui, mi sento in gabbia. 'Fanculo!-
Niall ed io lo guardiamo mentre esce come una furia, lasciando la porta spalancata.
-Uscirei anch'io- commenta Niall, e si alza, per seguire Louis proprio mentre
Liam esce dal bagno con un asciugamano attorno ai fianchi. Niall gli dice: -Noi usciamo. Vado a parlare con Paul e Mark prima che Louis faccia un casino-. Mi depone un bacio sulla guancia, ed esce.
-Cosa vuoi fare?- Gli chiedo. -Vuoi uscire con loro? Cosa ti senti di fare?-
Lui fa un sorriso tirato.
-Voglio solo rilassarmi e non pensare. Pensi di poter lasciare Matt a Jules per oggi? Vorrei tanto starmene in pace, con te.-
-Ok. Hai qualche idea? Lo skyline di Hong Kong è spettacolare, potremmo prendere un traghetto e andare su un'isola, la vista deve essere splendida- butto li', recuperando un progetto che avevo intenzione di realizzare nei giorni di pausa prima di Manila.
-Sì, ottima idea. Chiami Andy? Mi vesto-
Esco, e cerco Andy. Harry ha la faccia scura, ho l'impressione che abbia litigato con Louis.
-Harry, tu cosa fai? Hai progetti?- Chiedo, sondando il terreno.
-Rimango alla mia idea originaria, vado a trovare degli amici. Parto nel primo pomeriggio.-
Annuisco.- Louis e Niall?-
-Ah guarda, non lo so. A Lou non si può parlare-
-Ha proprio un bel caratterino- commento io.
-Sì, lui non ha filtri. Non sa trattenersi, e soprattutto si infiamma subito, facendo il diavolo a quattro.-
-Dove sono tutti?-
Lui mi indica il corridoio, ed io mi dirigo in quella direzione. Trovo Louis e Niall impegnati a pianificare un'uscita con Andy, Paul e Mark.
-Louis, per favore ti posso parlare?- Li interrompo. Non è mai successo prima, per cui rimangono tutti sorpresi.
-In privato. Un minuto- ribadisco, e rientro. Louis mi segue, ed io chiudo la porta, voltandomi verso di lui.
-Senti, hai tutte le ragioni del mondo per essere incazzato come una biscia e puoi fare tutte le scenate del mondo, ma ti stai comportando esattamente come Liam ha fatto con me prima, finendo per litigare. Di là c'è un ragazzo che è coinvolto in questa situazione quanto te e che si aspetta quantomeno un po' di rispetto. Lo stai trattando male, e ti ricordo che quel ragazzo ti teneva la mano mentre tu facevi le tue scenate per fare i prelievi. Ora incazzati pure con me perché sono un'impicciona, non rivolgermi più la parola, fai quello che ti pare. Ma non trattare male Harry. Non se lo merita. E anche se è un pezzo di pane, la sua pazienza ha un limite, ed a me pare che tu stia tirando la corda. In questo frangente più che mai non dovete litigare.-
Sono sicura che si arrabbierà, ma non mi interessa. Spero che la mia ramanzina sia servita. Louis mi guarda a bocca aperta, mentre arriva proprio Harry dal soggiorno: -Ehi, che succede? State litigando?-
Louis fa un cenno di diniego, mentre ci guardiamo in cagnesco.
-No Haz, semplicemente Luna mi faceva notare alcune cose- gli dice poi, voltandosi verso di lui ed accennandogli una carezza sul petto. Harry mi guarda storto, ed io mi defilo, uscendo a cercare Andy e lasciandoli a sbrigarsela tra loro.
Pianificare l'escursione risulta sorprendentemente facile. Liam ha la patente nautica, per cui prenderemo un motoscafo dal molo dell'albergo e raggiungeremo una spiaggetta privata a trenta minuti dalla costa. Matt non protesta, perché Jules e Theresa lo coccoleranno e vizieranno come non mai, per cui preparo uno zainetto con lo stretto necessario e scendo nella hall, dove Andy ci sta aspettando. Liam deve ancora arrivare.
-Mi raccomando. Dritti all'isola, e dritti a casa. Ho acconsentito a questa cosa solo perché le circostanze sono speciali. Vi aspetto al molo stasera alle nove in punto; se non ci sarete, vi vengo a cercare e quando vi trovo ti spedisco dritta dritta sul primo aereo per l'Italia, ok?-
Alzo gli occhi al cielo.- Si, papà-
-Fai poco la spiritosa. Lui è un personaggio pubblico, ed il mio ruolo è di tenerlo al sicuro, non sto scherzando-
-Lo so, Andy. Ti ho già detto che io non avrei nulla da ridire se venissi anche tu, è Liam che ha insistito. E comunque è una spiaggia su di un isola privata, a meno che non ci localizzino con Google Earth dovremmo essere lontani da occhi indiscreti, no?-
Non coglie la provocazione di Google Earth ed annuisce. Fortunatamente arriva Liam, al quale Andy ripete di nuovo la solfa mentre siamo per strada. Il molo di proprietà dell'albergo dista un quarto d'ora di macchina. C'è un dipendente dell'albergo sul posto che ci aspetta, fornisce a Liam le istruzioni sulla rotta e gli raccomanda il modo migliore per l'attracco una volta giunti sul posto. Carichiamo il cesto da pic-nic che ci è stato preparato in albergo, e dopo altre mille raccomandazioni di Andy, partiamo.
-Tu sai quello che fai, vero?- Gli chiedo, mentre ci dirigiamo piano fuori dal molo.
-Sei preoccupata?- Sorride lui.
-In realtà, no. Mi fido- affermo.
-Brava. Ora goditi la traversata. Forse è meglio che tu ti metta la crema solare- mi consiglia, ed io eseguo.
L'acqua è sorprendentemente blu e lo skyline di Hong Kong è mozzafiato. Mi sembra di vivere in un sogno. Rimaniamo zitti, lasciando che il rombo del motore riempia il silenzio, godendoci semplicemente l'aria ed il sole sulla pelle e riempiendoci gli occhi di questo meraviglioso spettacolo.
Liam sa davvero quello che fa, sembra a suo agio, e mi viene in mente a tradimento una foto che ha postato l'anno scorso in cui dimostrava con ironia che non è affatto grasso. Quella nelle due versioni, una con il costume ed una senza. Era a bordo di uno yacht. Una vampata di calore mi imporpora le guance, ma per fortuna non si nota troppo, e cerco di scacciare l'immagine inopportuna dalla mente.
Lui si libera del giubbotto salvagente e della maglietta, nonostante Andy gliel'abbia espressamente proibito.
Dopo poco, arriviamo alla spiaggia, che è un piccolo angolo di paradiso.
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