Parte 22: Surreal
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, non mi sento del tutto presente, non riesco a realizzare appieno l'accaduto.
Tutto quello per cui ho lottato, la ragione della mia vita, il mio bambino, è stato messo in pericolo dalla leggerezza imperdonabile di ragazzini che alla fine nemmeno mi conoscono.
Sono furibonda, delusa e spaventata.
Mi sento ripiombare nel baratro in cui ero finita dopo la morte di Ed. Tutto il dolore, tutte le lacrime, il funerale dove il padre di Ed aveva quasi rifiutato di stringermi la mano, passando oltre con uno sguardo di indifferenza, facendomi sentire una nullità. Sapevo che Ed avesse parlato di me, e che suo padre gli avesse detto che non ero abbastanza per lui, che doveva puntare più in alto, che con me avrebbe potuto soltanto divertirsi, per poi passare oltre.
Non ero abbastanza per il loro unico figlio, per loro che frequentavano altre classi sociali e provenivano da un altro mondo.
E non era cambiato nulla nemmeno davanti alla morte di loro figlio. Mi aspettavo un gesto di umana compassione, sarebbe bastata una stretta di mano sincera, un abbraccio di partecipazione, avevo bisogno di sentirmi vicina a ciò che era rimasto di Ed, ero devastata. Anch'io ero in lutto. Ma non ero abbastanza importante per condividere il loro dolore.
Ed in quel momento avevo deciso che mai e poi mai mi sarei abbassata al loro livello. Non avrei mai rivelato loro di aspettare un figlio da Ed. Non sarei passata per l'approfittatrice di turno, e il bambino sarebbe rimasto solo e soltanto mio. Non me l'avrebbero mai portato via.
Ed ora, questo.
Liam mi prende tra le braccia, e mi abbandono quasi senza forze contro di lui.
Sono annichilita.
-Da quanto lo sai?- Mormoro, quando riprendo l'uso della parola.
-Dal primo concerto di Tokio.-
-Perché non me l'hai detto subito? Perché non me l'hanno detto subito?-
-Louis e Niall mi hanno raccontato cos'era successo, e abbiamo aspettato di trovare l'occasione...- le parole gli muoiono in bocca percependo la mia occhiata furibonda.
-Non è come pensi...- prova a spiegarsi, ma non lo ascolto. Mi sento tradita. Hanno aspettato di trovare l'occasione, ovvero hanno aspettato di finire dei cazzo di concerti, di farsi una vacanza.. e Liam per Dio, Liam che sapeva tutto, ha taciuto.
-Dimmi cosa vuole il papà di Ed- lo interrompo, non lo sto nemmeno ascoltando, ma questo voglio saperlo.
-Vuole incontrarvi. Luna, lui lo sapeva già. Sapeva di Matt-
Alzo gli occhi di scatto nei suoi. Sono completamente smarrita.
In quel momento, qualcuno mi chiama dall'ingresso del ristorante, è Luke.
Appena ci vede, mi viene incontro, ed io lo guardo avvicinarsi con occhi assenti.
-Luna, la babysitter di Matt ti sta cercando, ha detto che non rispondi al cellulare. Dice che Matt non sta bene-
Liam mi prende il cellulare di mano, è in vibrazione e non ho nemmeno sentito che stesse suonando.
-Jules, che succede?- Chiede, rispondendo alla chiamata.
Lo pianto lì, seguita da Luke. Corro attraverso il ristorante, scappo via dal terrazzo per andare dal mio bambino.
-Calma, Luna, non è niente di grave- mi dice Luke, che mi sta ancora seguendo.
-Ti accompagno e valutiamo se hai bisogno di qualcosa, o di un pediatra- mi dice, e in quel momento apprezzo davvero il suo aiuto.
Appena entro, Jules riattacca, ha Matt in braccio che respira rumorosamente, fischiando, è in broncospasmo. Lei è preoccupata e me lo dà subito in braccio.
Apro subito il rubinetto dell'acqua calda in bagno perché il vapore lo aiuti a respirare meglio.
-Jules, l'inalatore- le chiedo. Lei corre a prenderlo, e porta anche il distanziatore, perché Matt è piccolo e non riesce ancora ad inalare il broncodilatatore come farebbe un adulto.
Appena me lo porge, faccio subito inalare due pouf a Matt, controllando l'orologio. So di poterne fare due ogni cinque minuti.
Quasi non noto la presenza di Luke e Liam, tengo soltanto in braccio il mio bambino, come ho fatto già mille altre volte, con mille altri episodi simili, perché è nato con una malformazione congenita della laringe. Lo coccolo, consolandolo, e confortandomi col suo morbido peso. Col vapore e l'effetto del farmaco, piano piano il sibilo diminuisce. Gli faccio comunque altri due pouf col distanziatore.
Jules è spaventata, è quasi in lacrime. -Mi dispiace, Luna, stava dormendo e non me ne sono accorta subito, poi ho provato a chiamarti ma non rispondevi..-
-Non preoccuparti, è tutto a posto, hai fatto esattamente quello che dovevi fare, ti ringrazio- la rassicuro.
Luke mi chiede: -Hai bisogno di qualcosa?-
-No, grazie. Sei stato gentilissimo. E' tutto ok-
Lui annuisce, con un cenno saluta i presenti e si congeda. Jules lo segue, dopo essersi accertata che non abbia bisogno che si fermi per aiutarmi a vegliare Matt.
Liam non dice una parola, si limita a guardarmi cullare Matt, ed alla fine adagiarlo nel suo lettino aggiungendo un cuscino dietro alla sua schiena, per alzare la testa.
Mi giro, e lo guardo.
-Ora sta meglio? Cosa gli è appena successo?-
- Quando prende il raffreddore, spesso evolve così, si restringono i bronchi, dipende dal fatto che è nato con un difetto della laringe che dovrebbe migliorare crescendo. Ora non mi spavento quasi più, ma ho passato mesi a non dormire, quand'era neonato, e siamo stati ricoverati due volte in ospedale per capire il motivo delle sue apnee notturne- gli spiego.
-Sei arrabbiata con me? - cambia discorso lui, con un'espressione afflitta.
-Non proprio. Lo posso capire, ho intuito dalla volta in cui Zayn è stato male prima del concerto di Perth a quanta pressione siate sottoposti, the show must go on. Ma resta il fatto che sono arrabbiata con Louis ed anche con Niall, sono stati di una superficialità incredibile, e penso che avresti dovuto comunque dirmelo subito.-
Annuisce, assumendosi la responsabilità della sua decisione.
-Ora cosa faccio? Che fine può mai avere, se non di portarmelo via? E perché ha taciuto fino ad adesso, se sapeva dell'esistenza di Matt? Non capisco. Ha visto la foto? Mi controlla? Come mai ha deciso di venire allo scoperto ora?- Mi chiedo, pensando ad alta voce.
-Calma. Matt ha il tuo cognome, nessuno può portartelo via, sei sua madre e l'unico suo tutore legale, giusto?-
-Sì. Ma mi spaventa il fatto che quell'uomo ha soldi e potere,e se volesse, troverebbe i mezzi per portarmelo via, ne sono certa-
-E se semplicemente volesse conoscervi? Se non avesse cattive intenzioni?- Ipotizza lui.
-Ma perché proprio ora? Da quanto sa dell'esistenza di Matt?-
-Non lo so. So che dovresti parlarci. Dovresti capire le sue intenzioni con un confronto faccia a faccia, e poi decidere se vuoi dargli la possibilità di conoscere Matt.-
-Non so cosa pensare. Ho sempre temuto che, venendo a conoscenza dell'esistenza di un nipote, i genitori di Ed avrebbero fatto di tutto per portarmelo via escludendomi dalla sua vita, perché avrebbero pensato che volessi approfittare della loro situazione economica. Finora ho dimostrato il contrario. Me la sono cavata da sola, ed alla grande. Sto crescendo un figlio splendido, e tutto quello che faccio, lo faccio per lui.-
-Magari se ne sono resi conto anche loro-
Lo guardo. Liam tende a vedere sempre il buono delle persone, è una delle cose che ho sempre apprezzato in lui, anche da fan. E' un pacificatore.
-Che documenti erano quelli che hai smarrito con lo zainetto?- Mi chiede lui.
-Erano foto di Ed, la sua piastrina, alcune lettere che aveva scritto per me e non era ancora riuscito a darmi. In una parlava del fatto che gli avevo comunicato di essere incinta. Probabilmente l'ha scritta la sera prima di partire per il sopralluogo dove è avvenuto l'attentato, non so se immaginasse qualcosa o sia stato tutto un tragico incidente. I suoi commilitoni mi hanno dato tutto il giorno del funerale.-
-Cos'altro era scritto?- Indaga lui.
- Che avrebbe provveduto a suo figlio.-
Liam scuote la testa. -Hai perso dei documenti importantissimi per Matt-
-Lo so, ma non cambia niente. Ho provveduto io a Matt, e continuerò a farlo, e se e quando avesse voluto conoscere la famiglia di suo padre, non l'avrei fermato. Ma questo cambia decisamente tutto.-
Liam mi guarda con un'espressione strana: -Sei una ragazza in gamba, Luna. Davvero. Ti ammiro-
Abbasso lo sguardo. Sono felice che lo pensi, ma lui non sa che da quando mi ha rivelato l'accaduto, il mio unico pensiero è di fuggire via e nascondermi. Sono rimasta all'ombra per evitare di attirare l'attenzione; ho cambiato casa e persino lavoro, mi sono resa indistinguibile dalla massa agli occhi del mondo. Accettare questo lavoro è stato un errore, mi sono fidata delle rassicurazioni della Modest e della loro ossessione per il controllo, che ho ritenuto una garanzia.
Ma se me ne vado, dove vado? Il padre di Ed probabilmente sapeva dell'esistenza di Matt, mi ha tenuta d'occhio silenziosamente, per capire se avessi creato problemi. Ha deciso di uscire allo scoperto ora che ho la possibilità di farmi notare, e che ha capito che non ho mai voluto avere a che fare con lui, o magari per prevenire che me ne uscissi con uno scandalo adesso che sono in questa posizione. Mi sento umiliata. Ha visto la foto di suo nipote vicino a Louis, è per questo che ha deciso di contattare l'agenzia.
Devo andarmene da qui.
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