Parte 21: Rivelazioni

Guardo le rose nella penombra della camera, sono bellissime, col fusto lungo. Quasi non hanno odore, poiché sono di serra. Si percepisce solo un lieve sentore, ma non emanano il profumo intenso  delle rose coltivate sul mio balcone a casa.

Sono stupende, e galante è stato il gesto di Liam, mi sento lusingata. Con gli occhi pieni di fiori e la mente piena di lui, mi addormento.

Mi sveglio di soprassalto due ore dopo, sudata, ansimante e terrorizzata; i rimasugli dell'incubo restano nella mia testa nonostante mi sia svegliata. Desiderosa di scrollarmeli di dosso, allungo le braccia e sollevo Matt dal lettino, adagiandolo vicino a me e affondando il viso sul suo collo. Lui continua a dormire pacificamente come se nulla fosse, io cerco conforto stringendolo con delicatezza. L'incubo è uno dei peggiori di sempre: me lo portano via. Proprio perché realistico, mi agita impedendomi di continuare a dormire.

Provo ad inviare un messaggio a Liam, sperando di non disturbarlo, ma desiderosa di farmi confortare.

" Ciao. Ti disturbo? Non so nemmeno che ore siano da te. Qui sono le tre di notte. Non riesco a dormire "

Meno di un minuto dopo, il cellulare vibra, è lui.

-Ciao bellissima. Qui a Londra sono le sette di sera, tra poco parto per l'aeroporto. Che succede?-

-Ciao. Ho fatto un brutto sogno, e volevo sentirti. Farai scalo a Dubai?-

-Sì. Che sogno era?-

-Il peggiore incubo per ogni mamma del mondo: che le portino via il figlio- rivelo io usando un tono leggero, ma in realtà le tracce del sogno continuano a tormentarmi.

Il brevissimo silenzio prima della sua risposta mi fa specie, ma forse sono solo ancora turbata e tutto mi sembra strano.

-Domani sarò lì con te e potrò scacciare via tutti i brutti sogni di persona-

-Già solo sentire la tua voce mi ha rincuorato. Grazie ancora per le rose, sono bellissime-

-Sono felice. Ma come mai hai avuto un incubo? E' successo qualcosa che ti ha turbata?-

-No, a dire il vero. Ogni tanto mi capita. Mi capitava molto spesso una volta, e forse ora non ci sono più abituata. Ma è solo uno stupido sogno, ora è già passato, non preoccuparti-

-Ho dormito male anch'io, sai? Preferisco dormire con te. Sei rasserenante- mi dice lui, e apprezzo che abbia sempre questi pensieri dolci per me, e finalmente mi sento di nuovo tranquilla.


-Ore 12:00-

Matt oggi è particolarmente nervoso, chiaro indizio che stia covando qualcosa. E' leggermente raffreddato, forse ieri sera ha preso aria mentre era intento a correre, sudando un po'. Comunque non mi va di pranzare da soli in camera, e scelgo di raggiungere Theresa e gli altri al ristorante dell'albergo, come ieri sera. Il posto è comunque abbastanza riservato, non ci sono molti clienti, quindi in realtà mi sento a mio agio.

Sono arrivati altri membri della troupe, vogliono fare un sopralluogo in anticipo per vedere se sta procedendo tutto bene per lo show dell'11 marzo, per cui siamo in una decina.

In mezzo alla gente Matt si svaga, complice il fatto che tutti se lo spupazzano. Mi piace molto questo clima che si è creato: sono tutti gentili e premurosi con lui, e di riflesso anche con me, anche se io sono un po' al di fuori delle dinamiche del gruppo, avendo un ruolo marginale.

Va a finire che ordiniamo le specialità locali, siamo curiosi di assaggiare la cucina tipica. Per Matt chiedo un piattino di pasta al pomodoro, raccomandando che non mettano aglio nella salsa, solo semplice pomodoro, visto che la sera prima per Matt avevo ordinato hamburger ed era arrivato sommerso di salsa all'aglio e spezie.

Il piatto di Matt arriva prima degli altri, e quando alzo gli occhi per ringraziare il cameriere sobbalzo lievemente, è lo stesso di ieri sera. Lui fa un sorriso, congedandosi.

Ignoro Theresa che cerca di provocarmi e Jules che mi fa l'occhiolino, ed infilo il bavaglio a Matt, che però non sembra avere particolarmente appetito, preferendo giocare con i suoi personaggi degli Avengers.

La cucina tipica sembra essere basata sulle salse speziate, che ricoprono sia la verdura che la carne, non sono certa che mi piaccia. Spilucco di tutto un po', ascoltando gli altri conversare e limitandomi ad assentire o a fare brevi commenti. Sono lievemente infastidita del punzecchiare di Theresa, capisco che abbia il doppio dei miei anni e lo faccia con aria materna, ma mi mette un pochino in imbarazzo. Tra l'altro, il cameriere carino torna varie volte al nostro tavolo. Phil è seduto dall'altra parte della tavolata, e ad un certo punto gli chiede qualcosa. Distolgo lo sguardo, occupandomi di Matt. La conversazione si affievolisce gradualmente, per cui posso sentire anch'io quello che sta dicendo. Si chiama Luke ed è il nipote del direttore dell'albergo. Spiega a Phil ed al resto della tavolata, che ormai ha la sua attenzione, la composizione dei vari piatti che abbiamo ordinato. Non guarda mai verso di me, e sono sollevata, anche se è solo per colpa di Theresa. Sembra un ragazzo tranquillo e simpatico.

Matt non mangia quasi nulla, e reclama il suo latte. Mi alzo con lui in braccio ed il biberon in mano, quando Luke intercetta il mio sguardo e, congedandosi dagli altri che si stanno dedicando al cibo, mi si avvicina dicendomi:- Posso esserti utile?-

-Avrei bisogno di riempire il biberon e scaldarlo, se è possibile, per favore- mi impappino un po'.

-Certamente. Vuoi seguirmi?-

Lo seguo, sentendo lo sguardo di Theresa e degli altri sulla schiena.

Luke mi accompagna fino al bancone del bar, dove spiega al barman cosa mi serve.

Mentre aspetto che il biberon sia pronto, lui sorride a Matt: -E tu come ti chiami, campione?-

-Matt -

- Piacere Matt! Io sono Luke. E la tua mamma come si chiama?-

Oh, no. Prima che possa intervenire, ovviamente Matt ha già risposto:- Lei è Luna -

Mio malgrado ci scambiamo un sorriso imbarazzato. Il barman mi porge il biberon, e mi rendo conto che non ho chiesto il miele.

-Per cortesia, potrei avere un cucchiaino di miele?-

-Ma certamente, Luna. Acacia va bene?- Chiede Luke.

-Si, grazie -

Lo sto incoraggiando? Non mi pare. Forse si sta solo comportando amichevolmente, mi vede con un bimbo e senza un compagno e gli faccio un po' pena.

Con questi pensieri in mente, decido di rilassarmi, non sto facendo nulla di male.

Luke mi porta del miele in una ciotolina di porcellana con un cucchiaino d'argento.

-Wow. Grazie - gli dico, e mi guardo intorno per cercare un posticino dove dare il latte a Matt; non mi va di tornare al tavolo adesso, dove sicuramente mi aspettano le frecciatine di Theresa e Phil.

-Se cerchi un posto tranquillo, c'è la terrazza. Ti accompagno?-

-Grazie. Sei molto gentile - rispondo, e di nuovo lo seguo.

La terrazza è in realtà un tetto giardino meraviglioso, una piccola oasi verde piena di piante e fiori. Ci sono delle panchine, e mentre me ne indica una con un gesto, Luke mi congeda: -Ecco a te. Io devo tornare dentro. Lieto di aver fatto la tua conoscenza -

Sicuramente è stato molto gentile e premuroso; sospetto che lo debbano essere tutti per lavorare in un posto così, dove gli standard sono decisamente elevati. Essere in tour con i ragazzi offre privilegi costosi, e alloggiare in alberghi di lusso è il più eclatante.

Questo posto è incantevole, e rimaniamo un po' all'ombra della pompeiana coperta di fiori viola che forse sono di glicine, ma non ne sono certa, per un po'. Poi torno dentro con Matt semi-addormentato sul mio braccio, e vado a salutare gli altri.

Sembrano tutti tranquilli, impegnati nelle loro conversazioni sul sopralluogo. Jules mi chiede se ho bisogno di lei, ed io le rispondo di no, ringraziandola.

Matt dorme mentre gli infilo il pannolino di cui ha ancora bisogno per la nanna, ed io gradirei tantissimo un caffè fatto come Dio comanda, un espresso come quelli che fanno al bar, da gustare così, liscio e bollente. E' da un mese che non bevo un caffè decente, mi sento in astinenza.

Con un sospiro, mi chiedo se qui posso avere la remota speranza che abbiano una macchinetta decente, magari a cialde, o che abbiano un caffè buono.

Ci provo?

Guardo Matt profondamente addormentato. Il baby monitor arriverà a prendere? Siamo nel piano subito inferiore al ristorante, che è sul tetto.

Non sono certa che il monitor copra questa distanza. Dovrei chiamare per il servizio in camera? Ma no, mi fa sentire viziata, non voglio approfittarne.

Decido di provare. Accendo l'elemento di recezione suoni  e lo aggancio sulla sponda del lettino, regolo il canale sulla trasmittente che fisso alla mia cintura ed esco. Continuo a guardare il display, per capire se mi sto allontanando troppo, e girando l'angolo finisco addosso ad una persona. Cavolo, è la seconda volta, non imparo proprio mai! Le mie scuse si perdono nell'imbarazzo quando realizzo che è Luke.

Ovviamente.

-Perdonami.. non stavo guardando dove mettevo i piedi..- balbetto, in confusione per la vergogna.

-Non scusarti, non è successo nulla. Hai perso qualcosa?- Chiede lui, uno scintillio divertito negli occhi color caramello.

Avvampo ancora di più, ma mi viene anche da ridere. Cerco di darmi un contegno.

-In realtà sono in missione. Devo riuscire a raggiungere il bar per prendere un caffè senza perdere il segnale del baby monitor - gli rivelo con fare cospiratorio, e lui ride.

-Forse posso aiutarti - dice lui - ma sarà il caso che ti sganci il monitor dalla cintura e tenerlo davanti a te, così puoi guardare dove vai, che dici?- Mi prende in giro.

-Ah, saggio consiglio. Eseguo - rispondo, e lo seguo. Davanti all'ascensore, però, il segnale si estingue.

-Cavolo, no. Non prende fino a qui - esclamo, delusa.

-La cosa più semplice è che tu ti faccia portare l'ordinazione in camera, non ci avevi pensato? -

-Sì, ma non voglio approfittarne, mi sembra sciocco per un caffè-

Lui alza gli occhi al cielo: -Si vede che non sei proprio abituata.. non sai a che richieste siamo abituati. Un caffè alle due del pomeriggio è perfettamente ragionevole.-

-Ma ne vale la pena, almeno? Che caffè avete qui? - Chiedo, sospettosa.

-Suppongo tu non intenda caffè americano, per cui sappi che abbiamo una marca italiana, Nespresso. Può andar bene? - Si prende gioco di me, ma lo fa in modo simpatico, per cui risulta piacevole. Soprattutto perché finalmente mi pregusto l'arrivo di un caffè passabile.

-What else? - Rispondo io, facendo il verso a George Clooney.

Lui ride e mi riaccompagna indietro. Al punto in cui gli sono sbattuta contro, si ferma e mi chiede: -Vuoi dirmi il numero della tua camera? Comunico subito che ti venga portato quello che desideri -

-Grazie, posso fare da sola, non disturbarti - declino io.

-Non è un disturbo, io lavoro qui, ricordi? Mi pagano per questo - replica lui con un sorrisetto.

-Camera 1012 - gli comunico, aggiungendo: - sono in astinenza assoluta da caffè, sappi che se è buono, te ne sarò eternamente grata- e lui mi indirizza un pollice alzato, voltando l'angolo e facendomi proseguire da sola.

Cinque minuti dopo un cameriere che non è lui, per fortuna, mi porta un caffè finalmente degno di questo nome.



-Ore 21 -

Bussano alla porta, ed immaginando chi sia volo ad aprire, buttandogli le braccia al collo.

-Ehi, che accoglienza - scherza lui, tenendomi tra le braccia.

Respiro il profumo sulla sua maglietta e realizzo che mi è mancato più di quello che vorrei.

Matt ha qualche linea di febbre, per cui non ho ancora chiamato Jules, preferendo tenerlo con me, ed ora Liam se lo prende in braccio e lo coccola. Matt è nel suo pigiamino di Spiderman ed è più adorabile che mai, col ciuccio in bocca, che si appoggia al petto di Liam.

-E' un po' raffreddato ed ha qualche linea di febbre- gli comunico, e subito Liam gli appoggia una mano sulla fronte. -Oh no, povero cucciolo. Per fortuna hai una mamma infermiera- scherza.

-Hai cenato?- Gli chiedo.

-No, e tu?-

-Ti aspettavo. Vorresti cenare con me?-

-Mi stai invitando a cena?- Mi prende in giro lui, sorridendo.

-Così sembrerebbe-

-Accetto volentieri. Servizio in camera? O scendiamo al ristorante? Cosa preferisci fare, per Matt?-

Ci penso un attimo; da un lato preferirei rimanere nella privacy della camera, anche per avere sotto controllo Matt, ma dall'altro sarei tentata di scendere con lui. Questo posto sembra avere molto a cuore la privacy dei clienti, non penso avrei problemi, e metterei in chiaro la mia posizione con Luke, se mai ce ne fosse bisogno.

-Chiamo Jules; Matt tra poco andrà a nanna, le dirò di non esitare a chiamarmi se ce ne fosse il bisogno. Tra mezz'ora? Mi dai il tempo di cambiarmi?-

-Ok. Al bancone del bar tra mezz'ora - acconsente lui.

Matt per fortuna adora Jules, perché gioca sempre con lui, quindi non fa storie all'idea di addormentarsi con lei, anche perché Jules gli promette una favola su Iron-Man e Hulk.

Io mi cambio velocemente indossando un vestitino semplice di seta verde, con la gonna ampia e lo scollo asimmetrico. Mi piace molto perché mi fascia senza stringere, e mette in risalto il punto vita piuttosto che i fianchi. L'ho comprato un paio di settimane fa con Theresa, in un giorno di shopping ad Adelaide.

Mi trucco leggermente e lascio i capelli sciolti.

Jules approva il mio outfit : -Stai benissimo. Sembri ancora più giovane-

-Sembro una bambina?-

-No, non in quel senso. Ti dona- mi assicura lei.

La saluto, bacio Matt e le raccomando di chiamarmi per qualsiasi evenienza.


Entro nel salone ristorante e cerco Liam con lo sguardo. In sala non ci sono molte persone, ma sicuramente più di ieri sera.

-Allora com'era il caffè?-

Mi giro, e sorrido a Luke: - Era buonissimo. Grazie ancora-

Lui fa un cenno con la testa, e si allontana. Vado verso al bancone, e finalmente vedo Liam. Con un sospiro gli vado incontro. E' più bello che mai, con camicia e jeans neri, e mi sento battere forte il cuore nel coprire la distanza che ci separa, perché mi sta guardando.

-Sei bellissima- afferma, ed io sento le farfalle nello stomaco.

-Grazie. Anche tu sei niente male- dico, facendolo sorridere.

-Andiamo?- Propone, porgendomi la mano.

Il nostro tavolo è appartato, ed ha la vista sul tetto giardino.

-Questo posto è incredibile- commento, riferendomi al panorama. Lui non pare particolarmente impressionato, si limita ad annuire e poi gira lo sguardo intorno alla sala.

-Se hai intenzione di assaggiare le specialità locali, sappi che prevedono salse speziate su praticamente ogni pietanza- lo consiglio,e lui ride, dicendomi che lo sa già.

Ovvio, ha girato il mondo in lungo ed in largo parecchie volte.

-Quindi cosa consigli di prendere?- Chiedo.

-Direi di rimanere sulla cucina italiana, visto che il cuoco è italiano- dice lui, spiazzandomi.

Che cretina, sono qui da giorni e non so che cucinano italiano.

Ecco perché il prosecco, ed il caffè.

-Ordina tu, voglio sentirti parlare in italiano- propone lui.

-Ok. Cosa prendi?-

-Mmm... risotto?-

Subito gli appoggio una mano sul braccio, sussurrandogli con fare cospiratorio: -Fidati, all'estero il risotto non ha mai un buon sapore. Te lo cucino io una sera, piuttosto.-

Lui ride ed esclama: -Questa è una promessa -

Decidiamo per cannelloni ricotta e spinaci e fagottini con pere e tartufo, e poi filetti di sogliola all'arancia e pepe nero. Il cameriere arriva, e come stabilito, faccio io l'ordinazione. Lui sembra divertito.

Il cameriere mi chiede per il vino, Liam fa un cenno per darmi carta bianca e io confesso:- Non me ne intendo-

-Ma sei italiana- obietta lui, prendendomi in giro.

-Conosco solo quelli che mi piacciono, e comunque l'essere italiana non mi rende automaticamente una sommelier - gli faccio presente.

-Ordinane uno che ti piace, allora-

E così facciamo.

Dubito che con questi piatti il Pinot grigio ci azzecchi, ma è buonissimo e fresco, per cui sono soddisfatta.

La cena è deliziosa. Non scherzavano, dicendo che sono specializzati in cucina italiana. Finiamo per condividere i piatti e a ridere di sciocchezze. Sto passando una serata meravigliosa.

Sono troppo sazia per il dessert, preferisco un semplice caffè, e poi chiedo a Liam di uscire con me sul tetto giardino, che di sera è spettacolare, con tutta la vista sulla città.

Sono appoggiata alla balaustra, c'è una brezza leggera e fresca, ed io mi sento in pace col mondo.

Liam mi osserva, con un'espressione indecifrabile.


-Che succede?- chiedo.

-Luna, c'è una cosa che devo dirti. Avrebbe dovuto dirtela Louis, in realtà- mi sorprende lui.

-Louis? Cosa avrebbe dovuto dirmi?- Gli domando, sinceramente perplessa.

-Ambasciator non porta pena, ricordatelo. Te lo anticipo solo perché trovo giusto non tenerti ancora all'oscuro, ma io non concordo con quello che hanno fatto, sono incazzato con Louis e Niall per aver causato tutto questo-

-Ok, Liam, mi sto preoccupando. Di cosa stai parlando?- Chiedo, sinceramente confusa. Non ho idea di cosa abbiano combinato, cosa può essere di tanto grave?

Lui mi guarda, non sa da dove iniziare, ed ora sono davvero in ansia.

-Qualche tempo fa Louis ha regalato una felpa a Matt, ricordi? Beh, nascondendo il volto di Matt con un berretto si è scattato una foto.-

-No. L'ha postata su Twitter - gemo io, saltando all'ovvia conclusione. -Ma non può essere, non l'ho mai vista..- 

-Perché l'ha cancellata subito.-

Aspetta una mia reazione, che non arriva. Non so cosa pensare.

-Ma non posso non averla vista. Mi arrivano le notifiche...- Un lampo di consapevolezza mi passa per la testa, prendo il cellulare dalla pochette e controllo. Non sono entrata molto su Twitter in questi giorni, ma quando entro sul profilo di Louis, manca la stellina. Si sono disattivate le notifiche? Ma cosa..?

Guardo Liam in cerca di spiegazioni, e mi rendo conto che non ha finito.

-Dimmi tutto. Dimmi tutto o lo uccido appena lo vedo-mormoro, arrabbiata.

Liam sospira, pare essere pentito di aver iniziato l'argomento, ed io sono furiosa. Lo sanno, lo sanno che non voglio. L'ha fatto a mia insaputa, con una foto di mio figlio.

-Niall ha fatto delle ricerche sul papà di Matt, e sono risaliti alla sua identità.-

Sbam.

Fa male.

Ma cosa centra?

-Fammi capire. Louis e Niall hanno frugato nella mia vita privata, e Louis ha postato una foto di Matt. Le due cose come si ricollegano?- Chiedo, scandendo lentamente le parole.

-Il papà di Edward ha contattato l'agenzia.-

Mi manca l'aria, il cuore perde i colpi, lo guardo con espressione assente.

No.

Non può essere.

Lui sa.

Sa che esiste Matt.












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