Parte 10: Lo zainetto

Matt si è ripreso con la rapidità tipica dei bambini.

Purtroppo è un virus molto contagioso, e la babysitter, Andy ed una truccatrice continuano la catena. Spero di essere graziata.

Louis e Zayn sono partiti a ridosso del concerto per recarsi a Los Angeles; abbiamo quattro giorni di tempo prima di Osaka, e finalmente l'agenzia mi conferma che i visti per i ragazzi sono vidimati. Che sollievo!

Harry, Liam e Niall sono nei dintorni, anche se non so di preciso dove. E' giusto che anche loro abbiano un po' di privacy, anche se far perdere completamente le tracce è impossibile, sono troppo riconoscibili e famosi; per cui ogni tanto salta fuori una foto con una fan.

La sera del 22 febbraio, alla vigilia della partenza per il Giappone, Liam mi telefona.

-Ciao Luna, dove sei?-

-Ciao Liam. Tra un quarto d'ora rientro in albergo, sono in un parchetto- gli rispondo, chiedendomi perché si sia fatto vivo.

-Bene. Puoi venire da me?-

-Certo. Qualche problema?-

-Ti dico a voce- mi risponde.

E' l'ora di cena, ed il mio bimbo è stanco e sudato dopo aver giocato al parco. Decido di passare velocemente da Liam per capire che rogne ci siano, per poi sistemare Matt. Quindi salgo con lui.

Mi apre lui alla porta, e mi fa mancare il fiato per il suo bellissimo sorriso. Ho già detto che lui è il mio preferito?..

Matt piagnucola, e Liam lo prende in braccio. Lo porta dentro ed io li seguo, richiudendomi la porta alle spalle. Liam sta porgendo a Matt delle fragole, ma mi intrometto:
-Intanto laviamo le mani, e poi temo che tu ti riempia di fragole e che non ceni più-

Liam dice: -Chiamo subito il servizio in camera. Cosa vuoi, ometto?-

Matt ci pensa su, deliziato dal poter decidere, e gli risponde omelette alla marmellata. Liam mi guarda interrogativamente, ed io annuisco.

-E tu Luna? Vuoi cenare? Un aperitivo?-

Ok, se vuole aspettare a dirmi cosa c'è tanto vale prendere qualcosa.

-Tu cosa prendi?- gli chiedo di rimando.

-Prendiamo un aperitivo insieme. Vuoi?- fa lui, ed io annuisco di nuovo, e sarà per la presenza di Matt, o per questa atmosfera informale, ma mi rilasso.

Liam telefona in reception, e poi si volta a guardarmi. Sorride:
- Hai l'aria stanca e rilassata di chi è stato all'aria aperta-

-Si, mi sono anche scottata le spalle, a dire il vero- mi lamento io.

-Vuoi andare a fare una doccia? Resto io con Matt dieci minuti, se dici-

-Veramente? Ma non hai impegni per la serata?- gli domando, sorpresa.

-Stasera non ho voglia di uscire. Ho voglia di stare in vostra compagnia. Mi metti serenità-

Ha appena detto quello che ha detto?...

Lui vede la mia espressione e fa subito marcia indietro, premuroso come sempre:
-Solo se anche a te fa piacere, ovviamente. Avevate già impegni?-

Liam, la mia espressione scioccata non è di disappunto. Fidati.

-No, assolutamente. Mi fa piacere.-

Lui sorride:
-Bene. Allora, vuoi andare a fare la doccia? Ti devi sbrigare, però, se vuoi arrivare in tempo prima del servizio in camera-

Io sono frastornata, in questo momento. Faccio mente locale. Sì, ho voglia di fare una doccia. Matt sta mangiando le fragole; lo laverò dopo.

All'improvviso realizzo, e scatto in piedi con gli occhi sbarrati. Dove ho lasciato lo zainetto?!

-Cos'hai, Luna?-

-Oddio, lo zainetto. Non ricordo di averlo preso su, al parco. Oh no, l'ho dimenticato al parco...-

-Mandiamo subito qualcuno a cercarlo. Com'è fatto?- si attiva subito lui. Non capisce, non posso perdere lo zaino..

-Luna, calma. Com'è fatto?- mi ripete, prendendomi per le braccia. Lo guardo, e scuoto la testa, in panico:
- E' un Eastpack piccolino, rosa pallido. Dentro ho il portafoglio, i documenti..ho il doudou della nanna di Matt..-

-Calmati! Lo ritroviamo. Spiegami qual'è il parco- fa lui, mentre chiama qualcuno al cellulare.

Spiego a spizzichi e bocconi dove sia il parchetto in cui siamo stati fino a poco fa, fosse per me correrei a cercarlo, ma Liam me lo impedisce.

-Tu ora resti qui, ti calmi e aspettiamo che Paul torni, ok?-

Annuisco, incapace di parlare. Quanto sono stupida! Mi prendo il viso tra le mani, penso alla cartellina che ho dentro allo zaino, al doudou di Matt, e mi ripeto che sono una stupida a portarmeli sempre dietro, dovevo lasciarli in albergo in cassaforte...

Liam è preoccupato di vedermi reagire così.

-Stai calma Luna, vedrai che lo ritroviamo, ed anche se così non fosse, i documenti si rifanno...-

-No, non puoi capire.. non posso perdere la cartellina che ho dentro- mormoro, e lo guardo negli occhi. Lui legge la disperazione nei miei e mi abbraccia.

-Non so cosa contenga quella cartellina, anche se dalla tua reazione mi fai pensare che centri Matt ed il suo papà. Mi spiegherai. Ora stai tranquilla, piccola-

Tremo tra le sue braccia, che mi confortano.

Ho anche la tessera magnetica per entrare in camera, nello zaino. Se non lo ritrovano dovrò chiedere il passe-partout.

Faccio un sospiro profondo, e mi stacco da lui.
-Grazie, Liam. Scusami. Tu volevi passare una serata tranquilla.. e ci ho pensato io, ad incasinartela-
-Non ti preoccupare tesoro. Certo che anche tu, portare in giro documenti importanti..devi lasciarli in cassaforte, la prossima volta-
-Hai perfettamente ragione.-
-Posso chiederti che carte sono?-
Io abbasso lo sguardo.
-Prima hai fatto centro. Riguardano il papà di Matt.-

Lui tace, ed io non lo guardo.

Rompe il silenzio dopo un minuto lunghissimo:
- Luna, dov'è il papà di Matt?-

Glielo devo.
Lui è stato sempre così premuroso e gentile con noi, che si merita una spiegazione.

-Il papà di Matt non c'è più.-

Non posso guardarlo, per cui osservo Matt mentre si impiastriccia viso e maglietta di fragole.
-Era un militare americano. È stato coivolto in un attentato in Afghanistan. Matt porta il suo secondo nome, si chiamava Edward Matthew. La sua famiglia non approvava la nostra relazione, che è durata pochissimo, e non sanno di Matt-

Alzo brevemente gli occhi su di lui, ma non riesco a sostenere il suo  sguardo, per cui li riporto su mio figlio.

-Il problema è che il padre di Edward è un personaggio di spicco, un diplomatico americano. Io non voglio che sappia di Matt. Se lo sapesse, me lo porterebbe via. Ha i mezzi per farlo. Ha fatto di peggio, per cui la mia è una constatazione di fatto.-
Liam non mi interrompe, e gliene sono grata. Non penso mai a queste cose, perché ripeterle me le rende più dolorose. Di solito le confino in un angolino della mia memoria, ed in una cartellina sempre in borsa.

-Nemmeno Edward ha mai visto Matt. Ho fatto il test di gravidanza dopo che è partito per la missione e gli ho detto per telefono il risultato. Lui ha detto che avrebbe preso congedo il prima possibile, per parlare ai nostri genitori, ma nel frattempo è successo-

Ci ripenso, ora che son passati tre anni, e sono orgogliosa di avercela fatta. Ho trascorso la gravidanza vivendo con i miei genitori, che attualmente non sanno chi sia il papà del loro unico nipote. Inutile dire che mi sono presa incinta per sbaglio, dopo poco più di due mesi che ci frequentavamo, e non avrei mai potuto abortire. Poi ho iniziato a lavorare per la clinica privata dove mi ha trovata Moss, abbandonando il posto di ruolo in ospedale, perche' non volevo assolutamente che i genitori di Matthew pensassero che volessi elemosinare i loro soldi; quando li avevo incontrati, durante un viaggio del padre per venire a trovare Edward, mi avevano snobbato alla grande, non ero all'altezza del loro figlio. Quindi ho voluto sparire totalmente dalle loro vite, e co me Matt.

Liam è la prima persona a cui racconto questa parte della mia vita da molto tempo; come ho già detto, la mia vita sociale si è ridotta drasticamente dopo la gravidanza. Quando ho trovato lavoro nella clinica, ho spiegato la mia situazione al titolare ed alle mie colleghe, ma non ho mai rivelato a nessuno chi fosse il papà di Matt.

Mi arrischio a guardarlo, con un accenno di sorriso.

-Tutto qua.-

Lui non parla, sta elaborando quello che gli ho rivelato.

-Nello zainetto ho stupidamente sempre dietro una foto, delle lettere e dei documenti che dei colleghi di Edward mi hanno dato al funerale, probabilmente si era confidato con loro, non so.. Non so perché porto sempre con me quella cartellina ; è idiota farlo. Guarda adesso- concludo tristemente.

Il campanello della camera fa sobbalzare entrambi.

Liam si alza e va ad aprire; parla brevemente con qualcuno, poi saluta e chiude la porta.

-Luna...- fa, e capisco già cosa voglia dirmi.

-Non l'hanno trovato.-

Annuisce.

-Ok- dico. Mi prendo la base del naso tra le dita, cercando di razionalizzare.

Probabilmente qualcuno se l'è preso su mentre tornavo a casa con Matt. Magari si tengono i soldi e buttano via il resto dietro a qualche siepe. Non tutto è perduto. Lo dico a Liam, che annuisce. Non ha ancora detto nulla. Cerco di essere pragmatica.

-Devo denunciare il furto dei documenti miei e di Matt; per fortuna il passaporto viene trattenuto dall'albergo, almeno non siamo clandestini. Il problema più grande, oltre alla cartellina, è il doudou di Matt-

Liam scuote la testa; è frastornato.
-Liam, perdona tutto questo disturbo che ti sto dando. Non preoccuparti per noi, me la cavo, ora chiamo in reception per il passe-partout ed una volta in camera contatto la stazione di polizia più vicina...-

-Ma cosa dici- sbotta lui, zittendomi. Anche Matt si gira a guardarlo, per poi tornare a mangiare fragole e giocare con Leonardo delle Tartarughe Ninja.

-Luna, non è un disturbo. Lascia che ti aiuti. Sei abituata ad occuparti di tutto da sola, e quello che mi hai raccontato me lo conferma. Ma non è un disturbo. Voglio aiutarti. Permettimi di farlo-

Non so cosa dirgli. Sto cercando di non crollare davanti a lui, cerco di non pensare che non rivedrò mai più quella cartellina, sto tentando come al solito di farmi forza e reagire, e lui mi sta chiedendo di occuparsene per me? Per me è difficile.

Suonano di nuovo alla porta, stavolta è sicuramente il servizio in camera.

Liam va ad aprire e torna indietro con il carrellino.

-Ora ascolta me- esordisce -vai nel mio bagno e ti fai una bella doccia calda. Io intanto mi occupo di Matt. Dopo pensiamo al resto. Dammi il tuo nome e quello di Matt, chiamo la sicurezza ed intanto sporgiamo denuncia.-

E' categorico, e decido di lasciarglielo fare. Trascrive i nostri nomi e le date di nascita, e non dice nulla quando scrive il mio stesso cognome anche per Matt.
Poi va all'armadio e ne estrae un paio di pantaloncini ed una maglietta.

-Fila. Ubbidisci- mi sprona.

L'acqua calda è meravigliosamente rigenerante. Mi lavo i capelli e mi risciacquo, lasciando che le lacrime si confondano con l'acqua calda.
Resto sotto a lungo, fino a calmarmi.
Po mi asciugo, ed indosso le cose di Liam.

Torno di là, e trovo due bodyguard. Subito mi imbarazzo, ma mi rendo conto che hanno capito la situazione e che non c'è nulla di male. Mi chiedono di nuovo i nostri dati e mi assicurano che prendono loro in carico la cosa, dovrò solo firmare la denuncia. Quindi salta il volo per il Giappone.

-Luna, partirai con noi domani pomeriggio, stavolta- decide Liam.

-No, assolutamente no. Hai capito cosa ti ho detto prima?- rispondo.

-La troupe parte domattina, cosa vuoi fare, viaggiare da sola con Matt?- chiede lui, alzando un sopracciglio.

-Non so che dire. Sono confusa in questo momento- borbotto io.

-Facciamo così. Ora se ne occupa l'agenzia. Rimetti la cosa nelle loro mani e non ti preoccupare- dice lui, congedando i bodyguard.

Mi porge il bicchiere con l'aperitivo, e poi si siede, facendomi cenno di sedermi vicino a lui. Appena mi siedo, mi tira su le gambe e me le fa appoggiare sulle sue, accarezzandomi le spalle. Io mi muovo perché mi pizzica la pelle; lui pare ricordarsene all'improvviso perché si alza per prendere una crema.

-Su. Girati- mi fa.

-Ce la faccio da sola, grazie...- provo ad esordire io, ma lui mi lancia la stessa occhiata inceneritrice di quella volta dal dermatologo, e mi arrendo. Stasera mi sento totalmente incapace di alcuna reazione: la perdita della cartellina mi ha annichilito.
Tiro su la maglia dietro, e lui mi spalma la crema sulle spalle. Ha un effetto rinfrescante e odora di tea tree.

-Grazie- mormoro.
Matt reclama la mamma, e me lo tiro in braccio, incrociando le gambe sotto di lui, sul divano.

Spero di non fargli pena, dopo che gli ho raccontato la mia storia. Io sto bene, non penso ancora ad Edward, è una parte superata della mia vita, e poi è stata una storia talmente breve che non posso dire che sia stato l'amore della mia vita. L'unica cosa che voglio è proteggere Matt, e mi dispiace un sacco di essere stata così stupida da perdere dei documenti tanto importanti per lui.

-Sei bellissima- mi sorprende Liam, ed io gli lancio un'occhiataccia. Ho i capelli bagnati e tutti disordinati sulle spalle, indosso vestiti suoi che mi stanno enormi, sono senza un filo di trucco e mi sento stravolta: fatico non poco a credergli.

-Davvero. Soprattutto con Matt in braccio. La maternità ti dona- ribadisce lui.

Sono ancora scettica, ma non replico. -Grazie-

Matt è stanco, ed inizia a chiedermi di andare a nanna.

-Ora sarà un bel problema, senza il suo doudou- commento, improvvisamente esausta.

-Com'è fatto?-

-Ha la testa di un riccio ed il corpo è un fazzoletto di ciniglia, sui toni del beige e dell'arancio. Ha un gancetto per attaccarci il ciuccio, e ci dorme sempre insieme- spiego io.

-Dove l'hai comprato?-

-Prenatal, in Italia-

Liam improvvisamente ha una missione. E' così gentile, a preoccuparsi per noi. Vuole assolutamente trovare un doudou per Matt, anche se la vedo dura, nonostante l'abbia acquistato in una catena di negozi internazionale.

Prende in braccio Matt e gli dice: -Amore, il tuo doudou è andato a fare una vacanza, ma torna domani. Tu non preoccuparti, intanto puoi fare la nanna con un altro peluche. Ora chiamiamo Niall e gli chiediamo di portarci un pupazzo nuovo nuovo. Che ne dici?- Mio figlio ovviamente si fa comprare, per il momento.

Io intanto faccio il bagnetto a Matt, mi hanno dato il duplicato della mia chiave magnetica. Dopo una mezz'ora suonano alla porta.

Oh, no. Avrei dovuto immaginarlo.

Niall e Liam entrano con due sacchetti di pupazzi.
-No, no, non dovevi Niall..- protesto io, ma ormai Matt è in visibilio davanti a tutto quel ben di Dio, e i due ragazzi sono soddisfattissimi. Non posso che disapprovare, però apprezzo tantissimo questo gesto.

-Niall, sarebbe bastato un unico pupazzetto, ma ti ringrazio- dico io.

-Scherzi?! Io non conosco i suoi gusti. Ho preso tutti quelli che mi piacevano. C'è persino Spiderman, da qualche parte...ah, eccolo- fa lui soddisfatto, porgendo a Matt un pupazzo.

Matt è estasiato, e gioca con Niall che si è seduto a terra con lui. Liam mi fa:
- Dobbiamo ancora cenare. Che si fa?-

-La babysitter è fuori combattimento grazie al virus- lo informo io.

-Niall, tu hai cenato? Che programmi hai?- chiede Liam.

-No, aspettavo Harry che dovrebbe tornare con un suo amico verso le undici-

-Ah, già.. Bene facciamo così: quando si è addormentato Matt, ti aspettiamo di là. Il baby monitor dovrebbe essere nel raggio d'azione- decide Liam.

Non posso rifiutare, non dopo tutto quello che ha fatto per noi.

-Va bene. Grazie-





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