Epilogo
Guardo Niall giocare con Matt, seduti sui gradini del portico che dà sul giardino. Un block-notes ed un bicchierone di succo d'ananas sono qui sul tavolino di vimini a fianco a me, mentre faccio scattare ritmicamente la penna che ho in mano da un po'. Ho la mente altrove.
-Basta Luna! Che ansia!- Mi rimprovera Louis.
-Scusami - rispondo, rendendomi conto che lo sto facendo sovrappensiero.
-Ripetimi ancora cosa cavolo stai cercando di fare- continua lui, interrompendo di nuovo il filo dei miei pensieri.
-Uffa. Te l'ho già detto. Sto valutando pro e contro della proposta del senatore-
Il papà di Edward, chiamato alle spalle semplicemente "il senatore" da me con irriverenza, mi avrebbe trovato un posto come infermiera in una clinica privata.
Il fatto è che io preferirei lavorare in un ospedale pubblico, non in una clinica di lusso. Già in Italia il mio era un compromesso a cui ero dovuta piegarmi per quel minimo di anonimato che tanto volevo avere, invano; qui i termini sono ancora più circoscritti.
Non voglio tornare in Italia, anche se la mia famiglia è là. Mia madre ha accettato la mia decisione a malincuore, ed è rientrata in Italia pochi giorni fa, ripromettendosi di tornare presto, in agosto, durante le ferie estive di papà.
-Perché non torni in agenzia?- Ripete per la millesima volta Louis, ed io alzo gli occhi al cielo: mi sta irritando.
-Dio. Sei peggio di Matt. Ti hi già detto che nemmeno morta tornerei a lavorare per la Modest. Non mi interessa che abbiano cambiato idea sul mio conto: non voglio più essere coinvolta in quei casini-
-Lou, stai di nuovo tormentando Luna?- Lo rimprovera Harry, arrivando in quel momento.
-Sto cercando di farla ragionare, ma è impossibile, è irascibile e sembra in piena sindrome premestruale- commenta Louis.
-Ciao Harry - lo saluto, ignorando Louis. Harry si lascia cadere a fianco di Louis, che ha in mano il cellulare e si limita a dargli un bacio sulla guancia.
-Io ho decisamente più talento di te nel farla ragionare- scherza Harry, riferendosi alla sua improvvisata a Los Angeles del mese scorso, quando con una foto ed un post su WhatsApp aveva dato l'imput a Liam per farsi vivo. Non lo ringrazierò mai abbastanza per aver insistito, avrà la mia eterna riconoscenza.
-Non so cosa fare. Lavorare, voglio lavorare, ma non sono certa di questa proposta- ammetto.
-Tu cosa vorresti fare? A parte sposarti con Liam e fare altri dieci figli?- Chiede Louis, attirandosi uno scappellotto dietro la testa da parte di Harry.
-Vorrei rendermi utile. Vorrei tornare a casa la sera e sentirmi soddisfatta. Poter fare del bene. Sfruttare la laurea. Ed ho il dubbio che, accettando questa proposta, finirei per sentirmi infelice- gli rispondo.
-Allora hai già deciso- constata Harry, ed io ripongo la penna. Ha ragione.
-Dovresti partire per una missione, o qualcosa del genere- butta lì Louis, senza alzare gli occhi dal cellulare.
-Si, certo, immaginati sopportare Liam se lo facesse per davvero - esclama sarcasticamente Harry, e Louis spalanca gli occhi: -No ti prego Luna fai finta che non abbia detto niente! -
Niall si unisce alle loro risate, mentre scuoto la testa. Non sanno quanto si siano avvicinati ad un mio desiderio, invece. Li guardo, questi tre ragazzi che incredibilmente sono entrati a far parte della mia vita, e che scherzano sul mio futuro parecchio nebuloso. Li adoro. Senza pretendere niente, mi hanno aiutata prima con la loro musica, e poi di persona. Se me l'avessero detto sei mesi fa, non ci avrei creduto.
Ed il quarto, beh, lui è molto più che parte della mia vita, lui mi è entrato nel cuore, e difficilmente riesco ad immaginare un futuro dove lui non sia presente, in qualche modo. Questo però non gliel'ho detto, per ora ci siamo limitati a parlare di quello che ci è successo e a chiarirci. Ci sto ancora andando cauta, ma come si fa a non perdonarlo? Sono innamorata, semplicemente, e spero che sarà così anche per lui. Comunque vada a finire.
L'oggetto dei miei pensieri si materializza in giardino, salutato dagli schiamazzi degli altri tre e di mio figlio.
-Ciao ragazzi. Ho sentito Zayn. Ha apprezzato che gli abbiamo dedicato un premio- spara, e vedo il sollievo negli occhi di Harry. Liam era il più arrabbiato di tutti per l'abbandono di Zayn, e tra i due ci sono stati litigi anche piuttosto pesanti, persino una sera prima di un concerto, che era iniziato in ritardo perché i quattro avevano sostenuto una videochiamata con Zayn dai toni accesi.
-Vi siete chiariti una volta per tutte? - Chiede Niall.
-Sì. Non vale la pena restare incazzati. E' sempre un nostro fratello. Basta che non pretenda che mi stia simpatico il suo collaboratore- commenta lui, mentre Louis alza gli occhi al cielo ed esclama: -Non dirlo a me!-
Liam si siede a fianco a me, baciandomi sulla testa, e corruga la fronte nel notare il blocco per gli appunti e la penna.
-Lascia stare- lo avverte Louis. Lui scrolla le spalle, senza commentare.
-Ragazzi, io tornerei in albergo. Domattina presto partiamo per Las Vegas- ricorda Niall.
Louis ed Harry si alzano, concordando con lui. -Ci si vede la settimana prossima, Luna- mi congeda Harry.
- Noi ci si vede prossimamente- mi dice Niall: so che lui, Louis e Liam hanno intenzione di rientrare a Londra per andare avanti con la stesura del nuovo album.
-Non disinstallare WhatsApp, non cacciarti nei guai come tuo solito, mandami foto di Matt e tieni d'occhio Hazza per me- mi saluta Louis. Li abbraccio, e loro si allontanano, dando a Liam un po' di privacy per congedarmi.
-Luna, c'è una cosa di cui ti devo parlare- esordisce lui.
-Ok -
-Sai che siamo ambasciatori per Comic Relief, quelli dell Red Nose Day, no?-
Annuisco.
-Ho parlato di te con l'organizzatore degli eventi, e mi hanno fornito il contatto di un medico che dirige un ospedale pediatrico in Ghana-
-Quello di "One way or another"-
-Precisamente. Non so perché ho fatto questa cosa, io preferirei mille volte saperti qui, in una clinica di lusso, vicina alla casa di Harry e Louis, al sicuro. Ma capisco la tua voglia di renderti utile, e ho ripensato molto a quello che mi hai detto sul voler andare dove ce n'è realmente bisogno. Anch'io, oltre che per il fatto di poter cantare in sé, adoro il mio lavoro perché mi permette di aiutare gli altri. Quindi, visto che il farmi perdonare consiste anche nel darti fiducia, e visto che non ne vuoi sapere di seguirci in tour, l'ho contattato.-
Gli sorrido. Lo adoro. Mi ha capita.
-Sia ben chiaro, ho delle condizioni, e le hanno anche il nonno di Matt ed anche i tuoi genitori- mi avverte, facendomi rabbuiare.
-Hai tramato alle mie spalle?-
-Semplicemente non sei solo tu, ma è anche Matt ad essere coinvolto, anche noi abbiamo un po' di voce in capitolo, non credi?
-Quali condizioni? -
-Innanzitutto, la sicurezza. Se anche per un attimo abbiamo il dubbio che ci possano esserci sommosse o situazioni politiche di instabilità, o ancora epidemie potenzialmente pericolose, devi rientrare immediatamente. Non devi assolutamente mettere a repentaglio la tua sicurezza e quella di Matt. E su questo sono categorico-
Ok, lo posso accettare.
-Secondo, la privacy. Ancora non c'è niente di ufficiale, ma appena usciranno foto di noi due, sarai al centro dell'attenzione mediatica e credimi, non tutti saranno carini e gentili, tutt'altro. Quindi, dobbiamo concordare cosa dichiarare e come vogliamo apparire agli occhi della stampa-
Annuisco.
-Terzo: io sono innamorato di te. Non voglio perderti mai più. Sono pazzamente, felicemente innamorato di te. Non mi interessa che siamo giovani, che ci conosciamo da pochi mesi, io ti voglio vicino a me in ogni occasione in cui sarà possibile. Per cui, devi promettermi che, compatibilmente col lavoro, mi raggiungerai senza protestare per il costo di biglietti aerei o cazzate del genere che pagherò per voi-
Sono a bocca aperta. Si è appena dichiarato?!
-Quarto: il tuo lavoro spero sarà un'esperienza temporanea, la mia idea è che tra qualche anno, quando ti sarai stancata di vaccinare bambini e accudire donne incinte e neonati, tornerai a Londra e creeremo una famiglia insieme. E se non ti stancherai, farò in modo di venire in Africa. Qualcosa penseremo. Ma sarà insieme. Vuoi?-
Ho le lacrime agli occhi, annuisco.
-Sono anch'io innamorata di te- riesco a dirgli. Lui sorride in quel modo dolcissimo che mi scioglie, e scherza: -L'avevo intuito. Altrimenti al posto di abbracciarmi, quando sono arrivato, mi avresti preso a ceffoni-
Lo abbraccio, rifugiandomi contro il suo petto.
Ora posso rivelargli il mio sollievo.
-Anch'io devo dirti una cosa, che ho scoperto soltanto oggi e che mi ha tolto un grosso peso dalle spalle-
Spero che non reagirà male, ma voglio essere sincera, glielo devo.
-Il giorno che sono tornata a Londra da Hong Kong mi sono dimenticata di prendere la pillola. Sono stata male, ho vomitato, e ho ignorato il promemoria nel cell; in effetti non ho guardato il cellulare per 48 ore. Appena sono arrivata dai miei, ho realizzato di aver saltato l'assunzione per due giorni di seguito. Ho contattato un ginecologo, ma non potevo prendere la pillola del giorno dopo perché era passato troppo tempo. Quindi ho aspettato..-
Lui mi guarda, non ha ancora capito dove voglio andare a parare.
-Insomma ho fatto tre volte il test sulle urine, ma erano negativi, per cui ho pensato che fosse lo stress, ed alla fine stamattina ho fatto le analisi del sangue, e sono negative. Per fortuna-
-Quindi, mi stai dicendo che ho rischiato di diventare papà anzitempo-
-Esattamente. Per un errore mio. Il Cielo stavolta mi ha graziata...-
-No, non sarebbe stato un errore, non sarebbe cambiato nulla. Te lo assicuro. Sarebbe stato prematuro e da pazzi, ma sarebbe stato solo un anticipare i tempi, perché ripeto, io voglio davvero avere dei figli con te un domani.-
-Quello che voglio dire è che anch'io faccio degli sbagli, non solo tu. Il mio errore sarebbe stato molto grave per me, visti i precedenti-
-Sarebbe stato così grave? Voglio dire, lo so che siamo giovani, che viviamo in giro per il mondo, che ci conosciamo solo da pochi mesi.. ma sarebbe stato così terribile?- Mi sorprende lui.
-Non lo so. Sconvolgente ed inaspettato di sicuro. Sono felice che non sia andata così. Tutto qua. Era per dirti che pensi che io voglia avere sempre tutto sotto controllo, ma questa faccenda mi ha fatto molto riflettere, ed ho capito che si può fare tutto quello che si vuole, ma se una cosa deve succedere, succederà. Quindi, a volte bisogna soltanto lanciare tutte le preoccupazioni alle ortiche, e buttarsi. E questa occasione che mi dai è tutto quello di cui avevo bisogno. Grazie-
-Sono felice che tu sia contenta. Tutto quello che vuoi, amore-
Il destino ha voluto giocarmi degli scherzi, ma stavolta le cose andranno in maniera diversa.
E restiamo così, abbracciati, in veranda, con Matt che si è addormentato sugli scalini senza che me ne accorga.
- Fine -
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