🎄𝐇𝐞𝐥𝐬𝐢𝐧𝐤𝐢||𝐋𝐍𝟒
Helsinki, capitale della Finlandia, ospitava la sede centrale di una nota azienda di videogame, di cui T/N faceva parte come game developer.
Aveva dedicato tutti i suoi studi verso le arti videoludiche, nonché tutta la sua vita privata.
Passava il tempo a studiare e a giocare, mandando in live su twich le sue interminabili partite era riuscita a guadagnare un pubblico abbastanza vasto, che non abbandonò nemmeno quando il lavoro si fece interminabile.
Si trasferì in Finlandia, costretta per lavoro, e riuscì ad imparare il finlandese, anche se dopo anni faticava ancora a comprendere alcuni detti o a capire chi parlava velocemente.
A volte le sembrava stessero parlando in sanscrito.
il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento veniva coperto quasi totalmente dal chiacchiericcio che la circondava.
La presentazione del nuovo videogioco che il suo team aveva sviluppato durante anni di sacrifici era arrivata, pesando sulle sue spalle come un enorme macigno.
Dentro la gigantesca sala gli addetti erano ancora intenti a sistemare gli schermi che avrebbero proiettato le anteprime, gli invitati fuori il possente portone che li divideva.
T/N si fece strada tra la folla mentre il profumo di cannella che si disperdeva all'interno dell'edificio.
Sfilò fino ad arrivare alla sicurezza assunta per stare dinanzi l'entrata della sala e fece vedere il suo badge, cosicché potessero farla passare.
Dinanzi le si aprì un auditorium perfettamente decorato per il periodo natalizio, festoni adornavano ogni angolo della stanza, alberi di natale rossi e dorati occupavano spazio sul palco, su tutte le sedie pieghevoli giaceva un grande fiocco rosso, sotto il quale si trovava una borsetta di tela con dei gadget a tema.
Tutto era perfettamente organizzato per far sì che gli invitati ottenessero la miglior esperienza possibile.
Sembrava che il cuore le fosse salito in gola, facendo pressione sulla trachea e togliendole il respiro, rendendola incapace di aprire bocca e parlare.
Aveva aspettato quel momento per così tanto tempo che essere lì le sembrava un sogno da cui si sarebbe svegliata sul più bello.
Durante gli attimi di panico che presero possesso del suo essere, non si rese conto che ormai la stanza fosse stata aperta al pubblico.
"Non so se riesco a farcela" sussurrò ad una componente del suo team, nonché una delle sue miglior amiche.
La ragazza le sorrise e le passò una bottiglietta d'acqua, posandole una mano sulla schiena nel tentativo di rassicurarla.
Le disse anche qualcosa che non riuscì ad ascoltare nell'ansia del momento, ma, qualsiasi cosa fosse, riuscì a tranquillizzarla abbastanza da farle afferrare un microfono, sorridere e voltarsi verso il pubblico che prendeva posto dinanzi a lei.
Salutò la folla, recitando poi l'intero discorso che aveva preparato tre mesi mesi prima e che sarebbero state capaci di ripetere anche i muri di casa sua, talmente sono state le volte in cui lo ha esposto ad alta voce camminando avanti ed indietro lungo i corridoi del suo appartamento.
Finse che tutta quella gente non fosse veramente lì, ma che quella fosse semplicemente una delle sue dirette sul canale viola.
La faceva sentire più sicura, credere che al loro posto ci fosse solo una chat a supportarla come sempre.
In cuor suo sapeva che i suoi fan fossero persone vere, con sentimenti propri ed una propria vita.
Tuttavia non vederli in faccia la aiutava a gestire la cosa.
Sorrise un'ultima volta prima di passare la parola ai suoi colleghi.
Prese posto in una delle postazioni da gaming allestite per l'occasione, di fianco a lei uno dei vari streamer invitati all'evento.
Le cuffie scompigliavano i suoi capelli ricci, i suoi occhi chiari rapiti dallo schermo dinanzi a lui mentre smanettava con il controller tra le sue mani.
Sentì la sedi alla sua sinistra spostarsi, intravedendo con lo sguardo T/N sedercisi spingendola leggermente verso la scrivania per stare più comoda durante la partita.
Le sue cosce fasciate dalla gonna sparirono sotto la superficie, con un movimento fluido indossò le cuffie.
Afferrò il controller anche lei, sentendo lo sguardo del bruno bruciargli la pelle.
Lando conosceva bene la ragazza grazie alle sue dirette, ma non era mai riuscito ad incontrala dal vivo.
Pensava fosse una persona schiva e riservata, cioè tutto il contrario di come si mostrava al pubblico.
Beh, non aveva tutti i torti.
T/N aveva molte conoscenze, ma le persone di cui si fidava ciecamente potevano essere contate sulle dita di una mano.
Le confidenze non facevano per lei.
Le folle non facevano per lei.
Effettivamente, poche cose facevano per lei.
L'inglese lanciò qualche altra occhiata alla game developer durante tutta la conferenza, a volte distraendosi abbastanza da premere qualche tasto di troppo.
Perdeva la concentrazione, a sapere che lei fosse così vicino a lui quando ha passato serate a guardare suoi video.
Nella sua testa in un certo senso lei non era un vero essere umano.
A momenti, la vedeva più come se qualcuno l'avesse creata, ai suoi occhi era troppo perfetta per essere viva.
Doveva essere un cyborg come quelli in Detroit Become Human.
Doveva essere stata creata dalla Cyberlife per essere così priva di difetti.
Conoscendosi, Lando le avrebbe fatto qualche oscena battuta di abbordaggio su come lei fosse un angelo caduto dal cielo, se solo non si fosse vergognato così tanto da non riuscire nemmeno a guardarla in viso senza arrossire.
Quando finalmente l'evento finì e le persone iniziarono a disperdersi, il pilota voleva solo che scavarsi un buchetto per terra e seppellirsi lì dentro.
"Allora, come ti sembra?" proprio lei fu a interrompere il fiume in piena di imbarazzo che lo aveva investito.
Come si voltò, lei gli sorrise, speranzosa di una risposta positiva che non tardò ad arrivare.
Infatti Lando, preoccupato dall'impressione che le avrebbe fatto, iniziò a parlare quasi come se la sua vita dipendesse da esso.
T/N rimase a guardarlo, annuendo e sorridendogli, felice di sentire un'opinione positiva dopo tutte le preoccupazioni che le avevano riempito la testa.
"Ti manderemo sicuramente la chiave in anteprima, spero che tu abbia il tempo per giocarci" affermò quando l'inglese finì il monologo-risposta che diede a quella che per lei era una domanda non solo per genuina curiosità, ma anche un modo per iniziare una conversazione con lui.
Non avrebbe mai ammesso di provare attrazione per quello che per molti era solo un ragazzino troppo cresciuto che si comportava come un bambino nonostante l'età adulta.
Tuttavia non poteva che ammirare i suoi modi di fare.
Lui sembrava non interessarsi di tutto l'odio che riceveva, non importava se fosse a palate.
Quel menefreghismo era un qualcosa che lei non era mai riuscita a possedere e che in certi aspetti invidiava.
"Certo, sarebbe fantastico" rispose lui, passandosi un mano trai i ricci spettinati nella speranza di non sembrare un barboncino bagnato.
Odiava dover indossare le cuffie da gaming senza avere un cappello a coprirgli i capelli.
Per quanto fossero corti, si impigliavano sempre e districarli a volte risultava essere una delle fatiche di Ercole.
"Sai cos'altro sarebbe fantastico? prendere un caffè insieme qualche volta" continuò, prendendo il coraggio da nemmeno lui sapeva dove.
Lei ridacchiò, dandogli poi la risposta positiva in cui lui sperava.
"Sono libera anche adesso se vuoi, abbiamo la cioccolata calda alla cannella migliore del mondo"
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