"𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐥𝐞𝐬𝐬"||𝐎𝐏𝟖𝟏
avete presente quando avete una cotta enorme per qualcuno del vostro gruppo di amici ma vi vergognate troppo per fare la prima mossa, nascondendovi dietro la scusa 'non voglio rovinare l'amicizia'? ecco, io più o meno sono in questa situazione con un certo australiano dal cuore di ghiaccio.
Oscar Piastri è quel tipo di persona con meno espressività di un pesce rosso e con probabilmente ancora meno sentimenti.
costantemente impostato e con l'aria da damerino, sorride a stento e sempre forzatamente, giusto per non offendere chi gli si pone davanti.
ma una tra le cose che mi piace più di lui è la sua sincerità; non ha peli sulla lingua, bella o brutta che la verità sia, lui te la dirà senza farsi troppi scrupoli.
molti si sono allontanati da lui proprio per questo motivo, ma io onestamente non ci trovo nulla di male nel sapere cosa gli passa seriamente per la testa, anche perché la sua poca espressività non fa mai scorgere nulla dei suoi pensieri e l'unico modo per farlo, beh è ascoltare ciò che dice.
"quando capirai che gli piaci i koala voleranno" questo è ciò che proprio lui mi sussurra in un orecchio passandomi di fianco per andare in cucina a prendere una bottiglia di birra.
eravamo a casa mia, con un paio di amici intenti a sciogliersi addosso il divano di pelle del salotto.
il caldo australe si fa sempre più torrido mentre il pomeriggio si fa più inoltrato, l'unica via per fuggire dallo svenimento è stare il più vicino possibile al climatizzatore.
"non gli piaccio, e pure se fosse non vedo per quale motivo debba essere un problema tuo" gli sussurro a mia volta seguendolo verso il frigo.
ci manca solo che il diretto interessato senta questa conversazione, facendosi un'idea totalmente sbagliata su di me, non che mi stia particolarmente simpatico, effettivamente, però non sarebbe cortese nei suoi confronti.
e mi dà anche abbastanza fastidio che Oscar faccia queste supposizioni dall'alto della sua vita amorosa inesistente più dei suoi sentimenti, che ne può sapere, quando non si accorge nemmeno che a me piace lui?
tuttavia nonostante il tono e il modo in cui lo abbia detto, non riesco a essere arrabbiata con lui; non quando si gira nuovamente verso di me per torreggiarmi con il suo metro e ottanta.
istintivamente faccio un passo indietro, toccando con la schiena il lato dell'isola della cucina, mentre mi si avvicina.
mi sfiora la punta dei piedi con i suoi talmente siamo vicini, allunga il braccio verso l'apribottiglie dietro di me, ma una volta preso, la sua mano rimane poggiata sulla superficie di marmo.
con l'avambraccio che sfiora il mio gomito, poggia la bottiglia che aveva nella mano sinistra davanti a sé, vicino all'apribottiglie.
il braccio sinistro gli scivola lungo il fianco, mentre il destro non si muove di un millimetro, facendomi travolgere dal forte profumo che sta indossando.
probabilmente è una delle prime volte in cui siamo così vicini, solitamente sono abbastanza schiva nei suoi confronti perché mi vergogno, e l'ultima cosa che voglio è che si accorga che qualcosa non va, perciò ho sempre tenuto le distanze il più lunghe possibili.
chiamiamola autoconservazione, non voglio perdere l'ultimo briciolo di dignità rimastomi per fare figuracce davanti a lui.
i suoi occhi marroni mi scrutano, schiude le labbra come se volesse parlare, ma poi le serra nuovamente, aspettando sia io a dire qualcosa.
"dimmi, sarebbe un problema per te?" riformulo cercando di mostrarmi il più strafottente possibile.
cerco di sostenere il suo sguardo gelido, e per quanto guardare il suo viso contrarsi leggermente infastidito mi faccia sentire fiera, tengo per me la mia piccola vittoria personale senza dare a vedere la soddisfazione che mi provoca.
è più forte di me; mi piace infastidire chiunque mi si pari davanti.
beh, soprattutto se è mister SenzaCuore quello che si arrabbia, mi fa sentire di avere almeno un po' di potere su di lui.
"è un problema per me quando inizia ad andare contro i miei piani" parla chiaro e lentamente, scandendo bene ogni parola.
"ah sì? e quale sarebbero i tuoi piani, cuore di metallo?"
abbassa lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra, socchiudendo gli occhi e passandosi una mano nel ciuffo castano che gli cade dolcemente sulla fronte.
"farti vedere che non ho il cuore di metallo, non per te" si limita a rispondere prima di recuperare la birra e l'apribottiglie e andare nuovamente verso il divano.
rimango ferma, stringendo i pugni nella speranza di ignorare il calore che si propaga sul mio volto, un po' per il nervoso e un po' per la sua vicinanza.
questo ragazzo mi fa uscire dai gangheri in una maniera così contorta da non farmi neanche capire se lo odi a morte o mi piaccia stare a questi suoi giochetti.
però più probabile la seconda.
ma è comunque così strano vedere il suo comportamento cambiare in questo modo da un giorno all'altro; voglio dire, non che non avessimo mai parlato prima d'ora, ma la maniera in cui mi squadra oggi è... differente.
mi scrollo di dosso la sensazione che le sue parole mi lasciano e lo seguo, sedendomi appositamente vicino all'amico a cui dovrei piacere secondo il genio.
vedo il ragazzo drizzare la schiena, facendo di tutto per evitare il contatto visivo con me, mentre al contrario Oscar mi fulmina con lo sguardo, arricciando il naso con fare irritato.
gli sorrido beffarda,nuovamente vittoriosa.
quella sua ultima frase mi ha lasciato abbastanza incuriosita, e voglio sapere in quale modo mi convincerà, ma prima voglio divertirmi un po' facendolo impazzire.
tutto il tempo della loro permanenza da me, non ho potuto non notare le occhiate fugaci che Piastri mandava nella mia direzione.
onestamente pensavo sarebbe rimasta così; con lui che dopo questo episodio non avrebbe più detto nulla su ciò che è accaduto e tutto sarebbe tornato normale.
...e invece no.
perché ha deciso che sarebbe rimasto un po' di più dato che ha del tempo libero che ovviamente vuole impiegare per darmi fastidio.
rimaniamo entrambi sulla soglia di casa dopo aver salutato gli altri mentre vanno via, poi mi chiudo la porta alle spalle e mi volto verso la sua direzione.
"allora, ghiacciolo, il riscaldamento globale ti sta sciogliendo il petto?"
"non saprei, ti chiami cambiamento climatico?" risponde sicuro di sé, sorridendo sbiecamente.
"nome esotico ma no, il mio nome è Emma"
"dovresti cambiarlo in Scaldacuore" mi chiude con le braccia tra sé stesso e il muro dietro di me, le sue mani scendono lungo i miei fianchi, cingendoli per attirarmi maggiormente verso di lui.
definisco le linee del suo busto passando con il dito sul tessuto della sua maglietta, non avendo in coraggio di alzare lo sguardo e ritrovarlo a guardarmi quasi famelico in un modo che mi arriva dritto nell'anima.
il suo respiro si fa più pesante e la sua stretta più forte non appena poso il palmo sullo sterno, all'altezza del cuore.
quasi quasi gli direi 'allora hai un cuore che batte davvero, pensavo avessi solo un cubetto di ghiaccio nel petto' ma sentire il suo respiro caldo uscire dalle sue labbra mentre si trovano così vicine alla mia fronte, mi manda completamente in pappa il cervello, come se poi non lo avesse già fatto abbastanza prima.
mi chiama flebilmente, in un sussurro quasi impercettibile che mi fa chiedere se fosse sul serio lui a parlare o me lo sia solo immaginato.
mi afferra il mento con forza, facendo in modo che mi perda nei suoi occhi scuri, che mi scrutano con fare annoiato e infastidito dal fatto che fin'ora non lo avessi ancora guardato in volto.
"mi stai facendo una lastra o cosa?" pronuncio queste parole a fior di labbra e con l'ultimo bricioli di audacia rimastami.
averlo davanti a me, bello più che mai mentre mi squadra come se fossi la cosa più preziosa al mondo mi provoca una strana fitta di calore nel basso ventre.
"mi sto divertendo a vederti così sottomessa sapendo che questo è solo l'inizio" detto questo mi afferra per i fianchi per prendermi in braccio, dirigendosi verso la prima stanza che trova attraversando il corridoio; la mia.
sono appena passata dalla padella alla brace.
apre la porta con un lieve calcio, entrando si lascia anche sfuggire un lieve ghigno sotto i baffi non appena nota il letto a due piazze, e soprattutto il reggiseno che vi ho lasciato sopra.
oddio quanto darei per non sapere cosa mi aspetta ora.
"quindi sei una tipa da pizzo nero eh?"
niente io ho sonno ciao ci si vede domenica
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