•Passato•

"Va bene" rispose sospirando e passandosi una mano tra i capelli, mi accucciai e gli lasciai un bacio sulle labbra.

"Se non ti va fa niente" dissi vicino al suo viso mentre sorrideva.

"Nono, magari sfogarmi mi farà bene" rispose tirandosi a sedere e appoggiando la schiena alla testiera del letto e trascinandomi, automaticamente, con lui.

"Avevo diciasette anni, si sa che a quell'età gli ormoni galoppano e si litiga facilmente con i genitori, a volte si entra in brutti giri e a volte si fanno cazzate. Io non facevo parte dei ragazzi drogati, alcoolizzati o fumatori, mi piaceva fumare e mi piace tutt'ora ma non ne' ero e non ne' sono dipendente, comunque con mia madre non avevo un bel rapporto, lei non c'era mai e poi era molto fredda, cosa che non era quando ero più piccolo, inizialmente non ci feci caso, ma poi cominciai a stufarmi e glielo cominciai a dire, lei non mi calcolava e rispondeva sempre che essendo una madre aveva da fare, all'inizio ci credetti ma poi cominciai veramente a stancarmi anche perchè tornare alle undici di sera non credo sia una cosa normale.
In tutto questo ti chiederai dove fosse mio padre, beh lui lavorava, ha sempre lavorato e sempre lavora, credo sia ossessionato dal lavoro, ma quando era presente era un bravo padre, lui non ci faceva caso e rispondeva che la mamma aveva molte cose da fare e cercava anche lei un lavoro.
Mia sorella era come me preoccupata solo che lei molto spesso rimaneva a casa di amiche.
Una sera aspettai mia madre sul divano di casa e alle undici e mezza rientrò, non appena mi vide si spaventò e mi disse di andare a dormire e che il giorno dopo avrei avuto scuola, peccato che il giorno dopo fosse domenica e che non sarei dovuto andare a scuola, la tartassai di domande finchè non notai un piccolo particolare: non aveva la fede all'anulare, lei ce l'aveva sempre, era come una specie di portafortuna. Glielo feci notare e lei si invintò una scusa al momento, le credetti, anche quella volta e andai a dormire.
Qualche giorno dopo mentre tornavo da scuola la vidi che parlava al telefono in un vicolo, probabilmente era al telefono con mio padre, ma da come parlava sembrava che stessero parlando di qualcosa di veramente importante così origliai e capì tutto: perchè tornava tardi, perchè non c'era mai, perchè non parlava molto con mio padre, perchè non aveva la fede:si stavano lasciando e lei frequentava un altro, inutile dire che quando lo scoprì mi sentì tradito, ferito anche perchè mi avevano nascosto questa cosa e chissà da quanto tempo andava avanti.
Nonostante ciò me ne andai senza farmi beccare e aspettai che me lo dicessero loro.
Passavano i giorni e nulla, sempre la stessa storia, non avevo detto nulla a mia sorella, non volevo farla preoccupare.
Finchè una sera, quando fummo tutti a tavola, stranamente, feci uscire l'argomento dicendo 'Come sta Peter?' avevo scoperto che si chiamasse così il ragazzo di mia madre, inutile dire che quest'ultima sbiancò e mio padre per poco non si strozzò con il cibo.
Dopo avergli fatto capire che io sapevo ci raccontarono tutto e alla fine del 'racconto' mia sorella piangeva mentre io sentivo solo rabbia.
Ero incazzato, perchè nascondercelo? Non avevamo due anni, ne avevamo diciasette e avremo capito e li avremo magari supportati.
Da quella sera i rapporti con i miei si stroncarono, non parlavamo, e se lo facevamo erano giusto due parole, i giorni dopo quella sera provarono a farmi parlare ma dopo aver capito che era tutti inutile lasciarono stare.
I primi giorni fu veramente difficile, difficile non poter andare da loro e dire che andava tutto bene e che gli avrei voluto bene lo stesso, difficile dover far finta che non me ne fregasse nulla, difficile sorridere a mia sorella e dirle che io stavo bene, difficile vedere mia madre distrutta e lasciarla in lacrime, ma dovevano sentirsi come mi sentivo io: inutile, sì perchè ero stato inutile, avrei potuto passare più tempo con loro, avrei potuto essere più dolce, mostrare più affetto nei loro confronti e invece nulla, me ne sono fregato e ne ho pagato le conseguenze.
Poi dopo aver finito le superiori mi sono iscritto al college e me ne sono andato, ho passato due anni a far finta di odiarli mentre provavo un bene immaginabile nei loro confronti e faceva male, ma ormai avevo cominciato a conviverci." disse e alla fine ero in lacrime mentre lo abbracciavo, non immaginavo nemmeno lontanamente che potesse provare questo, che si fosse sentito così, pensavo fosse un menfreghista e basta.

"Matt mi dispiace così tanto" singhiozzai mentre stringevo le braccia attorno al suo collo.

"Ehi non è colpa tua" disse mentre ricambiava l'abbraccio.

Mi staccai lentamente e dopo aver asciugato le lacrime sistemato il trucco per non apparire totalmente orribile parlai:

"...."

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HEY!
Cosa vorrà dire Abigail?
Continuo a 4 stelline e 1 commento💕

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