•Lavoro•
Stavo correndo per le fredde strade di Seattle, con la consapevolezza che ero in ritardo per l'appuntamento. Aumentai la velocità della mia corsa quando finalmente mi ritrovai nella via giusta, così rallentai e cercai la palazzina. Quando la trovai vidi che davanti c'era una signora di spalle. Pensai fosse la proprietaria così mi avvicinai.
-Salve, è lei la proprietaria dell'appartamento? Quello a cui ero interessata?- domandai toccandole la spalla. Lei si girò e mi rivolse un dolce sorriso. Almeno non è una di quelle scorbutiche venticinque ore su ventiquattro.
Mi porse la mano che prontamente strinsi.
-Piacere Elena Travis. Io direi di entrare subito, ho un impegno tra poco.- disse aprendo il cancelletto. Io annuì ed entrai. Spalancò il portone e salimmo tre rampe di scale.
Mmh...Non mi piace questa cosa, speriamo che l'appartamento mi convinca.
Aprì una porta in legno e la chiusi dietro di me: l'appartamento era carino, adatto ad una persona. La cucina era piccolina, ma quattro persone centravano, il salotto era accogliente, non molto spazioso, come la stanza precedente. Seguendo Elena mi ritrovai davanti ad una porticina, dove portava al bagno ed infine la camera da letto che era più ampia delle altre camere: c'era un letto nel centro, un comodino, un piccolo armadio e una scrivania/ tavolo. Non era il massimo, ma me lo sarei fatto andare bene.
Avrei risparmiato dei soldi e me ne sarei comprata un'altra, magari lontano da Seattle.
-Cosa ne pensa?- domandò la donna affiancandomi. Osservai per bene ogni particolare, e mi immaginai in quel ambiente: a cucinare, a leggere qualcosa sul letto, a ridere e scherzare con Kelsey, a dormire abbracciata con Justin. Queste cose mi diedero la spinta verso il pensare positivo.
-È carina, adatta a me. L'affitto rimane quello che ho visto su internet, giusto?- domandai rivolgendole la mia attenzione. Avrei dovuto prendere un vero lavoro, fare la babysitter ogni tanto non sarebbe bastato.
Magari dopo questo appuntamento avrei potuto fare un giro per la città alla ricerca di qualcosa da fare.
-Sì, cara.- mi rispose sorridendomi. Annuì e mi feci un giro per la stanza. Sarei riuscita a pagare mille dollari al mese? Magari avrei potuto pensarci, finché non avrei trovato lavoro, così da essere sicura di potermela permettere.
-Ci penso... Le faccio sapere il prima possibile.- dissi tornando alla porta. Lei annuì, ed insieme ci dirigemmo fuori dall'appartamento. Scendemmo le rampe di scale e poi, arrivate davanti al condominio, mi guardò.
-Ora devo andare. Ci sentiamo presto,
Abigail.- disse la donna per poi sparire dentro un auto grigia e partire a tutto gas per una meta a me sconosciuta.
Mi incamminai verso casa, sbuffando al fatto che avrei impiegato trenta minuti della mia giornata per farlo.
Quando una lampadina si accese nella mia testa: dovevo cercare lavoro!
Così rubai un giornale al primo tavolino di un bar e andai a vedere agli annunci.
Infermiera di sostituzione per una settimana. Per info contattare il numero *******.
Meglio di no. Non avevo studiato medicina e poi un lavoro per una settimana non sarebbe bastato.
Così continuai la mia ricerca seduta a gambe incrociate su una panchina.
Animatrice per feste. Paghiamo bene.
Per info chiamare il numero ******
Questo mi sarebbe potuto interessare, se avessero pagato avrei potuto avere già un mazzetto di soldi per l'appartamento.
Continuai a cercare, sapendo che non sarebbe bastata una festa per ragazzini a pagarmi tre mesi d'affitto.
Cercasi commessa per Terlyn's*.
Per info chiamare il numero ********.
Quest'ultimo mi attirò parecchio. Non aveva definito un periodo, quindi non sarebbe stato per una settimana.
Presi il cellulare e composi il primo numero. Dopo vari squilli rispose una voce.
-Pronto?-
-Salve, contatto per il lavoro da animatrice? È ancora disponibile, vero?-
-Sisì, sarebbe per lunedì prossimo, le va bene?-
-Certamente, dove? A che ora?-
-Alla ****** verso le nove e mezzo.-
-Okay, arrivederci.-
-Arrivederci.-
Attaccai. Dalla voce sembrò essere un ragazzo, ma non ci feci molto caso. Alla fine a me cosa cambiava? Nulla.
Contattai anche il secondo numero, dove mi dissero di passare al negozio per fare un colloquio. Così dopo aver capito la via, ed averla sbagliata cinque volte arrivai a destinazione.
Esternamente si presentava bene, ma quando entrai mi accorsi del fatto che vendesse biancheria intima maschile.
Sarà imbarazzante...
-Buongiorno...- dissi guardandomi intorno. Subito arrivò una ragazza sulla ventina con un grandissimo sorriso che mi accolse e mi disse di chiamarsi Ellie e che il capo sarebbe arrivato a momenti, così ne approfittai per scrivere a Kelsey.
A: Kels
Da Nando's per le due?
Sperai con tutta me stessa che non avesse già pranzato, perché non volevo mangiare da sola, poi sarebbe stata un'occasione per parlare.
Misi via il telefono notando che stava entrando un uomo sulla trentina, in camicia e cravatta.
Ellie si mise composta sulla sedia dietro alla cassa e salutò il tizio con un 'Buongiorno' molto vivace.
-Tu sei Abigail, giusto?- disse avvicinandosi a me. Annuì e mi rivolse un sorriso, posò la valigetta, che teneva in mano a terra, e mi porse la mano che prontamente strinsi.
-Piacere sono...-
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Chiedo umilmente perdono per l'immenso ritardo con cui ho aggiornato, ma ho avuto molto da fare e mi hanno caricata di compiti. Ew.
Spero vi piaccia questo capitolo. :)
Domanda:
Cosa ne pensate di Kelsey?
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