Pensieri
Yora si svegliò tardi quella mattina. Restò ancora un po' nel letto, pensando a come avrebbe dovuto agire, a come avrebbe potuto trovare una soluzione. Le parole di Robert non l'avevano minimamente rassicurata, anzi le avevano anche messo un po' d'ansia addosso.
Cosa doveva fare? Non aveva quasi dormito quella notte, anzi aveva passato tutto il tempo a pensare ad una soluzione: la migliore era sicuramente la fuga. Era fuggita mille volte e da mille cose diverse: sentimenti, assassini, Robert, mariti, invidiosi, la giustizia, ancora Robert...praticamente era quasi sempre fuggita da Robert. Ed ogni volta aveva iniziato la nuova vita, sempre con qualche difficoltà, ma aiutata o dai soldi che si era portata dietro, oppure dalla sua bellezza. Ogni volta si riprometteva che quella sarebbe stata la sua ultima tappa ... almeno per una cinquantina d'anni, si riprometteva che avrebbe avuto una vera famiglia lì, che avrebbe amato e chissà, magari sarebbe anche stata amata. Normalmente alla fine doveva sempre fuggire. Era inevitabile, perché alla fine succedeva sempre qualcosa, come stava succedendo ora, solo che stavolta non aveva proprio voglia di fare le valigie e scappare, no, questa volta voleva restare, perché quella vita le piaceva per davvero, ed inoltre era una kitsune in Giappone, se non era quella casa sua dov'era? E non era forse un dovere lottare per la propria casa? Sì, non poteva proprio andarsene. Non questa volta. Inspirò a fondo e finalmente si alzò dal letto. Era tempo di affrontare i propri fantasmi, tempo di prendere in mano la propria vita.
Si vestì con un kimono semplice, niente fronzoli, quella mattina aveva diritto alla piena tranquillità. Si lavò il viso e si fissò un attimo allo specchio. Per la prima volta le parve di vedere un segno d'invecchiamento sul suo volto, un leggerissimo segno, ma pur sempre un segno che il tempo stava passando anche per lei, che purtroppo un giorno la sua bellezza avrebbe potuto sparire per sempre, lasciando ancora più sola e indifesa.
- Yora –
Sobbalzò sorpresa e si voltò. Akiko era lì di fronte a lei e le stava sorridendo.
-Ben svegliata- esclamò.
-Non ti avevo sentita arrivare-
-Ho il passo leggero-
Yora evitò di dirle che lei aveva un udito finissimo.
-Ieri sera hai avuto un gran successo, tutti parlano della tua bravura-
-Davvero?-
-Proprio così, ed alcuni hanno chiesto di te per delle esibizioni private-
Un ottimo traguardo, certo. –Bene-
-Qualcosa non va? Non mi sembri molto contenta-
Yora si mordicchiò le labbra. Aveva voglia di confidarsi con qualcuno, ma sapeva di non poterlo fare...questo però non voleva dire che non potesse neppure raccontare qualcosina. –Nulla, solo che ieri sera tra la folla mi è parso di vedere un viso conosciuto-
-C'era molta gente, è possibile-
-No, questa persona è morta da molto tempo-
-Oh! Magari un viso simile-
-Sicuramente-
-Ma tu non lo credi, vero?-
Yora fissò il volto di Akiko.
-In fondo tutte le tradizioni parlano dei defunti che ritornano tra i vivi-
-Già-
-Ed io credo che se di una cosa se ne parla molto un fondo di verità deve pur esserci-
Yora annuì. –Mi chiedo solo con che intenzioni tornino-
-Questo non posso proprio saperlo...ma se vuoi saperla tutta dalle mie parti dicevano che quando uno spirito torna nel mondo dei vivi non è mai per un bel motivo-
E su questo punto Yora era perfettamente d'accordo, non c'era nessun bel motivo.
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