Medicandosi le ferite


-E adesso cosa facciamo?- chiesi.

-Lasciami pensare- fu la risposta di Beverly.

Ed effettivamente non avevo una gran voglia di alzarmi. Infatti eravamo entrambe sdraiate su due divanetti, nell'ufficio di Beverly, intente ad alleviare le contusioni dovute alla caduta con del ghiaccio. Dovevo ammettere che la stanza era grande ed accogliente, con le pareti dipinte di fucsia e di rosa pallido, una scrivania bianca con accanto una lavagnetta magnetica, sulla quale erano appese diverse foto, tutte rappresentati Beverly accanto a strani e a volte inquietanti personaggi, qualche poltrona e un divanetto. C'era anche una porta chiusa dipinta con la stessa tinta delle pareti.

-Secondo te cos'è successo?-

-Abbiamo sicuramente evocato qualcosa ... certamente però non il tuo amico ... quella cosa non era uno spirito normale, non era proprio niente di normale-

-Questo potrebbe voler dire che ... è ancora vivo?- e mentre lo chiedevo il cuore mi batteva forte ... sì, io volevo che lui fosse vivo, lo desideravo ardentemente ... chissà perché.

-In realtà non vuol dire nulla- mormorò Beverly con una certa dolcezza nella voce, come se non volesse ferire i miei sentimenti –probabilmente c'è stata un'interferenza, ogni tanto succede, si chiama uno spirito e risponde un altro che magari è più potente e più vicino oppure più desideroso di parlare con qualcuno, normalmente si scambiano due chiacchiere con lo spirito in questione e poi è lui stesso che ti propone di andare a chiamare la persona con cui vuoi parlare-

-Questo spirito non ha parlato ... non aveva neppure una forma ... per l'esperienza che ho non penso che fosse uno spirito- dissi.

-Nemmeno io- ammise Beverly ed i braccialetti che aveva al polso tintinnarono, mentre spostava il ghiaccio dal ginocchio al gomito.

-Ed allora cos'è?- insistei, certa che lei sapesse.

-Potrebbe essere molte cose- fu la risposta evasiva.

-Per esempio?-

-Troppo presto per dirlo-

-Non vuoi dire cosa pensi, giusto?-

-Non fino a quando non sono sicura-

-Va bene- mi arresi.

-Comunque so da dove cominceremo: proveremo a cercare chi ha scritto la tua storia-

-E come?-

Beverly sorrise, un sorriso leggermente felino. –Una sola parola: Internet- 


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