Calato il sipario


L'esibizione fu un successo. Akiko andò a congratularsi con Yora.

-Visto che non era poi così difficile?-

-No- rispose Yora, il cuore in gola. Continuava a ripensare a quel volto che aveva visto di sfuggita e più ci pensava più si sentiva in ansia.

-Sei stata bravissima ... e hai già un cliente-

-Cosa?- Yora alzò lo sguardo e fissò la ragazza. Erano amiche? Questo non poteva proprio dirlo ... in realtà lei non sapeva esattamente cosa fosse l'amicizia, in tutta la sua lunga vita aveva avuto modo di conoscere molte persone e di creare un qualche legame con loro, ma non poteva proprio dire che si trattasse davvero di amicizia. Ora quindi si trovava un po' in imbarazzo con Akiko, perché le pareva che tra loro due ci fosse un tipo di confidenza e complicità che si poteva solo adattare ad un rapporto di amicizia, eppure le riusciva davvero difficile comportarsi come amica.

-Un cliente, vuole che lo accompagni ad un evento domani sera, una cosa semplice ... è rimasto letteralmente rapito dalla tua bravura-

Yora si ritrovò a sorridere. –Ammetto che ne sono felice-

-Sei fatta per questo, Yora, essere una geisha non è semplice, ci vuole impegno, dedizione, studio ed anche una buona dose di abilità naturale, ma tu hai dimostrato di avere tutto ciò che serve-

-Bene- esclamò felice.

-Ora goditi pure il successo ... ti stanno aspettando di là-

-Ho un forte mal di testa- mentì Yora –preferirei andare a riposare per il momento-

-Oh ... va bene ... a volte succede, l'agitazione in questi casi è molta-

-Già- non poteva neppure immaginare quanta. Ed ora aveva bisogno di stare un po' da sola, di pensare ... no, a onor del vero avrebbe avuto bisogno di Robert, di parlare con lui, di confrontarsi per trovare una soluzione.


Che sciocca era stata, non gli aveva neppure chiesto come avrebbe potuto contattarlo in caso di necessità ... e poi si ricordò di quando una volta, era in una Parigi avvolta dalla nebbia dell'inverno di molti decenni prima, forse addirittura secoli, aveva avuto un bisogno urgente di parlare con Robert. Aveva ancora impressa nella mente quella sera, il senso di solitudine che la riempiva, la voglia di trovare una soluzione a tutti i suoi mali. Ora le pareva tutto così sciocco, così distante, un ricordo di gioventù, il folle desiderio di una bambina. Sapeva di aver litigato con il marito, ma non riusciva a ricordare il motivo, probabilmente un capriccio, che l'aveva spinta a fuggire a quell'ora da una casa in cui ogni cosa che desiderava era sua. Aveva bisogno di un rifugio ... ed alla fine si era recata in una piccola via ed aveva preso il ciondolo che teneva sempre al collo. Era un regalo di Robert, una specie di conchiglia. Era stato l'istinto a farla agire, si era portata il ciondolo alle labbra ed aveva sussurrato il suo nome ... un attimo dopo era apparso.




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