Capitolo 12 - Ho bisogno di te
CAPITOLO 12
HO BISOGNO DI TE
L’unico modo per liberarsi
di una tentazione...
...è cedervi...
(Oscar Wilde)
Harry POV
Caverna nei pressi di Holmes Chapel, 31 Dicembre 2012
<< Finalmente siamo quasi pronti >> proferì Cole, giungendo in quel momento nella sala principale << Il piano per sconfiggere una volta per tutte gli Angeli ed i Demoni sta per essere ultimato >>.
Lo sentii prendere posto al mio fianco, ma non spostai lo sguardo dai documenti che erano sparpagliati sul tavolo e questo gesto fece incuriosire il mio compagno.
<< E’ successo qualcosa? Mi sembri pensieroso >> chiese Cole.
<< Sto solo riflettendo con attenzione al nostro piano, in fondo non dobbiamo permetterci alcun passo falso >> mentii, mostrandomi distaccato come sempre.
Nella mia mente si alternavano un’infinità di pensieri, ma nessuno di loro riguardava il piano per la caduta di Inferno e Paradiso; la mia attenzione era incentrata su Artemis e sulla voce che continuava a perseguitarmi.
I miei dubbi non avevano trovato molte risposte, anche se finalmente ero riuscito a comprendere perché sentivo quelle forti emozioni per Artemis; io la desideravo, la volevo con un’intensità ed un ardore inconcepibili, ed avevo deciso di porre fine a quella profonda ed irresistibile tentazione.
Ormai nessuno poteva farmi cambiare idea; quella notte Artemis sarebbe stata mia.
***
Artemis POV
Holmes Chapel
Ero arrivata a casa di Eleanor da un paio d’ore e già Louis, Liam, Zayn, Niall, Ben e William erano brilli; le ragazze ed io avevamo deciso di restare lucide almeno fino a poco prima della mezzanotte, ma Jenny e Kate non sembravano propriamente ‘sobrie’, come invece lo eravamo El, Chanel ed io.
<< Cambiamo musica! >> esclamò Kate, balzando in piedi per dirigersi allo stereo.
<< Metti su qualcosa di forte, movimentato >> le gridò Jenny.
Al contrario, Kate fece partire delle canzoni sì ritmiche, ma anche estremamente sensuali che attirarono i quattro Demoni ed i due Angeli nell’improvvisata pista al centro della sala; Louis afferrò El per una mano, trascinandosela contro ed iniziando a muoversi al ritmo della musica, incitando la mora a seguirlo in quella danza che irradiava sesso ad ogni gesto.
Liam, Zayn e Niall imitarono l’amico con le proprie fidanzate e poco dopo anch’io mi unii a loro, ballando con Will e Ben.
“Allontanati da loro”.
Mi bloccai all’istante, attirando gli sguardi confusi ed incuriositi di Ben e William.
“Allontanati da loro”.
Non era un’allucinazione, sentivo davvero una voce nella mia testa; però non si trattava di Destino stavolta, il tono era basso, roco, irritato, seducente e... familiare.
“Harry” pensai immediatamente.
“Tu sei mia”.
Il mio cuore iniziò a battere in modo furioso, mentre il mio corpo veniva attraversato da mille brividi e sconvolto dalle emozioni contrastanti che mi colsero in quel momento – confondendomi, sconvolgendomi, distruggendomi.
<< Aris, va tutto bene? >> mi chiese William.
<< Oh, sì certo. Ehm, scusate ma credo che andrò in camera per un po’, ho bisogno di alcuni minuti di solitudine >> risposi, allontanandomi dal centro della pista sotto gli sguardi perplessi e preoccupati del resto del gruppo.
Raggiunsi il piano superiore e mi poggiai al muro del corridoio, scivolandovi contro fino a ritrovarmi seduta sul pavimento in parquet.
<< Harry >> sussurrai.
<< Aris >>.
Alzai lo sguardo e scorsi la figura di Louis spuntare dalle scale, mentre i suoi occhi mi scrutavano con attenzione e comprensione.
<< Scusa >> mormorai, abbassando il capo << Scusatemi davvero, non so cosa mi sia preso. Ho come sentito la voce di Harry nella mia mente e... >>.
Louis non mi lasciò concludere la frase, inginocchiandosi dinanzi a me ed abbracciandomi con affetto – carezzandomi i capelli.
<< Va tutto bene, non devi spiegare nulla >> mi rassicurò Lou, continuando a tenermi stretta.
<< Ho bisogno di stare sola >> sussurrai, ricambiando l’abbraccio.
<< Ok, ma per favore non uscire di casa. Riposati e non preoccuparti, informerò io gli altri >> disse Louis, sciogliendo la nostra stretta.
<< Grazie >> proferii flebilmente, alzandomi e chiudendomi in una delle camere degli ospiti.
Rilasciai un sospiro quando chiusi a chiave la soglia, poggiando la fronte contro il freddo legno e sentendo il peso della sofferenza schiacciarmi inesorabilmente.
Uno spostamento d’aria mi fece irrigidire, mentre percepivo una presenza alle mie spalle e successivamente due mani che mi cingevano gentilmente i fianchi; quella presa, quella tenerezza, quel calore, quel profumo, non poteva essere davvero lui.
<< H-Harry? >> sussurrai, incredula.
<< Ciao Artemis >> mormorò al mio orecchio, facendomi trattenere il respiro.
***
Harry POV
Vederla ballare tra quei due Angeli mi aveva fatto ribollire il sangue nelle vene.
Sapevo bene che erano solo amici, ma qualcosa era scattato in me, uno strano senso di protezione, di possessione, e un’incredibile quanto inspiegabile gelosia.
Mi ero stupito quando l’avevo vista immobilizzarsi ed allora avevo capito che potevo comunicare con lei attraverso il pensiero; come ci ero riuscito non sapevo spiegarmelo, ma ora non aveva importanza.
Ciò che in quel momento m’interessava era averla lì, con me.
La osservai voltarsi tra le mie braccia con estrema lentezza, poi i suoi occhi smeraldini incrociarono i miei ed allora potei finalmente perdermi nel suo sguardo profondo, sincero, lucido, ed in quel momento anche confuso ed incredulo.
<< Respira >> mormorai con un sorrisetto, sentendola rilasciare l’aria che fino a pochi istanti prima aveva trattenuto.
<< Ma cosa... che ci fai qui? >> domandò, ridestandosi dalla sorpresa.
Le sue mani si posarono con decisione sul mio petto e mi allontanarono da lei, mentre indietreggiavo di un passo senza però interrompere il contatto tra i nostri occhi.
<< Non sono qui per ciò che pensi >> risposi, comprendendo la sua preoccupazione.
<< Mi stai dicendo che non sei venuto per spiarci? O peggio ancora per attaccarci? >> chiese flebilmente, non volendo che i ragazzi al piano inferiore si accorgessero della mia presenza.
<< E’ ciò che ti sto dicendo >> confermai.
Scorsi la diffidenza nel suo sguardo, eppure una lieve luce di speranza si fece strada in quelle iridi verdi e la sua posa rigida e guardinga si sciolse lentamente, facendola raddrizzare composta.
<< Se non hai cattive intenzioni, allora per quale ragione sei qui? >> domandò ancora.
Non avevo pensato a come spiegare la mia situazione, forse perché non mi era proprio passato per la testa, ma Artemis aveva diritto a delle risposte vere, sincere, e magari il mio cuore poteva aiutarmi a fornirgliele.
La mia mano destra afferrò la sua, alzandola fino a quando il suo piccolo e caldo palmo non si posò sul mio torace – esattamente dove in quel momento il mio cuore batteva in modo irregolare.
<< Ecco il motivo per cui sono qui >> proferii, leggendo la confusione nei suoi occhi.
Con la mano libera le posai l’indice sotto al mento e le alzai maggiormente il volto, sentendo il suo respiro fresco sfiorarmi le labbra.
<< Tu sei la ragione per cui sono venuto qui >> confessai.
Una lacrima le solcò la guancia, mentre sentivo i suoi battiti accelerare ed il suo respiro divenire più veloce, irregolare; i nostri corpi si chiamavano, si riconoscevano e volevano di più, avevano la disperata necessità di cancellare quel brevissimo spazio che li separava e così approfondire il contatto, tornando ad essere una cosa sola.
Artemis ed io avevamo già fatto l’amore?
Non lo ricordavo, ma dalle sensazioni che provavo, dai brividi che scuotevano il mio corpo, dalla leggerezza della mia mente, dalla furia con cui batteva il mio cuore, capivo che la risposta era “Sì, lei ed io eravamo già stati insieme”.
Le nostre fronti erano in contatto e le sue mani erano entrambe poggiate sul mio petto, mentre le mie braccia le avevano cinto la vita – senza però avvicinarla; volevo che fosse lei ad annullare la distanza, volevo che fosse lei a mostrarmi che il suo desiderio era forte e profondo tanto quanto lo era il mio.
<< E’ sbagliato >> la sentii sussurrare.
<< Perché tu sei un Angelo ed io sono un Demone? >> domandai.
Artemis scosse la testa, chiudendo per una frazione di secondo gli occhi e privandomi di carpire da essi i suoi segreti pensieri.
<< Tu sei un nemico ora >> spiegò << Ci hai voltato le spalle, ci hai tradito per unirti ai Caduti ed ai Rinnegati. Mi hai lasciata sola >>.
Chiusi gli occhi a mia volta, prendendo un profondo respiro e lasciandole vedere i miei ricordi – quei pensieri che continuavano a mostrarmi il suo volto, che mi rivelavano momenti che non ricordavo di aver vissuto ma che erano impressi nei meandri più profondi della mia mente e che pian piano erano riaffiorati grazie ai sussurri del mio cuore, grazie ai misteriosi e forti sentimenti che provavo per lei.
<< Tu sei l’unica persona che non ho mai dimenticato veramente. Per una qualche ragione, nonostante l’amnesia, da quando mi sono svegliato tu sei sempre presente nei miei pensieri >> pronunciai, tornando a fissarla << E sono qui perché sento, perché so, che è giusto che io stia con te in questo momento. Ora più che mai, io ho bisogno di te >>.
La sentii trattenere il respiro, poi un sorriso le si disegnò sulle labbra e nei suoi occhi scorsi una nuova luce, una nuova speranza.
<< Dieci... >>.
Il conto alla rovescia era iniziato, il nuovo anno stava per arrivare.
<< ...nove, otto, sette, sei... >>.
Le mani di Artemis mi carezzarono le guance, mentre i nostri volti si facevano sempre più vicini.
<< ...cinque, quattro... >>.
Pochi millimetri ci dividevano.
<< Harry... >>.
I miei occhi si persero nei suoi e venni catturato dai mille sentimenti che stava provando, che stavamo provando, anche se solo uno riusciva a prevalere su tutti gli altri – mostrandosi ed avvolgendoci completamente.
<< ...ti amo >> sussurrò Artemis.
E finalmente le nostre labbra si unirono, mentre al piano inferiore urla e grida di augurio s’innalzavano e si mischiavano – annunciando l’arrivo del nuovo anno; ma a noi non interessava ciò che stava avvenendo fuori da quella stanza, tutto ciò che c’importava era cogliere quel momento di pace, di felicità... di amore, che la vita ci stava regalando.
Senza accorgercene avevamo fatto qualche passo indietro finchè le mie gambe non si scontrarono con il letto, facendoci arrestare – senza però interrompere quel bacio a lungo desiderato; le mani di Artemis mi spinsero gentilmente, facendomi sedere e lasciando che lei si accomodasse cavalcioni su di me – facendo incontrare i nostri sguardi che si comunicarono le stesse silenziose parole, le medesime segrete emozioni.
I vestiti abbandonarono presto i nostri corpi e quando invertii le posizioni, facendo stendere Aris sotto di me, pregavo solo che il tempo si fermasse per farci vivere in eterno quel momento.
Le nostre dita si sfioravano, le nostre mani sapevano dove toccare, le nostre labbra si chiamavano, le nostre lingue riprendevano familiarità, i nostri corpi si ritrovavano – si riunivano, si completavano nuovamente dopo tanto tempo.
Quando entrai lentamente in Artemis, un gemito di sorpresa e di estremo piacere mi scosse ed un susseguirsi di flashback – un fiume di ricordi delle nostre notti d’amore – mi fecero immobilizzare e mi stordirono, ma la confusione non durò che una frazione di secondo perché Aris mi riportò alla realtà – baciandomi con passione ed incitandomi a proseguire; le mie spinte erano profonde, rapide, dettate da quel sentimento a cui ora avevo trovato un nome ed a cui mi affidai totalmente, lasciando che le sue braccia mi avvolgessero e mi risvegliassero da quel sonno oscuro.
<< Harry >>.
La sua voce così dolce, seppure resa roca dall’eccitazione, era una melodia unica e sublime che non mi sarei mai stancato di ascoltare.
<< Ti amo Aris >> sussurrai ad un soffio dalle sue irresistibili labbra, fissandola negli occhi.
Le sue braccia mi avvolsero il collo, la sua bocca cercò con ardore la mia per coinvolgerla in un bacio mozzafiato, e nello stesso istante l’apice giungeva per entrambi – facendoci sentire ancora più uniti, ancora più legati l’uno all’altra.
<< Ti amo anch’io Hazza >> sospirò Aris, facendomi nascere un sorriso sincero sulle labbra.
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