Capitolo 1 - Sogni e sangue

CAPITOLO 1

SOGNI E SANGUE

 

Nessun sogno è mai solamente un sogno.

(Eyes Wide Shut)

 

Harry POV

 

Holmes Chapel, 15 Settembre 2012

 

Il sonno sembrava essere completamente svanito, così aprii gli occhi ed afferrai la sveglia posata sul comodino per vedere che ore fossero; le 5.30 del mattino.

Mi sarei dovuto alzare all’incirca un’ora e mezza dopo – per andare a scuola – ma non avevo voglia di restare a letto, così mi sedetti e la mia attenzione venne catturata da una sagoma che si posava sul davanzale della finestra al secondo piano della casa accanto; aguzzai la vista e riuscii a riconoscere quella figura snella e dannatamente femminile.

Artemis era tornata a casa.

Un momento, ma cosa aveva combinato fino a quell’ora del mattino?

Dov’era stata tutto quel tempo?

Ricordavo di averla notata uscire silenziosamente poco dopo l’ora di cena, perciò dove diavolo era stata tutta la notte?

Raccattai dal pavimento i pantaloni blu scuro della tuta e m’infilai una maglietta nera – dato che dormivo solo con i boxer – poggiai un piede sul davanzale della mia finestra e spiccai un salto, atterrando sul tetto della casa degli Angeli; mi calai fino a raggiungere l’imposta della stanza di Artemis e sbirciai al suo interno, trovando la ragazza già addormentata sopra le coperte – ancora completamente vestita.

Rimasi alcuni minuti ad osservarla, godendo di quella piacevole e rara visione; un Demone che si perdeva a guardare un Angelo dormire? I miei amici mi avrebbero preso in giro fino alla morte per quella stranezza.

Non era normale provare una forte e profonda attrazione nei confronti della tua nemesi, perché Artemis ed io eravamo proprio questo; lei una magnifica creatura della Luce, io un pericoloso essere delle Tenebre.

Lei era la figlia dell’Arcangelo Gabriel, io ero il figlio del Generale Infernale Styles.

Lei era un Angelo, io ero un Demone.

Era già un miracolo che le nostre famiglie vivessero vicine, figuriamoci se poteva esserci qualcosa tra noi – qualcosa che andasse ben oltre il disprezzo dovuto alla nostra natura di nemici giurati.

Stavo per tornare nella mia stanza, quando un odore pungente mi colpì e mi fece aspirare più profondamente – riportando la mia attenzione sulla figura di Artemis.

Cosa diamine aveva combinato?

Perché percepivo odore di sangue?

 

***

 

Artemis POV

 

Il tanfo dei corpi in via di decomposizione era asfissiante.

La fitta nebbia non mi permetteva di vedere oltre il mio naso e quindi dovetti procedere molto lentamente, cercando di non imbattermi in un cadavere putrefatto.

<< Vieni >>.

Sobbalzai nell’udire quella voce bassa, falsata e sconosciuta, girando su me stessa in attesa di scoprire da dove provenisse.

<< Vieni più vicino >>.

Percepivo la pelle d’oca propagarsi sulle mie braccia, mentre un brivido mi percorse la spina dorsale.

<< Lo voglio >>.

Deglutii ed un nuovo lezzo giunse alle mie narici; un odore pungente che mi fece storcere le labbra in una smorfia disgustata.

Sangue.

Qualcosa di viscido e caldo iniziò a scorrere sulle mie mani e quando abbassai lo sguardo, il respiro mi si mozzò in gola; i miei palmi erano completamente sporchi di quel liquido rosso e bollente.

La risata maligna dello sconosciuto si spanse in quella landa desolata, mentre la nebbia iniziava a diradarsi ed ai miei occhi apparve lo spettacolo più raccapricciante che avessi mai visto; corpi mutilati, sanguinanti e puzzolenti erano sparpagliati su quel terreno imbevuto della loro linfa vitale.

<< Questa sarà la vostra punizione, se non avrò ciò che voglio >>.

Iniziai a vagare tra quella miriade di corpi vuoti, poi i miei occhi si posarono su un gruppo di ragazze dall’aria familiare.

<< No >> mormorai, ma quando fui abbastanza vicina da riconoscere chiaramente chi fossero quelle figure, la realtà mi uccise << Ele, Jenny, Kate, Chanel >> urlai, chiamando le mie amiche.

<<Grida, piangi, disperati, tanto sono tutti morti >> rise sguaiatamente lo sconosciuto.

Mi osservai attorno e scorsi i corpi esanimi di mio padre e degli altri Arcangeli, di Ben e William, dei Generali del Diavolo e di molti altri Angeli e Demoni; Tomlinson, Payne, Malik, Horan ed anche lui – Styles, Harry Styles.

Alla vista di quei ricci scuri imbrattati di sangue, di quel corpo perfetto e forte ricoperto di orrende ferite e di quegli occhi verdi spenti e vuoti, un urlo di dolore e totale disperazione uscì dalla mia bocca – mentre cadevo in ginocchio accanto al Demone; le lacrime sgorgavano copiose dai miei occhi, le braccia mi circondavano il petto per trattenere i fremiti ed i sussulti dovuti ai singhiozzi, la mia mente stava immagazzinando ogni immagine di quella scena, il mio cuore batteva furioso e straziato dalla sofferenza e la mia anima – la mia anima andava pian piano sgretolandosi a causa di tutto il male che mi stava travolgendo.

Una scossa mi fece sobbalzare, poi le mie emozioni vennero segregate in un angolo del mio essere – sostituite da sentimenti molto più intensi, profondi e violenti; rabbia, vendetta, odio.

Volevo uccidere colui che aveva commesso quella strage.

La risata dello sconosciuto s’interruppe ed il silenzio calò su quel luogo in cui aleggiava l’odore della morte, mentre le fiamme divampavano attorno a me e bruciavano tutto ciò che le ostacolava; distruggere, volevo solo e soltanto disintegrare quel mostro assassino.

 

Scattai a sedere e la prima cosa che notai era l’ambiente che mi circondava: ero nella mia stanza.

Rilasciai un sospiro di sollievo, ma subito dopo gemetti sommessamente a causa di una fitta particolarmente dolorosa e solo allora mi decisi a guardare la sveglia; erano le 6.55 e dovevo prepararmi per andare a scuola.

Mi diressi in bagno e mi feci una doccia ghiacciata per alleviare il fastidio che sentivo, poi mi vestii e scesi in cucina per la colazione.

<< ‘giorno >> dissi, quando varcai la soglia.

<< Buongiorno tesoro >> ricambiò mia madre, sorridendomi.

<< Cos’è successo stanotte? Sei rientrata che era quasi l’alba >> chiese mio padre, fissandomi con quel suo sguardo indagatore.

Fisicamente ero molto simile a mia madre, ero snella e le mie forme erano ben proporzionate al corpo, i capelli lunghi e castani ricadevano sulla schiena in morbide onde, ma gli occhi li avevo ereditati da mio padre – due intense e magnetiche iridi smeraldine.

<< Abbiamo avuto più lavoro del previsto, però è tutto sistemato. Non dovete preoccuparvene >> risposi, accettando con un sorriso la tazza di caffè che mi porgeva la mamma.

Mio padre non sembrò molto convinto del mio resoconto sbrigativo, ma non indagò oltre e si dedicò nuovamente al giornale – sorseggiando il suo caffèlatte.

<< Non hai un bell’aspetto. Sei certa di star bene? >> domandò mia madre, scostandomi il ciuffo dal viso ed osservandomi attentamente e con cipiglio ansioso.

<< Sono solo un po’ stanca, nulla di grave >> proferii, cercando di calmarla.

<< Potresti rimanere a casa da scuola per oggi >> insistette lei.

<< Non occorre. Sto bene >> dissi, finendo la mia bevanda ed alzandomi da tavola.

Salii nuovamente in camera mia e finii di sistemarmi, afferrando subito dopo lo zaino ed uscendo di casa – salutando i miei genitori, che ricambiarono augurandomi una buona giornata.

Mi avviai lungo il marciapiede, diretta verso l’istituto, quando una voce fin troppo familiare – ed odiata – mi obbligò a fermarmi.

<< Abbiamo fatto le ore piccole stanotte, Angioletto? >>.

<< Perché non ti fai gli affari tuoi, Demonietto? >> ribattei, voltandomi verso il mio interlocutore.

Un ragazzo dai capelli castano scuro e ricci, un fisico slanciato e perfetto ed un paio di intensi occhi verdi, mi stava fissando con un sorrisetto malizioso sulle labbra; Harry Styles era il figlio di uno dei cinque Generali del Diavolo e, per mia enorme disgrazia, era anche il mio vicino di casa.

Come diamine avevano fatto i miei genitori a vivere tutto questo tempo circondati dai Demoni? Perché ovviamente non erano solo gli Angeli ad abitare lì, anche gli altri Generali e qualche Demone risiedevano in quel quartiere di Holmes Chapel.

<< Ma tu sei affar mio, piccola >> rispose Styles, avvicinandomisi pericolosamente.

<< Lungi lontano da me, Demone >> dissi, arretrando di qualche passo << A proposito, come mai tutto solo? I tuoi amichetti ti hanno abbandonato? >> chiesi, non vedendo i suoi compagni.

<< Modera le parole, Light >> s’intromise un ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri – giungendo in quel momento con altri tre compari.

Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik e Niall Horan, perfetto ora i figli dei Generali erano presenti al gran completo!

<< Demoni >> li salutai, con voce fredda e distaccata come mio solito.

<< Angelo >> risposero loro.

<< Ariiiiiis >>.

Un sorrisetto si dipinse sulle mie labbra, mentre qualcuno mi saltava sulla schiena e mi cingeva il collo con le braccia – aggrappandosi saldamente; una nuova fitta mi fece irrigidire e gemere di sofferenza, stupendo i presenti.

<< Aris, che succede? >> mi chiese Eleanor, una ragazza dai capelli castani, lunghi e mossi e gli occhi marroni.

Lei era la fidanzata di Tomlinson ed era una Demone, come lo erano anche Kate – capelli biondi ed occhi azzurri – fidanzata con Malik e Jenny – capelli neri ed occhi azzurri – fidanzata con Payne; le avevo conosciute all’asilo e, incredibile ma vero, eravamo diventate amiche inseparabili praticamente da subito – peccato che lo stesso non si poteva dire sui loro morosi con cui ogni giorno scoppiava una lite apocalittica.

<< Nulla Ele, mi hai solo colta alla sprovvista >> risposi, sorridendole per placare la sua preoccupazione.

<< Ne sei sicura? Non hai un bell’aspetto >> s’intromise Jenny, osservandomi da capo a piedi.

<< Sei molto pallida, non hai dormito stanotte? >> indagò Kate.

<< Diciamo che ho fatto solo un brutto sogno, ma nulla di grave >> dissi, sperando di sopire la loro curiosità.

Le tre Demoni mi fissarono per una manciata di secondi, poi i loro fidanzati decisero che era giunto il momento di interrompere quell’interrogatorio per ricevere la loro parte di attenzioni – in fondo nessuna di loro li aveva minimamente presi in considerazione da quando ci avevano raggiunto e questo mi aveva fatto guadagnare una buona dose di occhiatacce ed inespresse maledizioni da parte di Tomlinson, Payne e Malik.

Sospirai di sollievo, ma rilassare i muscoli non fu una delle mie mosse migliori; sentivo la stretta sotto i vestiti e non era per nulla semplice fingere di essere in piena forma. Speravo solo che nessuno scoprisse la verità.

<< Buongiorno a tutti >> ci salutò Chanel, quando giungemmo all’ingresso dell’edificio scolastico.

Era un Angelo come me, capelli castano dorati ed occhi marroni ed anche lei aveva subito stretto amicizia con le tre Demoni; eravamo considerati il gruppo più strano ed improbabile di tutta Holmes Chapel – anzi, meglio dire di tutti i tempi – dato che non si erano mai visti Angeli e Demoni andare d’accordo.

<< Aris, ma ti senti bene? >> mi chiese Chanel.

<< Certo >> risposi di getto.

<< Allora perché Ben e William mi hanno detto che non verranno a scuola oggi? >> insistette.

Accidenti a Chanel ed alla sua lingua lunga!

Ed accidenti a quei due che non sapevano capire quando era il momento di omettere certe informazioni!

<< Artemis, cosa ci stai nascondendo? >> domandò Ele, posizionandosi dinanzi a me con le braccia incrociate sul petto.

Avevo gli sguardi di tutti puntati addosso e questo rendeva più ardua la mia impresa di mostrarmi spensierata e serena; non sarei mai riuscita ad uscirne inerme da quella situazione, se la campanella non avesse annunciato l’inizio delle lezioni.

Sono salva! Per ora.

<< Siamo in ritardo >> feci notare.

Le ragazze mi lanciarono uno sguardo di rimprovero e dal significato: “Tanto dopo facciamo i conti” e ci avviammo verso le nostre classi; per mia sfortuna ero nella stessa sezione di Ele, Tomlinson, Styles e Malik.

<< Iniziamo la lezione >> annunciò il docente di Storia, entrando e sedendosi subito alla cattedra per l’appello.

La stanchezza accumulata in quelle notti mi rendeva quasi impossibile concentrarmi appieno e la parte peggiore arrivò quando le fitte iniziarono a farsi più intense e frequenti, lasciandomi sempre più debole; sudavo freddo, la vista mi giocava brutti scherzi – facendomi vedere doppio oppure sfuocato – il respiro era troppo lento per permettermi di accumulare ossigeno sufficiente a farmi restare lucida ed il colpo di grazia arrivò quando la campanella suonò la fine della lezione ed io provai ad alzarmi.

 

<< ARIS >> sentii gridare, ma ormai era troppo tardi – il buio dell’incoscienza mi aveva accolto tra le sue braccia.

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