Capitolo 9: "Incontrerò Stephen Amell"
Michael era in iper-ventilazione, mancava poco meno di un'ora all'appuntamento con Adam ed era ancora indeciso su cosa indossare. Per lui era una cosa fondamentale. Nonostante l'ansia aveva domato i suoi capelli, ora erano puliti e con una piega perfetta, anche se li aveva legati come al solito con un paio di lunghi ciuffi gli scendevano sul viso. Per il resto era ancora in boxer, di fronte all'armadio. Tra l'altro, sembrava un vago ricordo il messaggio che aveva ricevuto venerdì da parte di Chris.
"Due appuntamenti in due giorni. Da quando avevo solo la mia mano a farmi compagnia ora ho la possibilità di uscire con due manzi assurdi" pensò
Indossava quei boxer che gli fasciavano in maniera perfetta il fondoschiena, quelli portafortuna. "Non credo che no avrò bisogno, Adam mi scoperebbe anche se indossassi un sacco di patate. Ma stasera non succederà nulla"concluse
Sí, non avrebbe ceduto al fascino di Adam, al suo tocco, a quei sguardi dolci che avrebbero fatto sciogliere persino un ghiacciaio, Michael voleva conoscere le vere intenzioni di Adam: perché dopo un anno si è fatto avanti proprio due giorni fa e perché proprio in quel modo così audace e sexy? Sapeva che sarebbe stata un'impresa ma doveva farcela e dopo sarebbe stato tutto più facile. Era un comportamento atipico quello di Michael, ne era consapevole. Se un'altra persona si fosse trovata al suo posto, non avrebbe esitato di fronte ad Adam e Chris, ma Michael era diverso, era coscienzioso e questa particolarità lo rendeva una persona ragionevole e con la testa sulle spalle.
Indossò un jeans grigio, leggermente strappato sulla coscia. Michael voleva dare un tocco di colore, così prese dalla scarpiera le sue Converse rosse un po' usurate ma che facevano ancora la loro bella figura. Era da tanto che non indossava quel jeans, gli piacque molto come gli calzava. Voleva mettersi la camicia, però la temperatura non lo permetteva, così decise di indossare un maglioncino di cotone a strisce grigio e rosso, in modo da richiamare sia il jeans che le scarpe. Si improfumò e su guardò allo specchio.
"Ok sono passabile" disse. Poi prese il giubbettino nero, quelle delle occasioni speciali e si guardò di nuovo allo specchio "Devo immortale questo momento con un selfie, un giorno dovrò raccontare ai posteri la serata che ho di fronte" concluse.
Si mise il cellulare in tasca e scese le scale. Sua madre Helen non era in casa, era ancora al fast food; Michael ne fu contento, nonostante tutto. Prese 20 dollari dalla scatola in cucina ed uscì frettolosamente. La temperatura era molto bassa quella sera, ma Michael era troppo ansioso ed accaldato per accorgersene. "Calma e sangue freddo" disse. Girò l'angolo e scese in metro. Guardò l'orologio, nonostante il tragitto era piuttosto lungo, sarebbe arrivato in orario
"Showtime" disse fra se e se mentre salì sul treno.
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Anche Adam era piuttosto nervoso. Si era liberato da tutti gli impegni di lavoro per avere il pomeriggio libero e preparasi adeguatamente all'appuntamento. Alle 12 aveva intervistato Stephenie Meyer come da programma e poi era corso subito a casa. Non era tipo da entrare in ansia per un appuntamento galante, anche perché non era il primo della sua vita, eppure questa volta era proprio agitato. Michael gli piaceva molto e non voleva rovinare tutto, di nuovo, voleva ad ogni costo rassicurare il ragazzo che lo avrebbe aspettato, che si poteva fidare di lui e che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di renderlo felice. Si, non voleva solo fare sesso con Michael, anche se sotto la doccia la fantasia ha fatto dei voli pindarici assurdi, voleva costruire qualcosa di concreto, ne sentiva il bisogno.
"Non so cosa mi è preso, ma si, è così. Voglio Michael tutto per me, una notte soltanto non mi basterebbe" disse.
Prese le chiavi della sua automobile e non dimenticò la busta da lettere che aveva poggiato vicino la PC, al suo interno c'era una piccola sorpresa per Michael.
"Avrà un mancamento ne sono sicuro, speriamo che non ci rimarrà secco" e sorrise, poi scese di corsa in garage. La serata tanto attesa stava per iniziare.
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Adam era in ritardo di 10 minuti, ma aveva già mandato a Michael un messaggio "Non mi sono dimenticato di te, c'è un po' di traffico. Arrivo tra un attimo"
L'attesa stava diventando snervante. Michael si sentiva debole, quasi senza forze "Dovevo mangiare quel rustico invitante che mamma mi aveva lasciato nel forno"disse. Vide di fronte a lui che Starbucks era ancora aperto "Quasi quasi mi vado a compare un biscotto, con tutta quest'ansia, credo che fra un po' mi accascerò a suolo"
Michael stava ancora ragionando se andare o meno da Starbuks quando una macchina rossa fiammante gli si avvicinò "Aspetti qualcuno?" disse Adam con un sorriso smagliante. I loro sguardi si incrociarono e, per un millesimo di secondo, tutti i dubbi e le incertezze, sparirono
"Ciao Adam" disse Michael
"Dai salta su, e scusa ancora per il ritardo"
"Non ti preoccupare, cose che capitano"
Michael entrò in auto e fu subito inebriato da un odore forte, intenso, deciso. Era il profumo di Adam, lo stesso che aveva assaporato alla mostra durante il loro fugace abbraccio. Sentì un movimento nelle sue parti intime "Cominciamo bene" pensò
"Allora tutto ok?" domandò Adam un po' impacciato. Non sapeva come rompere il ghiaccio. Erano bloccati nel traffico ed in un modo o nell'altro dovevano fare conversazione
"Si tutto bene, e tu?"
"Abbastanza. In verità sono un po' nervoso" disse mentre sterzò il volante
"Ancora il lavoro?" domandò Michael
"No, il lavoro per una volta non c'entra. Sono nervoso perché stasera sono in tua compagnia" e gli lanciò una delle sue occhiate ammaliatrici
Michael arrossì di botto e si tolse il giubbettino "Scusa ho un po' di caldo"
Adam si accorse della reazione e decise di continuare. "Sai è da ieri che penso al nostro appuntamento, non mi era mai successo una cosa del genere"
"Non dire bugie, sicuramente lo dici a tutte le tue conquiste"
"Non a tutte. Tu non sei una semplice conquista" Di scatto prese la mano di Michael, l'accarezzò dolcemente, per posarla poi sopra la sua mentre cambiava le marce al cambio automatico.
Michael non oppose resistenza, il suo cuore stava battendo forte ma non voleva farlo notare ad Adam quindi tergiversò " Dove andiamo di bello?"
"Ti porto in un Lounge Bar sulla ventesima, è un posto carino dove possiamo fare 4 chiacchiere in tranquillità. È quello che vuoi?"
"Si" riuscì a dire Michael "In realtà voglio che accosti, che mi baci violentemente, voglio sentire il sapore della tua lingua, voglio assaporare ogni parte di te" pensò Michael fra se e se. Si sentiva come un pupazzo, stregato da quel profumo inebriante, da qual fascino virile ed altamente seducente "Mio Dio, sarà un'impresa non compiere un gesto inconsulto"
"Siamo arrivati" disse.
Adam scese per primo e corse ad aprire la portiera di Michael. "Benvenuto al nostro primo appuntamento" sorrise in maniera gentile.
Michael per un attimo rimase basito, immobile di fronte a questo gesto di infinita dolcezza, poi lo guardò negli occhi e lo abbracciò. Fu un gesto istintivo il suo che colse di sorpresa anche Adam. Michael aveva bisogno di un contatto fisico, di sentirsi vivo, di dimenticare la sua vita disgraziata e sentiva che le attenzioni di Adam erano necessarie, questa sensazione gli piaceva da matti.
"Vogliamo entrare?" sussurrò Adam all'orecchio di Michael. Si guardarono per un attimo negli occhi, entrambi si desideravano da morire. Michael stava lottando per non baciare Adam, non era il luogo né il momento per compiere un gesto del genere. Si sentiva liberato da un peso, si sentiva una cosa sola con il corpo di Adam, anche i suoi dubbi sembravo sparire come una nuvola di fumo.
Face un cenno con il capo, non riuscì a parlare. Mano nella mano entrarono nel Lounge Bar.
Michael non aveva più fame, il batticuore che aveva da più di due ore, gli aveva chiuso lo stomaco. Il posto scelto da Adam era molto carino, un luogo appartato, con le luci soffuse ed una musica in sottofondo rilassante e romantica.
Michael ordinò una Coco-Cola, voleva rimanere vigile, Adam un Campari e Gin. Furono subito serviti dal cameriere che, sul tavolo, lasciò anche un paio di stuzzichini.
Adam non faceva altro che guardare Michael negli occhi e giocare con la sua mano sotto il tavolo. Sembravano due ragazzini
"Stai bene?" disse Adam
"Ho il cuore che mi batte forte, Adam. Sto per impazzire"
"Non credere che io stia più tranquillo di te"
"Non ci credo, tu sei una roccia"
"Anche le rocce hanno i punti deboli" disse "Perché mi hai abbracciato poco fa fuori la macchina?"
"Non avrei dovuto, ma ne avevo voglia" disse Michael a bruciapelo
"Non mi è dispiaciuto affatto"
Si guardarono intensamente
"Adam, perché mi hai inviato ad uscire? Ti piaccio veramente? Non riesco a togliermi le tue parole di dosso. Voglio che tu sia sincero con me" disse Michael
"Sono uno stronzo. Dovevo baciarti quella volta al cinema, quella volta che il tuo gomito ha sfiorato il mio braccio, dovevo farlo quando ti ho regalato la maglietta di Superman, dovevo scriverti, dovevo chiederti di uscire quella sera stessa, ma .." deglutì "ho avuto paura. Sei una persona così diversa dalle altre"
"Diversa anche dai modelli con cui sei andato a letto?"
"Non mi hanno neanche soddisfatto, Michael. Ho scopato con quei due solo per saziare un desiderio fisico. Io con te mi comporterei in maniera diversa. Non sei un gioco per me" continuò "Sono stato assorbito dal lavoro, da un lavoro che succhia la mia vita, la voglia di fare tutto. Anche una scopata. Ti ho pensato molto Michael, ma le forze non le avevo. Poi ti ho visto giovedì, mi sono rivisto in te e tutto quello che avevo seppellito è esploso inaspettatamente"
"Hai provato compassione verso di me?" scostò la mano da sotto al tavolo
"No, non mi fraintendere. Anche io mi sento come te. Voglio qualcosa dalla vita, non mi sento completo, ed il lavoro e tutto quello che ne consegue, non mi basta" disse Adam guardando fisso Michael negli occhi "Perché non mi credi?"
"Sono stato ferito in passato da un ragazzo, non riesco ad andare avanti. Mi piaci da morire Adam ma .." Michael si alzò di scatto e si diresse in bagno. Adam lo seguì preoccupato
"Michael, cosa c'è? Che hai?" e gli poggiò una mano sulla spalla. Michael si girò e lo baciò.
"Sono uno stronzo anche io. Ti prego, dammi del tempo per capire cosa devo fare con questo peso in petto"
"Tutto il tempo che vuoi" e Adam lo baciò a sua volta. Il bacio fu intenso, animale, quasi da togliere il respiro. Le loro lingue si cercavano in maniera forsennata, come se volessero assaporare l'uno la vita dell'altro.
Adam spinse al muro Michael, gli mise una mano fra i capelli, finì per scioglierli. La sua mano passò sul collo, sulle spalle, poi sfiorò il petto di Michael. Mugugnò. Poi violentemente gli afferrò le natiche e Michael andò in estati. Anche lui prese possesso del corpo di Adam. Michael tastò i suoi bicipiti, il petto vigoroso che respirava affannosamente. Si avvicinò a lui per sentire la sua erezione. Poi gli sfiorò le natiche che erano dure come la roccia.
"Michael, tutto il tempo che vuoi, tutto il tempo che vuoi" disse Adam in estasi. Si sfliò il cappotto che cadde al suolo, baciò Michael sul collo e sentì il ragazzo sospirare. Le loro mani si toccavano in ogni parte del corpo, si desideravano ardentemente
Adam stava per sbottonare il jeans di Michael, poi si fermò "Lo vuoi?" e guardò il ragazzo negli occhi.
Sapeva che non era il luogo adatto per fare sesso, c'era il rischio che entrasse qualcuno, ma Adam voleva possedere Michael in quel preciso istante. Se Michael si fosse tirato indietro avrebbe capito, gli aveva promesso che avrebbe aspettato
Si baciarono di nuovo "Non qui Adam. Lo voglio immensamente ma non qui, non ora, non questa sera"disse Michael fra i sospiri
I baci si calmarono. Le mani di Adam accarezzarono il viso di Michael. "Hai ragione, scusa mi sono fatto prendere dalla foga del momento"
"Ma io ti piaccio anche se non sono un modello?" disse Michael mentre guardava Adam negli occhi.
"Ho il cazzo duro come una roccia, sono stato in ansia tutta la sera per te, sono andato in un cazzo di negozio vintage per acquistare dei vestiti alla moda. Tutto per te Michael, tutto per te"
Michael sorrise, aveva notato in auto il cambiamento del look di Adam. "Davvero?"
"Fidati di me. Non sarò mai come quello stronzo con cui stavi prima. Sei speciale" e lo baciò di nuovo intensamente.
Tornarono a sedere al tavolo. Il ghiaccio nei loro drink si era ormai sciolto. Adam per tutto il tempo non aveva smesso di guardare Michael negli occhi
"Mi metti in imbarazzo"
"Scusa. Con i capelli sciolti stai meglio"
"Grazie" e Michael si passò la mano fra i capelli
Adam fece un sorso del suo drink poi disse "Ho una cosa per te"
Dalla tasca del cappotto uscì una busta da lettere bianca
"Aprila"
Michael era incuriosito. "Mi hai fatto un regalo?"
"Aprilo su, non fare troppe storie"
Gli occhi di Michael si illuminarono. "Ma tu come hai fatto ad avere un invito del genere? Questo è il party esclusivo di fine stagione televisiva organizzato dalla CW. Cioè ci sono tutti i protagonisti..."
"di Arrow e The Flash, lo so sono le tue serie tv preferite" completò Adam la frase
"E' uno scherzo vero?"
"No, non lo è. Io ci vado tutti gli anni come stampa. Ho chiamato in ufficio e mi sono fatto dare un biglietto in più, per il mio accompagnatore"
"Adam tu sei pazzo, cioè è un sogno che si avvera. Potrò vedere Stephen Amell"
"Te lo presenterò. Lo scorso anno ho scambiato con lui 4 chiacchiere e siamo rimasti in buoni rapporti" sorrise
Michael lo abbracciò "Grazie, grazie grazie" e lo bacò fugacemente.
"Ok, allora dovrò dire ai miei amici modelli che non potranno venire al party" ammiccò "Si terrà dopo Cannes, ci andremo insieme" concluse un pizzico di tristezza
"Dopo Cannes..." disse Michel mentre guardava nuovamente il regalo di Adam
Aveva le lacrime agli occhi. Nessuno, neanche Josh, gli aveva mai fatto un regalo del genere.
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"Sicuro che non vuoi salire per un drink?" disse Adam ammiccando mentre mise in moto l'auto
"Non ho detto a mia madre che rimanevo fuori tutta la notte" Michael aveva capito a cosa si riferisse Adam
"Quando ci vediamo? Lunedì mattina sei libero? Pranziamo insieme?" ed Adam posò una mano sulla gamba di Michael.
Nonostante l'eccitazione, i baci e tutto il resto si sentiva in colpa "Cambierebbe opinione su di me se sapesse che domani ho un brunch con Chris?" pensò Michael "Nonostante tutto non ho fatto ancora la mia scelta anche se, lo devo ammettere, Adam parte in vantaggio"
"Si, sono libero a pranzo. Devo solo passare in redazione e poi non credo di aver impegni" e guardò Adam con uno sguardo voglioso.
"Ok, vorrei vederti domani ma ho da lavorare e poi ho da preparare la valigia ... Dieci giorni senza vederci" disse torvo Adam
Michael rimase colpito – di nuovo – da quell'ultima frase detta da Adam "Possibile che sia tutto vero quello che mi è accaduto stasera?".
Il ragazzo accostò bruscamente l'automobile "Sono uno stronzo, sono troppo diretto a volte, ma tutto quello che ho detto e fatto questa sera, è tutto vero"
Adam baciò di nuovo Michael. Entrambi furono presi dalla smania di toccarsi, si sentire i propri corpi l'uno vicino all'altro
"Ti voglio Michael, ti voglio immensamente" e la mano di Adam toccò di nuovo il fondoschiena di Michael. Questa volta ancora più intensamente di prima. Michael non resisteva più, respirava a fatica "Ti prego permettimi di entrare dentro di te, dopo sarà tutto diverso. Non scapperò, non scapperò" e intrufolò la sua mano sotto il maglioncino di Michael. Sfiorò i capezzoli ed il ragazzo apprezzò molto
"Adam ti prego smettila o non riuscirò a resistere più."
"Abbandonati a me. Non ti farò male" disse Adam mentre gli stava per sbottonare i jeans.
"Mi vuole fottere, qui in mezzo alla strada. Devo dire di no, non è il momento" pensò
Ma i baci di Adam lo eccepivano all'infinito, tanto è vero che non fece resistenza mentre Adam gli sbottonava il jeans
"Mi fermerò se vuoi, ma me lo devi dire ora o sarà troppo tardi" disse. Prese la mano di Michael e la posò sulla sua erezione, vibrava come una corda di violino
"E' tutto tuo Michael. Ti regalerò il migliore orgasmo della tua vita se me lo permetti"
Nonostante fosse eccitato "Ti voglio anche io Adam, ma.." disse Michael
Adam lo baciò di nuovo "Così mi fai impazzire" Si mise al suo posto e mise in moto la macchina "Ti accompagno a casa"
"Adam ma se vuoi possiamo farlo"
"Come hai detto tu, non qui e non ora. Ti avrò per tutto per me in un altro momento"
"Significa molto per me tutto questo. Adam, io ..."
"No non dire niente. Sei ancora eccitato e finirai per dire parole di cui te ne pentirai. So cosa hai provato stasera, so che da parte tua è tutto vero e questo mi basta. Devi solo far pace con te stesso, chiudere con il passato e guardare al futuro. Io posso essere il tuo presente"
Michael non disse nulla, prese solo la mano di Adam e l'accarezzò dolcemente per tutto il tragitto.
"Mi fermo qui?"
"Si, io abito proprio lì di fronte"
"Buona notte, dolce giornalista insicuro" ed Adam regalò un altro caldo bacio a Michael
"Grazie Adam,"
"Spero che hai passato una bella serata"
"E' stato un sogno"
"L'intenzione era quella "
Michael scese dall'auto e filò dritto a casa. Adam lo attese fino a che non vide chiudere la porta. Salì silenziosamente in camera e la prima cosa che fece fu pubblicare la foto dell'invito al party su Facebook
"Incontrerò Stephen Amell" diceva la didascalia. Michael aveva gli ormoni e la mente in subbuglio. Voleva fare tante cose, voleva pensare, voleva capire se era giusto il suo comportamento, se sarebbe stato giusto uscire con Chris domani, ma non fece in tempo a stendersi sul letto che si addormentò con tutti i vestiti
Non si accorse che Adam aveva già messo un like alla foto da poco pubblicata ma soprattutto, Michael non fece caso che spuntava anche una richiesta di amicizia sul suo profilo. Si trattava di Chris.
Continua ...
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