Capitolo 49: "Sei stato tu!"



Qualche giorno dopo

"Non posso credere che Annie ha deciso di ufficializzare la sua unione con Mike" disse Adam ancora incredulo per la mail ricevuta. "Cioè ma ti rendi conto? una cena al Royal Resturant di New York per annunciare agli amici e parenti più stretti che il prossimo anno si sposa. Tua cugina è pazza" sorrise dolcemente cercando lo sguardo di Michael. Erano giorni sereni quelli che i due amanti stavano trascorrendo insieme. Adam, ancora convalescente, da casa sbrigava le faccende di lavoro, il direttore del New Yorker, aveva dato la possibilità di svolgere le mansioni più impellenti comodamente dal divano di casa, questo permetteva al dolce Adam di godere, a tutte le ore del giorno e della notte, la presenza di Michael. La contentezza era però offuscata da un senso di inquietudine, da qualcosa che pesava sul cuore di Adam, dato che fin dal suo ritorno dall'ospedale, si era reso conto che Michael era sfuggente, era sempre con la testa fra nuvole e, più volte, rifiutava un contatto fisico. "Mi ascolti?" domandò Adam "Scusa amore, stavo leggendo una mail di Alex. Dicevi?"

Adam sbuffò, non ne poteva più di questa situazione, voleva capire cosa stava passando per la testa di Michael "Sono giorni che ti vedo distratto, perso in te stesso. Cosa succede?" A quella domanda il ragazzo trasalì ma rimase fisso e immobile di fronte al PC per cercare di non dare nell'occhio, per evitare che Adam potesse capire il mare che si agitava dentro di lui "Hai ragione" disse Michael ad un tratto, rivolgendo lo sguardo più dolce che poteva al viso triste e sconsolato di Adam "Sono un po' nervoso in questi giorni. La fine dello stage, le attese, insomma, ecco ..." Adam si alzò di scatto e si avvicinò a Michael, sfiorando con la punta delle dita, il viso del suo unico amore "C'è dell'altro, lo so. È da quando siamo tornati alla vita di tutti i giorni, dopo quei due mesi d'inferno, che sei diverso. Non mi baci più con la stessa passione, sono 3 notti che non facciamo l'amore e quando accade, non dai tutto te stesso. Che succede?" Si sedette accanto a Michael nella speranza di ricevere una risposta sensata "Ho avuto paura, Adam. Ho avuto paura di perderti" e indicò con la mano il punto esatto in cui il fendente aveva colpito il corpo del giovane, ancora bendato e coperto da una canotta bianca aderentissima che faceva intravedere il fisico perfetto di Adam. "Devo solo razionalizzare che l'incubo è finito, che sei salvo, anche se non si sa chi ha fatto tutto questo" sospirò "e poi potremo tornare al punto in cui la nostra vita è stata interrotta". Adam prese il viso di Michael fra le sue mani perdendosi nell'iride cristallina dei suoi occhi "Non è perché ho il sonno un po' irrequieto ultimamente?" domandò serio "Hai subito un trama, è normale avere il sonno agitato, magari sono dei segnali, forse stai per riacquistare la memoria" e Michael gli stampò un bacio. "Ma tu mi ami ancora? Perché io non credo di resistere se ..."

"Non lo pensare nemmeno. Sei la persona più importante della mia vita" nonostante tutto Michael stava raccontando la verità "Prendiamo un attimo di respiro. Entrambi siamo in una situazione strana, vicino a un cambiamento" affermò "Cosa ne dici se stasera non andiamo a questa festa, ci divertiamo, beviamo un po', resto a dormire da te e magari, chissà, possiamo fare un po' di follie a letto" sorrideva dolcemente "Ne sari contento" disse Adam tirando un sospiro di sollievo "Scusami, dovrei essere io quello forte ..."

"Per ora cerco di essere io forte per entrambi" confessò Michael "Sono convinto che a breve dimenticheremo tutto e potremmo pensare a noi, al futuro e ..." si fermò. Michael stava andando troppo oltre. Si era fatto una promessa, aveva giurato a sé stesso che avrebbe fatto chiarezza, che avrebbe scelto fra Adam e Chris. Era difficile perché Adam ora era così fragile così insicuro, ma non poteva procrastinare la decisione, doveva capire come gestire la questione, lo doveva sia ad Adam che a Chris, ma anche se stesso. "Vado in lavanderia a prendere le camicie bianche" disse Michael cambiando argomento. "Faccio in un attimo." Adam però lo abbracciò intensamente, impedendo al giovane di vincolarsi dalla sua presa. Lo accarezzò facendo scendere le sue mani sul corpo di Michael, prima sul petto, poi sfiorò i capezzoli che subito si erano inturgiditi, poi fino all'interno coscia e poi, solo alla fine, aggiuntò il fondoschiena tastandolo delicatamente. Michael cedette, non oppose resistenza alla passione di Adam e ricambiò con ardore questo scatto di passione del tutto inaspettato. Dopotutto Adam sapeva come giocare con il suo corpo. Michael lo baciò ardentemente, come non faceva da un po', esplorando la bocca di Adam con un far deciso, assaporando i suoi respiri e la sua saliva. Le mani erano strette ai fianchi e, subitaneamente, si fece strada attraverso la canotta per sfiorare quel petto che adorava fino allo sfinimento. "Non voglio farti del male" disse fra i respiri, ma Adam stava già sbottonando il pantaloncino corto di Michael. "Non rovinare questo momento" e in un attimo Michael si trovò nudo fra le braccia di Adam e sentì chiaramente il membro del ragazzo che vibrava profondamente. Si guardarono per un attimo negli occhi, poi Michael si voltò e, poggiato al tavolino del salotto, lasciò che Adam entrò dentro di lui senza indugi. Adam era talmente eccitato che stava quasi per raggiungere l'orgasmo, ma non voleva che l'amplesso finisse così in fretta, voleva sentire Michael gemere di piacere, voleva navigare dentro il suo corpo per tutto il tempo che poteva, voleva a tutti costi far capire al giovane che non doveva avere dubbi, paure e quant'altro, il loro amore poteva resistere a tutto.

Michael sentì chiaramente le sensazioni che gli trasmetteva Adam, le sentì ad oggi battito, ogni volta che veniva penetrato, ed era una sensazione bellissima. Forse capì qualcosa in quel momento, ebbe una sorta di illuminazione, ma i fumi del piacere annebbiarono la sua mente. Sentiva che Adam stava per arrivare all'apice quindi, prese la mano del giovane e la fece scivolare sul suo sesso che, al colpo, vibrò di passione. "Voglio che questo momento duri per sempre" disse Adam poco prima di svuotarsi dentro Michael e spezzando un urlo di piacere fra i capelli del compagno.

In quell'istante anche Michael raggiunse l'orgasmo e finì per inondare con il suo seme la mano di Adam. Si stesero per un attimo sul tappeto del salotto, abbracciati, con il respiro affannoso, consapevoli che quel rapporto così focoso, aveva calmato i dubbi e le incertezze che aleggiavano sul loro rapporto "Mi fai chiudere la lavanderia però" sorrise Michael e Adam soffocò una risata fra i lunghi capelli color miele del suo amante.

                                                                                          ***

Adam era un po' nervoso, agitato, non era stata un'idea brillante accettare l'invito di Annie e partecipare a quella cena buffet. Ma vedendo la gioia negli occhi di Michael, pareva tranquillizzarsi, pareva ritrovare un certo equilibrio. Preferì però restare in disparte, vicino la porta finestra che affacciava su un balcone immenso, da cui i rumori di New York, erano attutiti dal gran vociare degli inviatati. C'erano proprio tutti, Mary e David, sorridenti mano nella mano, Lucy che aveva venuta insieme a Joseph, poi c'era la mamma di Michael, una vecchia zia dell'Ohio, i parenti di Mike e vecchie amiche di Annie. La serata stava proseguendo serena e tranquilla, fra tartine dal sapore bizzarro e fiumi di alcol. Adam però pensava ancora allo strano comportamento di Michael, agli incubi che lo attanagliavano e che gli facevano ripercorrere milioni di volte, quella dannata sera, quella volta in cui un uomo con la felpa nera e gli occhi cerulei, aveva trafitto il suo corpo. Credeva che tutto questo potesse influire con la sua storia d'amore, che la situazione potesse mandare in pezzi la sua vita, credeva di poter perdere Michael, e al solo pensiero, si sentiva morire.

"A cosa pensi?" si avvicinò Lucy fasciata in un abito nero lungo con uno spacco vertiginoso "Non ti senti bene?" e sorseggiò un po' dello champagne che aveva nel bicchiere "Con me puoi essere sincera" e sorrise dolcemente "Immagino che Michael ti ha raccontato tutto" disse Adam "Sì, e capisco i tuoi dubbi. Ti voglio raccontare una cosa, non lo voglio fare perché so che Michael non lo farà mai" sospirò "Quella notte in ospedale stava crollando, non era più in sé, è stato Chris che lo ha fatto tornare su i suoi passi"

"Chris? E cosa vuole quello..." si fermò di scatto "É stato di grande aiuto, ha permesso a Michael di ragionare lucidamente e fare la cosa giusta, ovvero stare al tuo fianco. Lui ti ama, questo non lo devi mai mettere in dubbio, e se ti sembra scostante, distante, non lo pressare. Lui sta razionalizzando tutto quello che è accaduto. Da Aprile la sua vita è stata una vera montagna russa, credimi."

"E se volesse tornare da Chris? Insomma, se amasse lui e non me?" Lucy posò una mano sulla spalla di Adam "Ha un ascendente su lui, questo è vero. Chris è però cambiato, ha accettato la scelta di Michael. Non devi dubitare su questo." Adam in un attimo si rasserenò, forse aveva bisogno di sentire le parole sussurrate dalla bocca di Lucy per poter accantonare i dubbi e le sue stesse paure. "Devo andare un attimo in bagno" e si dileguò. Lucy capì che era una scusa, capì che Adam doveva stare un po' da solo. Corse le scale e salì al secondo piano, anche lì la sala era illuminata da una balconata mozzafiato. Con il suo drink tra le mani, uscì all'aria aperta, sperando di poter prendere respiro, di poter cercare di calmare la contentezza che provava in quel momento. "Michael ama me" disse fra sé e sé e un sorriso sardonico apparve sul viso. Forse l'incubo di Adam era finito.

Fu distratto però da un rumore, un fruscio che sentì alle sue spalle, come un'ombra nera presagio di sventura. Vide vicino la ringhiera del balcone un uomo, un ragazzo, che indossava una felpa con il cappuccio, la stessa che Adam aveva impresso nella sua mente "Chi è là?" domandò istintivamente. L'ombra si girò e quello che videro gli occhi di Adam fu sconvolgente. "Sei tu, sei stato tu" disse impaurito. "E chi altro poteva essere?" Josh era lì, di fronte ad Adam, con gli occhi iniettati di sangue e il viso contrito in una smorfia maligna. "Solo io posso avere Michael, tu sei solo di passaggio" e fece per avvicinarsi al giovane. Adam cercò il cellulare in tasca ma, l'ansia e la paura lo avevano bloccato "Cosa cazzo vuoi da me, Josh?" disse con la voce tremante. "Voglio la tua morte" affermò "Come hai saputo che ..."

"Ho visto su Facebook la foto che Michael ha pubblicato e ho pensato di fare un salto, di finire quello che ho iniziato mesi fa" Josh continuava ad avvicinarsi ad Adam, lo stava spingendo pericolosamente vicino la ringhiera. "Cosa pensi di fare? Michael non ti vuole, mi ha detto che ..."

"Lui può dire tutto quello che vuole ma lo sa meglio di me che non può resistermi" sorrise diabolicamente. "Tutti parleranno di suicido, il giornalista che è impazzito e si è gettato dal secondo piano del Royal Resturant di New York durante una festa. Sarà un modo per avvinarmi a Michael, per consolarlo e..."

Adam si avventò su Josh con tutte le forze che aveva "Lasciaci in pace" lo strattonò così violentemente che lo fece sbattere vicino la ringhiera. Fu un colpo deciso, intenso, rabbioso. Era così intenso che Josh perse l'equilibrio e, con lo sguardo di chi ha i minuti contati, precipitò dalla balconata, sfracellandosi rumorosamente sul marciapiede sottostante. Adam guardò la scena attonito, con la fronte madida di sudore. Vide gli invitati al piano di sotto uscire sulla balconata perché attirati dal rumore. Adam incrociò lo sguardo attonito di Michael. L'incubo era finito, per davvero, ma a che prezzo?

Continua nell'ultimo capitolo ...  

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