Capitolo 48: Croce sul cuore


Seduto al fresco di una panchina di Central Park, Michael sorseggiava un caffè in totale tranquillità, assaporando i rumori e la frenesia di una città immortale, che gli aveva regalato un anno incredibile, fatto di svolte, soddisfazioni e tanti, forse troppi, colpi cuore. Sentiva il bisogno di ritagliarsi un momento tutto per lui, un attimo in cui potesse prendere respiro e ritrovare una sorta di calma interiore. Per una persona come Michael era del tutto impossibile vivere in pace con sé stesso dato che, una crisi di ansia era sempre dietro l'angolo, ma l'esperienza che aveva vissuto negli ultimi mesi, aveva cambiato in positivo l'indole disfattista del giornalista. Anche se sentiva il cuore fermarsi ogni volta che la mente ricordava tutto quello che era accaduto dopo l'aggressione nei riguardi di Adam, Michael si sentiva diverso, più forte e per una volta, più sicuro di sé. Non immaginava che avrebbe trovato il modo di affrontare tutto questo da solo, non credeva che avrebbe trovato la forza per bilanciare il lavoro e la sua vita sentimentale. Mettere a tacere il cuore, la mente e procrastinare le scelte, aveva permesso a Michael di guardare tutta la situazione da un'altra prospettiva, aveva permesso di essere più coscienzioso e, soprattutto, aveva permesso al giovane di poter ragionare con fermezza. Quel momento era tutto per sé, non voleva dimenticare quell'attimo in cui poteva prendere di nuovo confidenza con i pensieri, le ansie e i dubbi che lo attanagliavano, ora però si rivolgeva alle sue insicurezze con un approccio nuovo, diverso, più pragmatico. Il solo fatto che, per una persona come lui. poteva esserci un modo per essere felice, o quanto meno di poter arrivare a questa forma mentis, era una vittoria schiacciante. Fino a qualche tempo fa, prima di incontrare Adam e Chris e prima di cadere nel vortice di un triangolo amoroso complesso ma molto accattivante, Michael aveva immaginato di vivere un'esistenza cupa, spenta, vuota, pensava di dover vivere costantemente con lo spettro di Josh e, soprattutto, pensava di dover continuare a rincorrere il suo sogno, senza poter realizzare nessuna aspirazione.

Ma anche la vita più miserabile, quella più complicata, aveva le qualità per stupirti. E Michael, messo alle strette da un accadimento che lo aveva sconvolto fin nel profondo, aveva intuito che era giunto il momento di scollarsi di dosso i suoi demoni, le sue paure e affrontare le sue stesse insicurezze. In ambito lavorativo, finalmente, una persona aveva riconosciuto le sue qualità e, al solo pensiero che di lì a un mese poteva scorgere nuovi orizzonti, il cuore di Michael si riempiva di gioia. Però per affrontare questa nuove sfide doveva mettere a tacere i sentimenti, compiere una scelta, tornare alla radice del problema, scegliere fra Adam e Chris. In quella mattina di inizio agosto, in quella giornata piena densa di opportunità, Michael decise che era giunto il momento di risolvere i problemi di cuore, spezzare questa spirale in cui era caduto e decidere se stare a vita con Adam oppure provare a vivere una storia con Chris. Josh in questa equazione non era contemplato, per questo, senza riferire nulla né ai suoi amici né tantomeno senza riferire nulla al suo adorato Adam, Michael era deciso a chiudere i conti una volta per tutte con quel ragazzo che gli aveva spezzato il cuore e che lo aveva trasformato nell'uomo che era fino a qualche giorno fa. Il caffè era quasi finito, eppure Michael non smetteva di far navigare la sua mente, non voleva che questo momento di pace finisse, perché sapeva che doveva compiere una scelta, che due fra le tre persone più importanti della sua vita, avrebbero sofferto. Sicuramente il primo era Josh. Michael aveva sbagliato a coinvolgerlo di nuovo nella sua vita, ne fu illuminato dopo il discorso di Chris, per questo era con lui che prima di tutto, doveva chiudere la questione. Era pericoloso, era da impudenti, poteva mettere in serio pericolo la promessa che aveva stretto con Adam, ma era impossibile continuare a vivere in questo stato, ora c'era bisogno di una svolta. E mentre si incamminò vero la metropolitana, il cellulare di Michael squillò. Era Chris che, dopo giorni di silenzio, era tornato alla carica.

"Ciao, Michael" disse il ragazzo con una voce titubante. Ancora non sapeva come comportarsi nei riguardi del giovane. "Tutto bene?"

"Ciao, Chris. Sì, abbastanza e a te?" domandò il ragazzo anche lui visibilmente nervoso. "Diciamo di sì. Sto ultimando le cose per il lancio del magazine, è un'impresa star dietro a tutto. Adam è uscito dall'ospedale?"

"Mi inviterai al party di lancio?" domandò Michael ma subito dopo voleva mordersi la lingua "Comunque sì, è uscito oggi, ora sono ... ehm in giro per un'intervista" mentì spudoratamente "Spero che al termine dello stage ci saranno delle buone possibilità di lavoro. Te lo meriti" disse Chris "E dovrò anche ringraziarti" asserì Michael. "Ho fatto qualcosa di buono nella mia vita" disse Chris subito dopo "Al di là tutto quello che è successo fra noi, i litigi, le incomprensioni, è grazie a te se ho avuto l'opportunità, quindi ..."

"... quindi cosa?" intimò Chris. "Avevo promesso a me stesso che avrei fatto ordine nella mia vita, perché nonostante tutto, sapevo che c'era qualcosa che non andava" prese respiro. "Michael, cosa stai cercando di dire?" il cuore di Chris fece un balzo.

"Ecco, devo tornare su i miei passi perché mi rendo conto che ho fatto la mia scelta senza pensare alle conseguenze. Io amo Adam ma non ti ho dimenticato, non riesco a dimenticarti" disse Michael a brucia pelo.

"No, non ci credo. Mi hai detto chiaro e tondo che non provi nulla nei mei confronti, proprio fuori al Mimesis ..." balbettò

"Sì, però in questo periodo ho valutato un sacco di cose, avuto modo di pensare e ho capito che nel mio cuore non c'è solo Adam, ci sei anche tu. E so che sei un egoista, sei un menefreghista e so che dovrei dimenticarti. Ma non riesco, per questo devo tornare su i miei passi e capire" concluse Michael

"Non esterrefatto. Ora ti ricordi che esisto? Dopo che ho strisciato ai tuoi piedi?" la voce di Chris si fece nervosa "Però, c'è sempre un però, nonostante tutto, il fatto che tu stia considerando di nuovo la situazione mi fa capire molte cose. Non voglio metterti fretta, non dirò nulla, aspetterò la tua decisione, aspetterò di abbracciarti di nuovo" smorzò la tensione con un sorriso.

"Mi sono mancati in realtà i tuoi abbracci, Chris. Mi sono sempre domandato come sarebbe stato fare sesso con te..."Michael sospirò "Non credere che ho dimenticato gli abbracci, i baci e quel momento al Paradise Hotel"

"Perché lo stai dicendo ora, perché i tuoi dubbi stanno emergendo proprio adesso? Io sto soffrendo la tua mancanza" disse Chris "Perché mi avevi fatti del male e perché poi, in quel momento, mi mancava Adam. Mi sentivo sicuro con lui, ma ora sento di dover fare i conti con sentimenti sopiti. Lo devo a me stesso e a tutte le persone coinvolte nella storia. Sto ragionando su cosa fare, quindi, per favore Chris, aspettami" Michael per la prima volta dopo tanto tempo era sincero.

"Certo che ti aspetto e se in caso tu dovessi scegliere Adam, io mi farò da parte, per sempre, lo prometto" concluse Chris. "Ora devo andare" Michael stava per scendere in metro "Ci sentiamo presto" e per evitare altri colpi al cuore chiuse la conversazione. "Una cosa alla volta, un passo alla volta" ora c'era Josh da affrontare e Michael doveva avere i nervi saldi.

                                                                                          ***

Contava le ore in attesa dell'arrivo di Michael, quella giornata per Josh fu interminabile. Da un momento all'altro, l'unico amore della sua vita, l'unico uomo che desiderava avere al suo fianco e nel suo letto, avrebbe vacato la soglia del suo appartamento. Dopo settimane di silenzio, dopo troppi "Oggi non posso" e "Sono in ospedale da Adam", si era venuta a creare la possibilità di parlare senza indugi e cercare di chiarire la situazione. Aveva il cuore in gola, non furono mesi sereni per Josh, sia per quanto riguarda il lavoro sia per quanto riguarda il segreto che si portava dietro. A causa di tutto questo, più e più volte, Josh aveva messo in seria difficoltà il suo essere fotografo per il The Post. L'ansia lo stava uccidendo, la paura che Adam potesse ricordare qualcosa di quella sera lo stava uccidendo, e i dubbi e le incertezze, lo rendevano più instabile del solito. Per questo doveva mettere le cose in chiaro con Michael, doveva averlo dalla sua parte, solo in quel momento poteva stare tranquillo con sé stesso. Eppure nonostante conoscesse Michael come le sue tasche, non poteva immaginare cosa frullasse nella testa del giovane. Era cambiato rispetto al passato, era diventato una persona diversa, a suo agio con la propria diversità e, soprattutto, capace di poter fronteggiare i demoni interiori, quei demoni che sono nati dopo la sua fuga a Londra, dopo che Josh ha spezzato il cuore di Michael. Sì, era nervosissimo, aveva la mente in fiamme, il cuore nello stomaco e l'appartamento era un tale disastro che sembrava impossibile trovare anche un mazzo di chiavi. Il letto però era pronto, le lenzuola erano pulite e, costi quel che costi, avrebbero ospitato il corpo nudo di Michael. Josh sperava che quell'incontro chiarificatore, quel "Dobbiamo parlare" potesse diventare una scusa per possedere Michael nuovamente e assaporare il corpo del suo ex come la prima volta. "Ho quasi ucciso per te, lo vuoi capire?" Voleva urlare ai quattro venti il misfatto che aveva compiuto, come se uccidere per amore, fosse un atto lecito, necessario.

Tamburelò in attesa che il suo PC caricasse sul server alcune foto da inviare al giornale quando sentì il campanello. Josh prese respiro, corse alla porta non prima di guardarsi fugacemente allo specchio, indossava un pantaloncino corto e una canotta bianca, i capelli erano un po' arruffati ma "Lo so, Michael cadrà ai miei piedi" pensò. Quando aprì la porta, si trovò l'oggetto dei suoi desideri di fronte a sé in una fulminante bellezza, non aveva mai visto Michael così raggiante, così sexy così arrapante. Aveva i capelli più lunghi del solito, un jeans azzurro strettissimo che gli fasciava alle gambe perfettamente, una camicia a maniche corte con un bottone sbottonato all'altezza del collo e un occhialetto da vista che, purtroppo, mascheravano il colore dei suoi occhi.

"Entra pure" disse Josh "Ti posso offrire qualcosa?"

"No, grazie. Non ho intenzione di trattenermi" disse Michael guardandosi intorno "Non sono venuto per restare." Guardò Josh con un'espressione risoluta. "Non dirmi che mi vuoi mandare a fanculo?" disse il ragazzo quasi adirato. "E se anche fosse? Ho reagito d'impulso, non dovevo scriverti quella sera. Avevo chiuso con te quella volta che hai tentato di baciarmi, sono qui perché ..."

Josh si avvicinò a Michael e, con il solo gesto della mano sinistra, lo spinse con le spalle al muro, e con l'altra mano agguantò il fondoschiena del giovane, provocando un sussulto "Se hai fegato devi dirmi tutto ora, mentre ti palpo il fondoschiena o altrimenti ... girati e fatti scopare. Lo so che mi vuoi, lo so che Adam non ti soddisfa" I loro respiri quasi si confondevano "Non provo nulla, sei indifferente per me" disse con fermezza Michael, inerme però di fronte alla presa di Josh. Il ragazzo non voleva arrendersi e, con maestria, cercava di farsi strada fra la camicia di Michael nel cercare di avere un contatto con la sua pelle, nella speranza che il ragazzo potesse provare un brivido lungo la schiena "Adam riesce a sfiorare la tua pelle in questo modo? È più bravo di me a letto?" si avvicinò alla bocca tentando di baciare Michael ma inutilmente "Concediti a me, torna a con me. È stato un segno del destino se ci siamo incontrati di nuovo" sorrise cercando di coinvolgere il giovane nel suo gioco di seduzione. "Quello che è accaduto al mio Adam mi ha cambiato, ho capito che la vita va vissuta senza remore, senza dubbi e senza incertezze. Sono diventato una persona così disfattista a causa tua, perché mi hai ingannato, hai ucciso il vero Michael, ma sono pronto a rinascere, sono pronto a guardare oltre e ..." prese respiro poi si scostò dalla presa di Josh " ... e tu non sei in questa equazione. Sei il mio passato, non il mio futuro. Ho imparato grazie a te cosa vuol dire soffrire per amore, cosa vuol dire sentirsi debole, fragile, un'ameba. Se dovessi tornare con te farei il più grande errore della mia vita. Ti ho amato, mi hai conosciuto come nessuno mai, ma per fortuna c'è chi mi ha fatto capire che ho sbagliato a scriverti, a farti entrare nella mia vita di nuovo"

"E chi è stato? Fammi sentire?" Josh si trattenne nel dire una malignità. "Nessuno che conosci. Questa città è grande abbastanza per poter vivere in santa pace senza che le nostre vite collidano miseramente. Lasciami in pace o andrò alla polizia" Michael aprì la porta con violenza. "Ti prego, non andare" Josh era gonfio di rabbia "Me ne vado, come tu hai fatto con me, spero che un giorno capirai che errore hai commesso. Io ora vado avanti con la mia vita, c'è una persona che vuole conoscermi a fondo, ma sicuramente non mi lascerà fra le lacrime" e sbattè la porta con una tale violenza che il tonfo rimbombò in tutto il palazzo. Josh rimase immobile, inerme di fronte alla risolutezza di Michael, di fronte a quella rabbia che gli aveva vomitato contro "Io ho quasi ucciso per te" sospirò mentre senza forze si accasciò alla poltroncina situata di fronte al pc. Avrebbe mollata da presa? Era finita per Josh, avrebbe finalmente voltato pagina? In quel momento sentiva solo le lacrime scendere sul suo viso e sentì crescere dentro di se la consapevolezza degli errori commessi. Ma non era disposto ad arrendersi anche perché non aveva nulla da perdere e, fra le lacrime, si promise che avrebbe distrutto ad ogni costo la felicità di Michael, doveva averlo tutto per sé, costi quel costi.

Continua... 

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