Capitolo 44: L'ombra del dubbio


Alcuni momenti passati in fretta, altri si dilatano fino all'inverosimile. La notte dell'aggressione nei riguardi di Adam infatti sembrava non volesse finire mai. Alle prime luci dell'alba, dopo ore di attesa snervante, il chirurgo ha sciolto la prognosi: il giovane era vivo, era sopravvissuto all'intervento, ma dato che aveva perso molto sangue, ora come ora, era impossibile sapere se ci fossero ulteriori danni. Adam era ancora intubato, c'era una macchina che lo aiutava a respirare, era caduto in sonno profondo, non si sapeva quando avrebbe riaperto gli occhi. Però almeno c'era una possibilità e, finalmente, Michael riuscì a tirare un respiro di sollievo. Rimase lì, tutta la notte, con lo sguardo fisso, in attesa che il suo Adam riaprisse gli occhi, ma non era da solo, Josh gli teneva la mano, cercava di confortarlo, cercava di annebbiare i suoi sentimenti.

Superata la notte, David con Lucy e Mary scesero al Cafè che si trovava al pian terreno, Annie era andata via poco prima, aveva il turno di lavoro e chiese di essere aggiornata su tutti gli sviluppi. Purtroppo la vita doveva andare avanti, era Michael che doveva affrontare questa immane tragedia. In attesa di un caffè che potesse rifocillare la mente di David, il ragazzo cercava in ogni modo di mantenere un certo distacco, cercava di allontanare tutti i cattivi pensieri che, in quel momento, facevano la lotta per emergere, ma era quasi impossibile resistere a tutto questo. David non poteva ignorare i suoi dubbi, non poteva ignorare quella sensazione che, in un modo o nell'altro, poteva essere fondamentale per risolvere l'assurda situazione in cui Michael e Adam erano caduti. "Possibile che nessuno ha fatto caso a quella macchia di sangue?" pensò David mentre era al bancone, in attesa dei tre caffè che aveva ordinato "Era così evidente"

C'era da dire che il novello architetto era un perfetto osservatore, aveva la qualità di guardare ben oltre le apparenze e di non perdere nessun dettaglio, forse per questo motivo, non gli sfuggì quella macchia rossa sul pantalone di Josh. Era in fondo alla caviglia, quasi si perdeva fra la piega del jeans, ma sul blu notte spiccava come un raggio di sole. Non sarà stato un caso che Josh si trovasse ancora in giro all'uno di notte, rimuginava David, oppure Josh sapeva che Michael lo avrebbe chiamato? In quel complesso puzzle di idee poco o nulla combaciava, David cominciava a ragionare su tutti gli scenari possibili e, mentre giocava con la sua stessa mente, pensò ad un'unica alternativa "E se fosse stato Josh a tentare di uccidere Adam?"

Prese i tre caffè e con l'aria dubbiosa si avvicinò al tavolo dov'erano sedute Mary e Lucy. Le sentì parlottare a bassa voce, ma capì che anche loro non erano del tutto contente di vedere Josh al capezzale di Adam "Io non capisco, Michael è una persona così equilibrata, aveva tutte le persone più importanti della sua vita vicino a sé e cosa fa? Chiama Josh, il suo ex fidanzato, quello stronzo che lo ha fatto soffrire come un cane" asserì Mary nel momento in cui fece sedere accanto a lei il suo adorato David. "Eppure sembrava convinto, pareva che avesse capito tutto" disse in risposta Lucy "Con te si sfoga di più, e da come avevi raccontato, sembrava che non volesse sapere più nulla di Josh" disse Mary "Così sembrava" controbatté Lucy con un segno di disprezzo.

"Ragazze però il fatto che Michael ha chiamato Josh è solo la punta dell'iceberg" intervenne David. Sia Lucy che Mary lo guardarono in cagnesco "Voi non c'eravate quella mattina, Michael era visibilmente scosso dalla sua presenza, tremava come una foglia" bevve un sorso di caffè "Ha tentato di baciarlo, lui si è scostato, e Josh lo ha anche minacciato"

"David, tesoro. Spiegati meglio" disse Mary poggiando la mano sulla sua gamba

"Credo che Josh ha attentato alla vita di Adam. Un po' per vendetta, un po' per ripicca. Molte cose non tornano. Il fatto che in dieci minuti si è presentato in ospedale e ..." tirò un sospiro "Ho visto una macchia di sangue sul suo Jeans"

"Sono accuse belle forti ma ... mi aspetto tutto dalla gente" asserì Lucy e Mary la guardò come per darle ragione "Dovremo parlare con la detective Mills"

"Non ci sono prove, non possiamo accusare una persona secondo una nostra sensazione"

"Tu non ti sbagli ma..." disse Mary

"Sto cercando di far combaciare tutti i pezzi del puzzle, è un'impresa titanica, però l'unica idea plausibile è che Michael in questo momento è in crisi sentimentale. Ha paura di perdere Adam e, per questo motivo, si è aggrappato all'unica persona che lo conosce meglio. Lui sa che Josh è uno stronzo, ora che Adam lotta per la vita, forse la vicinanza del suo ex può essere d'aiuto. Non ha capito però che potrebbe essere caduto nella trappola di Josh. Fateci caso, lo ha minacciato, Josh è stato rifiutato e, qualche tempo dopo, Adam viene quasi ucciso. Io c'ero, le ho sentite le parole, e poi quella macchia di sangue sui jeans ..."

"In realtà il tuo ragionamento fila. Però se dobbiamo portare una prova della colpevolezza di Josh, cosa possiamo fare?" Mary era in pena, il suo tono di voce faceva trasparire tutta la sua ansia e la frustrazione

"Stavo pensando anche quello. Dovremmo coinvolgere un'altra persona. Il triangolo deve diventare un quadrilatero" affermò David "Stavo pensando di chiamare Chris, di raccontare tutto quello che è accaduto e ... "

"Sei forse impazzito?" Lucy quasi urlò "Quel ragazzo sta ancora soffrendo come un cane per il rifiuto di Michael e tu vorresti coinvolgerlo in questa faccenda?"

"Josh è furbo, è un folle e se è arrivato a compiere un gesto del genere, potrebbe fare la stessa cosa anche con noi. Invece se noi introduciamo un elemento esterno che disturba la quiete da lui stesso creata, Josh potrebbe commettere un errore e allora ..."

"La detective potrebbe arrestarlo e tutti potremmo vivere più felici. E Michael? " domandò Mary

"Deve essere forte, deve credere al sentimento che prova nei riguardi di Adam e non cedere alle lusinghe di Chris" asserì David

"E' un piano folle ma forse hai ragione. Chris è un elemento di disturbo, potrebbe essere il nostro jolly" concluse Lucy

"Non sono convinto che sia la cosa giusta da fare ma si deve tentare" e tirò fuori dalla tasca il suo cellulare. David era visibilmente emozionato. "Non mi guardate in quel modo" disse "Ho paura per Michael, ho paura per la sua incolumità, ho paura che Josh..."

Mary sfiorò la mano di David e con la sua tranquillità contagiante "Chris potrebbe essere potrebbe essere l'ago della bilancia, la persona che potrebbe aprire gli occhi a Michael e che potrebbe svelare chi è il vero Josh" poi guardò Lucy in cenno di assenso. "Chiamalo. Ma dove lo trovi il suo numero?"

David stava tamburellando qualcosa sul cellulare "Linkedin serve anche a questo" In pochi attimi la chiamata era già partita. E seppur erano le 6e30 di mattina, Chris non tardò a rispondere.

Il suo loft era immerso in una calma apparente, una flebile luce filtrava dalle tende del soggiorno. Il tavolo situato in salone era cosparso di carte, fogli, appunti, dati statistici, a quanto il progetto "Flash Magazine" stava procedendo a gonfie vele. Chris era immerso nel sonno, era da solo nel letto con indosso un boxer nero che faceva traspirare il suo fisico tonico. Era steso di fianco quindi si ammirava alla perfezione il fondoschiena sodo, il bicipite destro ben tornito e il petto con una leggera peluria invitante. Attorno a lui c'erano alcuni fazzoletti ammucchiati, simbolo che il pensiero di Michael era ancora presente fra le mura del suo appartamento. Si girò di scatto quando sentì il cellulare vibrare e, con gli occhi ancora socchiusi, rispose alla chiamata

"Serena, lo so che sei tu. Cosa vuoi?" disse con una voce roca e assonnata

"Ciao Chris, perdona il disturbo, immagino che eri ancora a dormire" disse David

Non riusciva a focalizzare la voce che sentiva dall'altro capo del telefono. Chris si strabuzzò gli occhi e "Con chi ho il piacere di parlare a quest'ora?"

"Sono David, un amico di Michael" Appena sentì quel nome il cuore di Chris fece un balzo "Michael? Cosa è successo?"

"A lui indirettamente nulla ma ti chiamo perché abbiamo bisogno del tuo aiuto" e David sommessamente aveva illustrato a Chris tutta la faccenda, partendo dal ritorno di Josh nella vita di Michael fino all'attentato subito ai danni di Adam

"Mio Dio, sono sconvolto" disse Chris deglutendo a fatica "E in tutto questo la polizia ha indizi?" domandò

"No, per ora no" e David raccontò dei sospetti verso Josh e di quella macchia di sangue intravista sul suo jeans

"Cosa posso fare per te? Cosa posso fare per Michael? Hai detto che ti serviva il mio aiuto" e Chris si alzò di scatto dal letto

"Michael è in crisi, ha chiamato Josh per un supporto morale ma..." tirò un sospiro "Visti i trascorsi, le minacce e tutto il resto, potrebbe essere lui il vero colpevole, potrebbe aver attentato alla vita di Adam e potrebbe..."

"Ho capito, io devo essere l'elemento di disturbo, quello che cerca di farsi strada nella mente di Michael" asserì Chris

"Esatto. Lo so che c'è attrazione fra di voi, so tutto quello che è successo, però, ecco, tu forse riesci a far ragionare Michael, hai più influenza rispetto a noi" concluse David

"In queste circostanze non posso pensare di sedurre Michael. Lui ha fatto la sua scelta quindi non posso fare altro, ma tengo a lui e non voglio che finisca fra le braccia di un pazzo, di un uomo che non fa per lui. Prendo un caffè e vengo. Dove siete?" domandò Chris con un tono deciso

"Siamo al Mercy Hospital Centre. Ti aspettiamo al cafè"

"Ottimo" Chris fece per riattaccare ma David lo bloccò appena in tempo "Grazie, te siamo grati"

"Per Michael questo ed altro" e riagganciò.

David guardò con aria convinta sia Mary che Lucy "Arriva tra poco. Speriamo che abbiamo fatto la cosa giusta" poi bevve un sorso del caffè che oramai si era raffreddato.

Continua ... 

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