Capitolo 42: Il (secondo) primo appuntamento







Il respiro di Adam si fece calmo e pacato, Michael lo percepì indistintamente nel silenzio della notte. Aveva bisogno di dormire, di recuperare le forze, di chiudere gli occhi per  almeno 3 o 4 ore, altrimenti l'indomani sarebbe stata un'impresa alzarsi dal letto e recarsi a lavoro, ma a quanto pare Adam non aveva nessuna intenzione di far cadere Michael fra le braccia di Morfeo, lo voleva tutto per sé. "Sei sveglio?" domandò con un piccolo sorriso all'angolo della bocca. Senza avere nessuna risposta, Adam strusciò il suo mento vicino la spalla destra di Michael e, la sola frizione fra la pelle liscia del giovane e barba ruvida del sexy giornalista, provocò ad entrambi un brivido di piacere. Michael era disteso a pancia in giù, con i capelli arruffati, posati in maniera confusa sul cuscino del letto di Adam "Tra poche ore dobbiamo andare a lavoro" disse fra i sospiri "Non ne hai abbastanza di me?" domandò quasi inerme di fronte al piacere che stava provando in quel momento. "Ho sentito la tua mancanza, credi che ora ti lascerò andare via così facilmente?" e cominciò a leccare con foga la schiena di Michael "Me ne frego del lavoro, me frego di tutto. Ora sei qui con me e voglio recuperare il tempo perduto" disse "Ti sono mancato?" domandò ad un tratto fermando i suoi baci focosi, come se Adam volesse avere la certezza che tutto quello che stava accadendo non era frutto della sua immaginazione.

Michael dolcemente si girò su se stesso per incrociare il viso di Adam, notò una luce diversa nello sguardo del suo amante, si leggeva paura, compassione e un pizzico di eccitazione. La settimana appena trascorsa, quel silenzio assordante, quella rabbia esplosa così veemente, aveva distrutto le poche certezze di Adam, e Michael subitaneamente si sentì colpevole per tutto il male arrecato, e in quel momento, capì che Adam non poteva fare a meno di lui, capì che in poco più di due mesi, i loro cuori si erano trovati, battevano all'unisono, non potevano far a meno l'uno dell'altro. Con la punta delle dita Michael strusciò vicino al mento ruvido di Adam e, un altro brivido, scese lungo la sua schiena. "Se vuoi prendo la mail e la leggo di nuovo" disse con un accenno di sorriso "Ti ho fatto soffrire, me ne rendo conto, ma ora sono qui, nel tuo letto, ho il tuo viso fra le mani, sento il tuo respiro sulla mia pelle ... non ho intenzione di lasciarti andare" sospirò

Adam subitaneamente baciò Michael, avviluppando la sua lingua a quella del compagno, in una danza erotica irrefrenabile che tolse ad entrambi il respiro. "Mi sono comportato male anche io, evitare un confronto, un dialogo, non è stata la cosa giusta" disse avvicinandosi a Michael  facendolo cadere vicino al suo petto. Il giovane si accoccolò placidamente in quell'abbraccio caldo e rassicurante e, nonostante il suo membro vibrava prepotentemente, l'eccitazione era passata in secondo piano, Michael era già soddisfatto. Mentre giocherellava la con la flebile peluria che copriva il petto muscoloso (ma non troppo) di Adam, Michael sentiva le mani del suo amante accarezzare il tutto il corpo. Le sentiva scorrere prima fra i capelli, poi lungo la schiena, fino ad arrivare al suo fondoschiena che, bagnato, aspettava impaziente il momento di essere posseduto. I sospiri di entrambi mascheravano più di mille parole, ma né Adam né Michael, in quel magico momento, ritenevano opportuno smorzare quell'abbraccio con qualche sillaba di troppo. Sentivano il bisogno di ritrovare la loro intimità, la voglia di toccarsi, baciarsi, di sentirsi una cosa sola.

"Una settimana senza di te è stata uno strazio" disse Michael mentre sentiva la presa sul suo fondoschiena farsi più forte ed invasiva "Non credevo di sentirmi così solo. Sono stato uno stronzo a non parlarti di tutto quello che stava accadendo nella mia vita. Abbiamo rovinato anche il nostro primo festeggiamento" e Adam si avviluppò di nuovo alle labbra di Michael "Tu sei solo mio, non ho voglia di divederti con nessuno. Tutti noi abbiamo alcuni demoni da affrontare, chi più di me può capire la situazione. Ma i segreti e le mezze verità uccidono la vita di una coppia. Io ti posso aiutare, posso renderti una persona migliore, posso far sparire quel senso di inadeguatezza che hai dentro il cuore, posso renderti felice, posso fare tutto il necessario per farti capire che, a Copenaghen, hai fatto la scelta migliore e, soprattutto, posso farti capire che sono migliore di ..."

"Non voglio sentire più quel nome. Lui nella nostra relazione non deve entrare. Però, ecco, anche io voglio renderti felice, anche io voglio fare qualcosa per te" disse Michael ricambiando il bacio focoso

"Tu sei qui con me, nudo, nel mio letto, fra le mie braccia, dopo che hai aperto il tuo cuore in una lettera che mi ha commosso. Come fai a dire che non mi rendi felice? Il solo stare qui mi rende nervoso, in senso positivo" ammise arrossendo. Michael sentito ciò, si mise cavalcioni sul corpo di Adam, sentendo in maniera indistinta, la sua erezione vibrare vicino al fondoschiena. "Perché sei nervoso?" gli accarezzò fugacemente la bocca

"Perché sei così dolce, così bello, così coccoloso che non mi merito una persona come te dopo tutto quello che ho fatto"

"Ma non sono uno di quei modelli muscolosi che ti piacciono tanto" ammiccò Michael

"Non mi sono mai piaciuti i modelli, i ragazzi come te invece ..."

"Bugiardo" sorrise. In quel momento Adam penetrò Michael senza esitare, era la cosa giusta da fare "Sono nervoso perché non credevo che la vita potesse regalarmi una tale gioia"

Michael non rispose all'ultima affermazione di Adam, rimase di stucco, di nuovo, per i modi in cui il suo amante riusciva a possederlo. Era così dolce ma anche così vigoroso, tutte volte era un piacere diverso. Inarcò la schiena per ospitare il membro di Adam e permettere al giovane di muoversi con agilità. "Non ti fermare" disse mentre frizionava il suo corpo contro quello di Adam. Michael sospirava affannosamente, pervaso da un piacere che affollava ogni fibra del suo corpo. Spingeva con più forza ad ogni colpo, era lui che conduceva il gioco, e dai respiri di Adam, si accorse che anche lui stava provando un piacere immenso. Le mani di Adam sfiorarono il petto di Michael, colpirono le sue natiche, poi si avvicinarono al membro del giovane che vibrava come una corda di violino. Entrambi raggiunsero l'orgasmo nello stesso momento, il seme di Michael bagnò le mani di Adam e quello di Adam si condensò dentro il corpo di Michael. Fu un amplesso soddisfacente, focoso e appagante, Michael senza forza si accasciò sul petto di Adam che sospirava affannosamente "Ti amo" disse al suo orecchio "Io di più" sorrise fra i capelli del giovane. Pochi attimi dopo, caddero in un sonno profondo, l'uno sul corpo dell'altro, e nonostante la sveglia avrebbe spezzato l'idillio molto presto, a Michael e Adam, non importava. Avevano trascorso la notte più erotica e più sensuale della loro vita.

****

"Dovremmo uscire stasera" disse Adam mentre Michael cercava di domare i suoi capelli provati da una notte di sesso "Insomma, mia madre deve proprio chiamare l'FBI" sorrise allo specchio

"Una sorta di secondo primo appuntamento. Ti passo a prendere a ora di cena e... possiamo andare allo stesso Louge Bar in cui, beh ... "

"In cui hai approfittato di me. Lo ricordo" e Michael diede un bacio sulla guancia di Adam

"Però ricordo che non ti dispiaceva essere palpato in quel bagno" sorrise

"E chi ha mai detto il contrario? Comunque l'idea è meravigliosa. Se mi passi a prendere a casa per le otto, posso essere tutto tuo per il resto del week-end. Domani è sabato e quindi ..."

"Che bello che sei" disse Adam mentre indossava i pantaloni "Ok, vengo da te per le 8"

Michael gli diede un altro bacio poi scappò in redazione lasciando il suo compagno con un sorriso stampato in viso.

***

"Ti avrei fatto uno dei miei mitici ciambelloni  al cioccolato" disse mamma Helen "Avresti affrontato il litigio con Adam con uno spirito diverso" Era pronta per uscire, aveva lasciato il ristorante nella mani della sua fidata collega per qualche ora, perché sentiva il bisogno di vedere suo figlio, di stare un po' di tempo insieme a lui e soprattutto, aveva il bisogno di godersi il sorriso di Michael ora che finalmente il litigio con Adam era definitivamente archiviato. Mamma Helen era seduta sul divano di fronte lo specchio e sorrideva compiaciuta nel vedere il figlio scegliere il look adatto per la serata. Notava il nervosismo di Michael e, questa sensazione, le faceva capire molte cose del suo rapporto che aveva con Adam. "Già non vado in palestra e tu vuoi costringermi a mangiare i dolci. La mia linea poi ne risente" disse Michael mentre cercava di scegliere se indossare una T-shirt azzurra oppure una camicia a mezze maniche.

"Ma una fettina non sconvolgerà certo il tuo metabolismo" rispose Helen "Comunque secondo me dovresti indossare la camicia, ti sta bende" concluse e si alzò dal divano "Ora devo scappare, però domenica vi voglio a pranzo qui. Lo dirò anche ad Annie e al suo compagno" sorrise dolcemente "Ok, mamma. Non credo che ci saranno problemi. Dormo qui comunque stasera, Adam ha un'intervista domani mattina quindi ..."

Helen gli stampò un bacio sulla guancia "Ok, allora ci vediamo domattina" e sorrise dolcemente chiudendosi alle spalle la porta della stanza di Michael. Tutto filava per il verso giusto, amore, famiglia, lavoro, la vita di Michael aveva imboccato la strada giusta e, il giovane, mentre si specchiava, aveva intenzione di godersi senza remore quest'attimo di felicità. Fu portato alla realtà dal suono del suo cellulare, Adam era già arrivato e lo attendeva in auto. Come un fulmine, Michael scese le scale, spense le luci in soggiorno e si chiuse la porta di casa dietro di sé. Dovette prendere respiro appena incrociò gli occhi color smeraldo del giovane, pareva di sentire la stessa identica sensazione del suo primo incontro con Adam: il batticuore, la sudarella, l'ansia, le farfalle nello stomaco, una sensazione così profonda e destabilizzante che Michael non riusciva quasi a controllare "E' questo il rumore della felicità?"

Salì in automobile e, subitaneamente, Adam sfrecciò a tutta birra fra le strade di New York. I due giovani però non si resero conto che una Berlina nera, un'automobile misteriosa, li stava seguendo nel traffico della città, un'automobile che si era mascherata fin troppo bene fra quelle parcheggiate fuori casa di Michael. 

Arrivarono dopo quasi mezz'ora a destinazione, il traffico del venerdì sera era un oceano di macchine e clacson fuori dal comune. Adam riuscì a trovare un parcheggio per pura fortuna, imprecando svariate volte. Michael non aveva mai visto questo lato di Adam, e più volte dovette soffocare una risata per evitare che il giovane si innervosisse ancora di più. "Cosa ridi tu?" disse mentre Adam aprì la portiera a Michael "Nulla, perché ridevo?" disse il ragazzo. Si guardarono per un attimo negli occhi, un minuto che pareva un'eternità, uno sguardo più di mille parole "Devi proprio amarmi tanto ora che hai scoperto anche il mio lato da incredibile Hulk" disse Adam. "Lo sai che io amo i super-eroi" e Michael gli stampò un focoso bacio sulle labbra.

***

Si sedettero allo stesso posto, allo stesso tavolo della volta precedente e ordinarono la stessa cosa.  Michael una Coca-Cola e questa volta anche un paino, Adam ordinò solo un Campari e Gin preferendo di stuzzicare il panino dal piatto del suo amante "Però uffa, perché non ordini qualcosa anche tu?" sorrise Michael "Quello che mangi tu è più buono" ammiccò Adam.

"Mi è mancato il tuo sorriso" ammise Michael perdendosi nello sguardo di Adam

"Lo so, modestamente ho un bel sorriso" e gli strinse subito la mano "E dunque ho saputo che Xavier Dolan è arrivato a Vogue. Il mio direttore si è lasciato sfuggire una bella intervista"

"Si, è stata una grande emozione. L'articolo porterà anche la mia firma e finirò in edicola" gli occhi di Michael si illuminarono di felicità

"Alex ha riconosciuto il tuo talento, e questa è una grande vittoria"

"Da quando ci sei tu la mia vita è cambiata. Non sei solo il mio ragazzo ma anche il mio sexy porta fortuna" ammise Michael

"E tu sei il mio sexy giornalista di successo" sorrise Adam "Mi fa strano averti qui, ora, in questo momento, è per causa mia se fino al giorno della mostra ..."

"Abbiamo sbagliato entrambi. Io credevo di non piacerti  per i motivi di cui ti ho parlato, tu invece hai dovuto fare il tuo percorso e capire che oltre al lavoro puoi trovare anche una dimensione amorosa" sorrise Michael

"Oltre che sexy sei diventato pure saggio" Adam gli stampò un bacio, ma non si spinse oltre. Non era il momento di pensare al sesso, era il momento di pensare solo ai sentimenti, alla voglia di vivere l'uno delle attenzioni dell'altro. Era ancora presto per Adam e Michael parlare di amore eterno, di amore incondizionato, eppure mentre i due giovani si stringevano la mano e si guardavano fisso negli occhi, sapevano che il loro sentimento era puro, semplice, vero, poteva resistere ad ex vendicativi e vecchie fiamme che tornavano alla ribalta. Michael sapeva che il passato di Adam era diverso dal suo, la morte del fratello gemello aveva condizionato le sue scelte e tutto il resto, eppure quella brutta esperienza aveva permesso al giovane di aprire il suo cuore, di far conoscere il vero IO, di far conoscere un Adam buono e gentile, una persona diversa dalle altre. Per questo motivo Michael, in quel momento, mentre il suo cuore batteva come non mai, decise di accantonare tutto il malcontento, le indecisioni, le bugie, i segreti e il suo passato, Adam si meritava un brava persona al suo fianco e Michael non voleva essere da meno. Rimasero fermi, immobili ancora per qualche minuto, come se il mondo attorno a loro non esistesse, erano persi l'uno negli occhi dell'altro.

***

Era da solo in macchina quando Adam stava per tornare a casa. Aveva lasciato Michael con la promessa di trascorrere il fine settimana insieme, e sicuramente anche quel week-end sarebbe stato memorabile per entrambi, ma la vita stava per regalare ai due giovani innamorati un altro ostacolo da superare. Quella misteriosa Berlina nera continuava a seguire l'automobile di Adam, era fuori casa di Michael, era anche a pochi passi dal Luonge Bar, e ora seguiva Adam verso casa. Si acquattò in un vicolo antistante al condominio del giovane, era notte, era più o meno l'una, attese con impazienza di vedere l'ombra di Adam uscire dal garage. Appena la vide uscì dal veicolo. Camminò senza far rumore, cercando di coprirsi il volto, ma quel ciuffo nero corvino era inconfondibile. Josh, come un ladro, si avvicinava  pericolosamente ad Adam, il quale era intento a trovare che chiavi perse nelle tasche dei jeans. Il ragazzo si accorse di un'ombra alle sue spalle e si giro di scatto. Il cuore fece un balzo perché vide che, quell'individuo incappucciato, aveva in mano un coltello che brillava alla luce della luna

"Amico, non voglio problemi. Prendi tutto quello che vuoi" disse Adam con la voce tremante

Josh si avvicinò "Non voglio i soldi, voglio che Michael torni da me" e con un fendete ben preciso, pugnalò Adam facendo entrare nella sua pancia la lama affilata "Lui è mio, è mio soltanto" disse Josh mentre Adam cercava di divincolarsi dalla stretta, ma il dolore era forte, inimmaginabile. Si accasciò al suolo inerme e, vicino a lui, una pozza di sangue cominciava a prendere forma. Josh pulì il coltello sul jeans di Adam, poi si guardò intorno, si coprì il capo, e tornò alla sua Berlina, lasciando Adam al suo destino di morte.

Continua ....

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