Capitolo 4: Dalla parte di Adam



All'improvviso il cielo si annuvolò. Adam non si era accorto che una fitta pioggia stava bagnando i vetri della finestra di casa. Era ancora seduto vicino al PC, intento a lavorare, a condividere i comunicati stampa sulla pagina Facebook del suo blog, 'New Yorker, by Adam Palmer'. Era stanchissimo, come sempre dopo tutto. Il suo era un lavoro interminabile, sempre connesso, sempre pronto a condividere e cercare notizie prima dei canali ufficiali. Questo lo ha reso una risorsa importante per il New Yorker quando, 3 anni fa, riuscì a strappare a Ben Affleck la notizia, in anteprima, che sarebbe stato lui il nuovo Batman cinematografico. L'indiscrezione fece il giro di tutte le testate nazionali ed internazionali, tutti citavano il New Yorker e tutti applaudirono allo scoop di Adam che, inevitabilmente, gli ha aperto le strade al mondo del giornalismo, al mondo che conta.

Ha guadagnato così una certa stabilità economica, ma anche se ben retribuito viveva ancora in un bilocale alle porte di Manhattan, ma soprattutto questo scoop gli ha permesso di essere presente a tutte le anteprime cinematografiche più cool, e a prendere parte alle kermesse più ambite. Eppure nonostante i successi professionali, non si era montato la testa, aveva mantenuto la sua umiltà. Una particolarità da non trascurare.

Si stropicciò gli occhi, si sentiva due fuochi al posto di bulbi oculari, ma non poteva mollare, aveva ancora tre comunicati da condividere, un paio di interviste da organizzare, una addirittura con la celebre Stephenie Meyer in vista dell'uscita del suo nuovo libro, e contattare l'ufficio stampa Netflix per chiedere gli episodi in anteprima di Iron Fist.

"Sono cotto, tra poco mi addormento sulla tastiera" e si alzò per recarsi in cucina. L'appartamento era piccolo ma molto accogliente, le pareti del salotto/soggiorno erano tempestate di poster. Adam era un vero appassionato di cinema. Li guardava spesso con ammirazione ogni qual volta si sdraiava sul divano e sorseggiava una birra ghiacciata. La Tennet's era la sua preferita. Ne beveva due consecutivamente, "perché l'alcol lo devo sentire" ripeteva ogni qual volta sorseggiava la seconda bottiglia.

"Però adesso è meglio prendere una Coca-Cola" disse mentre aprì il frigorifero "o altrimenti la birra mi stenderà definitivamente."

Decise di prendersi qualche minuto di pausa, non riusciva proprio a connettere il cervello, la stanchezza lo stava per sopraffare. Si appoggiò con le spalle al frigorifero e sorseggiò direttamente dalla lattina la sua Coca-Cola, era fresca al punto giusto come piaceva a lui. Doveva pensare anche a preparare la cena, erano le 18 e 30 e lo stomaco cominciava a gorgogliare, ma non aveva voglia di cucinare; in bella vista sul mobile a fianco al lavello c'era il menù della pizza da asporto. "Si, opterò per la pizza stasera."

Adam anche se era in tenuta casalinga era piuttosto sexy. Aveva i capelli arruffati, provati dalla giornata appena trascorsa, indossava un paio di pantaloncini corti che facevano trasparire due gambe sode e ben tornite. Non faceva molta palestra ma riusciva comunque a mantenersi in forma, era un segreto che non svelava a nessuno; indossava una maglietta nera con lo stemma di Star Wars dal quale traspariva un fisico asciutto, e ai piedi aveva un paio di calzini di spugna arrotolati.

"Cosa mi sta succedendo. Non riesco a smettere di pensare a Michael" disse mentre si passò una mano fra i capelli.

"Questa mattina ho osato troppo, ma dovevo farlo, ho taciuto per troppo tempo. Dovevo togliermi il peso che ho in petto. Quel ragazzo è così dolce, mi fa impazzire." disse poi a voce alta.

Corse a prendere il cellulare e, istintivamente, aprì WhatsApp, illudendosi che Michael potesse aver scritto un messaggio.

"Non lo farà mai, ne sono sicuro! È inutile che ci spero, oltretutto ha passato una giornata infernale, sarò l'ultimo dei suoi pensieri."

Andò a curiosare la bacheca Facebook di Michael e notò che, l'articolo sulla mostra di Chris, era stato già pubblicato. Adam fece un sorriso, mise un 'like 'al post, e subito se ne pentì "Ora sembro un vero stalker."

Aveva notato inoltre che Michael, appena 10 minuti fa, aveva pubblicato la foto di una torta al cioccolato sul suo profilo, ed aveva taggato una certa Annie Walker. Non sapeva chi fosse.

"Il mio premio di consolazione – si leggeva dalla didascalia - La dieta la comincerò nel duemilaMai!!".

Adam abbozzò un sorriso. "Chissà perché continua ad avere questa fissa della dieta, non è la prima volta che lo scrive su Facebook. Strano ma bello" disse bevendo un altro sorso di Coco-Cola.

"Devo farmi coraggio, non devo fare il cretino. Cosa mi costa scrivergli un messaggio ed invitarlo per un drink? L'ideale sarebbe sabato sera, mi do malato in redazione, e riesco anche ad evitare di seguire le premiazioni dei GLAAD, sento proprio il bisogno di staccarmi da questo dannato PC, sento il bisogno di trascorrere una serata insieme a Michael" pensò.

"È passato un anno, un anno da quando ho incrociato il suo sguardo alla premiere del film di Batman Vs Superman. Non potrò mai dimenticarlo, è un ricordo che mi prende a schiaffi ogni mattina, e mi rammenta quanto sono stupido, quanto sono stato idiota a non coltivare il flirt dopo che ci siamo conosciuti" disse Adam mentre si abbandonava fra i suoi pensieri. "Ho deciso di chiudermi in me stesso, di pensare solo al lavoro, a macinare consensi, per fare cosa? Trovarmi più solo di prima."

"Ho detto no all'amore ed ho detto si alle avventure di una notte, quelle avventure senza passione, il cui ricordo si è perso nei labirinti della mia mente. Ma sentivo il bisogno fisico e mentale di dimenticare per un attimo il mio lavoro, staccarmi da questo mondo che chiede sempre di più, che ti succhia la vita e ti acceca con le luci della ribalta."

Adam fu molto duro con sé stesso, fu riportato alla realtà dal rumore della lattina vuota che toccò il pavimento. "Eravamo al desk degli accrediti" continuò a ricordare.

"Io stavo controllando la casella di posta elettronica, come mio solito, e lo vidi. Era tutto trafelato, con i capelli zuppi a causa della pioggia. Mi accorsi della sua presenza perché fece cadere l'ombrello."

"Diamine" disse Michael.

"Lo raccolsi io per lui. Fu lì che incrociai il suo sguardo. Capii da subito che era molto eccitato di essere lì, di vedere il film, sicuramente era un appassionato di fumetti. In una mano stringeva il press kit e dall'altra aveva il regalo gentilmente offerto dall'ufficio stampa."

"Grazie, sei gentilissimo" mi disse sorridendo.

"Lo ricordavo più spensierato, forse in quel periodo non era sopraffatto dalle sue emozioni e dai sogni di rivalsa che ormai stanno ammuffendo nel cassetto", continuò Adam.

"Ti è capitata la maglietta con lo stemma di Batman?" chiesi

"Si, avrei preferito quella di Superman ma va bene lo stesso" disse Michael con una voce squillante.

"A me è capitata quella di Superman" e guardò la parete alla sua destra. In una cornice c'era la maglietta di Batman con l'autografo di Ben Affleck. "Possiamo fare cambio, per me è uguale". Il viso di Michael si illuminò. "Mio Dio è come se lo avessi qui di fronte a me"

"Sicuro che non ti dispiace?" mi disse emozionato.

"Facemmo cambio, e da come ha posato la maglietta nella sua borsa, ho capito che lo avevo reso molto felice. Chiacchierammo prima di entrare in sala. Già capii che era un ragazzo molto esperto in materia cinematografica. In appena 10 minuti discutemmo dei film della DC, mi raccontò del suo amore incondizionato per Chris Evans e di quanto apprezzasse i film di Alfred Hitchcock. Lo vedevo a suo agio e mi bastò un attimo per capire che era omosessuale e single. Si, mi fece una buona impressione. Capii inoltre che era insoddisfatto del lavoro, della sua condizione sociale ed economica."

Il tempo per Adam si era fermato. I ricordi del suo primo incontro con Michael cominciavano ad affiorare come un fiume in piena senza che lui potesse far qualcosa per fermarli. Ricordare quella serata, quel momento in cui si accorse che Michael potesse essere quello giusto, gli fece battere il cuore. Adam era un tipo strano, questo lo sapeva anche lui. Voleva sembrare un tipo duro, insensibile, non voleva far trasparire le sue emozioni, se lo faceva, si sentiva debole e inerme a causa di una gioventù decisamente molto tormentata. Michael aveva il potere di far uscire tutto il suo lato più dolce, più romantico, una sensazione che non dispiaceva affatto.

"Neanche a dirlo ci sedemmo vicini alla proiezione. Ormai ero abituato a vedere film in anteprima, quindi per me era una serata come le altre. Michael invece era come un bambino al parco giochi, era felice. Avevo letto di sottocchio un messaggio che stava inviando ad una certa Lucy, prima dell'inizio del film, e la mia tesi fu confermata. Più volte il suo gomito urtava con il mio, non gli dispiaceva questo contatto. Ogni volta che accadeva si sporgeva e mi guardava intensamente.

"Ma allora perché non si fida di me? Perché oggi non si è lasciato baciare? Perché ha detto che non posso essere il suo tipo?"

Adam prese il cellulare ed aprì il profilo Instagram. Fra le sue foto apparvero quelle che si era scattato in vacanza ad Ibiza l'estate scorsa. Si, è vero. Aveva conosciuto un paio di ragazzi molto - forse anche troppo – disinibiti ed era stato a letto con entrambi.

"A me non piacciono neanche i modelli, quelli tutti palestrati. Forse ero troppo ubriaco oppure... boh. Non ricordo. Quello con i capelli biondi però me lo sono scopato e forse anche più di una volta nella stessa notte, ma nulla di più."

Cancellò le foto che lo ritraevano con quei ragazzi senza pensarci più di una volta. Aprì di nuovo WhatsApp e sbirciò le conversazioni che si era scambiato con Michael nel corso dell'ultimo anno. I messaggi che susseguirono la proiezione del film erano intensi, poi pian piano erano più radi, fino a sparire completamente. Fu Adam in realtà che prese le distanze, fu proprio lui che si allontanò dalle attenzioni di quel ragazzo che lo faceva sentire diverso, completo.

"Sono proprio uno stronzo, come al solito. Ho preferito dedicarmi al lavoro, seguire il guadagno invece che uscire con un ragazzo come Michael. Lui è intelligente, dolce, gentile, un po' goffo, e queste caratteristiche lo rendono speciale."

Arrivare a questa consapevolezza per Adam fu un grande passo avanti. "Come posso spiegare ad un ragazzo terribilmente insicuro che il mio allontanamento non è stato voluto? Che ho preferito la mia solitudine, la mia routine invece di uscire con lui, di provarci? Devo stupirlo in qualche modo, forse è l'ultima possibilità che ho".

"Oggi non ho resistito più. Sono stato colto da un malore interiore. Michael vuole essere amato senza sè e senza ma, ogni fibra del suo corpo stava trasmettendo questo messaggio. Avrò agito d'impulso, ma non importa. Sono dovuto uscire allo scoperto e questa volta non torno più indietro. Deve capire che si può fidare di me, deve capire che non voglio solo scoparlo, non voglio solamente possederlo e poi farlo uscire dal mio letto quando il suo corpo è ancora ansimante. Voglio costruire un qualcosa di serio e duraturo, per questo non voglio mettergli fretta, anche se vorrei che fosse qui in questo momento".

"Vorrei mettergli le mani fra i capelli, vorrei baciarlo intensamente, vorrei accarezzarlo, vorrei che sussurrasse il mio nome mentre sfioro i suoi fianchi, e vorrei tanto rivedere quel sorriso che aveva la sera della premiere."

Adam si accorse che si stava eccitando, di nuovo, al solo pensiero di Michael e di tutte le cose che avrebbe voluto fare insieme a lui. Era in uno stato pietoso e sapeva che la colpa era solo sua. Ad un tratto si accorse che erano passate le sette "Sono stato quasi un'ora a pensare a Michael? Non è possibile" constatò Adam.

"Basta, ora gli scrivo un messaggio. Sabato lo porterò al Lounge Bar che sta fra la sesta e l'ottava. È un luogo intimo e tranquillo dove possiamo parlare. Speriamo che accetti il mio invito."

Le mani erano sudate, un po' per l'eccitazione che pulsava, un po' per l'ansia della risposta. Frettolosamente scrisse il messaggio. Si accorse però che, prima di premere invio, aveva ricevuto una mail: l'ufficio stampa del Festival di Cannes aveva accettato la sua richiesta di accredito.

"Lo sapevo, un altro impedimento. La settimana prossima dovrò partire e stare via per 10 lunghi giorni. Non ho intenzione di lasciare la situazione fra me e Michael in queste condizioni. Devo capire se mi vuole oppure no" ed inviò il messaggio.

Posò il cellulare, senza guardare se Michael avesse ricevuto o meno il messaggio. "Devo farmi una doccia" disse Adam. Spense il PC e non terminò il lavoro che aveva lasciato in sospeso.

"Ti prego Michael, rispondi" pensò. Si cominciò a spogliare già nel corridoio, si tolse la maglietta e la fece cadere sul tappeto. "Accetta l'invito, o non mi perdonerò mai per l'errore che ho commesso." 

Continua ...

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