Capitolo 34: Quel che resta di Chris
"Sono in ritardo, ti prego. Devo andare a lavoro" disse Alex "Non ne hai avuto abbastanza?" domandò mentre Chris continuava a baciarlo ardentemente sulla bocca. "Rimani ancora un altro po', non crollerà la redazione di Vogue se arrivi in ufficio con qualche minuto di ritardo" disse Chris guardandolo negli occhi. "Se me lo chiedi con quello sguardo così sexy potrei cedere facilmente" sorrise Alex "Ma devo andare. C'è il numero di giugno da preparare, le ultime news da editare" e cercò di divincolarsi dalla stretta di Chris, ma inutilmente. Alex si girò di spalle, quasi inerme di fronte alla sfrontatezza e all'affabilità del fotografo. Chris cominciò a strusciare audacemente il suo membro vicino al fondoschiena di Alex, sospirando affannosamente. Stava quasi per penetrarlo, di nuovo, quando all'improvviso Alex si girò, guardò Chris negli occhi e disse "Non ho tempo per una scopata mattutina"
"Ma se sei libero in pausa pranzo, puoi passare qui da me per uno spuntino" sorrise dolcemente Chris mentre cercava di tenere stretto a sé il giovane."Non credo che contempli il nostro accordo" ed Alex si infilò il boxer che erano ai piedi del letto. Chris rimase a guardare il suo fisico mingherlino ancora per po', si bagnò le labbra, abbozzò un sorriso e si sedette a gambe incrociate fra le lenzuola di seta "Gli accordi si possono anche cambiare. Non dirmi che durante questa settimana non hai provato un minimo di piacere a scopare con me" e afferrò Alex per un braccio facendolo cadere fra le sue gambe . "Ti ho detto che devo andare a lavoro. Mi faresti infilare il pantalone?" disse Alex un po' risentito. "Non riesci proprio ad essere meno stronzo" disse Chris afferrando il pacchetto di sigarette situato dall'altro lato del comodino.
"Gli accordi vanno rispettati. Come ti ho detto quel pomeriggio nel momento in cui sei passato in redazione. Nessun legame, nessun sentimento, solo sesso. E tu sei bravo in questo" sorrise Alex mentre cercava inutilmente la maglietta che indossava la sera precedente."Lo ripeto: sei uno stronzo" disse Chris e fece un tiro alla sigaretta.
"Sei anche tu uno stronzo, e lo sai bene. È inutile che cerchi di instaurare un legame con me, io non sono il tuo Michael, non lo sarò mai. Ho bisogno solo di fare del buon sesso e tu sei un vero stallone, quindi per il momento non mi posso lamentare" disse tirando un sospiro di sollievo quando finalmente riuscì a trovare la sua T-shirt rosa "Se non ti sta bene, non mi importa. Non voglio essere il ripiego di nessuno, lo sai bene"
"Hai finito di blaterare?" sbuffò Chris con il sangue che gli ribolliva nelle vene "Volevo solo fare qualcosa di carino, non ti preoccupare. La prossima volta che ti scoperò ti farò così male che non potrai sederti per una settimana" disse guardando un punto immaginario sul soffitto. "Ti chiamerò quando avrai sbollito la rabbia" e Alex prese il cellulare che aveva lasciato sul tavolo del salotto "Dimenticalo, Chris. Non vi siete più né visti né sentiti quel dopo il bacio maledetto. Michael ha scelto Adam. Devi fartene una ragione"
"Lo puoi sempre licenziare, lo puoi sempre trattare male, magari ... "
"E' un bravo ragazzo oltre che un giornalista molto competente. Mi hai portato in redazione una perla di rara bellezza"
"Vaffanculo" disse Chris accendendo una'altra sigaretta
"Ok, me ne vado" sogghignò "Cerca di riprendere in mano la tua vita che non si muore per amore"
"Per Michael potrei morire, invece" ma Alex era già andato via, sbattendo alle sue spalle la porta violentemente e lasciando Chris da solo con i suoi pensieri.
Ancora non si alzò dal letto, rimase qualche minuto disteso fra quelle candide lenzuola di seta che gli sfioravano la pelle calda e nuda. Con la sigaretta in bocca che stava quasi per esalare l'ultimo respiro e con lo sguardo fisso nel vuoto, la tristezza fece di nuovo capolino nella vita di Chris. La mancanza di Michael si faceva sentire violenta e vibrante in ogni attimo della giornata, e ogni volta il dolore era sempre più forte, sempre più incisivo sempre più disturbante. Un dolore che Chris non riusciva a combattere, che non riusciva a debellare perché, oltre a questo, si aggiungeva una rabbia sconsiderata che ribolliva nelle sue vene. Chris ha avuto modo di analizzare la situazione, ha avuto modo di farsi un esame di coscienza e, dopo tutto questo tempo, ha capito che Michael, al di là di tutto, non sarebbe mai stato suo, ha capito che in un modo o nell'altro avrebbe scelto Adam sempre e comunque.
Forse perché Adam era un ragazzo ordinario, che era sexy quanto basta e dolce al punto giusto, oppure perché ha saputo come conquistare Michael? Chris non riusciva a rispondere a questa domanda, eppure era assolutamente convinto della sua constatazione. Con tutto se stesso voleva dimenticare Michael, mettere un punto alla questione e andare avanti con la sua vita, ma non riusciva a guardare oltre, non riusciva a vedere oltre il dolore che stava crescendo dentro di sé. Aveva fatto molti errori negli ultimi mesi, non aveva fermato Michael quando era a Copenaghen, non lo ha fatto tornare su i suoi passi, ha sbagliato nel pilotare il colloquio presso il magazine di Vogue e ha sbagliato nel lasciarlo andar via quella volta fuori al Mimeis. "Ha fatto la sua scelta, cazzo. Perché non riesco a dimenticarlo?"
Quel dolore scavava profondo nel suo cuore e andava in profondità giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Chris si sentiva un uomo finito. Erano settimane che non andava più in palestra, che aveva dimenticato il suo regime alimentare salutista, mangiando cibo di dubbia provenienza, non curava più il suo look, usando quasi sempre lo stesso jeans e la stessa maglietta, i capelli erano indisciplinati e la barba cresceva in maniera sconclusionata. Non rispondeva ai messaggi di chi voleva vederlo per un incontro sessuale, restava sempre in casa e, in tutto questo, anche il lavoro stava andando a puttane. I progetti di Wired e GQ si erano arenati anche per via del suo disinteresse, per fortuna aveva venduto quasi tutte le foto esposte alla casa d'Aste e quindi, per ora, il conto in banca era al sicuro, ma non poteva continuare così.
Si alzò di scatto dal letto, indossò il boxer che era caduto in maniera disordinata sul pavimento, e si accese un'altra sigaretta. Cercò di razionalizzare dove avesse lasciato il cellulare ma non ricordava dov'era caduto. Vide che Alex aveva lasciato una cartellina con alcuni documenti sul tavolo in salotto "Che puttana, ha trovato la scusa per tornare qui da me e scopare" sussurrò.
Appena un paio di volte era andato a letto con Alex, non era certamente il suo tipo, ma da quel pomeriggio che fece un salto in redazione, con la scusa di trovare Michael, fu colpito dalle parole d'incoraggiamento del giovane capo servizio. Ha trovato le parole giuste al momento giusto. Non voleva scopare con lui ma era da mesi che Chris non si svuotava, era da mesi che non si portava a letto un ragazzo, e Alex pareva intenzionato a cedere al suo fascino. Non gli piaceva il patto che avevano stipulato fra di loro "Solo sesso Chris, dove e come lo voglio decido io. Capito?" Così disse Alex quel pomeriggio mentre si fece scopare sul tavolo del suo ufficio. Chris raggiunse l'orgasmo quasi subito, era molto arrapato, ma soprattutto perché in quel momento desiderava sentire un contatto umano, sentirsi apprezzato e forse anche amato. Non pensava minimamente che Alex fosse innamorato di lui, però al momento sentiva che nonostante tutto, era la cosa giusta da fare. Eppure dopo la discussione di quella mattina, dopo le graffianti parole di Alex, Chris voleva di nuovo tornare a piangersi addosso, voleva di nuovo chiudersi in se stesso, sperando che i problemi si potessero risolvere. Doveva andare avanti con la sua vita, ma come poteva farlo se sentiva in cuor suo di volere Michael, di amare quello stupido giornalista eternamente sicuro?
Una settimana appena era trascorsa da quel bacio che si sono scambiati nelle vicinanze del Mimesis, un bacio che sulla bocca di Chris è ancora ben impresso ma che Michael ha già dimenticato. Lo nota dalla sua pagina Facebook, aggiornata con tutti i pezzi che pubblica per Vogue e i selfie abbracciato a quel bell'imbusto di Adam. Si sedette di nuovo, spense la sigaretta nel posacenere ed accese il PC. Era un gesto di riflesso, quasi incondizionato, Chris sapeva che sarebbe stata un'altra giornata orribile, che sarebbe stata un'altra giornata trascorsa fra ansie e tribolazioni, ma ad un tratto però, il suono del suo cellulare lo portò alla realtà.Vibrò violentemente e Chris in quel momento, si ricordò di averlo poggiato di fronte al PC.
"Hey stronzetto. Finalmente riesco a mettermi in contatto con te. Sei come sparito dai radar" disse la voce affannosa di Serena
"Non avevo voglia di sentirti. Cosa c'è?" domandò Chris svogliatamente
"Mi hanno chiamato di nuovo da Wired. Vogliono realizzare l'inserto speciale su i tuoi lavori ma se non invii il materiale loro non ... "
"Non mi va di pensare a queste cose" ruggì
"Mi ha chiamato anche la casa editrice danese. Il libro non si pubblica da solo. Ma che diamine Chris, non dirmi che stai ancora pensando a quel piccolo giornalista?" cinguettò Serena
"Si chiama Michael" sospirò "Comunque dimmi, cosa vuoi?"
"Ti volevo fare una proposta lavorativa, logicamente io non volevo che mio padre prendesse te in considerazione, visto che sei in uno stato pietoso, ma dato che sono la tua agente/ufficio stampa, devo informati della situazione" e si sedette ad una panchina per prendere fiato
"Non voglio sentire nulla, ti prego. Non ho voglia"
"Cazzo Chris, mio padre sta per lanciare una piccola casa editrice che si occupa di saggi riguardanti la fotografia, e vorrebbe che tu fossi il capo redattore. Avrai piena libertà su tutto, non dirmi che vuoi gettare tutto questo per ..." e Serena si fermò di colpo
"Ringrazia tuo padre da parte mia, ma ..."
"Vuole una risposta fra una settimana. Pensaci bene. Se rifiuterai ti lascerò da solo. Non ce la faccio più a starti dietro. Capisco il dolore ma ... la vita va avanti. Michael ha scelto un altro" e riagganciò.
Chris fece cadere il cellulare sul pavimento e lo schermo si sfreggiò. Serena aveva toccato un nervo scoperto tanto da far ribollire ancora di più il sangue nelle sue vene. "Tutta colpa tua che mi hai rapito il cuore" disse quasi fra le lacrime. La telefonata di Serena era forte e chiara: o accettava il lavoro o la sua vita sarebbe finita per sempre, non avrebbe avuto più nulla, ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era Michael, al suo cuore spezzato e a quella voglia irrefrenabile di confessagli tutto l'amore che provava. Fece quasi per comporre il suo numero, una lacrima bagnò lo schermo, ormai rotto, del suo cellulare e tornò su i suoi passi. Poi compose il numero di Alex
"Lo so ho dimenticato la cartellina con gli appunti a casa tua. Una scusa per tornare da te" sogghignò appena rispose al cellulare
"Ho bisogno di parlarti" disse Chris con una voce secca e dura
"Ti senti bene? È successo qualcosa?" disse Alex visibilmente preoccupato
"Non riesco a ragionare, ho bisogno di parlare con una persona che mi possa aiutare. Ora sono ... distrutto" disse trattenendo le lacrime
"Ma si tratta di lavoro o di altro?"
"Di lavoro... una cosa importante che però io, ecco ... non ho le forze. Sono distrutto, Alex. Ti prego" e cadde al suolo fra le lacrime
Alex ebbe un tuffo al cuore "Sei a casa?" domandò mentre spense il computer
"Si" disse Chris
"Allora vengo subito" e riagganciò. Chris era in uno stato di disagio mai visto prima, e in nessun modo riusciva a contenere le lacrime che, pesantemente, cadevano sul suo viso.
In redazione, Alex corse via come un fulmine ma, prima di tornare a casa di Chris, riuscì a sussurrare qualcosa all'orecchio di Michael "Il tuo Chris sta proprio male. Sicuro che non venire con me e cercare di rincuorarlo?" Si guardarono un attimo negli occhi "No, mi dispiace ma ... io ho chiuso con lui" disse Michael senza emozioni.
Alex fece un mezzo sorriso e poi fuggì via a gambe levate. Michael tornò a lavoro ma il suo viso si fece torvo più che mai.
Continua ....
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