Capitolo 24: Un sogno chiamato 'Vogue' (parte 2)







Era il momento più importante della sua vita. Si può dire che fin da quando Michael era un ragazzino spensierato aveva sognato l'attimo in cui avrebbe varcato la soglia di un'importante redazione giornalistica. Ripensando al passato, ai periodi di ansie e tribolazioni mentre era sui libri di giurisprudenza, non aveva mai immaginato che uno dei sui sogni più grandi si sarebbe avverato. Per Michael fu una vera e propria e rivincita. In quel momento mentre stava per entrare nel grande atrio dell'edificio che ospitava la redazione di Vogue, il ragazzo ebbe un flash. Tutta la sua vita gli passò davanti, tutti i momenti i brutti, tutti quegli attimi in cui pensava che il sogno potesse finire dimenticatoio, tutte le porte sbattute in faccia, tutte quelle volte in cui si sentiva dire "Hai una punteggiatura strana, i tuoi articoli sono superficiali", in un millesimo di secondo tutti i ricordi più malsani scomparvero come una nuvola di fumo.

Con il cuore in gola e lo stomaco sottosopra, Michael capì che questo colloquio era arrivato al momento giusto, il treno dei desideri si era fermato in maniera inaspettata alla stazione dei sui sogni. Aveva paura, credeva che l'ansia avrebbe rovinato il momento, ma ora tutto questo stava passando in secondo piano. Era alla redazione di Vogue, uno dei santuari del giornalismo di oggi, uno fra i luoghi più ambiti. Sarebbe filato tutto liscio? Avrebbe avuto il posto di stagista? Non sapeva cosa rispondere, ma il solo fatto di essere lì in quel luogo così magico, Michael aveva la sensazione che la sua vita lavorativa aveva imboccato la strada giusta.

Questo colloquio era il riconoscimento del fatto che i suoi sforzi sono stati premiati. Tutto il sudore, le lacrime versate, i bocconi amari, in un battibaleno erano fuggito via. Michael si sentiva leggero, felice, di una felicità diversa rispetto a quella che ha provato con Adam nelle ultime ore, una felicità che svegliava qualcosa dentro il suo spirito, una felicità che in un certo qual modo lo riportava alla vita. Si guardò intorno, l'atrio era affollato di uomini in giacca e cravatta, ragazze bellissime che camminavano su tacchi vertiginosi e cinguettavano come arpie. Michael cercò di fotografare tutto nella sua mente, perchè non voleva dimenticare quello gli i suoi occhi stavano vedendo.

Voleva lasciare un imprinting, ricordare che il ragazzo dell'East Side, quello omosessuale, che a scuola veniva deriso costantemente da i suoi amici, quel ragazzo che sognava ad occhi aperti, che quel ragazzo che si è laureato in legge ma che ha inseguito troppo tardi le sue vere aspirazioni, ora stava per conoscere Alex White, il caposervizio di Vogue. Un sorriso, una mano fra i capelli e Michael si diresse verso l'ascensore. Destinazione: quindicesimo piano. Il sogno chiamato "Vogue" stava per cominciare, qualunque sarebbe stato l'esito.

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Chris era esausto. Era al suo terzo caffè e sapeva fin da ora che non sarebbe stato l'ultimo. Guardava in continuazione la porta dell'ascensore "Se Michael si presenterà al colloquio dovrà uscire da lì" pensò mentre tamburellava con il suo cellulare. Si era nascostonin penombra, seduto ad un tavolino in fondo alla sala, ma aveva la visuale perfetta su tutto. Vedeva la schiena di quel ragazzetto che si contorceva per l'ansia del colloquio, sentiva il vociare delle centraliniste, poteva ascoltare anche i discorsi dei baristi che, come al solito, si lamentavano per i turni massacranti. Non era da lui nascondersi, non era da lui essere nervoso, ma in quel giorno tutto era concesso. Chris voleva rivedere Michael, quel ragazzo che gli aveva rubato il cuore e che, inconsciamente, aveva fatto soffrire. Credeva che facendogli avere un colloquio da Vogue tutto poteva cambiare, pensava che poteva trovare un modo per conquistarlo. E quella mattina costi quel che costi, gli avrebbe rivelato tutto il suo amore, si sarebbe scusato, lo avrebbe implorato di tornare da lui "Vedi? Ti ho fatto avere un colloquio importante. Lo vuoi capire che ti voglio?"

Aveva perso il conto di quante volte aveva ripetuto questa frase a se stesso. Sapeva che quello che stava facendo era un gesto estremo, ma per rivedere Michael, per incrociare di nuovo il suo sguardo, avrebbe fatto di tutto. Chris era una persona schiva, istintiva, non si era mai comportato in questo modo nei riguardi di un ragazzo, ma Michael era diverso dagli altri, sapeva che aveva sbagliato ed ora doveva, anzi voleva rimediare, costi quel che costi.

Rivolgeva con attenzione lo sguardo in fondo all'atrio del bar, ogni volta che sentiva il rumore delle porte dell'ascensore, il suo cuore faceva un balzo. Per una persona come Chris era molto difficile ammettere che provava dei sentimenti nei riguardi di Michael. Era amore? oppure semplice attrazione fisica? Non riusciva a spiegarsi cos'era questo fremito che sentiva dentro il cuore, che lo faceva sentire impotente, che gli succhiava la vita. Voleva solo parlare con Michael, voleva trovare un modo per chiedere scusa, per dire che ha sbagliato a comportarsi così, che avrebbe dovuto agire diversamente, che non doveva chiuderlo in una gabbia dorata e trattarlo come un trofeo da caccia. Michael ha tagliato i ponti, non ha permesso a Chris di poter spiegare quanto fosse realmente successo a Copenaghen, ha preferito fuggire e correre fra le braccia di Adam.

Chiese un altro caffè, aveva bisogno di rimanere sveglio, non voleva cedere alla stanchezza. Serena gli aveva mandato svariate mail, continuava a chiedere le foto, novità in merito all'articolo su Wired, ma Chris in questo momento aveva la vista annebbiata, non aveva voglia di pensare al lavoro, voleva vedere Michael, anche per un solo istante. Sapeva benissimo che stava rischiando grosso, che organizzare questo colloquio potrebbe ledere ancora di più la psiche di Michael, ma l'impulso ha preso il sopravvento.

Bevve un sorso di caffe, sentì di nuovo l'ascensore aprirsi, Chris si voltò di scatto e lo vide. Michael era arrivato in redazione, bello come non mai. Cercò di nascondersi, cercò di non farsi notare, non voleva rovinare questo momento. Notò che aveva un viso molto sereno, lo sguardo più vivo rispetto all'ultima volta che lo aveva visto "Forse il contatto di Adam gli fa bene" ammise Chris.

Lo scrutò in lontananza, lo vede salire le scale con una calma quasi rassicurante, vide Michael accomodarsi in sala d'aspetto, si sedette di fronte all'altro ragazzo in attesa del colloquio. Rimase a fissarlo ancora per qualche minuto, poi posò la tazza sul bancone e si alzò. Chris in un modo o nell'altro cercava di farsi notare da Michael, ma il ragazzo ero assorto nei suoi pensieri e pareva che avesse alzato una barriera invisibile attorno lui. Chris era nel panico, non sapeva che fare, non sapeva se doveva salire le scale o aspettare Michael fra i tavoli del bar. Era combattuto, inerme di fronte a questa decisione. La sua mente non riusciva a trovare una soluzione ed i minuti volavano via come se nulla fosse.

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"Sei in attesa di entrare?" disse Andrew timidamente

Michael tornò per un attimo alla realtà, sorrise al ragazzo con la buffa camicia a fiori e disse"Si dovrei entrare a breve. Tu sei l'altro giornalista selezionato per lo stage?"

"Esatto, sono io. Aspettavo da un po' la chiamata"

"Io non ci speravo proprio. Ho mandato il mio curriculum settimane fa e solo ieri ho ricevuto la chiamata. Speriamo che andrà tutto bene"

"Speriamo. Ora come un lavoro del genere sarebbe una manna dal cielo" disse Andrew

"Puoi dirlo forte" sospirò Michael "Comunque piacere, io sono Michael"

"Piacere mio, sono Andrew Miller"

"Mi sa che sul sito di TMZ avrò letto un paio di tuoi articoli nel periodo degli Oscar"

"Si, ho scritto giusto 3 pezzi. Ero stato contattato per una copertura last minute e poi nulla più"sbuffò

"Che disagio, ti capisco alla perfezione"

"Il mondo del giornalismo di oggi è diverso da come lo idealizzano fra i banchi di scuola" disse Andrew

Ad un certo punto la porta di fronte a loro, la porta dell'ufficio di Alex, si aprì di scatto

"C'è il signor Fisher?" disse svogliatamente il capo servizio

Michael alzò lo sguardo "Si, sono io." Era ansioso

"Bene, mi segua. Lei invece signor Miller, rimanga lì che è il prossimo"

Andrew fece un cenno con la mano

Michael entrò nell'ufficio di Alex, chiuse la porta dietro di se, fece un lungo respiro e sfoderò il sorriso migliore che aveva. La stanza era ben illuminata, l'ufficio aveva un panorama mozzafiato. Aveva un arredamento minimalista nonostante la latente estrosità del caposervizio. C'era solo un appendiabiti, un piccolo frigo bar vicino al muro, una scrivania molto grande che ospitava ben 2 PC. C'era la moquette, era bianca come la neve. Michael si cominciò a grattare il naso, era allergico alla polvere.

"Si sieda, non faccia il timido" disse Alex mentre scrutava Michael dalla testa ai piedi "Chris ha buon gusto, peccato che è passivo" disse fra se e se.

Michael si accomodò sulla poltrona di fronte alla scrivania, sfoderava ancora il suo sorriso iper-buffo

"Ha un curriculum molto interessante, mi meraviglio come non è stato selezionato lo scorso anno" ammise Alex.

"Spero che ora sia il momento giusto" bofonchiò Michael

"Devo essere sincero, ha una buona conoscenza della materia e forse pochi hanno le sue stesse qualità. Ma la vita a Vogue non è facile. Avrà i suoi turni di lavoro, ma ci sarà tanto da scrivere, tanto da lavorare"

"Io voglio lavorare" asserì Michael

"Tutti dicono così, ma pochi lo fanno veramente. Ma è giovane e vorrei metterlo alla prova" nonostante l'avvertimento di Chris, Alex doveva ammettere che Michael poteva essere una risorsa inestimabile "Quindi, lasci che esamini ancora il suo curriculum e stasera le darò la già la conferma. Mi dica solo una cosa: perché dovrei farla entrare nella redazione di Vogue?"

"Non è facile rispondere ad una domanda del genere" disse Michael mentre si schiarì la voce "Sono una persona molto idealista, timida, introversa ed anche alquanto disfattista, ma nonostante tutto ho un amore sconfinato per il giornalismo. Ho avuto molte fregature dalla vita, delusioni a non finire, eppure non ho mai smesso di credere nei sogni, non ho mai smesso di credere che prima o poi sarebbe arrivato il mio momento. Se è giunto ora, qui a Vogue, sta a lei deciderlo, ma credo che in me potrà trovare una persona di cui si può fidare, un giovane preparato nel settore di riferimento, ma soprattutto troverà in me una persona schietta e sincera, sempre pronta a mettersi in gioco e disposta a migliorare per migliorarsi." concluse Michael

Alex lo guardò con un accennando un sorriso. Nessuno mai aveva detto una cosa del genere, nessuno era mai stato così sincero, nessuno era così innamorato e perseverante nei propri obbiettivi. Il mondo di Vogue era piatto, la presenza di Michael poteva fare davvero la differenza.

"Ottimo. Allora intorno alle sei di pomeriggio le manderò una mail con il responso, che sia esso negativo o positivo" disse Alex e tese la mano nei riguardi di Michael.

Un po' esterrefatto e con poca salivazione in bocca, Michael si alzò dalla sedia fiero di se stesso. Sarà stata l'adrenalina o la voglia di sgambettare a più non posso nel mondo del lavoro, ma non si rese conto che si era liberato del peso che si portata dentro da troppo tempo ormai. Michael di fronte ad Alex si è dichiarato, è uscito allo scoperto, ha detto a voce alta che, nonostante tutto, il giornalismo è il suo mondo, il suo destino

"Ottimo. La ringrazio" concluse

"Appena esci potresti far entrare l'altro ragazzo, per piacere?" disse Alex

"Certo, a più tardi" e Michael uscì dall'ufficio

Sospirò profondamente e si accorse che il cuore gli batteva all'impazzata. Era una sensazione diversa dal solito, un misto di ansia e soddisfazione.

"Com'è andata?" disse Andrew

"Credo bene" sospirò di nuovo Michael. "Anzi, il signor White mi ha detto che puoi entrare"

Andrew trasalì. "O mio Dio, è arrivato il momento"

"Fammi sapere se ti prendono o meno, magari lavoreremo spalla a spalla "disse Michael

"Certo, ti aggiungo su Facebook"

Michael fece l'occhiolino e si dileguò. Il tempo era volato via, era quasi mezzogiorno e di lì a poco si sarebbe incontrato con Adam e la sua amica Angy, li avrebbe raggiunti anche Lucy. Doveva chiamare sua madre, doveva scrivere un messaggio ad Annie, ma non aveva la forza, era ancora in iper-ventilazione. Si recò in bagno, aveva bisogno di sciacquarsi il viso, di rinfrescarsi e di tornare alla realtà, scendere da quella nuvola ed aspettare pazientemente la mail di Alex. Entrò di soppiatto in bagno, era pulito come l'ufficio di Alex, e Michael non immaginò di trovarsi di fronte Chris.

Si stava lavando le mani e nell'istante in cui vide Michael, il suo cuore si fermo. Si guardarono entrambi intensamente per qualche minuto, Michael si voltò immediatamente, ma Chris riuscì a fermarlo per un braccio

"Non andare via, ti prego" disse con una voce sommessa e roca

"Non ho alcuna voglia di parlare con te" disse Michael mentre si divincolava. Chris non mollava la presa, con un gesto lo attirò a se e lo baciò come non aveva mai fatto. Fu un bacio violento, forte che faceva quasi male, e mentre Michael cercava ancora di divincolarsi, Chris ispezionava affannosamente la bocca del ragazzo. "Mi manchi Michael, torna da me ti prego"

Michael non voleva cedere al bacio di Chris, ora stava con Adam, aveva fatto la sua scelta e, soprattutto, Adam non si meritava un trattamento del genere, ma era impossibile resistere alla morsa del sexy fotografo. Chris lo abbracciò intensamente, stava per sbottonare la camicia di Michael, voleva un contatto fisico con il ragazzo a tutti i costi. Michael però lo fermò, si staccò dalla morsa e guardò Chris negli occhi. Per una volta vide una luce diversa in quell'uomo così gentile ma stronzo come pochi. Era una luce fioca, compassionevole, come se fosse cambiato qualcosa in lui.

"Sto con Adam ora" disse Michael

"Il tuo cazzo però mi vuole comunicare qualcosa"

"Cosa vuoi, Chris?"

"Voglio chiederti scusa" e deglutì "Com'è andato il colloquio?"

"Cosa ne sai tu del colloquio per Vogue"

"Alex è un mio amico, mi doveva un favore" confessò Chris

Michael sbiancò "E' tutta opera tua? Ma che cazzo..." scoppiò a piangere

"Ho fatto tutto questo per te, perché ti meriti il meglio. Sei comunque una persona molto qualificata" e cercò di abbracciare Michael

"Sono arrivato qui grazie a te! Ora dovrò anche esserti debitore se vengo preso per lo stage. Sei uno stronzo, Chris. Non ti amo, non ti desidero, e non mi avrai mai. Tu non sei una persona reale, sei egoista, menefreghista ..."

"Perché Adam è diverso da me?"

"Certo, non avrebbe mai fatto una cosa del genere" e si asciugò la lacrima "Sparisci dalla mia vita, hai rovinato il mio momento, hai rovinato tutto" e fuggì via. Chris rimase a bocca aperta, inerme. Si passò una mano fra i capelli e battè un pugno vicino al muro "Ho complicato ancora di più le cose" disse ad alta voce

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Michael ora doveva indossare la sua maschera migliore. Doveva razionalizzare tutto quello che era successo. Chris, il colloquio, cosa più importante: doveva dire tutto ad Adam? Vivere con segreto del genere non sarebbe stato facile. Non voleva gli spezzagli il cuore, non voleva che lo mandasse via in malo modo per un bacio, per le colpe di Chris. Si, anche Michael aveva risposato al bacio, ma non voleva dire nulla tutto questo.  Non significava che provava qualcosa per Chris, non significava che provava attrazione nei suoi riguardi. Certo è che ora la situazione era complicata, non solo sentimentalmente ma anche lavorativamente parlando. È grazie a Chris se Michael otterrà il lavoro a Vogue, dovrà anche ringrazialo per questo.

Intanto che stava sbirciando il menù e che vedeva Adam scherzare sia con Angy che con Lucy, Michael si sentiva oppresso, la testa pesante, si sentiva senza respiro. Cercò di guardare Lucy per fargli capire che aveva bisogno di parlare con lei, che aveva bisogno di un suo consiglio, ma non voleva rovinare l'atmosfera. Michael vedeva Adam felice come una rosa e non voleva rovinare l'idillio.

"Piccolo, tu cosa ordini?" disse Adam sorridendo

"MMm, non lo so ancora. Tu?" disse abbozzando un sorriso

"Ragazzi ma come siete carini" disse Angy mentre si aggiustò gli occhiali "Vi shippo selvaggiamente, sappiatelo"

Lucy fece una fragorosa risata "Sono adorabili"

Adam guardò Michael con uno sguardo lucido e vivido "E poi ha fatto un colloquio magnifico. Presto sarà un giornalista di Vogue" e gli strinse la mano

Michael si fece tutto rosso in faccia. Voleva piangere di nuovo, urlare al mondo tutto quello che era successo, ma preferì glissare

"Quando fa il timido è ancora più sexy" disse Adam rivolgendosi ad Angy.

Distratti dal cameriere che arrivò di soppiatto, Michael riuscì a sussurrare una frase nell'orecchio di Lucy, mentre stava scrivendo a Joseph un messaggio

"Ho incontrato Chris in redazione. Ti devo parlare"

Lucy rimase imperturbabile, aveva capito che Michael doveva confessare qualcosa. Senza rovinare l'atmosfera e senza farsi accorgere da Adam, fece un semplice cenno con la testa, come per dire "Affronteremo anche questo" poi disse "Logicamente è invitata anche Angy alla nostra uscita di sabato"

Michael fu un po' più sollevato ora che era riuscito ad avvertire Lucy del pericolo. Guardò Adam intensamente, non riusciva a togliergli lo sguardo di dosso e pensò "Gli dirò tutto nel fine settimana. Non lo perderò, ne sono sicuro" poi si rivolse al cameriere per ordinare.

Nello stesso momento gli vibrò il cellulare. Chris aveva inviato un messaggio

"Mi manchi, Michael. Torna da me" c'era scritto. Il ragazzo cercò di mantenere la calma

Continua ....

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