Capitolo 23: Un sogno chiamato 'Vogue' (parte 1)




            

Fu una notte intensa quella di Adam e Michael. Entrambi erano travolti dall'impeto della passione, erano assetati dalla voglia di assaporare l'uno il corpo dell'altro. Per Michael fu un'esperienza diversa dal solito, sentiva che Adam aveva bisogno del suo corpo, lo desiderava come se fosse l'unica cosa al mondo. E questo desidero lo eccitava da morire, ma dato che era Adam a condurre il gioco, Michael non riusciva a capire se il ragazzo fosse veramente soddisfatto. Eppure nel sentire il tocco di Adam sul suo corpo, sentire il sospiro sul collo ed i mugugni di piacere, tutto quei cattivi pensieri svanivano subito dalla mente di Michael.

Fu una notte d'amore senza fine, Michael perse il conto delle volte in cui Adam è arrivo dentro di lui, ogni volta sempre con una veemenza diversa, non aveva più le forze per contare quante volte lui stesso aveva raggiunto l'orgasmo, era come svuotato da tutto lo stress, da tutto il peso che si era portato dentro in questo periodo. Michael voleva solo stare con Adam, fare l'amore con lui e non pensare a niente altro.

Le prime luci dell'alba però cominciavano al filtrare fra le tende della stanza da letto. Erano appena le 6 di mattina, era il grande giorno, il giorno del colloquio alla redazione di Vogue, ma in quel momento, mentre un tenue raggio di sole sfiorava la schiena nuda di Adam, Michael era disteso di spalle che ansimava. Adam con molta calma, lo penetrava nuovamente. Michael ancora non si saziato di tutto questo ed a quanto pare neanche Adam. La bottiglia di spumante era semi vuota, sul comodino la crema lubrificante era quasi terminata, i loro vestiti erano ancora riversi sul pavimento, ed i corpi di Michael ed Adam erano ancora nudi, ansimanti e vogliosi.

"Sto per venire di nuovo" dissi Adam

Michael inarcò la schiena e questo movimento fece impazzire ancor di più Adam che, per l'ennesima volta, si svuotò dentro Michael. Caddero entrambi sudati e sporchi sul lenzuolo ormai madido di sudore

"Non ti muovere" disse Michael mentre prese la mano di Adam. Ora era lui a condurre il gioco. Aveva dentro di se ancora il membro di Adam, prese la sua mano e la fece scendere vicino all'interno coscia. Adam ansimava ma non opponeva resistenza. Massaggiò il membro di Michael e, in pochissimi secondi, anche Michael arrivò all'orgasmo. Si accasciò sul cuscino e riprese sonno, anche Adam fece lo stesso. Stremato poggiò la testa sulla schiena di Michael, sorrise, chiuse gli occhi e si addormentò teneramente.

La sveglia tuonò qualche ora dopo. Michael si svegliò di soprassalto, più stanco del solito e senza la benché minima voglia di lasciare il letto di Adam. Sommessamente aprì gli occhi, accecato dalla luce che entrava dalla finestra e notò che Adam si era già alzato. Aveva lasciato la stanza in disordine, con tutti i suoi vestiti per terra. Sul comodino non c'era più la bottiglia di spumante che avevano aperto la sera prima.

"Ma quel ragazzo dove le trova tutte queste energie?" si domandò Michael mentre si stiracchiò. Era ancora nudo ed il suo profumo non esisteva più, sentiva solo l'odore di Adam su tutto il corpo. Gli facevano male le gambe, le braccia e schiena come se fosse stato investito da un camion, invece erano i dolori benigni di chi ha passato la notte più bella della sua vita. Sarà stata la smania del colloquio o la voglia di abbandonarsi alle attenzioni di Adam, eppure Michael non aveva rimpianti, avrebbe ripetuto tutto dall'inizio. Si stiracchiò di nuovo e ad un tratto sentì provenire dalla cucina un dolce aroma di caffè. Si fece forza, indossò il boxer che era caduti ai piedi del tetto e, ancora mezzo addormentato, si diresse in cucina.

Ancora intento a preparare gli ultimi pancakes, Adam aveva apparecchiato il piccolo tavolo che c'era in cucina. Due tovagliette blu, lo sciroppo d'acero e due tazze fumanti di caffè. Uno aveva lo stemma di Batman e l'altra di Superman

"Quella di Superman è la mia" disse Michael sorridendo

"Buongiorno piccolo" disse Adam con un sorriso magnetico. Aveva le occhiaie, i capelli sconvolti ma era comunque attraente. Aveva indosso un boxer a righe ed una maglietta bianca. Il look gli donava molto. Michael lo squadrò è poi gli schioccò un bacio sulla guancia

"Siediti" disse "Così ti mangi i pancake caldi" e ne poggiò tre nel piatto di Michael

"Ma no, basta o diventerò grasso"

"Devi rimetterti in forze. Ieri abbiamo esagerato" disse Adam

"Sei pentito?" disse Michael sorridendo

"Per nulla. Mi hai regalato una notte meravigliosa" e si sedette al tavolo

"A che ora devi andare a lavoro?"

"Alle 10. Quindi abbiamo ancora 2 ore di autonomia" sorrise

"Si, però ho bisogno di fare una doccia" disse Michael mentre addentò il pancake

"Certo, cucciolo. Hai avvisato le tue amiche? Ci raggiungono per pranzo?" domandò curioso Adam

"Verrà solo Lucy. David è impegnato ed anche Mary. Ma li conoscerai sabato" concluse Michael

"Ottimo" disse Adam "A te sicuro che è tutto ok? Sei nervoso"

"In verità no. Non voglio farmi false aspettative"

"Si, devi goderti il momento"

"Forse mi hai trasmesso la tua pacatezza, non so. Ma sono più tranquillo rispetto a ieri"

"Qualsiasi cosa succederà l'affronteremo insieme" disse Adam

"Sono contento" sorrise Michael

"Ehm, domenica avremo modo di parlare?"

"Di cosa?"

"Mi presenterai i tuoi amici, il tuo mondo. Voglio raccontarti la mia vita, Michael"

"E' così difficile?"

"No, non è. Solo che per me è importante" disse Adam "Voglio dirti perché non ho più amici e non mi parlo con mia madre da oltre 5 anni"

Michael posò la mano su quella di Adam "Senza fretta. Se ti fa troppo male, io so aspettare"

"Lo voglio fare, sarà terapeutico" disse "Ma ora su finisci di mangiare" e cambiò argomento

"Sei fantastico. Grazie di tutto" concluse Michael

"Grazie a te, Michael. A volte ancora non ci credo che hai scelto me"

"Dovevo farlo fin dall'inizio. Ho fatto un errore di valutazione credendo di potermi fidare di Chris"

"Ma io non sono sexy quanto lui"

"Lo sei ancora di più. Tu sei bello così come sei"

"MMM, ok allora non sono sexy"

"Devo descrivere cosa mi fa impazzire di te e del tuo corpo?" ammiccò Michael

Adam lo baciò "Avevi un po' di sciroppo sul lato della bocca"

"Sei dolce ma al tempo stesso forte e vigoroso. Sei come un libro aperto ma ti lasci sfogliare con calma e parsimonia. Sei diverso dagli altri."

"Spero che non scapperai a gambe levate quando ti racconterò del mio passato" arrossì Adam

"Il passato è tale perché già è accaduto. Io ora sono qui con te e non mi importa nulla" disse Michael

Adam lo baciò di nuovo, questa volta in maniera più appassionata. Aveva la barba più lunga del solito ed il solo sfiorare il viso di Michael fece mandare in ecstasy il ragazzo. Non voleva uscire da quell'appartamento, non voleva affrontare il mondo reale, Michael voleva vivere quel momento per sempre.

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Dopo una bella doccia pareva aver riacquistato le forze. Sentiva ancora dolori in ogni parte del suo corpo, ma si sentiva meglio. Michael si era aggiustato come meglio poteva i capelli, Adam non aveva i prodotti giusti quindi decise di usare solo spazzola e phon. Michael decise di lasciarli sciolti. Indossava lo stesso jeans di ieri, era il suo preferito, e dalla borsa che si era portato da casa, fece uscire una profumata camicia blu a righe rosse.

Faceva caldo quella mattina a New York, ma Michael voleva fare bella figura. Voleva sempre un ragazzo alla moda ma professionale ed affidabile, voleva quel posto di stagista, voleva lavorare a Vogue ed avrebbe usato tutto il suo potere per fare impressione sul capo servizio. Aveva letto di molti giornalisti che dopo uno stage in redazione, o venivano assunti dal giornale oppure avevano la possibilità di lavorare per altre testate importi. Quindi doveva Michael doveva dare il meglio di se, doveva avere quel posto, era il momento che la sua vita cambiasse.

Era già solo a casa, Adam era sceso per correre al New Yorker. Lo baciò vicino alla porta e gli diede un forte in bocca al lupo, mentre era in macchina gli aveva già scritto un messaggio che conteneva un'emoticon a forma di cuore. Michael sorrise dolcemente. Ricambiò con un bacio ed un cuore. Quella notte d'amore aveva cambiato tutto fra i due, i loro cuori hanno battuto all'unisono ed era stata una sensazione stupenda.

Michael tornò alla realtà, ora doveva accantonare tutte le cose belle che erano accadute nelle ultime 24 ore. Tra meno di un'ora aveva il colloquio più importante della sua vita e doveva essere lucido, sicuro di sè. In realtà queste erano caratteristiche che non facevano parte dell'indole Michael, ma doveva far credere a lui stesso che era una persona diversa dagli altri, che era il migliore.

Prese il cellulare e tracciò il percorso da casa di Adam. La redazione di Vogue era distanze più o meno 20 minuti, nessun cambio di metro, una sola direzione, tre fermate ed il sogno di Michael si sarebbe potuto avverare. Non riusciva a crederci che tutto questo stava accadendo veramente. Un brivido corse lungo la schiena, una lacrima gli scese lungo il viso.

Sí, era un semplice colloquio ma, in un certo qual modo, la sua vita poteva cambiare in maniera inaspettata. Avrebbe potuto scrivere per una testata importante, avrebbe potuto parlare delle sue passioni con gente che conosceva l'argomento, avrebbe finalmente lasciato la redazione del New York City Post. Una miriade di prospettive si stavano per aprire di fronte a lui. Michael era pronto ad abbracciare tutto questo.

Indossò gli occhiali da sole, chiuse la porta e ripose le chiavi sotto lo zerbino (come gli aveva detto Adam), la giornata più importante della sua vita stava per iniziare.

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Chris era molto nervoso. In questi ultimi giorni aveva fumato molte, forse troppe sigarette. Da quando Michael lo aveva lasciato di punto in bianco a Copenaghen la sua vita era cambiata. Era costantemente nervoso, non aveva voglia di fare nulla e soprattutto era in ritardo con le consegne. In progetto c'era un articolo su Wired, un articolo che fotografasse il panorama urbano della città ad un passo dall'estate.

Chris procrastinava il lavoro, si sentiva vuoto, senza energie, senza ispirazione e, costantemente, dalla redazione era messo sotto pressione per la consegna. Il viaggio in terra danese, nonostante tutto, è stato molto fruttifero, ma per il libro di fotografie l'editore voleva nuovi scatti, qualcosa di nuovo, qualcosa di sensazionale. E Chris non sapeva cosa fare, perché l'unico pensiero che aveva in testa era Michael. Si era convinto dei suoi errori, ha capito che Michael voleva un rapporto alla pari, non voleva essere un oggetto da mostrare, e questa cosa ha scosso Chris nel profondo.  Aveva un look trasandato, i jeans logoro, la maglietta bianca sgualcita, i capelli lunghi, legati ma sporchi, lo sguardo spento e il viso contrito in un'espressione perennemente corrucciata.

Aveva sbirciato fin troppe volte la sua bacheca Facebook di Michael, ed aveva capito alla perfezione che ora si stava frequentando con Adam. In alcune foto ha notato che Michael era davvero felice e sereno, eppure Chris non voleva arrendersi. Voleva recuperare il rapporto con Michael, voleva una seconda possibilità ed avrebbe usato tutte le sue conoscenze, tutta la sua influenza per stupire per quel dolce giornalista tanto carino quanto timido.

"Mio Dio Chris ma come ti sei ridotto" disse una voce alle sue spalle

"Buongiorno anche a te, Alex" disse

"Solitamente hai sempre un sorriso raggiunte. Ti è morto il gatto?" disse il capo servizio di Vogue

"Bando alle ciance. A che ora hai il colloquio con Michael?"

"Fra quaranta minuti. Ci sarà un anche un altro ragazzo ma lui è come se fosse già dentro"

"Devi far entrare anche Michael nel progetto. Me lo devi" implorò Chris

"E' contro ogni etica professionale" sussurrò Alex "E poi è troppo qualificato per questo lavoro. Mi potrebbe rubare il posto"

Alex White era un tipo molto estroso, dal carattere puntiglioso e pignolo. Era alto e snello, forse un po' troppo magro per la sua età ma era comunque un tipo piacente. Indossava sempre un paio di scarpe argentate, jeans stretti e camicie monocolore. Si era calato alla perfezione nel mood di Vogue.

"E' un favore personale, mi saprò sdebitare" disse Chris

"Non sei il mio tipo. Lo sai"

"Non dicevo quel tipo di favore. Posso venderti qualche foto, un servizio, i l mio nome attira lettori ma ti prego fai entrare Michael nel progetto. Dopo i tre mesi puoi anche cacciarlo fuori"

"Deve piacerti molto questo ragazzo"

"Lo devo conquistare Alex, lo voglio tutto per me. Non è un semplice capriccio, so che posso avere una possibilità" disse Chris con un filo di voce

"Ok, va bene. Gli farò un colloquio semplice e deciso e stasera gli comunicherò che ha superato la selezione. Però accidenti a te, ho molti candidati sulla scrivania"

"Lo hai detto tu che è il migliore, no? Prendilo qui in redazione poi ci penserò io a rivalergli tutto"

"Spero per te che questo funzioni" disse Alex.

Alle loro spalle si aprirono le porte dell'ascensore. Chris si girò di scatto, aveva paura che Michael fosse già arrivato. Ne uscì però un ragazzo sulla ventina, moro e con un look piuttosto stravagante.

"Ehm, salve. È questa la redazione di Vogue?" disse Andrew verso Chris ed Alex

"Tu devi essere Andrew, giusto?"

"Si, ho un colloquio alle 12. Forse sono in anticipo" disse timidamente

"Non ti preoccupare, qui rispettiamo la puntualità" concluse Alex "Chris, allora ti tengo informato" e si dileguò.

Chris rimase fermo per qualche secondo, si voltò verso Andrew, gli sorrise, e i disse "In bocca al lupo" e poi gli voltò le spalle frettolosamente. Scese le scale situate alla sua destra e si recò al bar del piano di sotto. Aveva bisogno di bere qualcosa di forte, doveva sperare che Alex non facesse un passo falso e che, inconsapevolmente, non svelasse tutto a Michael. Voleva essere lui a farlo, e sperava che il ragazzo, una volta scoperta la verità, sarebbe caduto ai suoi piedi dichiarando eterna fedeltà. Era una fantasia utopistica, ma Chris voleva provare anche questo, voleva Michael nella sua vita ed avrebbe fatto l'impossibile per separarlo da Adam. Si, aveva sbagliato a comportarsi come uno stronzo menefreghista, ma le seconde possibilità servono anche a questo.

Andrew non fece caso a tutto quello che era appena successo, non fece caso al fatto che Chris era il sexy fotografo con cui ha avuto un'avventura mesi fa al Just Kiss, forse era troppo nervoso per ricordarlo. Andrew si sedette in sala d'aspetto di fronte alla porta dell'ufficio di Alex. Diede uno sguardo al cellulare, erano appena le 10:40, avrebbe dovuto aspettare più di un'ora.

Indossava un jeans bianco ed una camicia azzurri a fiori. Andrew credeva che fosse il look perfetto per un colloquio a Vogue. Prese di nuovo il cellulare, accese la fotocamera e si passò una mano fra i capelli, voleva essere perfetto a tutti i costi.

In quell'istante gli vibrò il cellulare, Justin lo stava chiamando

"Ciao, Detective" disse Andrew

"Ciao bello, sei già in redazione?" domandò Justin

"Si, forse mi sono avviato fin troppo presto. Ora aspetterò qui e morirò d'ansia"

"Devi stare tranquillo, vedrai che farai un'ottima impressione" la voce di Justin era molto tesa ed Andrew se ne accorse

"E' successo qualcosa"

"Non voglio metterti in agitazione, ma la carta di credito di Enrik ha fatto un acquisto ad uno Starbucks in zona Downton"

Andrew sobbalzò, il suo piano stava per prendere forma

"Ma allora è a New York? Lo avete rintracciato?"

"No, ma alcuni agenti sono in zona per verificare. È un buon segno. Dopo giorni di silenzio è già qualcosa"

"Sono sollevato" mentì Andrew

"Ti scrivo un messaggio appena so novità, tu rilassati che ad Enrik ci penso io" concluse Justin

"Non vedo l'ora di vederti" disse Andrew

"Anche io" e riagganciò.

Tutto andava secondo i piani di Andrew. Justin ha abboccato all'amo, questo faceva capire che nessuno aveva dei sospetti verso di lui. Era la cosa giusta da fare, la mossa giusta al momento giusto. Questa sera avrebbe smosso il corpo, si sarebbe liberato di quel fardello e poi finalmente avrebbe potuto scrivere un nuovo capitolo della sua vita.

Andrew sogghignò. Ebbe quasi paura di questo suo pensiero così diabolico ed egoista ma continuava a ripetersi "è la cosa giusta da fare" 

Continua...

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