Capitolo 2: Occhi di Ghiaccio
"Per fortuna ci sono gli alcolici" pensò Michael mentre sorseggiava svogliatamente un calice di vino. Anche se era arrivato in orario, l'artista, il fotografo in ascesa, tale Chris Carrington, ancora non si era fatto vedere. Questo implicava che Michael avrebbe impiegato più tempo nella scrittura dell'articolo e quindi, di convesso, la giornata già altamente straziante, sarebbe diventata la peggiore della settimana. Michael non aveva voglia di lavorare oggi, forse perché si sentiva giù di morale, perché i suoi pensieri gli stavano strozzando la vita, oppure perché una volta uscito dalla metropolitana era passato accanto a quella dannata fumetteria ed il suo passato lo aveva preso violentemente a schiaffi.
Non sapeva darsi una risposta, ma ora come ora, voleva solo andar via da quella mostra, recarsi in quel pittoresco bar che era vicino Central Park, scrivere l'articolo e tornare a casa. Non voleva far altro che stendersi sul letto, accoccolarsi fra le coperte e fuggire – temporaneamente – da questo mondo infame. Stava pensando di dare buca anche ai suoi amici. Non aveva la forza e la voglia di fare nulla. Strano da un ragazzo di trent'anni, eppure Michael, volgendo uno sguardo alla sua vita, la vedeva spenta, inutile, senza una via di fuga. Pensava che se si fosse isolato ancor di più per crogiolarsi fra i suoi malesseri, prima o poi, una soluzione sarebbe saltata fuori.
Appoggiò le spalle al muro e sospirò, prese il cellulare dalla tasca per guardare se ci fossero nuovi messaggi. Il direttore del New York City Post, aveva già inviato un'altra mail con le solite dritte per l'intervista. "Come se fossi nato ieri. Ovvio che devo essere conciso e diretto", pensò Michael; rispose con un semplice 'Ok' senza dilungarsi troppo. Inoltre notò che, stranamente, sua madre non gli aveva mandato ancora nessun messaggio, o almeno non lo aveva fatto fino ad ora. Anche se era sempre indaffarata nella gestione del ristorante lasciato in eredità dal defunto fratello appena tre anni fa, trovava sempre un mondo per comunicare con lui. O attraverso brevi sms scritti con tanti refusi, oppure con immagini divertenti. Soprattutto le immagini che riceveva tramite WhatsApp, Michael le odiava profondamente, ma apprezzava il lato 'social di sua madre', non è da tutti avere un rapporto così disinteressato con la tecnologia.
Quindi dato che il fotografo ancora non era arrivato, Michael ne approfittò per dare uno sguardo alla mostra. La casa d'arte Orleans era molto piccola, i suoi interni erano moderni, in linea con le intenzioni del suo direttore, era soleggiata e molto spesso ospitava mostre di artisti emergenti. Le foto di Chris Carrington erano appese su tre pareti; erano foto di media grandezza, alcune scattate qui a New York altre a Londra e Parigi.
Erano molto belle, intimistiche e luminose, Michael ne rimase molto colpito:" Il ragazzo ha talento, lo devo ammettere" e fece un altro sorso dal bicchiere. Riconobbe alcuni colleghi che, tra una foto ed un'altra, parlottavano e commentavano l'esposizione. Michael li salutò garbatamente ma subito si dileguò verso il tavolo del buffet, dove trovò un cornetto invitante che addentò affamato. Aveva bevuto solo un misero caffè e mangiato una piccola fetta di ciambella prima di uscire di casa, ed ora sentiva lo stomaco gorgogliare. Prima che il vino possa fare il suo sgradevole effetto, era meglio mettere qualcosa sotto i denti.
Non si accorse che di fianco a lui, mentre sorseggiava un bicchiere di succo di frutta, c'era il giovane Adam. Era un giornalista anche lui, fotografo freelance e social media manager. Era molto quotato nell'ambiente, e da qualche tempo era diventato una risorsa stabile del New Yorker. Michael lo aveva conosciuto lo scorso anno, durante una proiezione per la stampa (non ricorda di che film si trattava), si erano scambiati il numero di cellulare ed il contatto Facebook ma parlavano molto di rado.
Adam aveva 34 anni e dopo una gavetta fra Wired e GQ, si fece strada nel giornalismo di spettacolo. Viaggiava molto, seguiva come reporter quasi tutti i festival cinematografici più importanti; Roma, Parigi, Cannes, aveva intervistato molti attori e, in verità Michael, era un po' geloso. Caratterialmente era un tipo strano, sempre con la testa fra le nuvole ma era molto carino. Michael aveva notato che si era tagliato i capelli dall'ultima volta che lo aveva visto di sfuggita al festival del Cinema di New York, ora erano più corti e gli donano di più. Adam aveva gli occhi verdi e la barba incolta, indossava un paio di jeans neri un po' usurati e fuori moda, il ragazzo infatti non seguiva le tendenze del momento, quel maglioncino a quadri che indossava quel giorno, però, faceva intravedere un fisico curato. Anche lui era omosessuale, come molti nell'ambiente giornalistico, eppure nonostante ci fossero molti argomenti in comune, non scattò mai la scintilla fra Adam e Michael.
"Non pensavo che saresti venuto" disse Michael timidamente.
Adam alzò lo sguardo dal cellulare e disse:" Ciao Michael, non ti avevo visto" e posò il cellulare in borsa. "Beh in realtà devo fare solo qualche ripresa per il blog del giornale. In redazione volevano avere comunque un post, anche se breve, sulla mostra. È molto quotato l'artista, a quanto pare. Come stai? È da un po' che non ci scriviamo"
"Abbastanza bene, oggi un po' disagiato, ma tiriamo avanti. E tu che mi racconti?"
"Tutto nella norma, si lavora sempre e non c'è mai un attimo di respiro. Sto aspettando dall'ufficio stampa del Festival di Cannes la conferma dell'accredito. Che noia, quest'anno mi toccherà andare solo con la mia amica fotografa. La troupe del New Yorker resterà solo un paio di giorni. Tu ci verrai?" e posò sul tavolo del buffet il bicchiere mezzo vuoto.
Michael cercò di cambiare discorso, si sentiva quasi mortificato nel rispondere:" Il mio giornale non è tanto interessato al Festival, neanche ai film in generale. Vuole notizie che sono più fruibili nell'arco della giornata. Recensioni e cose del genere non tirano molte visite". In realtà non era solo questo il problema, perché il direttore del New York City Post, aveva dato la possibilità a Michael di seguire la kermesse, ma con una paga misera e senza un minimo di rimborso spese, non poteva permettersi di seguire il festival, né tanto meno di volare fino a Cannes. Come al solito era rabbioso al solo pensiero.
"Si, alcuni giornali non sanno che grande visibilità può portare il Festival di Cannes" disse Adam. Michael abbassò lo sguardo, si sentì un poveraccio.
"Ma l'ufficio stampa della casa d'Aste è arrivato? Ieri avevo comunicato con una certa Serena, e mi aveva confermato che l'artista era disponibile per alcune interviste." Disse Michael per cambiare discorso.
"Si, è così. Avremo modo di intervistarlo nella saletta dedicata agli eventi privati. Di solito il direttore la mette a disposizione proprio per i giornalisti. Tanto credo che solo io e te siamo interessati a realizzare un servizio, vedo che gli altri colleghi pensano solo al buffet o a criticare"
"Come sempre" concluse Michael.
"Ma tutto bene? Ti vedo un po' strano" domandò Adam curioso
Non si aspettava una domanda del genere da Adam. "Solite cose, solite cose. Oggi è una giornata no" disse Michael.
"Leggo ogni tanto i tuoi status su Facebook, capisco la frustrazione e mi dispiace non poterti aiutare. Sei molto bravo e preparato, è il periodo in cui viviamo che non ti rende giustizia" e posò una mano sulla spalla di Michael come per dargli conforto. Adam lo guardava con uno sguardo impietoso e voglioso, come se volesse stringerlo in un abbraccio consolatorio. Il cuore di Michael stranamente fece un balzo, guardò anche lui Adam negli occhi e capì che il ragazzo lo desiderava come se fosse l'ultimo uomo sulla terra. "Cosa ne dici se una di queste sere ti offro un drink? Ti vedi con qualcuno?"
La domanda fece sobbalzare di nuovo Michael che, con un filo di voce, disse:"In verità no". Era ancora sconvolto da tutto quello che stava accadendo.
"Allora ti scrivo in questo week-end, così magari ci facciamo 4 chiacchiere. Cosa ne dici?"
Adam aveva la fama di essere un vero ruba cuori. Il suo profilo Instagram era tappezzato di foto di ragazzi belli da mozzare il fiato, palestrati e con un passato da indossatori. Michael non capiva come all'improvviso Adam avesse rivolto il suo interesse verso di lui. "Certo, scrivimi e guarderò l'agenda" concluse maliziosamente.
"Magari ci vediamo in un ambiente diverso così possiamo anche conoscerci meglio, e magari riesco anche a tirati su il morale" disse "Ti ho infastidito? Ho detto qualcosa di sbagliato?" La situazione stava prendendo una piega inaspettata. "No assolutamente, ma non credo di essere il tuo tipo" disse Michael.
"Cosa te lo fa pensare?" domandò Adam
"Non ho un fisico da modello" disse Michael a bruciapelo.
"Infatti i modelli non li preferisco. Sono persone senz'anima. Credo che i giornalisti talentuosi ma un po' sfortunati come te, siano molto più interessanti di un ragazzo tutto muscoli e niente cervello" ed Adam ammiccò con un sorriso.
Michael sentì una fitta alle parti intime. Stava avendo un'erezione. Il solo pensiero di ricevere complimenti da questo ragazzo così misterioso e stralunato, fece andare il corpo e mente in completo subbuglio. "Ti ringrazio Adam, sei molto simpatico" disse Michael, ma sapeva che non era la cosa giusta da dire.
"Simpatico? La mia non era una battuta ma una semplice constatazione" disse e tornò a guardarlo con quel suo sguardo sexy ed impetuoso. "Sei un tipo molto insicuro. Forse non hai trovato nessuno che potesse valorizzare le tue qualità. Io sono una persona molto attenta, non mi sfugge niente."
L'erezione di Michael faceva quasi male. Non capiva questa reazione così inaspettata. Adam era un bravo ragazzo, carino e simpatico, eppure Michael non lo aveva mai visto da questo punto di vista, non immaginava che il ragazzo del New York potesse eccitarlo in questo modo.
Saranno stati i complimenti ricevuti - mai nessuno aveva usato parole del genere nei suoi confronti - oppure era l'astinenza da sesso a far parlare la sua erezione, ma questo flirt spudorato e selvaggio a Michael cominciava a piacere.
"Ti ho lasciato senza parole, scusa. Sei ancora più cucciolo se mi guardi così. A cosa pensi?" disse Adam.
"Ti sto guardando" riuscì a dire Michael. Il suo corpo fremeva inconsapevolmente ma la mente continuava a ragionare su i motivi di questi complimenti inaspettati. Michael era un tipo pragmatico, riusciva a domare l'istinto ma forse questa volta l'impresa era impossibile.
Adam gli si avvicinò pericolosamente come se volesse baciarlo. Gli sussurrò qualcosa all'orecchio con una voce flebile e sensualissima "Stai cercando di gestire la tua erezione, lo so, me ne sono accorto. Se ora non fossimo qui, ad aspettare questo dannato fotografo, ti avrei già fatto venire, provocandoti l'orgasmo più bello della tua vita" poi si allontanò "Ovviamente se me lo permetterai" e posò la sua mano sul viso di Michael.
La situazione si era fatta insostenibile. La mente di Michael diceva: "No, non conosci questo ragazzo, magari ti vuole solo portare a letto" e la sua erezione invece: "Stai vibrando come una corda di violino. Non resistere". Michael avrebbe voluto baciare Adam in maniera appassionata, spingerlo sul letto, abbassargli i pantaloni, stendersi sopra di lui in maniera impetuosa e sentire il corpo a contatto con il suo. Adam continuava a guardare fisso e Michael rispondeva ai segnali lanciati.
Ad un certo punto sentì vibrare il suo cellulare. Il rumore che proveniva dalla tasca ruppe l'idillio. Adam ancora per qualche secondo sfiorò il viso di Michael, poi fece cadere la mano. Era Serena, l'ufficio stampa della mostra. "Ciao Michael, sono Serena. Chris è già qui. Vi aspettiamo nella saletta privata per l'intervista. So che dovrebbe esserci anche Adam, mi aveva mandato una mail. Riferisci che siamo pronti" e riattaccò. Michael non fece in tempo a parlare o forse non aveva le energie necessarie per farlo. "Il dovere chiama, vero?" disse Adam sorridendo. Michael fece un cenno con la testa.
****
La saletta privata era una stanza molto piccola ma ben illuminata, c'era un lucernaio che regalava alle pareti una sfumatura di azzurro e verde; c'era un tavolo al centro con alcune brochures informative e, vicino al cartellone della mostra, c'era Serena che parlava animatamente con l'artista. Era una donna bellissima, con lunghi capelli biondi ed un vestito mozzafiato. Michael rimase colpito dalle sue scarpe. Serena appena vide Michael disse: "Piacere di conoscerti, lui è Chris."
Michael strinse la mano dell'artista e rimase nuovamente senza parole, non riuscì ad aprire bocca. Forse ancora scosso dalla conversazione avvenuta con Adam, constatò che Chris Carrington era di una bellezza fulminante. Era alto, aveva i capelli lunghi, neri e mossi sulle punte ma perfettamente curati, due occhi azzurri di un colore quasi etereo, una camicia rosa leggermente sbottonata che faceva intravedere un fisico scolpito nella roccia, un jeans blu attillato ed un paio di stivaletti marroni. Era praticamente l'uomo perfetto, di talento e bello da mozzare il fiato.
"Piacere" sussurrò Chris con una voce penetrante e guardò fisso negli occhi Michael.
Il ragazzo era in iper-ventilazione, la sua erezione pulsava come con mai, ma doveva fare il suo dovere, calmare i bollenti spiriti e fare il giornalista. Posò quindi la borsa sul tavolo e disse: "Dunque è possibile una foto vicino al cartellone? Così la utilizzo per l'articolo."
Chris si strofinò la barba perfetta (anche quella) e si mise in posa. Michael stava sudando, e nonostante l'emozione, riuscì a scattare un paio di foto che finirono per immortalare la bellezza dell'uomo. Mentre salvava la foto nella galleria del suo cellulare, sentì il respiro di Adam alle spalle. Il ragazzo gli si avvicino pericolosamente e Michael sentì, vicino alla sua gamba, l'erezione di Adam. Era forte, vibrante, imponente, ma Michael in quel momento non ci pensava. Stava per fare l'intervista a Chris Carrington, il fotografo sexy, dai profondi occhi di ghiaccio che non smetteva di guardare intensamente come se fosse colpito da un incantesimo.
Una giornata da ricordare questa. Non solo Michael ha ricevuto un'avance esplicita da parte di Adam, ma il fotografo Chris, così bello e schietto, ha accelerato il battito del suo cuore che ora correva come una locomotiva. Michael abbozzò un sorriso isterico.
Continua ...
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