Capitolo 19: Calma Apparente
L'aereo è atterrato in orario al JFK di New York. Era domenica pomeriggio, il sole stava tramontando fra timide nuvole, l'aria era fresca e profumava di risate, di batticuori e sguardi languidi. Gli stessi che si scambiavano Adam e Michael fuori l'aeroporto. Erano appena scesi dall'aereo, si erano lasciati alle spalle Copenaghen, quel piccolo hotel che è stato il loro nido d'amore per una lunga notte di passioni.
Michael cercava in tutti i modi di nascondere la stanchezza e le ore di sonno accumulate indossando un paio di occhiali da sole neri, aveva i capelli sconvolti, la maglietta era sgualcita ma in viso regnava la tranquillità. Adam fumava una sigaretta, era stanco più di Michael, ma nonostante non avesse un aspetto da movie star, Michael lo guardava con ammirazione, come se avesse di fronte a lui un bronzo di Riace.
Notava che con il collo della camicia cercava di nascondere – inutilmente – un piccolo succhiotto. Michael cercava di non sorridere, di nascondere il fremito che sentiva dentro di se al solo ricordo di ciò che è successo in quella stanza d'albergo, era un'impresa impossibile. Adam si accorse che Michael lo stava guardando e ricambiò il sorriso.
Non è stato solo sesso, Adam e Michael hanno fanno l'amore. Uniti in un abbraccio vorticoso fra sospiri e gemiti, tutto è stato perfetto, tutto è stato meraviglioso. È pur vero che Michael non ha avuto tanti ragazzi nella sua vita ma era convinto che Adam era stato l'amante migliore.
Gli era rimasto impresso il fatto che Adam, a tutti costi, voleva avere un contatto visivo durante il rapporto, voleva compiacerlo come non mai, e questa era una particolarità da non trascurare. Michael pensava che Adam potesse essere egoista sotto le lenzuola, invece si è rivelato un amante formidabile, capace di sfiorare il corpo di un uomo con intensità ma anche con candore. Michael non sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco, avrebbe dovuto spiegare a sua madre cosa è accaduto nelle ultime 48 ore, avrebbe dovuto raccontare ogni cosa a Mary, Lucy e David, i primi che hanno sempre tifato per Adam.
Avrebbe affrontato qualsiasi cosa, anche quel vuoto che sentiva dentro, sapendo che oramai Adam era con lui, era al suo fianco, avrebbe lottato con tutto se stesso pur di non perdere quel ragazzo meraviglioso. Chris non si era fatto sentire. Poco prima che Michael era passato ai check in, il fotografo ha cercato nuovamente di rintracciarlo al cellulare, ma la telefonata non ha ricevuto risposta. Chris era il passato, un errore, un'infatuazione passeggera, Adam era il futuro di Michael ed il ragazzo voleva godersi il momento, voleva godersi questa calma apparente prima che la routine ed i problemi di tutti giorni, potessero scalfire lo splendido idillio.
"A cosa pensi?" domandò Adam mentre fece cadere a terra il mozzicone della sigaretta
"A te" disse Michael e scacciò via tutti i pensieri che si stavano accumulando
"Sento ancora il tuo odore su di me. Ieri sera è stato fantastico"
"Se andiamo via da questo aeroporto il sogno finirà. Non voglio tornare a casa senza di te"
"Io non vado da nessuna parte, Michael. Ma dobbiamo riposare e tu devi affrontare tua madre. Capirà sicuramente, vedrai. So che sei in ansia"
"Si, un po'. Ho fatto un casino nel portare Chris a casa"
"Gli devi parlare in maniera sincera, devi dire semplicemente le cose come stanno. Anche lei era un po' titubante su Chris"
"Come darle torto" bofonchiò Michael "Ma poi quando ci vediamo?"
"Domani sera è troppo per te?" sorrise Adam
"Domani sera? La tua assenza mi ucciderà"
Adam scoppiò a ridere ed abbracciò Michael bonariamente. "Non ti lascio andare, questo lo devi capire.." tornò serio "Non pensiamo al passato, guardiamo al futuro. E' ieri notte che è cominciato il nostro sogno d'amore"
Era vero, Michael lo sapeva che ieri notte tutto era cambiato. Non solo perché avevamo fatto l'amore, ma perché finalmente fra di loro erano caduti i muri, le incertezze, le paure, ora c'era la voglia di vivere questo divampante sentimento in tutta la sua accezione più profonda.
Michael fu portato alla realtà, di nuovo, dal suo cellulare. Era Annie che, sicuramente, o era in ritardo o si era persa nel parcheggio del JFK. Michael aveva chiesto a sua cugina di passarlo a prendere all'aeroporto, questo includeva anche accompagnare Adam a casa. Avevo preferito chiamare lei invece che mobilitare sua madre, anche se Michael immaginava che mamma Helen era già la corrente di tutto. Ma non importava, se era preoccupata era più che comprensibile. Ma ora come ora, Michael non temeva nulla, con il cuore al settimo cielo, poteva affrontare sua madre, i suoi amici e magari affrontare in maniera diversa anche i suoi problemi lavorativi.
"Dove finita?" disse Michael appena rispose alla chiamata di Annie
"Scusami. Che disagio, mi sono persa fra i terminal. Dove sei?" Domandò Annie tutta affannata
"Siamo al terminal 3"
"Ecco, lo immaginavo, ho sbagliato strada. Arrivo. Aspettami" e chiuse la chiamata
Michael abbozzò un sorriso. Amava sua cugina come se fosse una sorella, non poteva arrabbiarsi quando se ne usciva con queste esternazioni da ragazzina in crisi ormonale.
Adam all'improvviso sfiorò la mano di Michael, si guardarono negli occhi intensamente
"Non smettere mai sorridere, sei bellissimo" disse Adam
"Tutto sarà diverso. Ho paura di tornare a casa"
"Niente sarà diverso. Io sono qui al tuo fianco. Sei preoccupato per tua madre?"
"No, il solo pensiero di dover tornare in quella casa e ripensare al lavoro, a combattere per qualcosa che non ho... mi viene il mal di testa"
"Hai ragione, piccolo. Non ti preoccupare. Sai che tu sei una persona molto preparata. Ti aiuterò nella ricerca, non voglio vederti così. Sii positivo" disse Adam
"Come fai ad essere così positivo nei riguardi della vita?"
"Perché la vita mi ha regalato il tuo sorriso, la tua goffaggine, il tuo essere così perfetto"
"Non è vero, non sono così perfetto. Ti ho fatto soffrire, ti ho fatto rinunciare agli ultimi giorni del Festival"
"E' stata la più grande follia della mia vita e ne è valsa la pena. Lo rifarei altre mille molte"
Michael rimase in silenzio, non poteva controbattere a quest'ultima affermazione, sapeva che Adam stava dicendo la verità, lo leggeva nei suoi occhi, lo affermava anche il suo cuore che batteva fra l'altro impazzata. Doveva arrendersi all'idea che l'amore aveva bussato alla sua porta ed ora, tutti i problemi della vita, potevano essere affrontati con uno spirito diverso
"Grazie, Adam " disse Michael abbracciandolo
"Sono io che deve ringraziare te" concluse Adam
Il clacson della macchia di Annie suonò all'impazzata
"Piccioncini, su salite in macchina"
Michael ed Adam si guardarono intorno imbarazzati. In quel contesto così frenetico, Annie come suo solito, è riuscita a catturare l'attenzione di tutti.
"Andato bene il viaggio?" si rivolse verso Adam che era intento a sistemare la valigia nel porta bagagli.
"Si tutto bene, grazie. Un po' stanco ma tutto bene" disse
"Immagino perché sei stanco" disse Annie con il suo solito sorriso ammiccante
Adam guardò Michael con un'espressione basita "Diamine Annie. Ce ne vuole per far arrossire Adam. Tu nel giro di 5 minuti lo hai messo in imbarazzo"
"E' la mia missione, lo sai" concluse
Si accomodarono in auto. Adam si è seduto vicino ad Annie, Michael invece nei sediolini di dietro ma aveva le mani sulle spalle di Adam, nella continua ricerca di un contatto fisico.
"Mamma sa tutto immagino" disse Michael
"Si, ho dovuto chiamare Zia Helen. Ma non ti preoccupare. Gli ho spiegato un po' la situazione, capirà. È solo apprensiva" disse Annie
Adam si voltò verso Michael e gli fece l'occhiolino
"Dunque ragazzi, bando alle ciance. Visto che stiamo in vena di confidenze, vi devo dire una cosa" disse Annie "Domani sera, volete venire a cena a casa mia? Vi voglio presentare Mike, il mio compagno"
"Ti sei decisa a fare coming out" disse Michael "Ovvio, se Adam non ha altri impegni ..."
"Nessun impegno, Grazie dell'invito"
"Come sei composto. Michael non ti aveva descritto in questo modo" sorrise
"Sono un tipo dai mille talenti. Puoi fermarti anche qui" concluse Adam
Scese dall'automobile e con lui anche Michael
"Perdonala, ha un carattere folle"
"La adoro" disse Adam "Ti chiamo dopo?
"Quando vuoi" e Michael diede un bacio sulle labbra di Adam
"Mi manchi già" concluse con un sorriso sexy ed ammiccante.
Un alito di vento sconvolse il capello di Michael, con un gesto si aggiustò il ciuffo ribelle e sorrise quasi commosso mentre vedeva Adam entrare nel portone del palazzo. Non riusciva ancora a credere a tutto quello che era successo nelle ultime ore. Prima la fuga a Copenaghen, poi la rabbia, la furia e poi l'incontro con Adam. Michael era felice, nonostante tutto, nonostante il peso sul cuore gravava su di lui come un macigno.
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"Mamma sono a casa" disse Michael chiudendo la porta dietro di se. Sentiva un delizioso odore di Lasagne che proveniva dalla cucina. Con passo felpalto, quasi pauroso, si addentrò in cucina. Il trolley fece rumore ed Helen, distratta dalle voci della tv, fu richiamata alla realtà
"Sei tornato, finalmente" disse Helen ed abbracciò Michael "Quando ho ricevuto la chiamata da Annie sono andata nel panico"
"Hai ragione mamma, scusa. Ti devo delle spiegazioni" disse Michael
"Ovviamente. Vai a lavarti le mani che è tutto pronto. La valigia la liberi dopo"
Benchè Michael provava un senso di ansia nel dover rivelare tutto alla madre, di dover far chiarezza in quello che era accaduto, si sentiva allo stesso tempo, sia sollevato che fortunato. Nessun genitore avrebbe avuto i nervi saldi come Helen, e Michael sapeva che sua madre era una forza della natura. Questa folle esperienza gli ha insegnato che anche con lei d'ora in poi dovrà essere sincero. Nessuna bugia, nessuna menzogna, ora che poteva essere sincero anche con se stesso, tutto sarebbe stato diverso.
"Lo sapevo io. Quel Chris era un poco di buono. Tanto caruccio quanto ... vabbè fammi stare zitta" disse Helen quando era seduta a tavola con Michael
"Mamma non ti preoccupare, lo puoi dire che è uno stronzo. Me ne sono accorto anche io troppo tardi"
"Stronzo a dir poco. Cioè tu non sei il trofeo di nessuno. Ma poi spiegami un po'. Adam era a Cannes e subito dopo la tua telefonata è corso a prenderti?"
"Si, ci siamo incrociati alla stazione della metro. Il mio cuore ha fatto un balzo" era la cosa giusta da dire, pensò Michael
"Non è da tutti fare un gesto del genere. Gli devi piacere molto"
"Si, è così. Non me lo sarei mai aspettato. È una persona che nasconde molto bene le sue debolezze. Credevo di non potermi fidare invece mi sono sbagliato. Ho agito senza pensare"
"L'importante che ora è tutto apposto. Hai palato con Chris? Hai chiuso con lui?"
"No, e sinceramente ora non ho voglia di sentirlo né vederlo. Voglio godermi questo momento perché so che ora la vita frenetica di tutti giorni renderà la situazione complicatissima"
"Devi stare tranquillo, pensa che hai Adam nella tua vita ora. L'unica cosa che ti consiglio è quella di parlare con Chris, di chiudere la faccenda oppure questo silenzio ti si ritorcerà contro"
"Si, lo farò mamma. Hai ragione" concluse Michael
"Vuoi un altro pezzo di lasagna?"
"No grazie sono pieno" sorrise dolcemente.
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Michael si fece una bella doccia rilassante dopo cena, si asciugò i capelli, liberò la valigia e si distese sul letto. Aveva notato una chiamata di Adam, subito ricompose il numero. Sentiva la mancanza della sua voce sexy
"Hey piccolo!" rispose Adam dall'altro capo del telefono "Tutto ok con tua madre?"
"Si, per fortuna. Credo che gli sei simpatico" disse Michael sorridendo
"Ma io sono simpatico con tutti"
"Ma sentitelo, fa il modesto"
"Mi manchi molto, cosa stai facendo?" domandò Adam
"Mi sono fatto una doccia, ora sono sul letto"
"Vorrei essere lì con te in questo momento. Anche solo per sentire il tuo odore"
"Non riesco ancora a crederci che è tutto vero" disse Michael "Quindi ci vediamo domani sera?"
"Se vuoi passo a prenderti un po' prima, così magari ci prendiamo un aperitivo. In redazione ho solo alcune cose di Cannes da pubblicare"
"L'idea mi piace"
"Hai impegni domani mattina?"
"Devo mandare le proposte in redazione per il mese prossimo, ma vorrei mandare anche qualche curriculum"
"Mi raccomando, non cadere in uno stato di autocommiserazione, cercheremo di risolvere questo problema"
"Si, però voglio farlo con le mie forze" disse Michael
"Certo piccolo, tu hai le qualità. Ci vuole solo un po' di fortuna"
"Grazie delle belle parole" e Michael si accorse che dal PC la chat che aveva in comune con Mary, Lucy e David si era attivata, ma voleva stare ancora un po' al telefono con Adam
"Sono sentite. Io non mento e non voglio mentirti. Scusa se te lo chiedo, hai sentito Chris?"
"No, ha provato ieri a chiamarmi ma non ho risposto."
"Spero che rimanga in silenzio quel bastardo"
"Anche se si farà vivo, cosa molto probabile, io ho scelto te e non torno su i miei passi"
"Però lui ha fascino, ha soldi, io non so che vita posso offrirti"
"Sei una persona bella dentro e fuori. Non mi interessa se hai da offrirmi una posizione sociale, una vita agita ed un casa da sogno. Tu sei bello così come sei" disse Michael sinceramente
"Le tue parole mi stupiscono, baby. Non ti credevo una persona così attenta"
"Molte cose non sai di me" sorrise
"Una cosa è certa. Quando ti ho visto raggiungere l'orgasmo..."
"Non dirmi che vuoi fare sesso telefonico" Michael si sfiorò il petto, aveva indosso solo un pantolocino di cotone
"Vorrei conservare qualcosa per domani sera quando ti vedrò"
"Se riusciremo a sopravvivere alla cena di Annie, potrai fare tutto quello che vuoi" disse Michael
"Anche non indossare il preservativo?" domandò curioso Adam
"E' una cosa che non ho mai fatto. Cosa dovrebbe cambierebbe per te?"
"Il solo fatto di stare dentro il tuo corpo senza nessuna protezione, è il contatto fisico più carnale che esista" disse Adam con una voce sexy.
Voleva fare già il passo successivo, voleva già provare sensazioni e piaceri che una coppia rodata da anni non è mai riuscita a fare. Però il pensiero lo eccitava da morire, essere penetrato da Adam senza protezione, sentire il suo membro sgusciare dentro di lui liberamente e sentire il seme di Adam inondare il suo corpo era una sensazione che gli stuzzicava l'appetito
"Ti ho lasciato senza parole? Se sto correndo troppo, dimmelo"
"No Adam, è che nonostante ho avuto esperienze prima di te, a volte il sesso è ancora un mondo sconosciuto"
"Permettimi di mostrarti ciò che non sai. Ma con i tuoi tempi e modi. Voglio solo compiacerti non voglio obbligarti a fare nulla"
"Lo so, questa tua caratteristica ha avuto la meglio su Chris" concluse Michel "Allora riprendiamo il discorso domani sera?"
"Certo, baby. Ti chiamo domani prima di andare a lavoro" disse Adam
"Aspetterò la tua chiamata"
"Sogni di diamante, Michael"
"Buona notte, dolce principe"
Posando il cellulare sul comodino, Michael abbozzò un sorriso. Era stanco, sentiva la testa pesante, ma il pensiero era rivolto a tutto quello che era successo nelle ultime 48 ore. Non poteva crederci che la vita gli ha regalato, per una volta, un uomo così perfetto, così sexy e dolce, così amabile, così virile, così romantico.
Michael non riusciva a trovare altri aggettivi per descrivere Adam. Non voleva che questa giornata finisse, voleva che tutto si cristallizzasse nel tempo e con questo pensiero si addormentò, lasciando che i suoi amici lo continuassero a cercare sulla chat di Facebook. Ora Michael aveva bisogno di dormire, di recuperare le forze, il suo sogno d'amore con Adam sarebbe continuato anche il giorno dopo, ma i problemi, le incomprensioni ed i segreti erano dietro l'angolo, erano pronti a rompere l'idillio. Michael avvertiva questa sensazione, ma il sonno gli ha impedito di ragionare su questo malessere fisico diverso dal solito.
Continua...
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