Capitolo 16: Fuga da Cannes

           

Adam amava particolarmente l'aria che si respirava durante il festival del cinema di Cannes. Si poteva assaporare il flash dei fotografi, il glamour delle star, i party esclusivi che si protraevano fino a tarda notte e poi c'era il cinema, quello forte, d'impegno, di sperimentazione. Da 5 anni a questa parte era uno dei suoi festival preferiti, e lui aveva presenziato a molte kermesse cinematografiche fin da quando era un semplice freelance, il fascino di Cannes era impossibile da eguagliare. Quest'anno però stava affrontando tutto nel peggiore dei modi, non aveva voglia di essere lì, non aveva voglia di lavorare, voleva stare fra le braccia di Michael, voleva fuggire da quella croisette così scintillante, per incontrare di nuovo gli occhi verdi di quel ragazzo tanto bello quanto insicuro.

Non sapeva se questa infatuazione avrebbe portato a qualcosa di buono, non sapeva se alla fine Michael avrebbe ceduto al suo innegabile fascino, ai suoi baci, al suo tocco, eppure il ricordo, il pensiero che Michael lo aspettava a New York gli faceva affrontare questi giorni pieni di lavoro, di articoli da scrivere, di interviste, di notte brave in maniera diversa.  Il pensiero di Michael dava la forza necessaria ad Adam di resistere alle avances di Scott, quel giornalista dell'Entertainment Weekly che, più di un anno fa, si era scopato nei bagni del festival del cinema di Roma.

Fu una scopata troppo frettolosa, Adam lo ricorda bene, fu scatenata da una voglia passeggera che si esaurì in men che non si dica. Scott non era il tipo di Adam anche se ricordava che aveva un fondoschiena da urlo e sapeva usare molto bene la bocca; quella volta aveva bisogno di svuotarsi, di provare un brivido di piacere, e Scott capitò nel momento giusto. Non si erano più rivisti ed ora alloggiavano nello stesso albergo, seguivano gli stessi eventi e, nonostante Adam cercasse in tutti i modi di dileguarsi ogni volta, ieri sera dopo l'intervista a David Lynch, Scott lo ha spinto sul divano e lo ha baciato.

Adam si scostò subito. Avrebbe potuto scoparselo, avrebbe potuto farsi una sveltina, ma non era giusto, non poteva farlo, non nei riguardi di Michael. Non era giusto rompere una promessa fatta, e lui non era il tipo che infrangeva le promesse. Adam era angosciato e nervoso. Non riusciva a capire perché Michael era ancora pieno di dubbi; si è aperto a lui raccontandogli tutti i suoi segreti più bui, o almeno quelli che riguardavano il passato recente, aveva cambiato il suo look per compiacere Michael, non gli aveva fatto pressione per quanto riguarda il sesso e soprattutto non aveva ceduto alle avances di Scott.

"Cosa nascondi, Michael?" Adam si tormentava quella notte. Non riusciva a dormire e  guardava in continuazione il cellulare. Avrebbe voluto scrivere un messaggio a Michael, ma si era trattenuto "Lui non mi cerca mai" pesò tristemente "Forse ha visto il selfie fra me e Scott? Quello in cui mi abbraccia dopo l'intervista?"

Non aprì Facebook, aveva paura per la prima volta nella sua vita. Mancavano solo 2 giorni alla fine del festival, doveva sopravvivere alla giornata di sabato e domenica e poi, finalmente, lunedì sarebbe partito per volare a New York. L'unica cosa che voleva fare è correre da Michael, abbracciarlo e confessargli tutto il suo amore. Si, Adam era convinto dei suoi sentimenti. Voleva stare con Michael non solo fisicamente ma voleva costruire qualcosa di serio con lui.

"Se anche avrà visto la foto con  Scott gli spiegherò tutto. Mi dovrà credere, non è successo niente qui a Cannes. Dovrà capire che è con lui che voglio stare" pensò

" Adam vuoi che ti faccio una camomilla?" domandò Angy dall'altro lato della stanza

Face finta di non rispondere "Scusami, sono un po' agitato" confessò

Angy accese la luce e disse "Adam non ti ho mai visto in questo stato per un ragazzo. Se non te la senti di coprire gli ultimi giorni del festival, non ti preoccupare. Torna a New York, va da Michael e sii sincero con lui"

"Lo sono stato e non mi ha dato ancora una risposta, anzi sono tre giorni che non lo sento"

"E secondo te non ha visto la foto di quello stronzo di Scott?"

"Si, lo so. Lo penso anche io"

"Non ci sono problemi per me. Riesco a gestire tutto da sola. In redazione dirò che ti sei ammalato, ma se non ti senti bene, se hai bisogno di vederlo, prendi il primo volo e torna da Michael"

"Grazie Angy, sei una vera amica" disse Adam "Domattina ne riparliamo"

"Cerca di dormire e stai tranquillo" Angy spense la luce ed Adam posò il cellulare sul comodino

"Chissà cosa starà facendo" disse mentre pensava ad Michael e, questo pensiero lo fece cadere in un sonno privo di sogni.

Adam non poteva immaginare che Michael era volato a Copenaghen insieme a Chris, non aveva letto il suo status su Facebook, non sapeva che Michael aveva deciso di partire a causa della sua foto con Scott, non immaginava che il destino aveva scosso le acque in maniera in aspettata. A Cannes era la notte fonda, era venerdì, ed in quel momento Michael (secondo il fuso orario) era in volo verso la Danimarca. Nessuno dei due immaginava che, di lì a poco, i loro sguardi si sarebbero incontrati di nuovo.

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Adam scese a fare colazione. Aveva bisogno di un caffè bello forte per svegliarsi. Aveva i capelli sconvolti e le occhiaie di chi aveva passato una nottata in bianco. Indossò un paio di occhiali neri, erano i suoi preferiti, un jeans preso a caso dalla valigia ed una camicia bianca a maniche corte. L'aveva indossata anche ieri ma, in verità, non ci fece caso. Era svogliato, sciatto ed aveva un peso sul cuore. Tutti i suoi colleghi che alloggiavano nel suo stesso albergo, alle 8 di mattina, avevano i capelli impomatati, i vestisti stirati, lo sguardo carico di energie e già tamburellavano con il cellulare. Adam abbozzò una risata isterica. Aveva alle 10 l'intervista con Monica Bellucci, poi di comune accordo con Angy, si sarebbe preso mezza giornata libera.

Aveva bisogno di pensare, se fuggire da Cannes e volare a New York oppure restare ancora lì un paio di giorni. Sapeva che Michael ne sarebbe stato felice, sapeva che nonostante tutto gli sarebbe corso fra le braccia, ma aveva paura di un rifiuto, non voleva perdere Michael, aveva bisogno della sua vicinanza come se fosse la sua l'unica ragione di vita. Bevve un sorso di caffè ed al tavolo del buffet prese un cornetto. Alzò lo sguardo e vide Scott in lontananza.

"Cazzo, non è proprio il momento" pensò Adam. Cercò di nascondersi, di sedersi ad un tavolo in penombra, ma Adam non riuscì a fuggire allo sguardo di Scott che immediatamente lo intercettò e gli si avvicinò con un sorriso smagliate.

Era un ragazzo abbastanza strambo. Era alto più o meno come Adam, aveva i capelli neri corti senza un filo di barba. Indossava camicie e giacche sgargianti, era molto (forte troppo) effeminato ed aveva il brutto vizio di vantasi in continuazione del fatto che, due anni fa, aveva diviso un milkshake con Seleza Gomez. Indossava un paio di occhiali spessi e cambiava montatura in base al colore della giacca.

"Tesoro ma cosa ti è successo? hai fatto le ore piccole?" e baciò Adam sulla guancia

"Ho dormito poco, Scott. Buongiorno a te" disse addentando il suo cornetto

"Ma tu sei sempre bello, lo sai. Anche con questo capello un po' sconvolto. Lo posso toccare?" disse Scott sfacciatamente

Adam stava per dare di matto, non riusciva più a sostenere queste battutine da parte di Scott. "Oggi non è giornata" disse

"Però ieri non ti è dispiaciuto mentre prendevi la mia lingua in bocca" disse  e si sedette vicino a Michael "Le attività per noi della stampa iniziano fra un oretta. Perché non sali in stanza con me?"

"No" risposte Adam senza dare spiegazioni

"Dai che la nostra ultima volta insieme è stata troppo fugace. Ora c'è un letto e potrai farmi tutto quello che voi" sorrise

"Ti prego Scott, basta"

"Eppure non ti è dispiaciuto scoparmi durante il Festival di Roma" commentò Scott

"Scusami ma ora devo salire in camera, devo prepararmi per l'intervista alla Bellucci"

"La puoi preparare da me" ammiccò

"Scott, non sei il mio tipo come te lo devi dire. Ti ho scopato perché ne sentivo il bisogno. Ora a New York mi aspetta un ragazzo"

"Quel che succede a Cannes rimane a Cannes"

"Mai io non voglio fare sesso con te"

Scott si avvicinò pericolosamente ad Adam e gli posò una mano sulla coscia

"Ma come, non ti va neanche se ti facessi un servizietto di bocca? Sono molto bravo, lo sai?" disse

"Non è il momento"

"Eppure già vedo un certo rigonfiamento nei tuoi jeans. Dai Adam non fare il santarellino che non sei. Sali con me in camera e scopami come sai fare tu"

"Leva subito quella mano dalla mia gamba" intimò Adam mentre cominciava a sudare freddo

"Ok, ok. Non ti arrabbiare. Spero che questo ragazzo di New York non abbia visto la foto che ci siamo fatti ieri pomeriggio. Tutti pensano che stiamo insieme ora"

Il dubbio cominciò a serpeggiare di nuovo nella mente di Adam. Forse è per questo che Michael non si è fatto più sentire,ha visto quella dannata foto.

"Sei proprio uno stronzo" disse e poi Adam si alzò di scatto

"La mia camera è la 302, quando vuoi mi trovi lì" concluse Scott.

Adam subito corse in ascensore, era sudato, eccitato, nervoso, non riusciva a definire il suo stato d'animo. "Michael ma cosa mi hai  fatto?" pensò fra se e se. Lo spirito di Adam cominciava a vacillare, non sapeva cosa fare. Se prendere un volo, andare a New York e cadere ai piedi di Michael oppure scoparsi per rabbia quello stronzo di Scott, venire dentro di lui, farlo male, solo per sopperire a quella grande mancanza che sentiva dentro. Si, Adam sentiva la mancanza di Michael, e sapeva che ora quella foto pubblicata su i social aveva messo in  discussione tutto, soprattutto la fiducia che stava cercando di conquistare.

In quel momento, mentre le porte dell'ascensore si aprirono, Adam si sentì venir meno, le forze lo stavano abbandonando. Per la prima volta si sentiva indifeso, non sapeva cosa fare, come comportarsi. "Restare o partire?" La mente gli pulsava.

A fatica raggiunse la porta della sua stanza, lì c'era ancora Angy con il pigiama che stava preparando la videocamera per l'intervista. Appena vide Adam così pallido e sudato si spaventò.

"O mio Dio Adam. Che succede? Stai bene? Vuoi che chiami un medico?"

"No mi stendo 10 minuti sul divano" disse "Ho incontrato Scott. Lo stronzo mi ha taggato nella foto di ieri. Michael saprà tutto, avrà visto tutto."

"Non essere disfattista. Sei una persona così forte ed energica. Quella foto non dice nulla"

"Io voglio lui Angy. Mi piace da morire, non so cosa mi prende"

"Questa è la forza dell'amore caro Adam. Quanto ti colpisce è la fine. Ci penso io a fare l'intervista. Tu stai qui, riprendi le forze e quando hai finito mi raggiungi in sala stampa. Ok?"

"Grazie. Non sapevo che fossi così amorevole"

"Lo sono solo con te. Ti conosco, so che persona sei e mi dispiace vederti in questo stato. Michael se non ti perdona, per una cosa che in realtà non hai fatto, non capisce proprio nulla" concluse

Adam gli sorrise poi si accucciò sul divano. Voleva recuperare un po' le forze, voleva dormire ma ogni qual volta che chiudeva gli occhi, vedeva l'immagine di Michael di fronte a se.

"Quanto sei bello" disse "Ti prego non pensare a male" parlò mentre cercava di trovare una posizione consona. "Io voglio solo te" e poi si addormentò.

Erano le tre del pomeriggio quando si svegliò di soprassalto, aveva la camicia matida di sudore. Notò che Angy gli aveva lasciato un biglietto sul tavolino vicino al divano, c'era anche un tramezzino ed una bottiglia di acqua.

"L'intervista è andata alla grande. Ho detto in redazione che non ti sentivi bene e che gli eventi li avrei seguiti io. Va, e segui il tuo cuore"

Seguire il cuore, mettere a tacere la mente e la ragione. Adam era tentato a fuggire via, a mettere un cambio in valigia, recarsi in aeroporto ed abbracciare Michael. In quel momento sembrava la cosa più sensata della giornata. "Fanculo il lavoro, fanculo tutto. Ora devo pensare a me stesso" ed addentò il tramezzino al prosciutto.

Si spogliò, fece cadere la camicia ed il jeans per terra, rimane solo in boxer, un boxer nero che gli fasciava in maniera perfetta le forme. Aveva la schiena sudata, tanto che una gocciolina di sudore scese fin giù alle natiche.

"Qui ci vuole una doccia" pensò.

Posò quel che restava del tramezzino e si recò in bagno. La doccia calda lo stava riportando alla vita, sembrava come rinascere. Adam però aveva ancora la mente confusa, il cuore e lo stomaco in subbuglio, sapeva che non stava ancora bene, ma doveva prendere la decisione. Doveva o no raggiungere Michael?

Si passò una mano fra i capelli, sul petto, tra le parti intime e sentì il suo pene terribilmente eccitato. Sarà stato il suo stato confusionale, i vapori della doccia o l'aria frizzantina di Cannes, ma in quel momento ebbe la sensazione  di non essere da solo. Si, Adam immaginò che Michael fosse lì con lui, sotto la doccia. Era cosciente che era tutto un sogno, ma era così contento di vedere Michael che continuò a navigare con la fantasia.

Nella sua mente Michael lo baciò profondamente mentre gli toccava le parti intime con forza e veemenza. Adam mugugnò. Non sapeva come comportarsi, non sapeva se poteva toccare o meno il corpo di Michael, fu il ragazzo che prese la sua mano e la fece scorrere sulle natiche. Era tutto così reale, tutto così sexy, tutto così eccitante.

Adam continua a toccare il fondoschiena di Michael e con la bocca scese lungo il suo collo, fra il suo petto, vicino l'ombelico, poi lo baciò di nuovo. I loro corpi erano praticamente attaccati, legati da un abbraccio che pareva non avere fine.

Adam fu portato alla realtà dal suo cellulare, lo aveva con sé in bagno. Fu distratto dalla sua fantasia ed, inaspettatamente, raggiunse l'orgasmo. Arrivò al culmine del piacere con veemenza, con brutalità tanto da lanciare un urlo strozzato dal piacere. Il cellulare continua a squillare insistentemente, Adam recuperò fiato, si tolse l'odore del sesso e uscì dalla doccia.

Neanche a dirlo Michael lo stava chiamando. Subito rispose alla chiamata.

"Dove sei? Cosa ti è successo?" la voce dall'altro capo del telefono era spaventata

"A Copenaghen, ma che diavolo.." disse Adam

"Cerca di trovare un taxi" sentiva Michael piangere

"Ora ti vengo a prendere. Vado in aeroporto e prendo il primo volo. Tieni acceso il cellulare" e riagganciò

Fu una decisione istintiva, presa su due piedi, ma Adam sapeva che era la cosa giusta da fare. Aprì per un attimo Facebook e vide che Michael era a Copenaghen con Chris, c'era un tag che lo confermava.

"Ma cosa ci fa lì con Chris?" si domandò. Adam non riusciva a collegare i fili della vicenda.

Mentre con una mano si asciugava e cerca di vestirsi, con l'altra prenotava il volo diretto per Copenaghen che sarebbe partito fra un'ora e mezza. Mise tutto quello che poteva in valigia e chiamò Angy

"Non capisco cosa sta succedendo. Michael è a Copenaghen e mi ha chiamato tutto terrorizzato. Scusami ma devo andare. Hai detto di seguire il cuore e lo farò"

Continua...

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